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Tsitsipas è ancora vivo: “Il serve&volley? Lo utilizzerò di più”

Con un tennis più offensivo che mai il greco si aggiudica uno dei match dell’anno, eliminando Medvedev dalla corsa alle semifinali delle Nitto ATP Finals. Si giocherà il posto contro Rublev. “Aggiungere opzioni al mio tennis – ha detto – rende più difficile la vita ai miei avversari. Fondamentale resettare la mente dopo quel secondo set”. Medvedev: “contro i top-10 non sono stato all’altezza”

17 novembre 2022

Non era una sfida da dentro o fuori, ma quasi. E mentre Daniil Medvedev deve dire addio alle semifinali delle Nitto ATP Finals, Stefanos Tsitsipas – a segno per 6-3 6-7 7-6 in uno dei match più intensi del 2022 – è ancora in corsa e si giocherà il tutto per tutto venerdì, in una sorta di spareggio contro Andrey Rublev. Il duello fra il greco e il russo prometteva scintille e non ha deluso il pubblico di Torino, che ha garantito il primo sold out al PalaAlpitour.

Una delle chiavi della vittoria di Stefanos, arrivata dopo 2 ore e 21 minuti in un terzo set che pareva compresso, è stato il piano offensivo attuato sin dall’inizio, con tanto di serve&volley aiutato dal campo rapido. “Negli ultimi anni – ha raccontato in conferenza stampa – ho migliorato molto il mio servizio, e questo mi permette di scendere a rete con maggiore fiducia, più rilassato. In passato facevo più fatica. Ho lavorato tanto anche sulla volèe, per renderla più semplice accorciando il movimento. Mi ha aiutato a piazzarle al posto giusto quando ne avevo bisogno”.

“Credo di poter aggiungere il serve&volley al mio gioco: lo sto usando di più rispetto agli ultimi due-tre anni, mentre prima lo usavo ancora di più. Sto lavorando giorno dopo giorno per aggiungerlo di nuovo al mio tennis, in modo da togliere sicurezza ai miei avversari. Nel tennis è andato un po’ perso e oggi non sono in molti a utilizzarlo, ma credo sia importante che rimanga una parte preziosa del piano di gioco. È un ottimo modo per compiere la transizione da fondo campo alla rete. Il tennis si sta modernizzando, ma credo sia importante mantenere certi elementi di aggressività come il serve&volley”.

Tsitsipas ha avuto una chance concreta di aggiudicarsi il match nel folle tie-break del secondo set, terminato 13-11 a favore di Medvedev. Ha avuto tre match-point, ma li ha mancati tutti e pareva la fine, specialmente quando il russo gli ha strappato il servizio nel terzo. Invece Stefanos è stato bravo a ripartire. “A certe situazioni – ha spiegato – ci siamo abituati: mi capitano sin da quando sono piccolo. Non è mai bello dover iniziare da capo quando ha mancato delle occasioni come quelle che ho avuto. Devi resettare la mente. È più facile a dirsi che a farsi, ma bisogna essere capaci di separare ciò che è accaduto da ciò che ancora deve arrivare. È qualcosa di fondamentale per competere a certi livelli”.

Lui ci è riuscito, ha vinto la partita in un altro tie-break (dominato, è finito 7-1) e si è guadagnato la possibilità di sfidare Rublev per un posto in semifinale. “Entrambi stiamo giocando un buon tennis. In passato ci siamo affrontati spesso, praticamente su tutte le superfici, e sono uscite tante sfide diverse: a volte lunghe, altre meno. Mi auguro di riuscire a recuperare a dovere, in modo da allenarmi domani per lavorare su un paio di cose, così da farmi trovare pronto per una nuova battaglia”.

Anche Medvedev tornerà in campo venerdì, ma per un match – contro Novak Djokovic, già certo delle semifinali – che conterà solo per le statistiche. Il k.o. con Tsitsipas ha chiuso per lui un 2022 piuttosto deludente: è vero che è stato per la prima volta numero uno del mondo, ma ha vinto solo due titoli e dopo la finale ceduta contro Nadal all’Australian Open ha perso sette match su sette contro i top-10.

“Non sempre credo nei numeri e nelle statistiche – ha detto il russo, arrivato davanti ai giornalisti quasi all’una di notte – ma stavolta sì: significa che in tutte queste occasioni non sono stato all’altezza, quindi devo migliorare. Mentalmente, per me affrontare un top-10 o un qualsiasi altro giocatore non fa differenza, ma per quanto riguarda il tennis la differenza c’è eccome. Affrontare i più forti è più difficile, e la statistica dice che contro di loro devo giocare meglio. Cercherò di farlo la prossima volta: non c’è altra scelta”.

“Non so dire se quella di stasera sia stata una sconfitta di tennis o di testa – ha proseguito –, ma certamente non riuscire a chiudere il match quando ho servito sul 5-4 al terzo è stato terribile, specialmente su un campo rapido come questo. Avevo perso la battuta nel mio primo turno di servizio, che non è mai l’ideale ma può capitare, perché serve del tempo per entrare in partita. Ma da lì in avanti non avevo più dovuto fronteggiare una sola palla-break fino a quando sono stato io ad andare avanti di un break nel terzo. Sono comunque riuscito a vincere quel game (l’allusione è all’ottavo, sul 4-3 in suo favore, ndr), e non mi sentivo particolarmente teso. Avrei semplicemente dovuto giocare meglio, servire meglio. Non so che altro dire: dovevo vincere questa partita, ma non ci sono riuscito. Proverò a fare meglio la prossima”.

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