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La "Pantera" Dellien ferma Thiem

L'austriaco ha subito la decima sconfitta su dieci partite giocate dal suo rientro dopo l'infortunio. La storia del boliviano che l'ha battuto al primo turno del Roland Garros

di | 22 maggio 2022

Al Roland Garros, Dominic Thiem ha giocato due finali consecutive, quattro semifinali e cinque quarti di finale di fila. Ma la versione dell'austriaco vista in campo nel match perso 63 62 64 contro Hugo Dellien, numero 87 del mondo, contiene solo tracce sbiadite di quel giocatore considerato tra il 2016 e il 2020 il principale erede di Rafa Nadal e Novak Djokovic sulla terra rossa. 

Il Thiem di oggi, numero 194 del mondo e in tabellone solo grazie al ranking protetto, prova ad eseguire gli stessi gesti e gli identici schemi, ma senza quella luce negli occhi e quella forza nelle gambe che li rendeva efficaci. Così finisce per incassare la decima sconfitta consecutiva. "Non è stata affatto una buona partita - ha ammesso l'austriaco -. Serve tempo, non sono ancora al livello che vorrei e devo accettarlo. Ma è una sconfitta dolorosa, sono molto deluso. Allo stesso tempo, so che devo continuare così. La chiave è avere pazienza".

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Contro Dellien, ha cercato di accorciare gli scambi, sapendo di non avere ancora la condizione per reggere una sfida di resistenza da dietro. Ha rischiato di più e commesso 42 gratuiti, figli anche di un diritto insicuro e di scelte tattiche precipitose.

"Non credo di avere problemi di tipo fisico o mentale, in allenamento mi sento molto bene. In partita però è diverso - ha detto -. Mi manca il feeling giusto quando gioco di diritto, il rovescio non è abbastanza lungo, la mia prima di servizio non fa abbastanza male".

E' evidente che in campo non va il blasone, che la memoria di quel che è stato non basta a cambiare il presente. Ma certo rendono ancora più speciale la vittoria del 28enne boliviano che proprio al Roland Garros, tre anni fa, debuttava in uno Slam: allora riuscì anche a battere all'esordio l'indiano Gunneswaran, prima di perdere contro Stefanos Tsitsipas. Ma da allora a Parigi non aveva più vinto una partita in tabellone principale.

Quest'anno, qualcosa sembra cambiato anche per l'attuale numero 87 ATP, capace di salire nel 2020 fino al numero 72, miglior classifica per un boliviano dai tempi di Mario Martinez che fu anche numero 32 nell'ottobre 1980. Nel 2022, Dellien ha superato le qualificazioni a Buenos Aires, Monte Carlo, Barcellona, Estoril e Madrid, prima di battere Thiem a Parigi.

"Sono un punto di riferimento per il tennis in Bolivia, ho raggiunto traguardi che tanti bambini sognano quando iniziano a giocare a tennis" ha detto a fine 2021 in un'intervista per il sito spagnolo Punto de break. Essersi trasferito in Argentina quando aveva 18 anni non ha cambiato la sua immagine agli occhi dei tifosi boliviani. "Sapere di essere un punto di riferimento per me è sempre stato un elemento positivo, anche se porta sicuramente pressioni in più - ha aggiunto -. Cerco per ora di concentrarmi sulla mia carriera, poi vedrò come aiutare al meglio il tennis nel mio Paese".

L'anno scorso si è sentito, ha detto, felice come un bambino quando ha giocato le Olimpiadi di Tokyo. Ancora di più quando si è trovato di fronte Novak Djokovic, a cui ha chiesto la maglietta dopo la partita.

Pantera, questo il suo soprannome, ha iniziato a giocare a cinque anni. Sposato con l'ex tennista paraguayana Camila Giangreco, Dellien deve tanto al suo primo maestro, Mauricio Solis. Tifoso di Roger Federer e della squadra di calcio dell'Oriente Petrolero, dopo la carriera sportiva vorrebbe aprire un ristorante. Ma non è ancora il momento di pensare al dopo.

Sul dopo, almeno sul futuro immediato, ragiona invece Thiem. "Se devo essere sincero, sono sempre stato molto lontano dalla vittoria in tutte le partite che ho giocato - ha detto -. Forse adesso tornerò a giocare uno o due Challenger, un successo mi aiuterebbe molto".

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