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Medvedev, la bestia nera: "Con me Jannik non riesce a picchiare"

25 partite vinte (una per ritiro) su 26 disputate: da Rotterdam in avanti, Daniil Medvedev è diventato una macchina pressoché perfetta. “Per me – spiega il russo – è il migliore inizio stagione di sempre, non c'è dubbio. Una striscia positiva paragonabile a quella che ho avuto nell'estate del 2019”

03 aprile 2023

25 partite vinte (una per ritiro) su 26 disputate: da Rotterdam in avanti, Daniil Medvedev è diventato una macchina pressoché perfetta, tanto da approdare, con oltre 3000 punti, in vetta alla Race verso Torino.

“Per me – spiega il russo – è il migliore inizio stagione di sempre, non c'è dubbio. Una striscia positiva paragonabile a quella che ho avuto nell'estate del 2019. Ho conquistato davvero tanti tanti punti ed è solo un peccato che non ci sia stato in mezzo un torneo dello Slam”.

Contro Sinner è andato in scena un incontro duro, anche per le condizioni climatiche. “Non ho avvertito nessun dolore, ma mentalmente è stato difficile affrontare il match, perché non vincevo un torneo come questo da diverso tempo, oltre un anno e mezzo ormai (Canada 2021, ndr). Per esempio, non è stato semplice quando ho fatto il break nel secondo, ma poi non sono riuscito a giocare bene il game successivo e lui ha fatto il controbreak. Con questo caldo e questa umidità, oltre allo stress della partita, alla fine mi sono sentito questa stanchezza nel corpo che quasi mi impediva di firmare la telecamera, mi tremava la mano”.

Il russo si conferma pressoché perfetto quando trova sotto i piedi il cemento. “Ovviamente, come dimostrano i miei risultati, i campi duri sono l'ideale per me. Se si potesse, giocherei tutto l'anno su questi campi, anche se in certe occasioni posso giocare abbastanza bene anche su erba e terra. Sul duro posso anche non giocare al meglio, ma vincere ugualmente i match, penso che la grande differenza sia questa”.

Si parla molto di Medvedev come gran difensore, come quello che costruisce le sue vittorie sulla solidità e sulla risposta. Ma lui non è del tutto d'accordo. “Qualcosa che viene sottovalutato di me? Forse le doti di attaccante. Perché sappiamo che in difesa me la cavo bene e che rispondo spesso, cercando di far giocare i miei avversari il più possibile. Ma quando servo io sono molto più proiettato all'attacco. E in effetti se andiamo a riguardare i miei migliori match, vediamo che quando rispondo bene mi metto spesso nella condizione di poter attaccare il colpo successivo”.

“Ciò che conta, per tutti, è la continuità durante l'anno. Qui abbiamo visto Eubanks fare un grande torneo, e se uno come lui riuscisse a mantenere quel livello per almeno cinque settimane l'anno potrebbe stare costantemente nei top 100. Se ci riuscisse per dieci settimane, starebbe forse nei top 20. Vediamo tanti giocatori nel Tour che sono in grado di fare un exploit, ma pochi che sono in grado di essere solidi il tempo sufficiente per emergere nelle zone alte del ranking”.

Sinner ha ormai in Medvedev una sorta di bestia nera: sei confronti, sei sconfitte. “Sinner? Non lo faccio di proposito, di metterlo in difficoltà con qualche tattica particolare. Continuo semplicemente a fare il mio gioco e questo lo mette in difficoltà. Contro di me sembra che non riesca a picchiare la palla come fa contro altri giocatori, per esempio come a Miami ha fatto contro Rublev e Ruusuvuori. Fa fatica a trovare il ritmo, ma comunque sta sbagliando sempre meno e gioca a un livello sempre più alto. Spero di incontrarlo spesso nelle fasi decisive dei tornei”.

La buona notizia per Daniil, oltre al successo di Miami, è il ritorno a Wimbledon dei russi. “Negli spogliatoi non c'è nessuno che mi abbia manifestato il suo disappunto per il fatto che io stia giocando nel circuito nonostante la mia nazionalità. Sui social invece accade che ci sia qualcuno che si fa sentire in questo senso, ma proprio per questo i social cerco di evitarli, portano troppo odio e sensazioni negative. La cosa che adoro del circuito Atp è l'atmosfera rilassata e amichevole che c'è fra tutti i giocatori. Diciamo che col 90 per cento dei colleghi riesco a ridere, parlare e scherzare come se fossi in un gruppo di amici”.

Il ritorno a Wimbledon dei russi? Mi rende felice, ovviamente, come mi renderebbe felice poter andare a giocare le Olimpiadi. Lo scorso anno non ci sono potuto andare e ne ho approfittato per allenarmi, stavolta tornerò e cercherò di esprimermi al meglio”.

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