-
Eventi internazionali

Stefanini saluta l’Australia e promette: “Tornerò più forte”

La 24enne toscana tira le somme della sua sua prima esperienza Slam: “Questa settimana mi ha dato consapevolezza dei miei mezzi e dei miei margini di miglioramento”. Il coach Bonnucelli: “La suo dote maggiore è la tenacia: sa trasformare le sconfitte in energia positiva”

di | 19 gennaio 2023

Quando è venuta al mondo nel maggio del 1998, Monica Seles stava per disputare a Parigi l’ultima delle sue 13 finali Slam. Ma l’ex numero 1 jugoslava non ha né ispirato né condizionato la più evidente delle sue caratteristiche tecniche, il diritto bimane. Lucrezia Stefanini ha fatto tutto da sola, con la supervisione di mamma Roberta e papà Marco, tecnici del TC Carmignano, che l'hanno cresciuta a pane e tennis sui rilievi attorno a Prato.

“Quando ho preso la racchetta ero talmente piccola che per tenerla dovevo usare entrambe le mani", racconta Lucrezia. Col tempo qualcuno ha provato a ridisegnare il suo diritto, ma Lucrezia ha continuato a seguire l’istinto e il talento. Quelli che assieme ad una grande forza di volontà e a tantissimo lavoro l'anno portata a 24 anni e mezzo per la prima volta al secondo turno di un torneo dello Slam.

La strada è stata lunga e tortuosa, è passata per centinaia di aerei e decine di sconfitte ma anche per una mezza dozzina di titoli ITF conquistati in giro per il mondo, da Salinas a Sharm, da Monastir a Radom, da Caldas da Rainha a Collonge-Bellerive. Sempre in compagnia di Ferdinando Bonnucelli, il coach palermitano che nell’autunno 2016 era stato chiamato dal fratello di Lucrezia, Jacopo, per seguire lui e la giovane, promettente, sorellina. “La più grande qualità di Lucrezia è la tenacia. È sempre stata brava a trasformare i colpi delle sconfitte subite in energie positive per capire dove insistere per crescere. La sua perseveranza le ha consentito di migliorare e sono convinto che i margini di miglioramento siano ancora molti”, racconta Ferdinando.

Dopo un anno, Jacopo avrebbe appeso la racchetta al chiodo e Lucrezia avrebbe continuato a lavorare con il coach siciliano, assieme al quale avrebbe vagato per l’Italia senza base fissa – da Milano a Palermo, da Formia a Velletri.

Abbiamo svolto l'ultima preparazione al circolo Colle degli Dei, dove ci siamo trovati benissimo", specifica Ferdinando. Cruciale è stato anche l'apporto del preparatore atletico, Marco Salerno, che ha consentito a Lucrezia di costruirsi un fisico in grado di assistere il suo tennis particolare. "Giocando a due mani e avendo un fisico minuto, Lucrezia non possiede un colpo risolutivo. E' condannata a costruirsi ogni 15, per questo stiamo lavorando per renderla sempre piu' aggressiva e per farle guadagnare piu' spesso la rete". Anche grazie a questo incessante labor limae, sulla tenuta e sulla tattica, Lucrezia ha superato brillantemente le qualificazioni a Melbourne Park, prima di conquistare anche il primo successo nel tabellone principale di un major. 2 ore e 45 minuti di battaglia, nella serata di mercoledi', per piegare la semifinalista di Wimbledon in carica, la tedesca Tatjana Maria.

Una partita che l'ha tanto caricata sul piano emotivo quanto svuotata su quello fisico. "Ieri ho faticato molto e stamattina mi sono svegliata piena di dolori addosso, avrei davvero avuto bisogno del giorno di riposo", racconta Lucrezia. E invece neanche il tempo di godersi il primo acuto in uno Slam che Stefanini è scesa in campo, a meno di 24 ore di distanza, per il secondo turno. La moscovita Varvara Gracheva non le ha dato scampo, superandola per 6-3 6-1 in 1 ora e 22'. "Lei è stata brava e ha vinto con merito. Sapevo che questo era lo sport del diavolo, ma mi dispiace non essere riuscita a fare quel che provo sempre a fare, ovvero dare di più, di più, di più". 

Qualche anno fa la passione per il tennis la spingeva a Perth in pieno febbraio a caccia di punti WTA. Ora, proprio dall'Australia, la 24enne toscana riparte con una classifica che sorride come mai prima e con qualche certezza in più: "Questa settimana mi ha dato consapevolezza di quel che posso fare ma anche dei miei margini di miglioramento. Dedico questo risultato alla mia famiglia e al mio team, a Ferdinando e a Marco che credono in quello che facciamo ogni giorno, non c'e' Natale, Capodanno o anniversario che tenga. E ringrazio la federazione e Tathiana Garbin, che mi sono sempre stati vicini. Sarà per il prossimo anno, tornerò più forte". 

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti