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Roland Garros Day 2: Rafa domina Gerasimov e l'austriaco, reduce dal trionfo agli Us Open, si sbarazza in tre set di un altro ex campione Slam come Cilic. Dominic: "Le condizioni? Ci sono abituato fin da ragazzo...". A tarda sera subito fuori il russo, n.5 del mondo
di Gianluca Strocchi | 28 settembre 2020
Erano i due principali osservati speciali del Day 2 al Roland Garros, Rafael Nadal e Dominic Thiem, protagonisti delle ultime due finali, e hanno esordito in maniera pressoché identica. Ovvero vincendo in tre set, in due ore e spiccioli, entrambi sul Centrale “Philippe Chatrier” da quest’anno dotato di tetto che consente di proseguire il gioco anche in caso di maltempo (situazione alquanto utile in questo periodo visto il meteo nella capitale francese).
Ma il lunedì umidiccio della capitale francese registra anche alcune cadute eccellenti, a cominciare da quelle di Daniil Medvedev e Gael Monfils.
Lo spagnolo, numero 2 del mondo e a caccia del 13° trionfo parigino che gli consentirebbe di eguagliare il record di 20 trofei Slam di Roger Federer, ha cominciato la sua difesa del titolo battendo 64 64 62 il bielorusso Egor Gerasimov, numero 83 ATP, un match in totale controllo per il signore della terra nonostante le preoccupazioni esternate alla vigilia riguardo a durezza delle palline, clima freddo e umido e conseguente lentezza dei campi.
Non era certo l’avversario giusto per mettere ansia al maiorchino, completo azzurrino con motivi bianchi e rosa, in vantaggio fin dalle prime battute. Dopo aver incamerato le prime due frazioni senza neppure spingere a pieno regime, il campione in carica ha accusato un piccolissimo passaggio a vuoto a inizio terzo set (0-2) ma ha rimesso subito le cose a posto, anche perché sul 2-2 il 27enne di Minsk è caduto pesantemente a terra in un cambio di direzione, riportando una distorsione alla caviglia destra che ha richiesto il medical time-out per fasciare l’articolazione dolente. Da lì la resistenza di Gerasimov, già fiaccata, si è ulteriormente ridotta e per il mancino di Manacor è stato agevole chiudere il discorso: i numeri dicono 32 vincenti e 20 gratuiti per Rafa, che ha saputo convertire tutte le 5 palle break avute.
“E’ un anno molto difficile per tutto il mondo e quindi mi sento di dire grazie alle persone che sono a seguire gli incontri, spero che tutto questo finisca presto e che il prossimo anno si possa tornare a competere con il pubblico a riempire gli spalti – le parole a caldo di Nadal stimolato dalle domande di Marion Bartoli - E’ un Roland Garros completamente differente dal solito, le condizioni sono veramente impegnative, ma le mie motivazioni e l’atteggiamento sono sempre al massimo della positività per ottenere il meglio. Sono soddisfatto di essere partito in questo modo e ora penso a riposarmi e a prepararmi al meglio per il prossimo impegno”.
Prossimo avversario che sarà lo statunitense Mackenzie McDonald (sfida inedita), numero 236 ATP, per la prima volta al secondo turno all’ombra della Tour Eiffel.
Ha risposto presente all’appello anche Dominic Thiem, che nelle ultime due edizioni si è fermato a un passo dal titolo (dopo altrettanti semifinali nel 2016 e 2017), inchinandosi solo di fronte al re del rosso Nadal. L’austriaco, numero 3 del mondo e del seeding, due settimane dopo la conquista a New York dell’agognato primo titolo Slam, si è sbarazzato in tre set del croato Marin Cilic, oggi numero 39 ATP ma in passato a lungo tra i top ten, capace di raggiungere per due volte i quarti nel Major su terra (2017 e 2018): 64 63 63 il punteggio, in due ore e 5 minuti di gioco, sul “Philippe Chatrier”, con cui Thiem ha centrato la 139esima vittoria su 185 match disputati sul 'rosso'.
Nonostante le insidie che poteva riservare un testa a testa fra due campioni Slam (Cilic ha vinto gli Us Open 2014), un esordio davvero convincente per il 27enne di Wiener Neustadt in versione cavaliere nero. La repentina transizione dal cemento alla terra non sembra aver dato problemi al pupillo di Nicolas Massu, in smaglianti condizioni fisiche e anche solido nel gioco (21 errori gratuiti contro i 43 dell’avversario): vedendo che da fondo non riusciva a scalfire il tennis dell’austriaco Cilic ha persino provato ad affacciarsi a rete più spesso del solito, esponendosi però ai passanti di Thiem (7) e pure a qualche volée semplice sbagliata, in una zona di non confort per lui. Dominic, con tanta fiducia in corpo dopo il primo Major messo in bacheca, ha fatto spallucce anche del break incassato in avvio di terzo set (0-2), piazzando un parziale di cinque game di fila, per poi chiudere 63 dopo aver cancellato una chance di break con un servizio kick esterno (68% di prime messe in campo).
