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Eventi internazionali

Bye bye 2020 - Aprile: Wimbledon e l’erba si arrendono al Coronavirus

Lo Slam inglese è costretto a rinviare al 2021 l’appuntamento con gli appassionati ma si consola con il premio assicurativo. Dopo un momento di sconforto “King Roger” twitta che comunque ci sarà. La pandemia si prende la scena ma Nole rifiuta l’idea di un vaccino obbligatorio

di | 23 dicembre 2020

Wimbledon ha annunciato la cancellazione dei Championships per il 2020

Wimbledon ha annunciato la cancellazione dei Championships per il 2020

Anche Wimbledon dà forfait. L’ufficialità di una notizia già certa almeno da un paio di giorni arriva il giorno 1, ma non si tratta di un “pesce d’aprile”. I “The Championships” si piegano all’emergenza Coronavirus: la decisione è comunicata dall’AELTC - il comitato organizzatore dell’All England Club -, al termine di una riunione straordinaria con LTA (la Federtennis britannica), sponsor e stakeholder del torneo più prestigioso e famoso del mondo. Il torneo, in programma dal 29 giugno al 12 luglio (con le qualificazioni dal 22) è cancellato. Annullati pure tutti i tornei ATP e WTA che precedono l’appuntamento londinese: lo stop totale del circuito è prorogato fino al 12 luglio.

E’ una decisione che non abbiamo preso alla leggera e lo abbiamo fatto con il massimo rispetto per la salute pubblica e di tutti coloro che vengono a Wimbledon” - commenta Ian Hewitt, presidente dell’AELTC -. “Sappiamo bene che i Championships in passato non si sono giocati solo durante le due grandi guerre. Tuttavia, dopo un’attenta e approfondita analisi di tutti gli scenari, riteniamo che questa sia la decisione giusta”. Dal 1946 in avanti Wimbledon non si era mai fermato. E dall’anno della nascita, nel lontano 1877, il torneo non si disputerà solo per l’undicesima volta: durante il primo conflitto mondiale saltarono infatti quattro edizioni, dal 1915 al 1918, sei invece quelle cancellate a causa della Seconda Guerra mondiale, dal 1940 al 1945.

La statua di Fred Perry davanti all'ingresso del Centre Court di Wimbledon

Federer devastato - Appresa la notizia “King Roger” twitta “sono devastato”, un commento che prefigura scenari preoccupanti. Poi qualche ora più tardi il fuoriclasse di Basilea rincuora i fan aggiungendo di non vedere l’ora che arrivi il torneo dell’anno prossimo…

Federer alza le braccia a Wimbledon nel 2019 dopo la vittoria in semifinale con Nadal

Niente torneo ma c’è l’assicurazione… - Se la cancellazione di Wimbledon delude milioni di appassionati in tutto il mondo, nelle casse dell’All England Club porta però più di 100 milioni di euro.

E’ la copertura che l’organizzazione del più antico e famoso torneo di tennis incasserà grazie a una polizza assicurativa, mai così lungimirante, del valore di circa 1.6 milioni di euro, sottoscritta nel 2003 in seguito ai timori per l’epidemia di Sars e rinnovata di anno in anno. Nonostante i ricavi complessivi del torneo superino i 260 milioni di euro, quest’anno l’AELTC non dovrà affrontare gli ingenti costi di organizzazione e il montepremi complessivi che supera i 50 milioni di euro.

Naturalmente siamo fortunati ad avere un’assicurazione che ci aiuterà a risolvere tutti i problemi”, ha confermato il direttore generale dell'All England Club, Richard Lewis. Quello sull’erba londinese è l’unico dei quattro Slam ad avere una clausola contro l’annullamento per pandemia nel contratto assicurativo.

Un addetto al lavoro con la mascherina all'interno dei cancelli di Wimbledon di fronte al Centre Court

Il “Louis Armstrong Stadium” deposito per tonnellate di forniture mediche e alimentari

Gli Us Open sperano e intanto si rendono utili - Per fronteggiare l’emergenza Coronavirus negli Stati Uniti le strutture dei campi coperti di Flushing Meadows, sede degli US Open, sono messe a disposizione dei servizi sanitari per realizzare 350 posti letto, mentre le cucine del “Billie Jean King Tennis Center” producono 25mila pasti al giorno.

