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Eventi internazionali

Che fine ha fatto Peng Shuai? E' scomparsa la tennista che ha aperto il #metoo in Cina

La giocatrice ex numero 1 di doppio ha accusato di stupro l’ex numero tre del partito comunista. Si mobilita anche la WTA. Di lei non si sa più nulla da giorni: Pechino deve rispondere

di | 15 novembre 2021

Scomparsa. Missing. Il mondo, non solo tennistico, ha lanciato l’allarme via social. Un hashtag diventato virale, #whereispengshuai? Dal 2 novembre la tennista cinese, 35 anni, nel 2014 numero 1 della classifica di doppio dopo aver vinto Wimbledon e Parigi, tutt’oggi numero 191, è scomparsa. Non la trovano più. Non dá notizie di sé.

Quel giorno aveva pubblicato un post con cui aveva accusato l’ex vicepremier ed ex membri del Comitato permanente del Politburo comunista Zhang Gaoli di averla costretta in passato ad avere una relazione sessuale.

Gaoli oggi è un pensionato di 75 anni ma è stato uno dei sette uomini più potenti del regime cinese. Accusarlo di essere uno stupratore vuol dire non avere la certezza di poter andare fino in fondo incolume. Comunque la consapevolezza di assumersi un rischio enorme: il regime cinese non tollera il dissenso. Da piazza Tienanmen nell’ormai lontano 1989 alle proteste degli studenti Hong kong nei mesi scorsi, il Partito comunista ha dimostrato di saper stare nel Wto e di volersi sedere al tavolo delle grandi potenze occidentali per condizionare le economie mondiali. Ma non ha rinunciato ai metodi repressivi più duri e violenti.

utto il mondo sportivo ha tremato quando il 2 novembre è diventato pubblico quel post lanciato sul popolare social cinese Weibo. Un caso #meetoo in Cina è un “imprevisto” che il brillante numero 1 del partito XI Jinping non potrebbe tollerare. Una crepa insopportabile e pericolosissima che potrebbe arrivare a minare la potenza cinese soprattutto in un momento in cui lo scontro con Washington e il presidente USA è ai massimi livelli ma dichiarato. 

La denuncia di Peng Shuai va quindi inserita in questo preciso contesto geopolitico. 

Da quel 2 novembre la giocatrice cinese non dà piu notizie di sé. Sono scomparsi tutti i suoi profili e ogni materiale a lei riconducibile sul web. Il post con la denuncia è stato subito rimosso. “Perché sei dovuto tornare da me, portarmi a casa tua, costringermi a fare sesso con te? Non ho mai acconsentito. Ho pianto tutto il tempo. Non riesco a descrivere quanto fossi disgustata, ora mi sento un cadavere che cammina " si leggeva sul post che dopo 20 minuti è stato rimosso dalla autorità.

Quel giorno, anche la parola "tennis" (wangqiu) è stata cancellata dalla piattaforma social cinese. Peng ha scritto anche di “non avere prove anche perché è semplicemente impossibile averle”. Quale disperazione o rabbia può averla spinta a rischiare così tanto?

Sono giornate piena di angoscia. Solo tre giorni fa è stato bucato il muro di odioso silenzio calato su questa storia. Sono state le tenniste, le colleghe di Peng, quelle di oggi (la sua scheda è ancora attiva sul sito della WTA) e quelle di ieri a lanciare l’hastag #whereispengshuai. Un movimento che ha spinto la WTA - l’associazione delle giocatrici - a prendere posizione. Con qualche imbarazzo, possiamo immaginare, visto che il circuito femminile deve molto in termini di finanziamenti e sponsor alla Cina e all’est asiatico.

Steve Simon, presidente e ceo del sindacato femminile ha chiesto e pretende “chiarezza” sul caso con un comunicato che merita di essere riportato integralmente. “I recenti eventi in Cina riguardanti una giocatrice Wta, Peng Shuai, sono fonte di profonda preoccupazione - si legge nel testo - In qualità di organizzazione dedicata alle donne, rimaniamo fedeli ai principi su cui siamo stati fondati: uguaglianza, opportunità e rispetto”.

“Peng Shuai, e tutte le donne, meritano di essere ascoltate, non censurate – continua il Ceo della Wta -La sua accusa sulla condotta di un ex leader cinese che ha comportato un'aggressione sessuale deve essere trattata con la massima serietà. In tutte le società, il comportamento che lei sostiene abbia avuto luogo deve essere indagato, non perdonato o ignorato. Lodiamo Peng Shuai per il suo notevole coraggio e forza nel farsi avanti. Le donne di tutto il mondo stanno trovando la loro voce in modo che le ingiustizie possano essere corrette. Ci aspettiamo che questo problema venga gestito correttamente, il che significa che le accuse devono essere indagate in modo completo, equo, trasparente e senza censura. La nostra priorità assoluta e incrollabile è la salute e la sicurezza dei nostri giocatori. Stiamo parlando in modo che si possa fare giustizia".


Un comunicato molto politico, schierato, che non ha precedenti nella storia del tennis. Ma quella di Peng Shuai è la storia di una donna che ha avuto il coraggio di denunciare uno stupro, che è rimasta sola e ora è anche sparita. La WTA è in questo momento la voce più alta e influente di cui può beneficiare Peng Shuai. Quindi #whereispengshuai? Il mondo chiede. Pechino deve rispondere.

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