“Credo che nella storia non ci siano mai stati due Slam così ravvicinati, tuttavia fin dal mio primo giorno a Parigi mi sono trovato bene. Tanti si lamentano delle condizioni, a cominciare dal freddo? Beh, io ci sono abituato, in Austria fin da ragazzino ho sempre giocato con temperature di 10-15 gradi e dunque a una situazione del genere sono piuttosto abituato e devo dire che non mi crea problemi…”, le parole a caldo di Thiem, che al secondo turno troverà dall’altra parte della rete lo statunitense Jack Sock, numero 310 ATP, che dopo aver passato le qualificazioni ha imposto l’alt al connazionale Reilly Opelka, numero 36 del ranking: l’austriaco conduce per 3-1 nei precedenti con l’ex numero 8 del mondo, nessuno però sul rosso, l’ultimo dei quali vinto nei quarti del “1000” di Parigi-Bercy 2018.
Accanto alle conferme di Nadal e Thiem non sono comunque mancate le sorprese in questa seconda giornata di main draw al Bois du Boulogne.
La più clamorosa è arrivata a una ventina di minuti dalla mezzanotte, quando sul campo Suzanne Lenglen ormai praticamente deserto, anche per via della temperatura rigida, Daniil Medvedev, numero 5 del ranking e quarto favorito del torneo, ha messo in corridoio il rovescio tagliato che ha consegnato la vittoria all’ungherese Marton Fucsovics, numero 63 ATP: 64 76(3) 26 61 il punteggio, in tre ore e 17 minuti di gioco, con cui il 28enne di Nyiregyhaza ha centrato la prima affermazione in carriera su un top ten. Il finalista degli Us Open 2019 non è mai riuscito ad avere in mano il pallino del gioco, finendo per innervosirsi di fronte a un avversario solido e in grado di reggere l’urto dei suoi colpi. Emblematica la conclusione del secondo set quando nel tie-break, perso il punto del 6 a 3, il russo ha scagliato con violenza la racchetta a terra, distruggendo il telaio e rimediando il penalty point (già prima gli era stato comminato il ‘warning’) che gli è costato la frazione. Approfittando di un momentaneo rilassamento del rivale, il 24enne di Mosca ha avuto un sussulto nel terzo set, troppo poco per evitare tuttavia la quarta eliminazione consecutiva al Roland Garros. Per Fucsovics al secondo turno ci sarà lo spagnolo Albert Ramos-Vinolas, numero 44 ATP, che vanta i quarti in questo torneo nel 2016.
Qualche ora prima si era consumata, dolorosa soprattutto per i tifosi francesi, l’uscita di scena del beniamino di casa Gaël Monfils, numero 9 della classifica mondiale e ottavo favorito del seeding, eliminato al primo turno come non gli accadeva dal 2005 al Roland Garros: a mettere ko il 34enne parigino, con lo score di 64 75 36 63, è stato il kazako Alexander Bublik, numero 49 ATP, pure lui alla prima vittoria contro un top 10. Monfils, che aveva iniziato alla grande il 2020 con i titoli a Montpellier e Rotterdam, oltre agli ottavi di finale a Melbourne e la semifinale a Dubai, ma veniva dalle eliminazioni al debutto sia a Roma che ad Amburgo, suoi primi tornei nel circuito dopo sei mesi avendo rinunciato alla trasferta americana, sul ‘Suzanne Lenglen’ è apparso l’ombra del giocatore brillante che su questi campi è stato in grado di raggiungere le semifinali nel 2008, ma anche tre volte i quarti (2009, 2011 e 2014). Per due set e mezzo Gaël è stato in balia del talento del kazako, capace di servizi a una media di 200 km/h ma pure di improvvise smorzate o colpi geniali: tantissimi errori (58), doppi falli (12) e discussioni con il giudice di sedia per Monfils. La sua reazione d’orgoglio nella terza partita e all’inizio della quarta non è bastata per invertire l’inerzia dell’incontro ed evitargli un esordio amarissimo nel suo torneo.
In precedenza era stato Yoshihito Nishioka a giocare un tiro mancino nel vero senso della parola a Felix Auger-Aliassime, numero 22 del ranking mondiale e 19esima testa di serie: il Next Gen canadese rimane imbrigliato nella ragnatela di colpi del giapponese, numero 52 ATP, e saluta prematuramente Parigi, uscendo sconfitto per 75 63 63 in due ore e 32 minuti. Il 25enne di Mie può fare un pensierino al terzo turno visto che il suo prossimo avversario sarà la wild card di casa Hugo Gaston, numero 239 ATP, promosso nel derby con il connazionale Maxime Janvier.