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Andy Murray, che dopo le Olimpiadi saluterà il circuito, ci era riuscito tra 2012 e 2016, a Londra e a Rio. Stavolta la doppietta di medaglie d'oro è nelle corde di Zverev, poco considerato ma con tutte le carte in regola per riuscire nell'impresa
30 luglio 2024
In pochi si stanno preoccupando di lui. E potrebbe essere un errore. Alexander Zverev avanza a Parigi, approdando agli ottavi dopo il successo in due set sul ceco Tomas Machac. E se nell'occasione qualche ombra, sulla prova del tedesco, c'è stata, nel complesso Sasha va preso sul serio, quando si parla di medaglie.
Cominciamo col dire che è proprio lui il campione olimpico in carica, con l'Oro vinto tre anni fa a Tokyo, dove superò in semifinale Novak Djokovic e in finale il russo Karen Khachanov. Ma ci sono altri dati che dovrebbero portare addetti ai lavori e avversari a non sottovalutare la presenza del numero 4 del mondo, fin qui mai accostato – nella narrazione generale – ai due grandi favoriti Carlos Alcaraz e Novak Djokovic.
Partiamo, per esempio, dai testa a testa con lo spagnolo e con il serbo. Contro Alcaraz, Zverev è al momento sulla situazione di 5 vittorie per parte, con l'ultima sconfitta che risale al Roland Garros, ma che è maturata in 5 set e che ha lasciato un po' di amaro in bocca al tedesco, capace sugli stessi campi di battere Carlitos un paio d'anni prima. C'è match, insomma, e su questo ci sono pochi dubbi. Di fronte a Djokovic, il tedesco ha vinto 4 volte su 12, ma sulla terra il bilancio è in parità, 1-1, con successo di Sasha in quel di Roma, anno 2017, in finale.
A proposito di Internazionali BNL d'Italia: Zverev non li ha vinti solo nel 2017 ma anche quest'anno, unico trofeo alzato al cielo nel 2024. E proprio le prestazioni maiuscole di Sascha al Foro Italico devono essere un avviso ai naviganti: sulla distanza dei due set su tre – come quella che caratterizza il torneo a cinque cerchi – il buon Alexander diventa ancora più pericoloso del solito, anche su terra battuta. Perché il suo tennis ad alto rischio funziona meglio quando la concentrazione deve essere limitata nel tempo, invece che essere mantenuta per 4 o 5 ore di fila. Non è un caso che alla casella Slam, Zverev mantenga uno zero: una mezza delusione raggiunta un'età (27 anni) che per uno con le sue qualità dovrebbe già aver portato i migliori frutti della carriera.
Chissà che invece per lui sia diverso. Chissà che il meglio debba ancora arrivare. Intanto, c'è da registrare questo match in chiaroscuro, di fronte al talento ceco Machac, uno che a tennis gioca benissimo ma che ogni tanto si dimentica di dover avere pazienza. Sascha ha sbagliato qualcosa di troppo nel secondo set, rischiando di perderlo. Ma alle sue disattenzioni ha saputo porre rimedio, contrariamente a quanto è accaduto al suo rivale.
Così lo ritroveremo in ottavi, di fronte all'australiano Alexei Popyrin, con il vincente di Musetti-Fritz sullo sfondo, nel settore dove Djokovic dovrebbe essere il più serio candidato per la semifinale. L'ultimo a riuscire in una doppietta olimpica è stato Andy Murray (Londra 2012, Rio 2016), che a Parigi dice addio al tennis. Chissà che non ci sia subito qualcuno pronto a imitarlo.