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Il tennis pullula di protagonisti che vogliono utilizzare il torneo del Principato al via domenica. Compresi i quattro italiani Sinner, Fognini, Sonego e Musetti
di Vincenzo Martucci | 09 aprile 2022
Non siamo agli anni favolosi anni 80 e 90’, quando il tennis mondiale pullulava di super protagonisti nel passaggio dai Connors a Borg & McEnroe e Lendl a Becker & Edberg, transitando per Wilander e Noah, per arrivare ad Agassi & Sampras e Ivanisevic. Oggi tutte quelle punte eccezionali, mentre calano - forse - le super star Federer e Nadal e Djokovic, non ci sono. Ma il livello medio alto è superiore e i candidati all’Oscar di miglior attore sono sempre parecchi.
Prendiamo questo momento specifico che, a seguito della pandemia e dell’estremo perfezionamento degli studi di tutti i tipi sullo sport e sul tennis, rende davvero difficile emergere con continuità se non si cura in profondità ogni dettaglio. Partendo da una solidissima base atletica, da una completezza tecno-tattica sempre più raffinata e da una resilienza mentale da speleologi provetti.
Prendiamo il torneo di Monte-Carlo che parte domenica e abitualmente soffre dello status di Masters 1000 non “mandatory event”, quindi senza obbligo per i primi di partecipare, pur sbandierando fiero la bellezza unica del Country Club che affaccia sul mare della costa Azzurra e la nobiltà di un torneo nato nel 1897, approfittando dell’aiutino dei tanti ‘pro’ della racchetta che hanno fissato la residenza fiscale proprio nel Principato per garantirsi comunque un degno “parterre de roi”.
Quest’anno però, per una serie di congiunture favorevoli, il tradizionale torneo d’apertura della stagione sulla terra rossa che brillerà agli Internazionali d’Italia di Roma dell’8 maggio e culminerà nel Roland Garros dal 22, diventa particolarmente significativo e sarà ancor più desiderato del solito dagli iscritti. Tanto da far passare in second’ordine le tante ed importanti assenze, dal più forte giocatore da terra rossa di sempre, Rafa Nadal, campione 11 volte nel giardino dei Principi di Monaco, al numero 2 del mondo, Daniil Medvedev, a Dominic Thiem due volte finalista al Roland Garros, a Matteo Berrettini, che avrebbe garantito un surplus di appassionati italiani.
CASO DJOKOVIC
Novak I di Serbia, ancora numero 1 del mondo a dispetto del fatto che non s’è voluto vaccinare contro il Covid e per questa ostinata presa di posizione ha dovuto saltare il primo Slam (gli Australiani Open) e i primi due Masters 1000 della stagione (Indian Wells e Miami) sul prediletto cemento, è ora costretto a premere sull’acceleratore già in avvio di stagione e proprio sulla superficie meno vincente per lui. Snaturando un po’ le sue abitudini ed aumentando la pressione di chi, più che mai, è chiamato a zittire le critiche puntando ai tornei più importanti, dopo aver mancato l’anno scorso il Grande Slam cadendo sull’ultimo ostacolo, nella finale degli US Open. Nole ha vinto due volte nel Principato in quattro finali, e spesso si è concentrato sul trittico Madrid-Roma-Parigi. Che significato avrebbe adesso per lui vincere e dimostrare al mondo intero che non è cambiato nulla, che valeva realmente la pena perdere qualche sponsor per salvaguardare una questione di principio come quella No-Vax?
???? @ROLEXMCMASTERS pic.twitter.com/Ptp1LwECbq
— Novak Djokovic (@DjokerNole) April 3, 2022