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Andy Murray vince la seconda partita più lunga nella storia dell'Australian Open. Dopo cinque ore e 45 minuti, alle quattro del mattino ora locale, ha piegato Thanasi Kokkinakis che era avanti di due set e 5-2 nel terzo
di Alessandro Mastroluca | 19 gennaio 2023
Tutti, dopo una partita così, vorremmo essere Andy Murray. Perché servirebbe un po' di Andy Murray in ognuno di noi. Servirebbe ogni volta che pensiamo di non farcela, ogni volta che ci viene la tentazione di rimandare un impegno, di abbandonare una sfida se non ci sentiamo all'altezza. Servirebbe lo spirito dell'ex numero 1 del mondo che, in cinque ore e 45 minuti, alle quattro di notte, completa l'undicesima rimonta da sotto di due set in carriera. E' il cavaliere della notte, Murray, che batte 46 67(4) 76(5) 63 75 Thanasi Kokkinakis, che era avanti 5-2 nel terzo set.
Nessuno, oggi, vorrebbe essere nei panni dell'australiano, mai andato oltre il terzo turno di uno Slam. Ma tutti capiamo cosa voglia dire perdere una partita così, in cui hai fatto di tutto, hai servito 37 ace e messo a segno 102 vincenti a 69, ma al momento di chiudere hai sentito sulle spalle il peso della paura di vincere, del carisma dell'avversario, dell'attesa e della responsabilità.
Nel primo set è più evidente la distanza fra quel che Murray vorrebbe fare e quel che il fisico, dopo i cinque set con Berrettini, gli permette di eseguire. Lo scozzese, cinque volte finalista a Melbourne, non riesce ad attaccare il rovescio dell'australiano con la continuità che si aspetterebbe. D'altra parte Kokkinakis mantiene più corte le traiettorie dei colpi in manovra e alla seconda occasione chiude il parziale.
Pensare che Murray possa calare, però, è un'illusione. Quando il gioco si fa duro, lo scozzese comincia a giocare. Sotto 4-5 nel secondo set, in un game che mette in mostra tutto il meglio del repertorio tecnico di entrambi, Murray cancella due set point (notevole il diritto in corsa sulla seconda chance). Kokkinakis a sua volta salva una prima palla break dopo uno scambio magnifico, ma con un doppio fallo concede una seconda occasione. E con un diritto largo riapre la partita.
Al tie-break Kokkinakis, spinto dal tifo di un pubblico in delirio nonostante l'ora tarda, prende il controllo del gioco e, a mezzanotte e mezza ora locale, sale due set a zero. L'australiano ha avuto bisogno di cinque set point prima di chiudere ed esultare alla maniera di Djokovic, con l'indice alla tempia.
Ma la testa la perde dopo essere stato avanti di un break all'inizio del terzo. Kokkinakis si incarta sulla palla del controbreak. Non chiude tre smash, poi affossa un diritto a mezza rete e disintegra la racchetta. Murray, dopo un capolavoro di difesa e geometria dei suoi, lo sfida con le dita dietro le orecchie. "Non vi sento abbastanza" sembra dire ai tifosi, anche se sulla Margaret Court Arena il volume è da concerto rock. Kokkinakis è furioso per un warning durante il game e va a protestare con il referee.
Ladies and Gentlemen: Sir Andy Murray: pic.twitter.com/shGKMvxtd4
— José Morgado (@josemorgado) January 19, 2023
Tre game più in là lo scozzese, che a sua volta si domandava perché a Kokkinakis fosse consentito di "bestemmiare o dire parolacce 60 volte", è di nuovo sotto di un break. Ma darlo per sconfitto sarebbe imperdonabile. Recupera da 2-5 a 5-5, nonostante evidenti dolori che lo affaticano anche solo a camminare. E alla fine lo raddrizza. All'una e 52 della notte, Kokkinakis tira uno smash a campo aperto in direzione fiume Yarra. Il match non sarà più lo stesso.
Murray ringrazia e allunga la partita. Prima del quarto set, lo scozzese esce dal campo per una sosta agitando il pugno verso i tifosi. In tanti restano anche per il quarto parziale, e ormai nessuno vuole mollare. Nessuno cede, barcollano, sbagliano, ma lottano. I primi quattro game durano mezz'ora.
"Perché ancora stai qui a giocare alle tre del mattino" urla Murray, che già dopo la partita contro Berrettini aveva spiegato di non essere più abituato a far tardi la sera per tante sere di fila. Murray, portatore sano di una passione per il tennis fuori categoria, magari non sa che il fratello Jamie ha chiesto che le sessioni serali degli Slam siano ridotte a un match invece di due proprio per evitare di finire così tardi.
Kokkinakis rischia la storta alla caviglia, ma non chiede il medical time-out. Lo scozzese ha in mano la partita: ha più tennis, una superiore capacità di lettura del gioco, e dopo sei game anche un break si vantaggio. All'australiano non basta il servizio per evitare di andare sotto 2-4, complici tre errori negli ultimi quattro punti del gioco che decide il parziale. Murray, pienamente padrone della scena, allunga ancora il match-evento della giornata.
Lo scozzese sta in campo come chi sarebbe disposto a star lì fino al giorno dopo pur di avanzare di un altro turno. Mamma Judy applaude e lo incita, punto dopo punto. Lendl, come da tradizione, osserva con la solita aria di chi non sembra poter essere sorpreso, con l'espressione un po' così di chi le ha viste tutte.
Quel che serve in momenti come questo, Murray lo sa meglio di Kokkinakis. Anche se l'australiano può vantare una condizione atletica globalmente migliore, per anagrafe e per la minor stanchezza accumulata dopo il primo turno.
A 36 anni, Murray conduce quella che diventa la partita più lunga della sua carriera senza cali, contro un avversario di dieci anni più giovane che superata la quinta ora di gioco lascia andare i colpi a tutto braccio appena può. Alla voce campione, se non c'è ancora il suo nome accanto, dopo questa partita ci sarà.
Kokkinakis non riesce a scalfire le difese né l'apparente impassibilità dell'ex numero 1 del mondo, nemmeno quando gli cancella tre palle break nel game chiave che lo porta sul 3-3. Nemmeno quando, sul 5-4, torna a due punti dalla vittoria. Murray dura di più, e alla fine vince una delle partite più incredibili della sua carriera.
Al prossimo turno, Murray ritroverà per un posto agli ottavi lo spagnolo Roberto Bautista Agut che giocherà la sua partita numero 110 in un torneo dello Slam. Numero 25 del mondo, Bautista Agut ha firmato la sua terza rimonta da sotto di due set in carriera battendo Brandon Holt 46 26 63 62 62 dopo due ore e 56 minuti di partita. Lo spagnolo aveva ribaltato uno svantaggio simile solo nel 2015, contro Benoit Paire a Wimbledon e David Goffin allo US Open.
Nel 2019, sulla Rod Laver Arena, Murray perse in cinque set contro Bautista prima di operarsi la prima volta all'anca. "Non so se questa sarà la mia ultima partita: se lo è stata, è stata fantastica - disse lo scozzese allora -. Io so di poter dare ancora molto a questo sport, anche a costo di operarmi nuovamente senza aver garanzie. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno manifestato grande affetto". Potrà ringraziarli di nuovo.
Murray: "I have a big heart."
— Del???? mastodon.world/@Stroppa_Del (@Stroppa_Del) January 19, 2023
Fitzgerald: "You have big everything I think."
Murray: "I'm not sure my wife would agree." pic.twitter.com/I2R8KQudCc