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La numero 4 del mondo racconta il dramma degli ultimi 8 mesi per l’arresto cardiaco dell’amata madre e le gravi conseguenze che forse la spingeranno ad abbandonare la racchetta per seguire gli affari di famiglia
di Vincenzo Martucci | 08 febbraio 2023
Anche i ricchi piangono, la caduta degli dei, la vita è altrove? Nessun cliché: la lettera aperta di Jessica Pegula che soltanto 8 mesi dopo rivela la malattia della madre sulla piattaforma “The Players Tribune” ci ricorda ancora una volta come ogni giorno attorno a noi si nascondano storie fantastiche, storie terribili, storie stupefacenti. Che azzerano soldi, status sociale, età, nazionalità ed etichette e ci riportano all’assenza più semplice e pura dell’umanità. Svelandoci un piccolo-grande segreto che ci racconta in modo totalmente diverso un personaggio e ci spiega in un attimo comportamenti che non riuscivamo a capire.
Il caso di Jessica Pegula, adottata a 5 anni da Terry (uomo d’affari petrolifero milionario) e Kim Pegula, fra i principali proprietari dei Buffalo Bills della NFL e dei Buffalo Sabres della NHL, ci conferma che ci mancava la chiave di lettura.
Ricca, ricchissima, e quindi apparentemente senza stimoli sufficienti per farsi largo nella giungla di uno sport professionistico è invece esplosa, era salita al vertice, sostituendosi ad altre colleghe a stelle e strisce molto più gettonate, ma poi s’è fermata di botto davanti all’ultimo scalino. Ora sappiamo, ora capiamo, ora apprezziamo molto di più la 28enne che alle WTA è crollata e agli Australian Open è naufragata ancora nei quarti Slam lasciando via libera a mamma Vika Azarenka, con indosso la maglia numero 3.
Ora sappiamo, ora capiamo, ora apprezziamo molto di più la 28enne che alle WTA è crollata e agli Australian Open è naufragata ancora nei quarti Slam lasciando via libera a mamma Vika Azarenka, con indosso la maglia numero 3.
Curioso connubio, mamma & numero 3: vero, Jessica? “A gennaio Hamlin ha avuto un arresto cardiaco in campo durante la partita contro i Cincinnati Bengals. Il mio stomaco è sprofondato: m’è sembrata la stessa identica cosa di mia madre. Ero seduta in panchina per la United Cup, a Sydney, in Australia. Volevo vomitare. Dovevo entrare in campo per il doppio misto dopo 15 minuti e ho detto a uno dei miei compagni di squadra: “Sono un po’ spaventata, sento che sto per avere un attacco di panico”. Così a Melbourne ha indossato la patch numero 3 in onore di Damar. Ironia della sorte, sì, ero la 3 del mondo. Non l’ho fatto solo per lui ma anche per mamma”.
Ha lottato per tener nascosto il segreto, ma alla fine Jessica ha deciso di raccontarsi: “Sento il bisogno di parlarne. Questa è una storia su mia madre, sulla mia famiglia e sull’ultimo anno che abbiamo vissuto. A giugno, ero appena tornata in Florida dagli Open di Francia. Sono arrivata ai quarti in singolare e in finale in doppio: due settimane incredibili, piene di aspetti positivi, tra cui l’ingresso nella Top 10. Ma, pochi giorni dopo, verso mezzanotte, proprio il giorno del compleanno di mia madre, mi ha chiamato mia sorella Kelly, che stava a casa dei miei e mi ha detto che mamma aveva avuto un problema e stava andando all’ospedale in ambulanza. Papà si era accorto che era andata in arresto cardiaco durante il sonno. Fortuna che Kelly le ha praticato la rianimazione cardiopolmonare fino all’arrivo dell’ambulanza: le ha salvato la vita”.
Ma il male ha lasciato i suoi segni su mamma Pegula: "Sta migliorando di giorno in giorno, ma deve fare i conti con una significativa afasia espressiva e con notevoli problemi di memoria. Riesce a leggere, scrivere e capire abbastanza bene, ma ha difficoltà a trovare le parole per rispondere”.
Kim Pegula, 53 anni, coreana di Seul, abbandonata dai genitori a 5 anni, adottata a sua volta da genitori statunitensi, aveva conquistato Terry Pegula mentre faceva un colloquio diu lavorio da cameriera ed aveva poi scalato prima il cuore e quindi il difficile mondo del business. “Amava lavorare”, racconta Jessica. “Faceva di tutto e la nostra famiglia le diceva continuamente che doveva rallentare e prendersi del tempo per se stessa. Era la donna dietro il successo di mio padre e lui lo ammetteva con sincerità”. Troppe tensioni troppi impegni, troppo poco tempo per sé, troppo donna manager con troppa urgenza di riscatto.
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— The Players' Tribune (@PlayersTribune) February 7, 2023
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