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Tokyo 2020, Carreno: "Il bronzo è il mio più grande traguardo". Nole senza medaglie

Pablo Carreno Busta supera Novak Djokovic al sesto match point e conquista la quinta medaglia per la Spagna a Tokyo 2020. Djokovic poi si ritira dalla finale per il bronzo in doppio misto

di | 31 luglio 2021

Pablo Carreno Busta festeggia il più bel momento della sua carriera. Lo spagnolo accoglie con un intenso pianto di gioia il bronzo olimpico a Tokyo 2020, maturato grazie al 6-4 6-7(6) 6-3 su Novak Djokovic. Il numero 1 del mondo ha cancellato cinque match point, ha dato evidenti segni di nervosismo all'inizio del terzo set, ma non è riuscito a conquistare la seconda medaglia ai Giochi in singolare dopo il bronzo di Pechino 2008.

Il serbo torna a casa da Tokyo 2020 senza medaglie. Si ritira, infatti, dalla finale per il bronzo in doppio misto che avrebbe dovuto giocare con Nina Stojanovic. Sul podio, senza giocare, saliranno John Peers e Ashleigh Barty che celebrano la prima medaglia olimpica per l'Australia nel tennis dal 2004.

"E' più grande risultato della mia vita" ha commentato Carreno, che aveva eliminato anche il numero 2 del mondo Daniil Medvedev nei quarti. "Dopo la sconfitta in semifinale contro Khachanov, ho sentito un grande affetto. Dovevo dare tutto, e sono sicuro che in tanti hanno pensato che la partita oggi fosse finita quando ho perso il secondo set. Ma sono riusciuto a ripartire, e lo devo a tutta la Spagna. Spero che questo bronzo serva come premio per tutto l'amore che mi avete dimostrato questa settimana".

Carreno Busta, trentenne di Gijon, è il quarto spagnolo a conquistare una medaglia nel tennis in singolare alle Olimpiadi dal 1988, quando questo sport è tornato ufficialmente nel programma dei Giochi. Prima di lui ci erano riusciti Jordi Arrese, argento a Barcellona 1992, Sergi Bruguera, argento ad Atlanta 1996, e Rafa Nadal, oro a Pechino 2008.

 

Carreno conferma l'ottima tradizione della Spagna nel tennis alle Olimpiadi. Dal 1988, infatti, è sempre arrivata almeno una medaglia in ciascuna edizione con la sola eccezione di Londra 2012.

Lo spagnolo ha iniziato il match aggressivo e deciso. Un solo break è bastato a indirizzare il primo parziale, e a mettere in salita la finale per Djokovic. Il numero 1 del mondo, che ha interrotto il sogno del Golden Slam, è apparso stanco e visibilmente nervoso in questa riedizione della famosa sfida allo US Open dell'anno scorso conclusa con la sua squalifica dopo aver tirato una pallata (non intenzionalmente) a una giudice di sedia.

Nel secondo set, Djokovic si è trovato a un passo dalla sconfitta: nel tiebreak, infatti, è andato sotto 5-6 dopo un rovescio in corridoio. Ma ha salvato il match point vincendo poi gli ultimi due punti del tiebreak. 

 

Tuttavia, il numero 1 del mondo non ha ritrovato la calma, anzi. Ha lanciato una racchetta verso le tribune vuote dopo un punto perso nel primo game del terzo set dopo aver subito un precedente warning, ma è stato graziato e non ha ricevuto un penalty point nonostante le proteste di Carreno che allunga comunque 3-0.

Battuto anche nella finale per il bronzo a Londra 2012 da Juan Martin Del Potro, Djokovic si aggrappa all'orgoglio e cancella altri quattro match point nell'ultimo game della partita. Ma ogni chance di rimonta evapora alla sesta occasione.

Carreno, numero 11 del mondo e campione quest'anno ad Amburgo e Marbella, vince alla distanza, con fisico, forza, dedizione e intelligenza tattica. La medaglia di bronzo certifica il suo valore. Lo conferma come un giocatore capace di erodere i suoi limiti, di costruire una carriera costante, illuminata da sei titoli ATP, due semifinali allo US Open e due quarti di finale al Roland Garros. Il premio a una carriera fondata sul lavoro.

Tokyo 2020, sorrisi (e lacrime) da medaglia

"Mi dispiace non aver vinto una medaglia per la mia nazione" ha detto Djokovic, "ho mancato delle occasioni sia in singolare, sia in doppio misto. Oggi, come ieri, il mio livello di tennis è calato perché sono esausto fisicamente e mentalmente".

Il numero 1 del mondo, comunque, resta convinto di aver fatto la scelta giusta quando ha deciso di giocare comunque il torneo olimpico prima dello US Open, dove inseguirà il sogno del Grande Slam. "Non credo ci siano coincidenze nella vita, succede tutto per una ragione - ha spiegato -. Mi dispiace di aver deluso tanti tifosi in Serbia, ma è lo sport. Ho dato tutto, fino all'ultima goccia di energia. Spero di non avere problemi per lo US Open".

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