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Davis Cup Finals, capitan Volandri: "Orgoglioso di questo gruppo"

"Una vittoria che viene da lontano - spiega il ct azzurro - e che è nata dalla bella prestazione di Bologna. Lì ho capito che avevamo fatto un salto di qualità". Fognini ricorda la semifinale del 2014 contro la Svizzera e ammonisce: "Qui il doppio vale il 50% della sfida"

24 novembre 2022

Nel 2014 furono proprio loro, Fabio Fognini e Simone Bolelli, a giocare (in singolare e doppio) l'ultima semifinale dell'Italia di Davis, a Ginevra contro la Svizzera di Roger Federer e Stan Wawrinka. Oggi, otto anni più tardi, sono ancora loro i protagonisti, a scapito dell'età (37 anni Simone, 35 Fabio), con un doppio d'oro che trascina il team tricolore fra le migliori quattro. A guidarli, il capitano Filippo Volandri, mai così orgoglioso del suo gruppo.

FILIPPO VOLANDRI

“Sono orgoglioso sì – conferma il livornese – perché questa vittoria viene da lontano. Sono orgoglioso anche perché tutti i ragazzi si sono fatti trovare pronti per la chiamata quando ne abbiamo avuto bisogno. Si sono allenati tutti con tanta energia, e alla fine della stagione non è mai semplice, anche se arrivavano da un periodo nel quale stavano giocando bene”. 

Una vittoria insperata? Non proprio, almeno a sentire i protagonisti. “Per come abbiamo lavorato – prosegue Volandri – ci speravamo, ma la giornata di oggi non la vorrei ridurre alla questione di vincere o perdere. Guardiamo invece le prestazioni dei ragazzi, che hanno mostrato carattere e hanno giocato come dovevano. Poi sono stati ancora più bravi a vincere la partita. E si è vista una volta di più l'importanza del doppio con questa formula”. 

Sulla stampa specializzata statunitense si è discusso molto in merito alla mancata convocazione di Rajeev Ram. “Ho parlato con Mardy Fish – ha commentato Volandri – perché ci conosciamo da una vita, e lui concordava sul fatto che con questo format è necessario avere un duo affidabile. Per quanto mi riguarda, non c'è coppia migliore di Fabio e Simone, che volevano vincere molto più degli altri. Sono stati molto più coppia, e in campo si è visto”.

Infine, la presenza di Matteo Berrettini ai box. “Matteo ci ha aiutato tanto, la sua presenza è importante per la carica che ci dà dalla panchina. Inoltre ci ha dato spunti su come affrontare il doppio: visto che durante l'anno scende in campo con tutti questi giocatori può darci il punto di vista di chi li affronta spesso. Dopo Bologna mi sono reso conto che avevamo fatto passi da gigante. Ma non mi aspettavo di essere già qui a questo livello”.

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FABIO FOGNINI

“Sì, è passato tanto tempo da quella semifinale del 2014 contro Roger e Stan, e bisogna dire che oggi il doppio oggi vale il 50 per cento della sfida. Con Simone in Nazionale giochiamo sempre bene, stavamo giocando alla grande anche in allenamento e la partita ci ha dato ragione”.

“La Spagna? Con Flavia abbiamo vissuto tanto a Barcellona durante le nostre carriere, e questo Paese sarà nel mio cuore per sempre. Inoltre qui a Malaga ci sono tanti italiani, una spinta importante quando si gioca in azzurro”.

SIMONE BOLELLI

“Sonego e Musetti avevano giocato due bei singolari. Erano tutte partite difficili, sulla carta non eravamo favoriti ma quando ci siamo ritrovati sull'1-1, con Fabio ci siamo detti di essere aggressivi, di andarci a prendere questo punto, ce l'abbiamo fatta e adesso ci troviamo in semifinale come otto anni fa: una bellissima sensazione”.

“Ho inziato a giocare solo il doppio perché sentivo di non essere più competitivo in singolare, e sono contento di come sta andando questa seconda carriera. Sono tranquillo, so che non giocherò ancora per tanti anni, ma se sarò chiamato ancora in nazionale potrò vivere un'emozione in più, come quella di oggi. Finchè ci sarà bisogno, darò il mio contributo e sarò oroglioso di mettermi a disposizione di questo gruppo”.

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