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La conferenza stampa di Carlos Alcaraz alla vigilia del Masters 1000 di Madrid. Il torneo riaccende la corsa per il posto di numero 1 del mondo. In sei hanno matematiche opportunità di arrivarci dopo gli Internazionali BNL d'Italia
di Alessandro Mastroluca | 25 aprile 2023
Carlos Alcaraz ha parecchi motivi per sorridere. Il murciano si presenta a Madrid forte del secondo titolo consecutivo a Barcellona, con l'obiettivo di ripetersi a Madrid. Anche se alla Caja Magica, da quando il torneo si gioca qui dopo il passaggio del Mutua Madrid Open dal duro indoor alla terra rossa, questa impresa è riuscita solo a Rafa Nadal.
"Mi piace giocare di fronte a tanti tifosi, ancor di più in Spagna. E' una grande motivazione, voglio divertire e divertirmi in campo - ha detto nella conferenza stampa alla vigilia dell'esordio -. Ho un tennis vario, faccio cose diverse. Quando mi diverto in campo, sorrido. E' in questi momenti che esprimo il mio tennis migliore".
Finora Alcaraz ha vinto 23 delle prime 25 partite giocate. Nella ventiseiesima affronterà Alcaraz il finlandese Emil Ruusuvuori o il francese Ugo Humbert. "Fisicamente sto bene, mi sento al 100% - ha detto lo spagnolo -. Poi la mia fiducia in questo momento è altissima visto il livello di tennis che ho raggiunto a Barcellona. A Madrid sappiamo che adattarsi è difficile per tutti ma ho qualche giorno di tempo e non vedo l'ora di scendere in campo".
C'è da capirlo. La Caja Magica ha segnato momenti decisivi della sua storia. Nel 2021, nel giorno del suo diciottesimo compleanno, ha incontrato per la prima volta Nadal di cui la Spagna lo considera l'erede: anche se a lui quest'immagine non piace. Teso ed emozionato, ha perso facilmente. Nel 2022, è diventato il più giovane a battere Nadal e Novak Djokovic in uno stesso torneo e il primo a riuscirci sulla terra battuta. "Il mio tennis rispetto all'anno scorso non è cambiato tanto - ha detto martedì -. L'unica differenza fra il Carlos del 2022 e il Carlos di adesso sta nella maturità, nell'esperienza".
Molto, però, è cambiato da allora. Dodici mesi fa, Alcaraz era appena entrato in Top 10. Oggi vanta 22 settimane da numero 1 e il record di più giovane giocatore ad aver chiuso una stagione in vetta alla classifica dal 1973 quando è stato introdotto il ranking computerizzato. A quella posizione non smette di guardare, pur con la sua ambizione misurata. "Voglio vincere tutti i tornei che gioco - ha detto -, ma non credo che uscire da un torneo con una sconfitta sia un fallimento per me. Penserei di aver fallito se avessi giocato male, se avessi mostrato un approccio sbagliato alla partita".
Da Madrid al Roland Garros, sulla terra rossa la corsa per il posto di numero 1 del mondo è destinata a farsi più accesa che mai.
Oggi Djokovic ha 7.135 punti, Alcaraz 6.770. Il serbo vedrà uscire 360 punti dopo Madrid e 1000 dopo Roma; il murciano 1000 dopo Madrid. Togliendo questi 1.360 punti dal bottino di Djokovic e i 1.000 dal totale di Alcaraz, al serbo resta un margine di cinque punti.
Vista l'assenza di Djokovic a Madrid, Alcaraz sarebbe certo di tornare numero 1 il 22 maggio prossimo confermando il titolo alla Caja Magica e giocando anche solo una partita agli Internazionali BNL d'Italia, o viceversa. Il murciano potrebbe anche tornare numero 1 arrivando in finale in entrambi i tornei.
Djokovic e Alcaraz, che finora si sono scambiati la posizione al vertice della classifica sempre dopo tornei in cui solo uno dei due era presente, non sono gli unici giocatori che possono puntare al posto di numero 1 del mondo.
Con duemila punti in palio nelle prossime quattro settimane, la matematica assegna chances anche a Daniil Medvedev, Casper Ruud, Stefanos Tsitsipas e Andrey Rublev.
Medvedev, che l'anno scorso ha saltato sia Madrid sia Roma per infortunio, ha uno svantaggio di 535 punti rispetto a Djokovic e di 530 da Alcaraz al netto dei punti di Madrid e Roma 2022. La matematica dice che può superarli, ma non è un mistero che la terra rossa non sia esattamente la sua superficie ideale.
Più sfumate le possibilità degli altri contendenti. Ruud dovrebbe vincere uno dei due Masters 1000 e arrivare almeno in semifinale nell'altro; Tsitsipas dovrebbe conquistare almeno un titolo e nell'altro giocare la finale; Rublev avrebbe delle chances solo vincendoli entrambi. E tutti, comunque, avrebbero bisogno di combinazioni di risultati favorevoli per tenersi dietro Djokovic e Alcaraz.