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Bergs dal discount alla wild card per Wimbledon: Zizou si fa un nome

Zizou Bergs ha vinto a Ilkley il quarto Challenger in carriera e si è guadagnato l'invito per Wimbledon. Ex campione fiammingo di pallamano da junior, ammira Andy Roddick e Nick Kyrgios. Suona chitarra e pianoforte e si chiama così in onore di Zidane.

di | 23 giugno 2022

Una cascata di capelli biondi, una pettinatura molto anni Novanta, a suo agio tanto con la racchetta quanto con la chitarra. Avrebbe potuto militare in una boyband e invece il belga Zizou Bergs ha scelto il tennis, ha vinto il Challenger di Ilkley sull'erba e così si è guadagnato l'ultima wild card per Wimbledon.

Il nome è impegnativo anche se, ha detto, "è più facile da portare di un Jef, per esempio". Impegnativo perché Zizou non è un nome casuale ma un omaggio a Zinedine Zidane, stella della Juventus e del Real Madrid che ha appena festeggiato cinquant'anni. Zidane, che in tanti ricordano per la testata a Materazzi nella finale dei Mondiali di calcio del 2006 e che oggi è un serio candidato a diventare il prossimo allenatore della nazionale francese, era soprannominato appunto "Zizou".

"Mia madre, tre anni dopo la nascita di mio fratello Maxim, si aspettava una femmina - ha detto Zizou al quotidiano SudPresse -. Avevano deciso per il nome Amelie. MA quando hanno saputo che ero un maschio, bisognava reagire: mio padre a quel punto ha detto Zizou!". La madre, una fotografa indipendente, all'inizio non era d'accordo, poi ha finito per cedere.

Suo padre, dirigente per la compagnia ferroviaria nazionale, adorava Zidane e oggi ogni volta che gioca in Francia dalle tribune parte un coro "Zizou, Zizou" che testimonia la simpatia derivata dall'associazione con il campione. Quando ha giocato a Marsiglia, poi, la città dove è nato Zidane, l'intensità dell'accoglienza lo ha sorpreso. "Anche se non dovessi farcela nel tennis, potrei sempre diventare il belga più conosciuto in Francia" scherzava in un'intervista per il quotidiano francese L'Equipe pubblicata ad aprile.

Per ora, è "solo" il secondo miglior belga nella classifica ATP dietro all'unico Top 100 nazionale nell'attuale ranking, David Goffin che è numero 58 ma nel 2017 è stato numero 7 dopo aver raggiunto la finale alle Nitto ATP Finals.

Numero 146 del mondo, il suo best ranking, il 23enne Bergs ha festeggiato a Ilkley il quarto titolo Challenger dopo i tre vinti nel 2021 (San Pietroburgo, Lille e Almaty). Risultati che hanno fatto seguito al sorprendente esordio nel circuito TP, in casa ad Anversa. Nella sua prima partita nel circuito maggiore, infatti, aveva battuto l'allora numero 45 ATP Albert Ramos-Vinolas.

Tifoso da piccolo di Andy Roddick, Bergs è nato a Lommel, una cittadina con una tradizione consolidata nella pallamano. Ma a tre anni, i genitori hanno iniziato a portarlo con loro nel circolo tennis a 200 metri da casa. Per i primi anni si è diviso fra i due sport, è arrivato anche al titolo giovanile di campione delle Fiandre nella pallamano. "Ma ho scelto il tennis, mi avrebbe potuto dare più opportunità" ha spiegato.

Entrato prima alla LTA Academy a otto anni, poi a quindici al centro tecnico della federazione fiamminga, Bergs ama i giocatori creativi e d'attacco. Si diverte a guardare Gael Monfils, Benoit Paire, Nick Kyrgios perché, ha spiegato, "non sai mai cosa puoi aspettarti da loro". E' più da competizioni a squadre, da spettatore lo appassionano più la Coppa Davis, l'ATP Cup o la Laver Cup di un Masters 1000.

Non dovrebbe stupire questa voglia di condivisione in un giovane che nel tempo libero, oltre al pianoforte come Ugo Humbert o Corentin Moutet, suona la chitarra e che potrebbe ben figurare magari in una cover band dei Backstreet Boys.

In campo, però, il suo tennis ha accenti più rock. "Servizio e diritto sono sempre state le mie armi migliori, già quando avevo 14 anni mi piaceva colpire in maniera molto aggressiva - ha detto a SudPress -. Poi sono andato sei mesi a Barcellona e ho appreso molto, ho messo le basi per un tennis più difensivo. Mi ci è voluto del tempo per trovare il giusto equilibrio".

Per certi versi, ha ammesso, il lockdown del 2020 gli ha fatto bene. Studente di management, bravo in matematica, durante la pausa forzata del circuito Zizou ha lavorato in un negozio della catena LIDL poi ha iniziato insieme alla madre a fabbricare mascherine che poi consegnava in bicicletta. "Non sono uno che aspetta seduto sul divano che le cose passino" ha raccontato. Così in quel periodo, in cui a volte pedalava anche per otto ore, ha anche cambiato il diritto con il suo coach Bertrand Tinck. "Ho sfruttato quel periodo per diventare un giocatore e una persona migliore" ha spiegato. Ora è anche coinvolto con un'organizzazione benefica che aiuta i più giovani in Burundi dove manda racchette, scarpe e capi d'abbigliamento sportivo. Si sta davvero cominciando a fare un nome, il giovane Zizou.

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