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Sebastian Korda batte in tre set l'ex numero 1 del mondo, finalista nelle ultime due edizioni dell'Australian Open. Gioca un tennis di insostenibile leggerezza e firma un successo da campione
di Alessandro Mastroluca | 20 gennaio 2023
Una promessa, un annuncio, la manifestazione di un grande futuro. Che il 22enne Sebastian Korda avesse il tennis per diventare un grande giocatore non è una sorpresa. Ma battere 76(7) 63 76(4) Daniil Medvedev, finalista nelle ultime due edizioni, dominando la scena anche più di quanto dica il punteggio era di certo molto meno scontato. Lo statunitense, figlio d'arte, ha aggiunto varietà a un tennis completo, a un'intelligenza brillante, a una leggerezza che nasconde pensieri complessi dietro gesti morbidi e una faccia da poker.
A questo punto, con la prospettiva di affrontare Hubert Hurkacz nel suo primo ottavo di finale all'Australian Open, il terzo in uno Slam su nove major giocati, per poi andare eventualmente a scontrarsi con Nishioka o Khachanov, non può che essere lui il favorito per arrivare in semifinale nel primo quarto di tabellone, aperto dopo l'eliminazione del campione in carica Rafa Nadal.
Korda serve meglio e risponde meglio. Anche negli scambi lo statunitense ha tutte le risposte al gioco del moscovita. Lo osserva, orgoglioso, l'ex numero 8 del mondo Radek Stepanek, entrato quest'anno nello staff a conferma di un legame duraturo con la famiglia Korda. Il padre di Sebastian, l'ex numero 2 del mondo Petr che vinse l'Australian Open nel 1998, l'aveva infatti allenato per tredici anni, fino al 2016.
Fluidità e classe consentono a Korda di contrastare le geometrie complesse di Medvedev, pur capace di fulminanti rovesci lungolinea. Da quella parte, infatti, Korda è veloce con i piedi, colpisce profondo con un movimento breve, stringe in diagonale e cambia in lungolinea con la stessa elegante continuità. Così la palla torna indietro prima nella metà campo dell'ex numero 1 del mondo, che va sotto 1-4 e avrebbe anche potuto ritrovarsi 0-5.
Il diritto però è più incerto, Medvedev lo sfida e Korda si spezza. Ma solo per un paio di game. Due errori con il suo fondamentale meno sicuro agevolano il contro-break. Medvedev capisce la crescente insicurezza del rivale, e allora raffredda la temperatura, rallenta. Lo fa giocare, lo fa pensare. Korda ha il merito di far passare l'onda senza farsi trascinare via dalla corrente. Resta lì, dentro la partita, pronto alla prima occasione a rimettere pressione.
Sul 4-4 e servizio Medvedev si gioca il jolly, una seconda a tutto braccio per tentare di salvare una palla break. Ma è lunga, Korda incassa e va a servire per il set. Medvedev però è l'Arturo Brachetti del tennis, l'icona del trasformismo applicato allo sport. Cambia pelle ad ogni occasione, interpreta le pieghe della partita, si rimette in modalità muro ma stavolta contro il rovescio di Korda. Il colpo migliore tradisce lo statunitense, che per la terza volta è chiamato a ricostruire il set.
Al tie-break la quantità di occasioni mancate da un sempre impassibile Korda aumenta: commette il secondo doppio fallo del match sul 5-4, affossa un rovescio incrociato a rete al primo set point sul 6-5, sbaglia in lunghezza al secondo sul 7-6, ma alla terza occasione, dopo 85 minuti, ce la fa. Vince il quarto tie-break dei cinque giocati quest'anno, chiude il parziale in suo favore pur avendo vinto un punto in meno, con più del doppio dei vincenti (22 a 10) ma anche più del doppio dei gratuiti (27 a 12).
Come nel primo set, e come sarà nel terzo, Korda inizia il secondo con un break di vantaggio. Allunga 4-1 e stavolta prosegue nella sua sistematica esposizione delle possibili opzioni di rovescio, back e slice compresi. L'altra chiave è il servizio esterno, da destra e da sinistra, che toglie ulteriormente slancio a Medvedev. Due volte finalista a Melbourne, il moscovita risponde sempre da molto dietro ma ha di fronte un avversario veloce a prendere il campo, capace di scendere a rete e di starci. Il serve and volley con cui chiude il secondo set lo conferma.
Il break al primo game del terzo set riduce le speranze di Medvedev di completare la terza rimonta in carriera da sotto di due set. Korda, già appesantito da due doppi falli nel quarto game, gli lancia una scialuppa nella forma di una volée sbagliata sul 4-3 40-30 che è quanto di più vicino possa esserci a un rigore a porta vuota. Korda, che era avanti 40-15, deve sentirsi un po' come Diana Ross nella cerimonia d'apertura dei Mondiali di calcio del 1994, quando non riuscì a prendere la porta colpendo un pallone fermo a un metro dalla linea.
Ma si è grandi non se non si cade, ma se ci si sa rialzare. Korda campione promette di diventarlo. Resetta, riparte, si rimette ad attaccare il rovescio di Medvedev, a cui toglie costantemente la sensazione di poter controllare il gioco. Lo costringe a reagire, a fare il possibile con le carte che gli restano in mano. Ma il mazziere che le distribuisce è sempre lo statunitense, che al tiebreak libera fantasia creativa e decisione. Non c'è storia, niente colpi di scena.
C'è spazio solo per la gioia, per la conferma di un grande futuro. Il tennis dopo i Fab Four è più vivo che mai.
Korda ritroverà negli ottavi Hurkacz che l'ha sconfitto in finale a Delray Beach nel 2021. Il polacco ha piegato Denis Shapovalov, in una delle giornate di sciupìo tipicamente shapovaloviane, 76(3) 64 16 46 63. Il canadese, a cui i creatori di highlights non saranno mai abbastanza grati, ha punteggiato la partita con colpi da applausi. Ma ha giocato davvero bene solo quando era con le spalle al muro. Poi nel quinto, di fronte alla possibilità di ribaltare il match, è caduto sul suo ultimo metro.
Hurkacz, l'opposto perfetto di Shapovalov, ha offerto ai tifosi sulla Margaret Court Arena una prestazione lineare, poco appariscente, tanto quanto il suo sobrio completo lilla. Ma difficilmente il polacco perde partite che può vincere. Sa come restare freddo nel calor della battaglia, difatti nel quinto set ha ottenuto l'unico break al sesto game e concesso solo due punti quando ha servito in campo la prima.
"Sotto di due set, Denis ha iniziato a giocare un gran tennis - ha detto Hurkacz -. Dovevo trovare ritmo nei miei turni di servizio, non è stato semplice. Devo dire che è stata una partita molto divertente da giocare, il pubblico ha dato grande energia".