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Nadal fa 14 a Parigi, la leggenda continua: "Continuerò a provarci"

Nadal vince il 63mo titolo in carriera sulla terra battuta, il 22mo Slam, il quattordicesimo Roland Garros. E' il più anziano campione nella storia del torneo. Nel percorso ha battuto quattro Top 10: solo Wilander e Federer ci erano riusciti in un major nell'era del ranking computerizzato

di | 05 giugno 2022

Chiude con un rovescio lungolinea, si emoziona e si commuove. Rafa Nadal domina Casper Ruud 63 63 60 e a 36 anni diventa il più anziano vincitore di sempre del Roland Garros. Lo spagnolo supera anche il record di Andres Gimeno campione cinquant'anni fa. 

Circondato dalla festante, assordante ovazione dei tifosi, Nadal riceve la Coppa dei Moschettieri da Billie Jean King e la alza al cielo di Parigi. Lo stesso dove una settimana fa ha visto il Real Madrid, la sua squadra del cuore, conquistare la Champions League. "E' incredibile essere ancora a 36 anni qui, in finale nel campo più importante di tutta la mia carriera - ha detto -, grazie a tutti di cuore perché mi sostenete in maniera eccezionale".

Lo spagnolo ha completato il cammino verso il quattordicesimo Roland Garros in altrettante finali battendo quattro Top 10 in sette partite: Felix Auger-Aliassime (il terzo giocatore a portarlo al quinto set a Parigi), Novak Djokovic, Alexander Zverev (che si è ritirato per la caduta nel finale del secondo set che gli è costata la lacerazione di diversi legamenti della caviglia destra) e appunto Ruud, primo finalista norvegese di sempre in uno Slam. La finale si è rivelata, per quanto paradossale possa sembrare, la partita più facile delle sette.

Da quando esiste il ranking computerizzato, ovvero dal 1973, solo in due ci erano riusciti: lo svedese Mats Wilander al Roland Garros del 1982 e Roger Federer all'Australian Open del 2017.

Arrivato nel mezzo del cammin verso un possibile Grande Slam, capace per la prima volta di vincere Australian Open e Roland Garros nello stesso anno, Rafa ha festeggiato il 22mo major in carriera, staccando in questa classifica gli altri due membri dei cosiddetti Fab 3, Djokovic e Federer, che ne hanno in bacheca 20. Numeri che non bastano ancora al ct della nazionale spagnola di calcio, Luis Enrique, che ieri raccontava di voler vedere Rafa arrivare a sedici Roland Garros. Anche se la vigilia della finale è stata accompagnata da voci e timori su un imminente ritiro dal tennis del maiorchino. 

Prima della finale, diceva il coach Carlos Moya, con Nadal non hanno parlato della prospettiva di raggiungere i 22 Slam e i 14 Roland Garros.. E in fondo non ce n'era bisogno. Il dominio di Nadal al Roland Garros, iniziato nel 2005 e continuato lungo diciassette anni in cui non è mai uscito nemmeno per una settimana dalla Top 10 nel ranking ATP, è sotto gli occhi di tutti.

E' sotto gli occhi anche di Casper Ruud, che a tredici anni era sullo Chatrier da tifoso per sostenere Rafa, e dall'agosto 2018 ha scelto la Nadal Academy come sua base. "Complimenti a Rafa, tutti sappiamo che campione sei. Oggi ho provato cosa voglia dire giocare in finale contro di te, non è stato facile - ha detto Ruud dopo la partita, durante la cerimonia di premiazione -. Grazie a te e alla tua famiglia, mi avete fatto entrare a braccia aperte nella vostra accademia. Siete una grande ispirazione".

Il norvegese ha sfidato il suo idolo per la prima volta, nel giorno della sua prima finale Slam, sul campo dove Nadal ha vinto quant'altri mai prima. "Non è certo il posto più facile per giocare la tua prima finale Slam - ha riconosciuto Moya alla vigilia -. Chi conosce bene Casper sa quanto sia forte, è un giocatore che conosce bene le sottigliezze del tennis sulla terra rossa". Non a caso Marin Cilic, che ha battuto in semifinale, ha parlato di Ruud come del "Nadal destro".

In effetti, Ruud ha raggiunto la semifinale in tutti i tre Masters 1000 sul rosso (Monte-Carlo, Roma e Madrid) e ottenuto su questa superficie 95 delle due 149 vittorie in carriera nel circuito ATP. 

"Il servizio, il diritto e la solidità sono i punti di forza del suo gioco" ha detto il coach Pedro Clar che fa parte del suo staff insieme a suo padre Christian. "E' migliorato tanto, soprattutto per quanto riguarda l'aggressività e la stabilità emotiva, e questo l'ha reso un avversario difficile da battere per tutti".

A Parigi, però, Nadal gli toglie tempo da subito fin dalla risposta. Ruud, che paga anche l'emozione, mette in campo meno prime del solito e subisce due break nei primi tre turni di battuta. Gli scambi e i game non filano via veloci, ma è evidente che il controllo della partita ce l'ha Nadal.

Il maiorchino prova anche soluzioni diverse dai suoi schemi più classici, come la variazione con il diritto lungolinea, mette il norvegese in difficoltà con la prima a uscire da sinistra e mostra con buona continuità la sua qualità forse più sottovalutata negli anni: quella di intelligente giocatore di volo. Difficilmente sbaglia la direzione della prima volée, che spesso gioca di approccio, ancor più raramente è imperfetto nell'esecuzione.

A Ruud, che pure ha mostrato progressi da quel lato, manca il rovescio d'anticipo. Non cerca la palla in avanti, come fa invece decisamente meglio con il diritto. E contro Nadal è un limite enorme: non puoi girarti per giocare il diritto anomalo, la palla arriva alta e curva, e se ti sposti troppo sulla diagonale Rafa punisce in lungolinea nell'angolo scoperto. 

Il secondo set si apre con un insolito break che Nadal concede con tre doppi falli (1-3), ma la schematicità efficiente di Ruud non gli basta a mantenerlo. Lo spagnolo, che vince quasi il doppio dei punti negli scambi durati più di nove colpi nei primi due set, riprende in mano il filo della partita come si fa con la corda di un aquilone scivolato via per un attimo dietro le nuvole. Da quel momento non perde più un game.

Gli hanno insegnato che il talento è nulla senza impegno e lavoro, ha assorbito e forgiato una capacità di evolvere per soddisfare un insaziabile spirito competitivo. E tutto questo si è visto, ancora una volta, in questa domenica in cui ha festeggiato il 92mo titolo in carriera. E alla fine smentisce anche i timori sul possibile ritiro. "Non so cosa succederà in futuro, ma continuerò a provarci" ha detto. E si è guadagnato il boato più intenso della giornata.

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