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Sinner: "Sono deluso, non riuscivo a muovermi"

"Battere Zverev in un 1000 sul cemento - spiega Ruud - è un risultato che mi dà tanta fiducia". Nel frattempo, gongola Cerundolo, che non si pone limiti: "I top 10 sono un sogno, ma per ora non certo un obiettivo". Deluso Sinner: "Due ritiri sono duri da digerire, ma guardo avanti"

31 marzo 2022

Jannik Sinner colpisce di rovecio (foto Getty Images)

Jannik Sinner colpisce di rovecio (foto Getty Images)

Il Miami Open 2022 entra nel vivo. Nel maschile è già delineata la prima semifinale, quella della parte bassa del tabellone, in cui ad affrontarsi saranno Francisco Cerundolo e Casper Ruud. L’argentino, al suo primo Masters 1000 in carriera, ha usufruito del ritiro dopo cinque giochi di Jannik Sinner per un problema di vesciche, diventando così il semifinalista con il ranking più basso negli ultimi 37 anni di storia del torneo. Il norvegese, più solido che mai, ha rimandato ancora una volta le ambizioni di uno Zverev poco concreto. Nel femminile, Iga Swiatek non si ferma più. Quella con Petra Kvitova è stata la 15^ vittoria consecutiva: le contendenti al trono sono avvisate. 

CASPER RUUD

“Fino ad ora quella contro Zverev è la più grande vittoria della mia carriera – sorride Ruud –, mi sento bene, è stata una serata emozionante. Per la quarta volta ho raggiunto una semifinale in un Masters 1000, la prima sul veloce ed è tutto molto speciale per me. Vediamo se riuscirò ad invertire la rotta dopo le tre sconfitte precedenti, magari facendo fruttare gli errori che ho commesso in passato”.

Inevitabili alcuni spunti tattici sul match. “Ho iniziato alla grande – aggiunge il numero 8 del mondo – come nelle partite precedenti. Aver ottenuto presto il break mi ha aiutato, senza dubbio. La chiave è stata aver servito bene, un aspetto fondamentale quando si affrontano avversari come Sascha. Nel secondo set ho avuto alcuni problemi con il cerotto applicato sul dito del piede e ne ho risentito. Può sembrare sciocco, è vero, ma mi stava scivolando via dall’alluce ed era diventato scomodo muoversi. Con alcuni correttivi, per fortuna, sono riuscito a sistemare le cose. Il break all’alba del parziale decisivo mi ha fatto sentire più libero, mi ha consentito di dimostrargli fino alla fine che ero lì per combattere”.

Il prossimo avversario è Francisco Cerundolo e il norvegese parte con i favori del pronostico. “Spero di essere in grado di prendere subito l’iniziativa, staremo a vedere. Non ci siamo mai affrontati prima e a dire il vero lo conosco poco. Da junior non se ne parlava molto ma negli ultimi anni ha scalato il ranking con grande velocità. Ora sta a me cercare di fermarlo. L’unica cosa di cui sono certo è che darò il massimo, come sempre. Mi farò trovare pronto”.

FRANCISCO CERUNDOLO

La prima domanda per il 23enne di Buenos Aires è su un possibile futuro da top 10. “Credo in me stesso – la decisa risposta dell’argentino – e nella possibilità di crescere continuando a lavorare. La top 10 è un sogno ma non l’obiettivo di questo momento. Dopo questa settimana cambieranno molte cose, dovrò essere bravo io a gestire il tutto. Miami? Fantastica! Giocare qui è come farlo in Argentina. Nella sfida con Tiafoe ho avuto l’impressione ci fosse più gente a fare il tifo per me che per lui, è stato incredibile. Il calore del pubblico latino è qualcosa di unico, mi fa sentire a casa”.

Il ritiro improvviso di Sinner ha colto Francisco alla sprovvista. “Ci eravamo riscaldati alla stessa ora prima del match e mi sembrava stesse bene. Nel quinto gioco l’ho visto piegarsi e toccarsi il piede. È venuto a dirmi alcune cose a fine partita ma non sono riuscito a capire, è stato tutto così veloce. Mi sarebbe piaciuto giocare e provare a vincere sul campo. Ovviamente gli auguro una pronta guarigione”.  

La prima semifinale in un “1000 “non si scorda mai. “Spero di continuare a vivere a lungo queste emozioni, mi piacciono le sfide. Nei tornei challenger il livello è alto, con almeno cinque o sei top 100 ogni volta e tutti danno il massimo per potersi ritagliare il proprio spazio. Qui ci sono i migliori del mondo, è vero, ma nei challenger c’è più fame di vincere. Sono felice di come stiano andando le cose per il tennis argentino. Oltre a me e a mio fratello ci sono Schwartzman, Delbonis, Baez e molti altri. Juan Manuel (fratello di Francisco, numero 122 ATP, ndr), da buon mancino, è sempre stato un fan di Nadal. Il mio idolo, invece, era Nalbandian. L’ho sempre ammirato molto”.

JANNIK SINNER

Sinner mastica amaro ma è già proiettato al futuro. “Sono stato costretto a ritirarmi a causa delle vesciche al piede destro – spiega l’azzurro – davvero non riuscivo a muovermi. Si erano già fatte sentire nel match con Kyrgios, probabilmente a causa di uno scatto in avanti su una palla corta. Oggi ho provato ma non c’è stato nulla da fare. Con il mio staff cercheremo di capire la causa e troveremo una soluzione. Due ritiri negli ultimi due tornei sono duri da digerire ma devo guardare avanti”.

IGA SWIATEK

“Petra Kvitova è una campionessa straordinaria – ha sottolineato la polacca in conferenza stampa – ma recentemente ho avuto la possibilità di affrontare grandi giocatrici. Apprezzo molto il suo spirito combattivo, soprattutto dopo quello che ha passato. È nel circuito da così tanti anni e ha esperienza da vendere. Anche io, un match dopo l’altro, sto provando ad accumularne un po’ e a farla valere in campo. Immagino avremo modo di sfidarci di nuovo”.

L’analisi della nuova numero 1 del mondo è estremamente lucida. “Cosa ha funzionato? Senza subbio la prima di servizio. Sapevo che mi sarei dovuta adattare ai suoi ritmi, restituendole palle sempre più pesanti così da indurla frequentemente a fare errori. Per fortuna è andata così. È normale accusare fatica quando si vivono settimane di questo tipo. Il giorno in cui ho affrontato Coco Gauff, avendo avuto poco tempo per recuperare, non è stato affatto semplice. È uno stress più mentale che fisico, il corpo sta rispondendo bene e ancora non sento di essermi spinta al limite. Il mio team sa cosa è meglio per me e mi aiuta a gestire ogni cosa con grande intelligenza, per me è stupendo sentire questa sensazione e potermi fidare di loro”.

Tra Swiatek e la terza finale consecutiva in un WTA 1000 c’è l’americana Jessica Pegula, che negli ottavi e nei quarti ha usufruito del ritiro a partita in corso di entrambe le avversarie. “So che sarà un grande match. Ho trascorso così tanto tempo in campo nelle ultime settimane che non lo considero un vantaggio o uno svantaggio, onestamente non sapevo nemmeno che Jessica si fosse avvalsa di due ritiri. Lo scorso anno guardavo molte volte il tabellone, ritrovandomi troppo spesso a pensare ai turni successivi senza però farlo in modo costruttivo. Oggi penso soltanto ad una partita alla volta, chiedendo al team se il sorteggio è buono o cattivo ma soltanto all’inizio del torneo”.

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