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L'entusiasmo di Vavassori e Sonego che hanno raggiunto la semifinale in doppio all'Unicredit Firenze Open. Il 27enne ha raccontato il valore del lavoro e l'importanza di suo padre nel suo intervento per il sito "Behind the racquet"
di Alessandro Mastroluca | 14 ottobre 2022
Andrea Vavassori si è regalato insieme all'amico Lorenzo Sonego una bella sorpresa all'Unicredit Firenze Open. Il duo torinese ha eliminato gli ex numeri del mondo Nikola Mektic e Mate Pavic, i croati che hanno contribuito all'eliminazione degli azzurri ai quarti di finale in Coppa Davis l'anno scorso. "E' stata forse la nostra migliore prestazione in coppia - ha detto Sonego -. Siamo cresciuti tanto insieme, stiamo salendo tanto. Giocando insieme si impara, anche da avversari come Mektic e Pavic. E ci possiamo godere questa atmosfera speciale che si riesce a vivere solo in Italia"
"Fare una prestazione in Italia è incredibile - ha detto Vavassori -. Penso che siamo una gran coppia ma abbiamo grandi margini, possiamo disputare tanti più tornei insieme".
Grandi amici anche nella vita, si danno obiettivi importanti e sognano di diventare il nuovo doppio della nazionale azzurra dopo Simone Bolelli e Fabio Fognini. Entrambi servono forte, Vavassori è certamente il più doppista dei due e si muove meglio a rete, Sonego può fare la differenza da dietro e in risposta. Nel circuito, quando possono, giocano insieme. Quest'anno i due hanno vinto il titolo a Kitzbuhel, raggiunto la semifinale a Gstaad, i quarti a Cordoba, Buenos Aires, Rio e Barcellona, gli ottavi allo US Open.
Durante l'intervista dell'inviata Francesca Paoletti al centro del Pala Wanny, dagli altoparlanti parte la canzone "Un solo secondo" cantata dallo stesso Sonego insieme all'amico rapper . "Speriamo di festeggiare qui con la canzone di Sonny" promette Vavassori.
Un ruolo importante nella loro crescita, hanno sottolineato entrambi nel corso dell'intervista, se l'è ritagliato il padre di Vavassori, Davide, maestro di tennis e uomo di sport. "E' bravo a metterci in campo, e con Gipo stiamo facendo un gran lavoro" ha spiegato Andrea che ha raccontato la sua storia, partendo proprio da suo padre, nel suo intervento su Behind the Racquet, il sito creato e gestito dall'ormai ex tennista USA Noah Rubin ormai pronto per dedicarsi al pickleball.
Credo nel team e nel lavoro, così ho superato i momenti difficili. A Wimbledon è cambiata la mia vita
Un ruolo importante nella loro crescita, hanno sottolineato entrambi nel corso dell'intervista, se l'è ritagliato il padre di Vavassori, Davide, maestro di tennis e uomo di sport. "E' bravo a metterci in campo, e con Gipo stiamo facendo un gran lavoro" ha spiegato Andrea che ha raccontato la sua storia, partendo proprio da suo padre, nel suo intervento su Behind the Racquet, il sito creato e gestito dall'ormai ex tennista USA Noah Rubin ormai pronto per dedicarsi al pickleball.
"Mio padre era un fan di Pat Rafter, sono cresciuto guardando le sue partite, cercando di imitare il suo gioco - ha scritto -. Quando eravamo bambini, giocavano sul campo di erba sintetica di mio nonno ogni weekend sognando un giorno di giocare su quello vero. La sua morte è stato un momento molto duro. Ho saputo la notizia quando ero con mia sorella a Ilkley per giocare un Challenger, e non siamo potuti tornare per il funerale. E' stato il mio primo tifoso, non si è perso nessuna delle mie partite. I primi giorni sono stati davvero difficili ma pensare a lui mi dà forza".
Sempre sorridente anche nel corso dell'intervista a Firenze, Vavassori si racconta come una "persona positiva, che crede nel percorso e nel duro lavoro. La mia è stata una crescita normale, ho finito la scuola nella mia città e da giovane non ho giocato tanti tornei junior. Ero un po' più indietro rispetto agli altri buoni giocatori nella mia classe di età ma ho sempre creduto nella forza del mio team e nelle mie possibilità di migliorare, e questo mi ha aiutato nei momenti difficili, ad affrontare i fallimenti continuando ad andare avanti".
Negli ultimi due anni, però, è cambiato tutto. Nel 2020 è entrato in Top 100 in doppio e l'anno scorso ha vinto il primo titolo ATP in carriera, sempre in doppio e sempre con Sonego. Qualche mese dopo, a Stoccolma, ha bagnato al meglio l’esordio anche in singolare. Al primo turno, da numero 289 del mondo, dopo aver superato le qualificazioni ha sconfitto 63 64 Pavel Kotov, n.271. Al secondo, ha perso ma senza sfigurare contro l'allora numero 18 ATP Denis Shapovalov. Quest'anno, poi, il ventisettenne ha realizzato il grande sogno di quando giocava da bambino sul campo in erba sintetica del nonno. Ha superato le qualificazioni ed è entrato nel main draw del torneo sull'erba per eccellenza, Wimbledon.
Io e Sonny siamo una grande coppia ma possiamo crescere ancora tanto
"E' stato quello il momento in cui la mia vita tennistica è cambiata - ha scritto su Behind the Racquet -, è stata un'esplosione di gioia che ho potuto condividere con mio padre fuori dal campo. Avevo sofferto per problemi al gomito, riuscire a superare le qualificazioni è stata una grande soddisfazioni".
Vittorie come quello, conclude, "ti danno fiducia e ti fanno vivere grandi emozioni. Giochiamo tutti settimana dopo settimana per sentirci il più possibile così, perché quelle sensazioni ti danno la forza per affrontare le sfide che abbiamo di fronte. Per me la cosa più difficile è superare le sconfitte, ma questo ti forma il carattere e fa la differenza. La chiave è trovare un equilibrio fra queste sensazioni e credere nel lavoro quotidiano, qualunque cosa accada".