Non solo: il rinnovato “Louis Armstrong Stadium”, il secondo centrale dell’impianto, diventa un deposito per tonnellate di forniture mediche e alimentari per aiutare New York, città che vive una situazione gravissima. Danny Zausner, direttore esecutivo dell’USTA, dichiara però che il torneo “dovrebbe svolgersi come previsto” a partire dal 24 agosto con le qualificazioni e dal 31 agosto al 13 settembre con i tabelloni principali.

E Melbourne mette le mani avanti - Gli Australian Open a gennaio sono stati l’ultimo Slam giocato prima che scoppiasse la pandemia da Coronavirus. Nella speranza che la stagione - al momento ferma fino al 12 luglio - non salti del tutto a mettere le mani avanti sono proprio gli organizzatori del Major aussie: con Wimbledon cancellato, Us Open in bilico e Rolan Garros spostato (per il momento) il peggiore degli scenari potrebbe infatti essere ricominciare il tennis a livello di Slam proprio da Melbourne nel gennaio 2021.

E gli organizzatori degli Aus Open stanno già ipotizzando diversi scenari qualora la lotta al Covid-19 non sia stata vinta in tempo: il governo australiano annuncia già che manterrà chiusi i suoi confini dopo la fine delle misure di distanziamento sociale. Craig Tiley, presidente di Tennis Australia e direttore degli Australian Open, dichiara in un’intervista a “The Age” che tra le ipotesi prese in considerazioni, seppur manchino ancora tanti mesi, c’è anche quella di far giocare il torneo a porte chiuse. Tutti i giocatori provenienti dall’estero, inoltre, potrebbero essere messi in quarantena per un certo numero di giorni negli alberghi di Melbourne....

Nick Kyrgios contro corrente

Il grande cuore di Nick - Spesso criticato per i suoi atteggiamenti in campo piuttosto sopra le righe, altrettanto spesso Nick Kyrgios si è sempre fatto notare per il suo impegno nel sociale, da ultimo contro l’emergenza Coronavirus. La sua Australia è uno dei paesi meno colpiti dalla pandemia ma è alle prese comunque con una situazione complicata con tanti disoccupati per non parlare degli ospedali in difficoltà.

Tramite i suoi account social il 25enne tennista di Canberra offre aiuto chi per qualsiasi ragione ha difficoltà a mettere il piatto a tavola. “Invito chiunque non lavora, non ha entrate economiche o anche più semplicemente sta affrontando tempi duri, a non andare a letto a stomaco vuoto. Mandatemi un messaggio, non preoccupatevi e non sentitevi in imbarazzo - scrive in un post - sarò più che contento di poter condividere con voi quello che ho. Che sia una scatola di noodles, una pagnotta di pane o del latte. Lo lascerò alle vostre porte senza fare domande”. Ad inizio stagione Kyrgios si era già impegnato in iniziative simili aiutando il movimento delle donazioni per gli incendi boschivi in Australia.

Il rebus del calendario - Ri-partire è la condicio sine qua non. Ma quale potrebbe essere il futuro del tennis dopo l’emergenza Coronavirus? Secondo Andrea Gaudenzi, l’ex tennista azzurro diventato a gennaio presidente dell’ATP, è fondamentale che le tante componenti che governano il tennis mondiale -ATP, WTA, ITF e tornei del Grande Slam - siano compatti e uniscano le forze collaborando invece di combattersi.

Da questa crisi possono nascere opportunità enormi, una delle quali è uno spirito di collaborazione interna che poi faceva parte del mio piano di collaborazione maggiore fra ATP, WTA, ITF e Slam perché alla fine facciamo tutti parte di uno sport solo, ci rivolgiamo agli stessi fan, facciamo parte di una storia che raccontiamo insieme”.

