In conferenza stampa Nadal ha espresso il suo disappunto per l’ennesimo problema, all’anca. Aveva già avvertito qualche avvisaglia nei giorni scorsi, ma nulla di paragonabile al dolore odierno. “Mentalmente – ha detto – sono distrutto, mi auguro di non dover stare fuori per mesi. Ritirarmi dal match? L’essenza dello sport è un’altra”
18 gennaio 2023
Per descrivere il suo stato d’animo, nell’intervista in spagnolo coi media del suo Paese, Rafael Nadal ha usato tre aggettivi. Deluso, perché difendeva un titolo e ha dovuto salutare la compagnia al secondo turno. Triste, per l’ennesima sconfitta dettata più dal suo fisico acciaccato che dal campo. E stanco, perché è una situazione che ciclicamente si ripropone e a quasi 37 anni ripartire ogni volta diventa sempre più difficile.
In questo caso il guaio è stato un problema all’anca sinistra, che gli ha reso impossibile essere competitivo. Anche se, come sempre, prima di parlare dei suoi problemi ha voluto rendere omaggio alla prestazione dell’avversario, Mackenzie McDonald. “Lui – ha detto Nadal – ha giocato a un grande livello. Per buona parte del match ho provato a rimanergli vicino, ho lottato, ho avuto le mie chance, ma ha giocato davvero bene mentre io meno. Poi, a un certo punto, non c’è stato più niente da fare”.
L’allusione è appunto all’infortunio, occorsogli nella fase calda del secondo set. “Era già un paio di giorni – ha ammesso – che avevo un fastidio, ma nulla di paragonabile a oggi. Non so ancora bene di cosa si tratta, se è un problema muscolare o articolare. In passato ho già avuto qualche fastidio all’anca, ma non mi sono mai sentito come adesso. È come se non potessi muovermi. Aspetterò gli esami per capire di cosa si tratta, ma sono stanco di parlare di questo argomento. Ciò che conta è che ho perso la partita. Ci ho provato fino alla fine, non so dire se al cento per cento avrei vinto, ma sicuramente avrei avuto maggiori possibilità. Non è stato così”.
Nonostante tutto, Nadal ha voluto comunque portare a termine l’incontro. “Ho pensato al ritiro – ha spiegato –, ma non ho domandato al fisioterapista cosa mi consigliasse. Mi conosco: ho cercato di completare la partita senza aggravare la situazione. Non riuscivo a colpire il rovescio e a correre come avrei voluto, ma ci tenevo a restare in campo fino alla fine. Da campione in carica non mi andava di salutare il torneo con un ritiro. Non ho chiesto nulla neanche al mio team: sono grande a sufficienza per prendere le decisioni che ritengo giuste. È stato meglio così, ho perso e faccio i complimenti al mio avversario. L’essenza dello sport è questa: ci provi fino alla fine, senza badare a quante possibilità hai di farcela. Una filosofia che ho seguito per tutta la mia carriera”.
“Sono davvero dispiaciuto – ha aggiunto –: questo non era affatto il momento per un problema così. A volte è frustrante, difficile da accettare. Mi capita di essere davvero stanco per tutto ciò che mi succede in termini di infortuni. Non riesco a rimanere positivo e dire che la vita è fantastica. Certo, non mi posso lamentare della mia vita in generale, ma in termini sportivi mi trovo a fare i conti con un altro infortunio. Se negassi di essere mentalmente distrutto, mentirei. È un momento davvero difficile per me. Mi auguro almeno che non sia nulla di grave che mi obblighi a rimanere per lungo tempo lontano dal campo, perché il processo di recupero è sempre difficile. Non riguarda soltanto la guarigione dall’infortunio, ma anche la quantità di lavoro necessaria per tornare a un livello accettabile. Un percorso che ho attraversato tantissime volte nella mia carriera, e che sono pronto ad attraversare di nuovo. Ma non è facile”.
Prima o poi anche lui dovrà arrendersi, ma la storia insegna che fino a qui è sempre riuscito a superare ogni problema, tornando al top. “La motivazione – ha spiegato – me la dà l’amore pero ciò che faccio. Mi piace giocare a tennis. Non sarà così per sempre, ma mi piace sentirmi competitivo, lottare per gli stessi obiettivi che inseguo da tutta la carriera. Quando fai qualcosa che ti piace, i sacrifici non ci sono. Quelli arrivano quando ti tocca fare cose che non vuoi. Non è il mio caso. Però è stancante e frustrante che una grossa parte della mia carriera sia stata dedicata al recupero dagli infortuni. L’ho accettato e l’ho gestito, ma gli ultimi sette mesi sono stati molto difficili”.
“Non so – ha aggiunto Nadal – cosa potrà succedere in futuro. Spero di non dover stare fuori per un altro lungo periodo, perché arrivo già da vari mesi nei quali praticamente non ho giocato. Fosse così, diventerebbe molto difficile trovare il ritmo e la competitività per lottare per i traguardi che più mi interessano. Vedremo che genere di problema sarà, quindi ragioneremo sul calendario”.