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Intervista esclusiva a Matteo Rizzo che al gala dei Mondiali di pattinaggio di figura in Giappone ha presentato una coreografia a tema tennistico. "Il tennis mi è sempre piaciuto" ha detto, "tifo per Berrettini. Poi con Sinner, Musetti e Sonego lo seguo sempre di più. Mi piacerebbe venire un giorno al Foro per gli Internazionali"
di Alessandro Mastroluca | 30 marzo 2023
Matteo Rizzo ha stupito tutti al gala dei Mondiali di pattinaggio di figura di Saitama, in Giappone. Romano, medaglia d'argento a gennaio agli Europei a Espoo, in Finlandia, si è presentato con maglietta e pantaloncini bianchi, una parrucca bionda, la fascia sulla fronte e delle palline di gomma che ha lanciato verso le tribune. Nel corso della sua esibizione, ha mimato i movimenti e i colpi di un immaginario scambio, con tanto di esultanza e dedica sull'obiettivo della telecamera. L'abbiamo intervistato al telefono per farci raccontare come è nata questa curiosa esibizione, che testimonia anche una forte passione per il tennis.
"Il gala è uno spettacolo che si fa alla fine della competizione - spiega a SuperTennis -. Noi atleti cerchiamo di fare numeri in cui intratteniamo il pubblico, un po' come a teatro. Creiamo apposta dei numeri divertenti. Questo riferito al tennis, in particolar modo al tennis di qualche decennio fa, ci è venuto in mente con il mio coreografo perché nel video della canzone scelta, Hello di Martin Solveig e Dragonette, si vedono i due artisti giocare una partita di tennis vestiti come gli atleti di qualche decennio fa. Ed è molto divertente. Abbiamo voluto riproporre quel tema in una chiave in linea con il pattinaggio e il coinvolgimento del pubblico. E' piaciuta tantissimo anche al di fuori del mio sport".
Mi sembrava a suo agio con i movimenti o certe abitudini dei tennisti. Lo gioca anche?
"No, ma l'ho sempre seguito, mi è sempre piaciuto. Poi da quando è iniziata l'ascesa di Berrettini, e ora con Sinner, Musetti, Sonego, lo seguo molto di più. Mio cugino però è istruttore di tennis.
Oltre ad essere gustoso, si vede anche la conoscenza di certe routine, come la firma sull'obiettivo della telecamera dopo la partita o le palline lanciate verso il pubblico.
"Da sportivo seguo molte altre discipline oltre alla mia. Il tennis è quello che seguo un po' più degli altri. L'ho portato in una chiave divertente, in un momento in cui la competizione di per sé è finita".
Nell'esibizione aveva una parrucca di capelli lunghi e biondi tenuti insieme da una fascia. Era casuale o c'era un riferimento a campioni del passato, come Agassi o Borg?
"Non ci siamo ispirati a un tennista in particolare, proprio perché andando in chiave comica non volevo mettere nessuno a disagio. Però qualche decennio fa tanti tennisti avevano i capelli un po' lunghi sulle spalle e la fascia. Ho voluto un po' portare lo stereotipo del tennista".
Ha avuto feedback da tennisti professionisti o anche solo da agonisti o praticanti dopo l'esibizione?
"No, giocatori no. Ma tutta la cerchia di miei amici che nel loro piccolo giocano a tennis però sì. Questa cosa di aver portato un altro sport dentro il mio comunque è piaciuto, mi hanno contattato da Eurosport, italiano ed europeo, e diverse televisioni francesi".
C'è qualcosa che dal mondo del pattinaggio si può portare nel mondo del tennis?
"Non ci ho mai pensato. Il pattinaggio è uno sport molto particolare, è visto come una danza, sono al centro della pista e tanti vengono a vedermi anche per come pattino, non solo per la componente sportiva".
C'è invece qualche tennista con cui vorrebbe giocare, magari in un evento Pro-Am?
"Sono molto fan di Berrettini in questo momento, ma penso sia un po' troppo forte per il mio livello".
Pensa in futuro di assistere a tornei di tennis dal vivo?
"Andare a vedere gli Internazionali d'Italia a Roma è sempre stato un mio desiderio. Ma cadono in un periodo di preparazione e non sempre riesco a far coincidere i tempi per andare a vedere quello che voglio".
La Grand Stand Arena al Foro Italico
Quanto tempo serve per preparare un numero, un'esibizione, sia per la gara sia per un contesto come il gala?
"Ci lavoriamo costantemente durante l'anno. Nei 365 giorni di un anno abbiamo circa 20 giorni di pausa. Durante la settimana mi alleno sei giorni, 4-5 ore al giorno. E' uno sport in cui contano molto le sensazioni, più sto fermo e più sensazioni perdo. La nostra stagione agonistica va da settembre a marzo, in media una preparazione completa va dalle 4 alle 5 settimane di allenamento intensivo prima della gara".
Venendo invece più al suo mondo, quando ha scoperto la passione per il pattinaggio di figura?
"Fin da piccolo, sono cresciuto in una famiglia in cui veniva già praticato. Per diverso tempo ho fatto nuoto, ma il pattinaggio mi ha appassionato e ho deciso di intraprendere la mia strada. Ora è la mia vita"
Il momento più alto, immagino, sia l'argento agli Europei di quest'anno.
"Sì, sicuramente. Quest'anno poi ho fatto degli ottimi risultati. L'argento agli Europei è molto importante, purtroppo al Mondiale sono arrivato solo nono. Avevo ambizioni più grandi ma non tutte le gare vengono bene"
Beh, mi permetta da spettatore un po' di sana invidia verso un italiano non soddisfatto di essere il nono al mondo nel suo sport.
"Anche per me è strano dirlo. Anni fa mi sarebbe sembrato fuori dal normale pensare di arrivare nono in un Mondiale e non essere felice del risultato. Dopo l'argento agli Europei abbiamo lavorato bene con il mio team, avevamo ambizioni molto alte. Ma essere comunque in Top 10 al Mondiale nonostante qualche errore non è male".
I prossimi obiettivi, i prossimi traguardi da raggiungere?
"Siamo a fine stagione, fra 10 giorni devo tornare in Giappone per chiudere con il Mondiale a squadre. Per noi degli sport invernali l'obiettivo di lungo periodo è ovviamente l'Olimpiade di Milano/Cortina del 2026, che sarà molto importante per noi italiani. Pochi atleti possono dire di aver gareggiare a un'Olimpiade in casa. Ci saranno fino ad allora due Mondiali e due Europei, sicuramente studierò qualcosa di particolare".