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La versione di Elina: "Sulla guerra parole vuote, pensiamo ad aiutare"

“Quello che mi sento di dire - sostiene la ex numero 3 Wta - con il mondo che vive questa situazione drammatica, è che molto di quello che ho visto e sentito è spazzatura. Voglio dire che stiamo perdendo il focus della questione. Il nocciolo della vicenda è che ci sono tante persone in Ucraina che devono essere aiutate e hanno bisogno di supporto, in ogni modo"

di | 29 maggio 2023

Non si sono ancora spente le polemiche per le dichiarazioni di Marta Kostyuk nella conferenza stampa seguita al suo match contro la bielorussa Aryna Sabalenka, che l'argomento della guerra in Ucraina torna nuovamente d'attualità al Roland Garros. Stavolta, a parlarne è Elina Svitolina, che dopo aver superato Martina Trevisan presenta però una visione diversa, rispetto alla connazionale.

“Quello che mi sento di dire, essendo tornata nel circuito in questo momento, con il mondo che vive questa situazione drammatica, è che molto di quello che ho visto e sentito è... non saprei trovare una parola più gentile, è spazzatura. Voglio dire che stiamo perdendo il focus della questione. Il nocciolo della vicenda è che ci sono tante persone in Ucraina che devono essere aiutate e hanno bisogno di supporto, in ogni modo".

"Invece ci stiamo concentrando su piccole cose, dettagli, parole vuote che non cambiano la sostanza per nessuno. Dunque il mio invito a tutti è di cambiare la visione del problema. Dobbiamo metterci in primo luogo a pensare ai bambini che vanno aiutati, alle donne che hanno i loro uomini in guerra. Soprattutto ai bambini che magari non hanno i genitori o hanno perso a causa della guerra una parte del loro corpo. Loro dobbiamo aiutare”.

E ancora, proseguendo su questo tema e sui modi in cui è possibile aiutare: “Ci sono tante cose, sapete, che possono essere fatte per dare una mano. Per esempio, donare un paio di dollari, oppure donare il proprio tempo al servizio di chi ne ha bisogno. Invece stiamo completamente perdendo il focus, continuando a parlare, parlare parlare. Parole vuote che non aiutano nessuno e non hanno senso”.

Elina è reduce dal primo titolo nel circuito Wta dopo il suo rientro. “Dopo aver vinto a Strasburgo, ho donato il premio ai bimbi ucraini che ne hanno bisogno. Ma già in precedenza avevamo fatto, con Lesia Tsurenko, una raccolta fondi negli Stati Uniti, per ricostruire la scuola di Kharkiv che era stata bombardata e pressoché distrutta. Donazioni che andranno anche ai bambini con disabilità. E il premio che vincerò a Parigi, vedremo a chi donarlo, a chi ne avrà maggiormente bisogno. Per esempio a qualcuno di Odessa, la mia città, oppure ancora a Kharkiv, oppure a Kiev, non so. Vedremo chi avrà maggiore urgenza, è questo il senso degli aiuti. Inoltre, con la mia fondazione, aiutiamo anche i bambini che hanno bisogno di supporto psicologico”.

La ex numero 3 del mondo, oggi 28enne, sposata con Gael Monfils e madre di una bambina, ammette che la guerra ha influito molto sulla sua vita e sulla sua persona. “Sì, la guerra mi ha cambiato, sotto molti punti di vista. Apprezzo più il mio tempo, quello passato con la mia famiglia e con i miei affetti. Sto cercando di rendermi conto di quanto sono fortunata a essere dove sono e a poter far sentire la mia voce. E magari in qualche modo, giocando questi grandi eventi, posso motivare qualche piccolo in Ucraina a fare sport, a giocare a tennis, a dimenticare per quanto si può quello che succede. Posso dare delle piccole gioie a coloro che una volta giocavano e oggi non possono più farlo. Per questo sento di voler dare qualcosa in cambio, a chi ne ha bisogno, per dare un senso a questa mia fortuna”. 

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