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Federer in rodaggio, Basilashvili ne approfitta: il Re va ko

Lo svizzero sembra poter dominare nel primo set dell'incontro dei quarti del torneo di Doha contro il georgiano Basilashvili. Poi però il suo avversario si accende e la partita si rimette sui binari dell'equilibrio. Nel terzo, decisivo il break sul 5-5: lo svizzero, visibilmente stanco, esce di scena, mancando un match-point

di | 11 marzo 2021

Dubbi e incertezze rimangono, non sono volati via con la prima vittoria. Così, il secondo Federer post-pandemia esce di scena nei quarti di Doha.

Sua Maestà traduce in una sconfitta per 3-6 6-1 7-5 le difficoltà incontrate di fronte al georgiano Nikoloz Basilashvili. Un giocatore che già di per sé – per caratteristiche tecniche – non dovrebbe dargli particolarmente fastidio, e che per giunta era piombato da tempo in una crisi nerissima di risultati e di fiducia, complic pure guai personali piuttosto seri.

Contrariamente alla prima sfida contro Daniel Evans, stavolta Roger pare controllare l'incontro fin dal principio: annulla una palla break al rivale ma ottiene a sua volta il break che lo porta sul 3-1, mantenendo poi il margine fino alla conclusione del primo parziale.

In avvio di secondo, Basilashvili coglie subito l'opportunità di prendersi un break, quello che nel primo set non gli era riuscito malgrado tre chance concesse dal basilese. Dal canto suo, Federer si prende subito tre occasioni per rientrare, ma in quel caso sono i più i meriti del georgiano che i demeriti di Mister 20 Slam: in pochi minuti c'è dunque un 3-0 da recuperare.

Da quel momento Basilashvili si risveglia, spinge fortissimo su ogni palla e si convince che la partita si può giocare. Il confronto si addormenta un po', mentre Roger procede in modalità 'risparmio energetico', continuando a cercare il feeling con se stesso piuttosto che dannarsi l'anima per inseguire a tutti i costi.

 

Tra primo e secondo set, in sostanza, cambia tutto e senza nemmeno il tempo di rendersene pienamente conto: l'artiglieria pesante di Basilashvili che pareva non scomporre il basilese, in grado di controllare quasi sempre agevolmente i tentativi dell'avversario di sfondare, a un certo punto diventa meno gestibile.

Dall'altra parte, quel Roger che stava facendo bene il suo compitino e appena possibile prendeva l'iniziativa, si perde in qualche errore di troppo lasciando campo a disposizione di un avversario capace – quando è in luna buona – di tenere un ritmo molto elevato contro chiunque.

Non è un Federer perfetto, insomma, e non potrebbe nemmeno esserlo. C'è soprattutto, da parte di Roger, una ricerca insistita della misura dei colpi. Una sorta di rodaggio in partita che appare evidente come e più che nel match contro Evans: poche concessioni allo spettacolo e poca ricerca di schemi sicuri.

Al contrario, tanta varietà per auto-testarsi e provare tutte le componenti di quel gioco che lo ha reso immortale. A volte le magie (che noi chiamiamo magie, che per lui sono la norma) riescono, a volte no. A volte gli errori sono persino grossolani. Ma fa parte del gioco, e probabilmente né Ivan Ljubicic né Severin Luthi, entrambi presenti nel suo box, si attendevano qualcosa di diverso.

La partita corre via veloce anche nel terzo parziale, siamo sui tre minuti a game di durata media, tolti i cambi campo. I game combattuti non mancano, ma gli scambi durano poco.

Quello che piace di questo Roger è la reazione alle difficoltà: come dopo aver sbagliato malamente una stop volley che in altri tempi avrebbe giocato a occhi chiusi. Dal 2-2 e 30-30, e dunque da un possibile pericolo, Roger trova un ace e uno scambio solido concluso a suo favore. Oppure ancora come nelle tre palle break annullate sul 3-3, di fronte a un rivale sempre più galvanizzato.

Il pugnetto mostrato per cancellare la seconda vale più di qualsiasi commento, e d'un tratto anche il body language dell'elvetico si modifica radicalmente.

Tuttavia, quel settimo game non è determinante. E non lo è nemmeno il decimo, nel quale Roger recupera da 0-30 e vince tre punti di fila, conquistandosi un match-point, ben cancellato da un attacco del georgiano.

Poco dopo arriva il break dalla parte opposta, per il 7-5 finale in un'ora e 50 minuti di gioco. 

Difficile giudicare questa partita e questo torneo. Roger aveva dichiarato di aspettarsi di giocare almeno un paio di match a Doha per cominciare a carburare dopo la lunga pausa, in vista del momento clou della stagione che per lui è rappresentato dai tornei sull'erba. E si è messo alla prova con incontri lottati fino al terzo set, contro due avversari solidi.

Ora andrà a Dubai: ogni match in più consegnerà all'attuale numero 6 del mondo un po' di ulteriore carburante in vista del totale recupero. 

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