Andrea Gaudenzi, presidente dell'ATP

Tornei grandi e piccoli che saltano, campioni a casa, classifiche congelate. L’obiettivo primario di questa stagione tennistica devastata dal Coronavirus è riuscire a chiudere l’anno avendo giocato altri due Slam (gli Australian Open si sono disputati lo scorso gennaio) e più Masters 1000 possibile, compresi un paio sulla terra - dunque gli Internazionali BNL d’Italia (tra settembre e ottobre a Roma come suggerisce il presidente delle FIT Binaghi) -, e poi le ATP Finals alla “O2 Arena” di Londra (15-22 novembre) oppure anche altrove.

Al momento tra i “1000” sono saltati Indian Wells, Miami e Monte Carlo con Madrid che ha già dato appuntamento al 2021. “Resto ottimista sulla possibilità di giocare in estate negli Stati Uniti - dice Gaudenzi -, costruendo poi una stagione sulla terra di quattro settimane dopo il Roland Garros dove sistemare due Masters 1000, Roma compresa, tra settembre e ottobre. Il mio obiettivo è giocare più tornei possibile nelle settimane che avremo a disposizione per arrivare alle Finals di Londra….  Stiamo pensando a riprogrammare anche gli altri tornei, challenger compresi, ma nessuno ha la bacchetta magica".

Canada: lo stop si allunga di parecchio - Il governo del Quebec stabilisce misure restrittive severe nel tentativo di arginare la pandemia di Coronavirus e vieta ogni manifestazione sportiva fino il 31 agosto.

Gli organizzatori della “Rogers Cup”, torneo Premier 5 WTA in programma a Montreal (il Masters 1000 ATP si disputa invece a Toronto come tutti gli anni pari) hanno di conseguenza cancellato il torneo, dando l’appuntamento al 6-15 agosto 2021.

Rinviata anche la Laver Cup - (Forse) anche a causa dello spostamento “autarchico” del Roland Garros gli organizzatori della “Laver Cup”, la manifestazione creata da Roger Federer con la sua società di management Team8, annunciano che, vista la situazione attuale ed i problemi di sovrapposizione in calendario, ritengono giusto rimandare l’evento (già sold-out da diverse settimane) al prossimo anno, sempre a Boston, dal 24 al 26 settembre.

Roger Federer ideatore promotore organizzatore e giocatore della Laver Cup

Djokovic impegnato in un esercio a terra

Nole, un “no” sorprendente - Dopo tante iniziative benefiche, pure a favore di ospedali italiani (donazioni non solo al San Raffaele ma anche al Treviglio-Caravaggio e al Romano di Lombardia, in prima linea nell’emergenza Coronavirus), e il progetto di un fondo di solidarietà per i giocatori in difficoltà, stavolta Novak Djokovic fa discutere. Il motivo è la refrattarietà del serbo al vaccino obbligatorio.

"Personalmente sono contrario alla vaccinazione e non vorrei essere costretto da qualcuno a sottopormi ad un vaccino per poter viaggiare”: così si sarebbe espresso il numero uno del tennis mondiale in una chat su FB con diversi atleti serbi, secondo quanto riporta il quotidiano britannico “The Guardian”. Parole poi riprese dalle agenzie di tutto il mondo.

Nole non condivide l’idea di Amelie Mauresmo, che aveva suggerito di porre come condizione necessaria per viaggiare e riprendere a giocare l’arrivo di un vaccino contro il Covid-19, da fare obbligatoriamente. “Cosa accadrà se diventa obbligatorio? Dovrò prendere una decisione.... Ho il mio pensiero sulla questione e se ad un certo punto cambierà non lo so. Ipoteticamente - dice ancora Djokovic - se la stagione dovesse riprendere a luglio, agosto o settembre, sebbene improbabile, capisco che un vaccino diventi un requisito dopo la fine della quarantena rigorosa. Ma ricordiamoci che ad oggi non c’è ancora nessun vaccino”. Una posizione quella di Nole che è destinata a scatenare non poche polemiche.

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