
Chiudi
La sfida col fuoriclasse scozzese accende il fuoriclasse italiano che è 4-4 nei testa a testa e 3 volte ha sfiorato il colpaccio. La terra e Roma lo favoriscono, i risultati no
di Vincenzo Martucci | 10 maggio 2023
Stasera sul Centrale del Foro Italico nel primo turno più eccitante degli Internazionali BNL d’Italia li rivedremo correre e lottare. Intanto, Fabio Fognini caracolla per il Foro col suo andare scanzonato - che nasconde un animo più dolce di quanto ci si immagini - e i piedi larghi, unico nel suo genere, finché non vedi suo figlio Federico che mamma Flavia (Pennetta) controlla a fatica con tutta l’effervescente ed inesauribile curiosità di un bimbo di 5 anni. Andy Murray caracolla anche lui per colpa delle anche bislacche rinforzate per sostenere le 965 partite pro, ha un sorriso e un saluto per tutti, e tutti gli si avvicinano per dirgli qualcosa e avere un contatto col mito, uno dei reduci del Fab Four.
L’italiano e lo scozzese, divisi all’anagrafe da 9 giorni nel maggio del 1987 - stesso mese ed anno di Novak Djokovic - sono tanto diversi ma giocano un tennis simile: micidiale rovescio a due mani, gran risposta, elaborate trame difensive, tecnica di qualità e varietà, e qualche reazione smodata dopo un errore o se le cose non funzionano. Il ligure già top 10, oggi sceso al 130 per via degli acciacchi ai piedi alati, ha vinto 9 titoli, s’è esaltato in Davis, ma ha brillato al vertice solo al Masters 1000 di Montecarlo 2019, mentre il baronetto di sua maestà è salito anche al numero 1 ed ha riscritto la storia delle racchette dei maestri, con 3 Slam in 9 finali, più il Masters e 2 ori olimpici. Ma, a dispetto di una storia così diversa negli allori, Fognini e Murray non solo sono 4-4 nei testa a testa, ma Fabio ha sfiorato il successo in 3 dei 4 match persi, e sulla terra ha sicuramente un vantaggio rispetto allo scozzese.
Il primo confronto, vinto da Fognini nel 2007 sul cemento di Montreal, fu troppo facile, 6-2 6-2, per via dei problemi al polso di Murray. Il secondo, nel 2009 sulla terra di Montecarlo, segnò la strada di una bella rivalità: da 108 del mondo, Fabio passò per le qualificazioni, superò Berdych e Cilic e poi sfidò a viso aperto Andy, che era già 4 del ranking, perdendo in modo rocambolesco.
Ahilui, nel primo set sciupò un vantaggio di 5-0 e poi mancò 3 set point nel tie break, che perse per 13-11 prima della sospensione per pioggia e buio con rinvio al giorno dopo. Il suo sguardo smarrito e frustrato, l’abbraccio accorato col padre, la fatica che gli trasudava da tutto il corpo ci restano ancora oggi negli occhi come la fotografia della sconfitta più amara. Che si confezionò ineluttabilmente al rientro in campo, per 6-4.
Quando si sono ritrovati di fronte, nel 2014 a Napoli in coppa Davis, Fabio impose una autentica lezione da terra rossa ad Andy battendolo per 6-3 6-3 6-4, ed esaltando la squadra italiana e il pubblico. Anche se poi, sempre quell’anno sul cemento di Valencia ci perse altrettanto nettamente, 6-2 6-4. Prima di accusare, in Brasile, una delusione anche superiore a quella di Montecarlo. All’Olimpiade di Rio, infatti, l’azzurro, dopo il terrificante 1-6 iniziale, entrò in partita sull’1-2 del secondo set, diede spettacolo con una annichilente volata fino al 6-2, sul cemento a 5 cerchi, e diventò padrone del campo fino al 3-0 al terzo set. Poi, però, all’improvviso, senza un reale motivo, si distrasse e perse la grande occasione su un palcoscenico così importante, contro il numero 2 del mondo fresco campione per la seconda volta a Wimbledon.
Un anno dopo, nel 2017, la terra rossa di Roma diede nuova fiducia e forza al fuoriclasse italiano per aggiudicarsi il match contro il fuoriclasse britannico. Quel 6-2 6-4 ribadì per l’ennesima volta quanto evidente fosse la superiorità di Fognini sul superficie, peraltro davanti al suo pubblico. Sullo slancio, anche a Wimbledon, a casa-Murray, Fabio disputò una gran partita, una delle migliori sull’erba, perdendo 6-2 4-6 6-1 7-5. Per l’italiano c’era ancora un rimpianto difficile da cancellare dalla mente: s’era fatto rimontare da 5-2 nel quarto set, quando ormai sembrava a un passo dal quinto. Aveva mancato anche 5 set point, 2 sul proprio servizio: troppi regali per il beniamino dei Championships.
L’ultima sfida Fognini-Murray risale a Shanghai 2019. Il 7-6 2-6 7-6 con cui Andy, che stava rientrando sul circuito dopo l’operazione all’anca, risolse il confronto sul cemento all’aperto racconta già le difficoltà nel superare l’italiano dai colpi imprevedibili. Che aveva buttato in tribuna una pallina e aveva gettato via la racchetta subendo il richiamo dell’arbitro. Ma, soprattutto, con la sua difesa intelligente, aveva fatto saltare i nervi a Sir Andy.
Che, quando servì per il match sul 6-5 del terzo set, perse la battuta e fu costretto ad un altro tie-break, protestò a lungo con l’arbitro per un urlo di Fabio mentre lui chiudeva una volée, accusandolo ad alta voce: “Fai così con tutti”. E quando Fabio cercò di intervenire si sentì gridare un imperioso e clamoroso “shut up”, stai zitto.
Stasera a Roma si riparte da quel battibecco. Con Murray favorito dal successo nel Challenger di Aix en Provence, mentre Fabio non riesce a trovare continuità, ed appare deluso dal suo gioco, probabilmente per una condizione fisica che non lo sostiene. Terra rossa, pubblico e avversario di nome col quale ha dei precedenti così importanti lo stimoleranno di sicuro. Speriamo in positivo, per un’altra prestazione memorabile. Da “Fognini moments”, quelli che hanno cancellato più volte anche il campione Murray.