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Eventi internazionali

Djokovic e il messaggio sul Kosovo: chieste azioni disciplinari

Novak Djokovic ha scritto "il Kosovo è il cuore della Serbia" sulla telecamera dopo la vittoria al primo turno del Roland Garros. Il presidente della Federtennis kosovara ha annunciato che chiederà una multa. Il comunicato della Federazione francese che organizza il torneo

di | 31 maggio 2023

Il messaggio di Novak Djokovic diventa un caso politico. "Il Kosovo è il cuore della Serbia. Stop alla violenza" ha scritto sulla telecamera dopo la vittoria al primo del Roland Garros sullo statunitense Aleksandar Kovacevic. "Mio padre è nato in Kosovo, sento il bisogno di esprimere il mio sostegno al nostro popolo e a tutta la Serbia. La mia posizione è chiara, come ho sempre detto pubblicamente: sono contrario alla guerra, alla violenza, a ogni forma di conflitto".

"Djokovic ha ancora una volta promosso la propaganda dei nazionalisti serbi e usato un evento sportivo per farlo" ha detto il presidente del Comitato Olimpico del Kosovo Ismet Krasniqi, che ha invitato il CIO ad "aprire un procedimento disciplinare" contro il serbo.

Le parole di Djokovic, che a Parigi insegue il 23mo Slam, seguono gli episodi di tensione registrati lunedì a Zvecan, la città nel nord del Kosovo dove è cresciuto il padre di Djokovic. Gli scontri hanno causato una trentina di feriti tra i soldati della Kfor, la forza di peacekeeping della NATO.

I nazionalisti serbi tentavano di aggredire la cerimonia di insediamento del sindaco di etnia albanese. In quella regione, ricorda l'agenzia Reuters, i serbi rappresentano la maggioranza della popolazione e alcuni gruppi hanno rifiutato di partecipare alle elezionii amministrative. La Serbia rifiuta infatti di riconoscere il Kosovo come una nazione indipendente, come invece hanno fatto oltre cento membri delle Nazioni Unite dopo la dichiarazione di indipendenza del 2008.

Secondo il presidente della Federazione tennis del Kosovo Jeton Hadergjonaj il messaggio di Djokovic, che nel 2008 partecipò con un videomessaggio alla manifestazione "Kosovo is Serbia", può inasprire le tensioni. "Un messaggio simile, se arriva da una figura pubblica come quella di Djokovic in un evento come il Roland Garros, non è di aiuto. Capisco che Djokovic abbia ancora legami con quella regione del Kosovo, penso ci viva ancora una parte della sua famiglia, ma il Kosovo è una nazione indipendente, riconosciuta dall'ITF, da Tennis Europe, e da tutta la comunità tennistica internazionale - ha dichiarato all'agenzia di stampa PA News -. C'è un principio fondamentale nella Carta olimpica, le organizzazioni sportive all'interno del movimento olimpico devono essere politicamente neutrali. L'ITF è riconosciuta dal Comitato olimpico internazionale. Chiederemo ufficialmente che Djokovic sia multato".

Sulla questione è intervenuto anche il Ministro per lo Sport francese Amelie Oudea-Castera, che in un'intervista televisiva ha definito il messaggio di Djokovic "non appropriato".

C'è un principio di neutralità da rispettare, ha sottolineato. "E' chiaro che un atleta è libero di esprimersi se il suo è un messaggio di difesa dei diritti umani, di valori universali - ha detto -. Ma in questo caso il suo era un messaggio molto politico. E non dovresti farti coinvolgere, soprattutto nelle circostanze attuali. Una cosa del genere non dovrebbe succedere di nuovo".

Il regolamento dei tornei del Grande Slam ufficialmente non vieta l'espressione di messaggi politici al contrario del CIO. Per questo, ad esempio, nel 2008 il campione di nuoto Milorad Cavic venne sospeso dai Campionati europei di Eindhoven per aver indossato una maglia con la scritta "Il Kosovo è Serbia" durante la cerimonia di premiazione dei 50 farfalla in cui aveva vinto la medaglia d'oro.

"Le stesse regole si applicano in tutti gli Slam, il referee e i supervisor verificano che siano rispettate" si legge in un comunicato della Federazione francese, che tra le righe lascia intendere che difficilmente ci saranno provvedimenti. Secondo una fonte informata citata dalla Reuters, la FFT non avrebbe ritenuto il comportamento di Djokovic "dannoso per i migliori interessi del torneo".

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