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Eventi internazionali

Guerriere Collins e Cornet. Follia Sabalenka

La statunitense e la francese vincono in rimonta con Mertens e Halep, conquistandosi un posto nei quarti di finale dello Slam: per la 32enne di Nizza è la prima volta. Bene anche Iga Swiatek, che rimonta un set a Cirstea: sfiderà Kaia Kanepi che ha approfittato di una prestazione sconclusionata della n.2 del mondo

di | 24 gennaio 2022

Alize Cornet, 32 anni, al suo primo quarto di finale Slam (Foto Getty Images)

Alize Cornet, 32 anni, al suo primo quarto di finale Slam (Foto Getty Images)

Danielle Collins vince un’altra battaglia. La statunitense, approdata tardi al circuito “pro” per aver brillantemente conseguito una laurea in Scienze della Comunicazione alla University of Virginia, ha rimontato un set di svantaggio alla belga Elise Mertens qualificandosi per la seconda volta per i quarti di finale degli Open d’Australia, dopo quelli del 2019 che furono poi coronati da una semifinale Slam, la prima e finora unica in carriera.

Lo spirito indomito di Collins è uscito fuori un’altra volta dopo la grande rimonta di due giorni fa contro la teenager danese Clara Tauson, conto la quale la giocatrice di St. Petersburg, Florida, si era venuta a trovare sotto di un set e di un break nella seconda partita. Era risalita allora, con la potenza e la caparbietà che le avevano permesso di vincere il titolo universitario NCAA nel 2014 e 2016.

Ha ripetuto l’impresa oggi contro un’avversaria tosta come la Mertens, che la precede in classifica (n.26 la belga, n.30 la statunitense). Il punteggio, 4-6 6-4 6-4 non rende appieno la tensione di una partita durata 2 ore e 51 minuti in cui Collins, determinata a tenere in mano l’inerzia degli scambi, ha spesso dovuto giocare 4 o 5 colpi che parevano vincenti per chiudere un solo “quindici”.

La sua capacità di anticipare la direzione della palla è straordinaria - ha detto Danielle a fine partita - mi ha costretto a spingermi ai limiti delle mie capacità”. Qualcosa che però non pare spaventarla. Ha saputo affrontare ben altre avversarie, come l’artrite reumatoide, diagnosticatale nel 2019, e una dolorosissima endometriosi (patologia che consiste nella formazione di tessuti simili a quelli dell’utero anche al di fuori di esso, attorno alle ovaie) che l’ha tormentata per anni e che ha risolto lo scorso anno sottoponendosi a un delicato intervento chirurgico.

La sua corsa verso una nuova semifinale a Melbourne troverà il prossimo ostacolo nella francese Alize Cornet che, a 32 anni suonati, ha piazzato proprio oggi il suo massimo acuto della carriera.

La n.61 del mondo (best ranking n.11 nel lontano 2009) si è infatti qualificata per la prima volta a un quarto di finale Slam, superando Simona Halep dopo una sfida durissima, sul piano fisico e mentale sotto il sole dell’estate australiana.

Aveva mostrato una gran condizione sin dal primo turno, rifilando un doppio 6-3 alla ex n.1 del mondo Garbine Muguruza, e anche oggi pareva in grado di dominare il match contro l’ex n.1 rumena: Cornet è arrivata infatti a condurre 6-4 3-1 prima di dover subire il ritorno di Halep, che ha infilato 5 giochi consecutivi portando il match al terzo set.

Scambi lunghissimi hanno messo alla prova la condizione delle giocatrici: Halep alla fine ha dovuto lottare con i crampi e questo è stato uno dei fattori decisivi del 6-4 3-6 6-4 con cui Cornet si è guadagnata, come dicevamo, il suo primo quarto di finale Slam nella carriera in 63 Slam disputati (di cui 60 consecutivivamente). Grande commozione della francese nella breve intervista sul campo alla fine del match con Jelena Dokic, ex collega sul circuito WTA, oggi commentatrice tv.

“Non è mai troppo tardi con continuare a provarci – ha detto Cornet con le lacrime agli occhi – Ho cominciato a giocare a tennis sognando momenti come questo”. Never surrender, Alize Cornet.

E’ partita lanciatissima a Melbourne Iga Swiatek: nei primi tre turni ha lasciato solo 12 game in tutto all’inglese Dart, la svedese Peterson e la russa Kasatkina.

Per rompere il tabù che, vittoria a Roland Garros 2020 a parte, la vedeva mai oltre gli ottavi negli altri Slam, doveva superare la rumena Sorana Cirstea, una che sulla carta non avrebbe dovuto impensierirla: 31 anni contro i 20 di Iga, n. 38 del mondo contro n.9.

La vicenda è stata invece più complicata anche perché Cirstea si era issata fino agli ottavi facendo cadere due teste coronate come Petra Kvitova, testa di serie n.20, al primo turno e Anastasia Pavlyuchenkova, n.10, al terzo.

La rumena, che ai quarti di finale di uno Slam era arrivata una volta sola in carriera (al Roland Garros nel 2009), è partita con autorità e ha strappato subito il servizio alla polacca. Il recupero di Swiatek sul 4-4 non è stato sufficiente a condizionare l’esito del primo set, che Cirstea riusciva a chiudere 7-5 con un altro break proprio nel game decisivo.

Poi però l’esuberante Iga si scuoteva, partiva in vantaggio nel secondo set e lo chiudeva 6-3, con due break. Nella partita decisiva si lottava fino al 3 pari: poi improvvisamente Swiatek sprintava e lasciava solo 2 punti in tre giochi alla sua avversaria. Alla fine era un’esplosione di gioia, come tipico del suo modo di essere, sempre solare.

Per provare l’emozione della prima semifinale a Melbourne ora dovrà spuntarla con la sorprendente estone Kaia Kanepi che, a 36 anni e da n.115 del mondo, ha stupito tutti eliminando al primo turno l’ex n.1 Angelique Kerber e approfittando oggi dell’ennesimo suicidio sportivo della n.2 del mondo Aryna Sabalenka.

L’epilogo del match ne è stata la fotografia: Sabalenka ha fatto e disfatto senza un filo logico riconoscibile. Ha lottato e vinto il primo set 7-5, è naufragata nel secondo 2-6 (cedendo i due primi turni di battuta), per poi ingaggiare un folle testa a testa nel terzo dove è stata capace di annullare 4 match point (di cui 3 consecutivi) con l’avversaria che serviva per il match sul 5-4.

In questo ottovolante prestazionale, caratterizzato da soli 7 ace e ben 15 doppi falli, 36 vincenti ma ben 46 errori non forzati, Sabalenka riusciva a rimanere attaccata al match fino al super tie-break decisivo. Lì scivolava sotto 2-5, e sembrava di nuovo perduta. Poi sparava due diritti vincenti e faceva sbagliare altre due volte Kanepi per passare in vantaggio 6-5.

Salva? Macchè. Riusciva a sparare fuori tre mezzi rigori e regalava a un’incredula Kanepi il settimo quarto di finale in una lunga e onorata carriera, il primo agli Open d’Australia (ne vanta due a Parigi, due a Wimbledon e altri 2 a New York).

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