Se le cose non cambieranno, ha detto il CEO Steve Simon, "la sospensione dei tornei in Cina continuerà anche dopo il 2022". Il CIO ha annunciato intanto una seconda video-chiamata con Peng Shuai e l'ha invitata a un incontro di persona a gennaio.
di Alessandro Mastroluca | 05 dicembre 2021
La WTA rilancia. La sospensione dei tornei del circuito in Cina, dovuta alla preoccupazione per le condizioni dell'ex numero 1 del mondo in doppio Peng Shuai, potrebbe proseguire oltre il 2022. E' decisa la posizione del CEO Steve Simon che all'Associated Press conferma la volontà di andare avanti nel più forte scontro pubblico tra un'organizzazione sportiva e la Cina. Una contrapposizione che potrebbe costare milioni di dollari.
Per ora i dieci tornei in Cina e Hong Kong, comprese le WTA Finals disputate a Shenzhen solo nel 2019 nel primo anno dei dieci di un accordo frenato poi a causa della pandemia, sono solo sospesi. Ma potrebbero essere definitivamente cancellati, spiega Simon che più volte ha invano chiesto di essere messo direttamente in contatto con l'ex campionessa Slam. Ma dal 2 novembre, quando ha pubblicato sul social network cinese Weibo un messaggio in cui accusava il vice premier Zhang Gaoli di averla costretta a un rapporto sessuale tre anni fa, questa conversazione non c'è stata.
La WTA aveva imposto due condizioni alla Cina per evitare la sospensione dei tornei: prove verificabili che Peng Shuai stia bene e un'indagine completa e imparziale sulle sue accuse. "Vorremmo parlare direttamente con lei e assicurarci che sia libera e al sicuro, non intimidita o censurata. E ancora non siamo riusciti a parlarle per assicurarci che quanto stiamo vedendo non sia stato finora orchestrato" ha detto Steve Simon.
"Non abbiamo visto o sentito nulla che alleggerisca le nostre preoccupazioni" ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato USA, che continuerà a sostenere la libertà di espressione "soprattutto alla luce della tolleranza zero del Partito comunista cinese verso le critiche”.
Il riferimento è anche ai colloqui che Peng Shuai ha avuto con il CIO. Dopo la prima video-chiamata con il presidente Thomas Bach, il comitato olimpico internazionale ha comunicato di aver completato un secondo colloquio, sempre in video. "Le abbiamo offerto un ampio supporto, resteremo in contatto con lei e abbiamo già concordato un incontro di persona a gennaio" si legge in una nota del CIO, che però non ha diffuso fotogrammi o sequenze della conversazione.
A due mesi dalle Olimpiadi invernali di Pechino, su cui pesano minacce di boicottaggio, il CIo spiega di aver adottato nel caso di Peng Shuai un approccio "centrato sulla persona". Il CIO sta affrontando la questione, prosegue la nota, "direttamente con le organizzazioni sportive cinesi. Utilizziamo la 'diplomazia silenziosa' che, date le circostanze e in base all'esperienza dei governi e di altre organizzazioni, è indicata come il modo più promettente per procedere efficacemente in tali questioni umanitarie".
La posizione della WTA è chiara. "Non posso chiedere alle nostre giocatrici di competere lì dove a Peng Shuai non è concesso di parlare liberamente" ha detto Simon annunciando la sospensione dei tornei per il 2022. Sui social, il sostegno delle giocatrici è fortissimo. E le reazioni non finiscono qui.
Quella di Simon, sottolinea la US Tennis Association in un tweet, "è una leadership coraggiosa". Billie Jean King applaude "Steve Simon e la WTA per aver tenuto una posizione forte sui diritti umani in Cina e nel mondo. La WTA ha scelto di stare dalla parte giusta della storia nel difendere i diritti delle nostre giocatrici".
Anche Martina Navratilova, Naomi Osaka, Serena Williams, Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic hanno espresso il loro sostegno a Peng Shuai che ha fatto scattare il primo caso di alto profilo del #MeToo in Cina, dove è scattata la potentissima macchina della censura per nascondere la storia all'opinione pubblica locale.
"Posso solo immaginare cosa stia provando Peng adesso, spero sappia che nulla di tutto questo è colpa sua. Siamo molto fieri del suo coraggio - ha spiegato ancora Simon all'Associated Press -. Da parte nostra, non possiamo mollare sugli elementi centrali di questa vicenda, altrimenti staremmo dicendo al mondo che va bene non affrontare le molestie sessuali con la necessaria serietà solo perché è troppo difficile. E non possiamo permettere che questo accada".
Hanno espresso sostegno alla decisione della WTA anche Tennis Australia e la Professional Tennis Players Association (PTPA), l'associazione giocatori creata da Novak Djokovic e Vasek Pospisil.
PTPA Statement on WTA Decision Regarding WTA Tournaments in China#CreatedByThePlayersForThePlayers?? pic.twitter.com/i35iTPOEGM
— Professional Tennis Players Association (@ptpaplayers) December 2, 2021
Amnesty International condivide le preoccupazioni della WTA, come sottolinea Doriane Lau, ricercatrice per l'organizzazione internazionale in Cina. "La decisione della WTA di sospendere i tornei in Cina a causa delle insufficienti risposte sulla libertà di movimento e la sicurezza della giocatrice Peng Shuai ha inviato alle autorità cinesi un fondamentale messaggio: i loro tentativi di nascondere le accuse sotto il tappeto non passeranno inosservati - ha spiegato in un intervento sul sito ufficiale dell'organizzazione -. La comunità internazionale dovrebbe spingere il governo cinese a indagare su tutte le accuse di violenza sessuale prontamente ed efficacemente. Dovrebbero anche chiedere al governo cinese di assicurare che chi ha subito le violenze abbia una piattaforma per esprimersi liberamente e senza conseguenze negative".