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Nei quarti degli Us Open Matteo, sesta testa di serie, cede in quattro set a Djokovic, re del tennis mondiale, che replica il risultato già firmato due volte quest’anno a livello Major: ancora nei quarti al Roland Garros ed in finale a Wimbledon. Il serbo - che in semifinale troverà Zverev - è a -2 vittorie dal Grand Slam
di Tiziana Tricarico | 09 settembre 2021
Sei anni fa in semifinale Roberta Vinci spezzò il sogno Grand Slam di Serena Williams. Stavolta un altro azzurro ha provato a fare altrettanto ma l’impresa non gli è riuscita. Ci ha fatto sognare per un (fantastico) set Matteo Berrettini nei quarti degli US Open (57.500.000 di montepremi, nuovo record), quarto e ultimo Slam stagionale entrato nel vivo sul cemento di Flushing Meadows, a New York. Poi Novak Djokovic ha fatto valere la legge del più forte, e ora è a -2 vittorie dal Grand Slam.
Nella notte italiana sul “Louis Armstrong Stadium" il 25enne romano, n.8 del ranking e sesta testa di serie - alla quarta presenza nel tabellone principale nella Grande Mela dove nel 2019 raggiunse una splendida semifinale, fermato solo da un Nadal lanciato verso la conquista del suo quarto titolo - ha ceduto per 57 62 62 63, in tre ore e 26 minuti, al 34enne di Belgrado, n.1 del mondo, al 51° quarto Slam in carriera e già vincitore tre volte di questo torneo (2011, 2015 e 2018).
Ancora tu, ma non dovevamo vederci più? I due si erano già affrontati in tre occasioni e si era sempre imposto il serbo. E a parte il facile successo nel round robin delle Nitto ATP Finals del 2019, Nole aveva sempre dovuto faticare parecchio, tanto nei quarti al Roland Garros a giugno di quest’anno che in finale a Wimbledon a luglio. Già nel game d’avvio si è capito che sarebbe stata battaglia: a Djokovic sono infatti serviti 14 punti e ha dovuto annullare una palla-break con un ace prima di aggiudicarselo.
Anche Berrettini ha fatto una certa fatica nei primi turni di servizio e nel sesto gioco (durato 20 punti) ha dovuto salvare pure lui due palle-break (3-3). Di nuovo con un ace il numero uno del mondo si è tirato fuori dai guai mentre sulla seconda palla-break è stato il romano a spedire fuori di un soffio il diritto (4-3). Nell’undicesimo game con uno gran passante di diritto incrociato Matteo ha strappato la battuta al serbo ed in quello successivo, dopo essersi fatto rimontare da 40-0, si è assicurato il primo parziale (7-5) sul diritto di Nole finito fuori. Un’ora e 17 minuti di tennis massacrante.
Altro che pressione da Grand Slam. Come se nulla fosse accaduto Djokovic è partito deciso nel secondo parziale e nel quarto gioco ha strappato per la prima volta il servizio all’azzurro e con una striscia di sei punti consecutivi è salito 4-1.
Berrettini è già stato bravo ad evitare il bis (4-2) al termine di un altro game-fiume di 16 punti nel quale ha annullato ben cinque palle-break (le prime tre consecutive). Nell’ottavo gioco, però, il doppio break per il serbo - il miglior ribattitore del mondo - è arrivato con il 6-2 che gli ha permesso di pareggiare il conto.
Rottura prolungata di Matteo, calato vistosamente di intensità nei colpi, a cominciare dal servizio, e che ha ceduto la battuta (a 15) anche nel secondo game del terzo set ad un Nole che non ha più sbagliato un colpo (3-0). Il romano, dopo aver salvato una palla-break, ha interrotto a cinque la striscia di giochi vinti di fila dal suo rivale (3-1).
Ha tenuto duro anche in un sesto gioco da 18 punti con un’altra palla-break annullata e poi in quello successivo è tornato ad avere una chance di togliere il servizio a Djokovic ma il suo rovescio si è spento sul nastro (5-2). E giusto per rimettere le cose in chiaro Nole ha brekkato di nuovo l’azzurro e ha chiuso 6-2.
Nella quarta frazione Nole ha continuato a spingere e forse Matteo ha smesso di crederci (3-0) anche se con orgoglio ha interrotto un’altra serie di cinque game del suo rivale (3-1). Djokovic però - nervosissimo nonostante il risultato - ha continuato a spingere fino al definitivo 6-3 dopo una risposta in rete dell'azzurro.
Contro la miglior risposta del mondo il servizio di Berrettini è stato un po’ meno incisivo del solito: 17 ace contro 2 doppi falli ma “solo” il 62% di prime in campo con il 60% dei punti conquistati mentre la percentuale di punti vinti con la seconda si è assestata al 50%. Per Matteo 42 vincenti a fronte di 43 gratuiti (per Nole 44 contro 28).
Bilancio comunque positivo per Berrettini che senza aver espresso il suo tennis migliore dopo due anni è tornato nei quarti agli Us Open.
Un risultato che a dispetto della posizione in classifica e nel seeding dell’azzurro - che grazie ai punti conquistati nello Slam americano da lunedì prossimo salirà al n.7, firmando un nuovo best ranking - non era affatto scontato, visto che dopo l’infortunio rimediato in finale a Wimbledon al rientro nel tour aveva giocato due soli match prima degli Us Open, nel “1000” di Cincinnati (dove aveva battuto Ramos Vinolas prima di cedere ad Auger-Aliasime).
A New York il tennista allenato da coach Vincenzo Santopadre ha firmato la quarta presenza tra i migliori otto in uno Slam - la terza consecutiva - dopo Us Open 2019, Roland Garros e Wimbledon 2021 (quello di Matteo è stato solo il terzo quarto di finale raggiunto da un azzurro a New York dopo Barazzutti nel 1977 - si giocava a Forrest Hills e sulla terra verde - e…Berrettini stesso nel 2019).
Il percorso del ragazzone romano nel torneo è stato tutt’altro che semplice: dopo aver sconfitto i francesi Chardy, n.70 ATP, e Moutet, n.88 ATP (al quale ha lasciato un set), al terzo turno si è imposto in cinque set sul bielorusso Ilya Ivashka, n.53 del ranking, mai così avanti a New York, e negli ottavi ha ceduto un altro set al qualificato tedesco Otte, n. 144 ATP (“vendicando” anche Seppi, n.89 ATP, e Sonego, n.23 del ranking e 20 del seeding). Poi è andato a sbattere contro Djokovic: ha dato tutto quello che aveva Matteo ma contro il più forte tennista del mondo (che però non sarà mai il più amato) semplicemente non è bastato.