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Erba, un 2023 atipico: chi può guadagnare e chi rischia

Da un lato ci sono i due Atp 500 - Halle e Queen's - che vedono alcuni giocatori impegnati a difendere risultati importanti. Dall'altro c'è Wimbledon, che nel 2022 non ha dato punti e che quest'anno tornerà a essere un'occasione d'oro per gli erbivori. A patto che si possa ancora fare questa distinzione, visto il rallentamento dei campi

14 giugno 2023

La constatazione più dolorosa, per il tennis italiano, è una sola: tra coloro che in queste prime due settimane di tornei su erba rischiano di perdere punti e posizioni in classifica ci sarà anche Matteo Berrettini, vincitore lo scorso anno sia a Stoccarda, sia al Queen's: totale, 750 punti in uscita. Ma dando uno sguardo più generale, si capisce che la (breve, come sempre) stagione sull'erba promette di rimescolare le carte del ranking, per due motivi. Da una parte ci sono un paio di Atp 500 – Queen's e Halle – che vedranno impegnati diversi big del circuito. Dall'altra ci sarà il ritorno di Wimbledon, o meglio, dei punti di Wimbledon, dopo che nel 2022 la vicenda dell'esclusione dei russi aveva portato allo scontro fra il torneo inglese e l'associazione che governa il Tour dei pro.

Cominciamo da chi ha qualcosa, o molto, da guadagnare. Per esempio, il numero 1 del mondo Novak Djokovic, che ai Championships si presenterà nella situazione migliore possibile: due Slam all'attivo in stagione, detentore del titolo, eppure nessun punto da difendere. Anzi, tutto da guadagnare, in particolare sui diretti rivali: Carlos Alcaraz, che sui prati – in teoria – deve ancora imparare molto, e Daniil Medvedev, che difende la finale di Halle (300 punti). Zero punti sul verde per Casper Ruud, che però tutto è tranne che a proprio agio sulla superficie più rapida. Mentre Stefanos Tsitsipas lo scorso anno centrò (abbastanza a sorpresa) il titolo di Mallorca, dove però non incontrò personaggi particolarmente brillanti sui prati: per lui, c'è un bottino di 295 punti totali da difendere, che non è straordinario, ma che in qualche modo si potrà far sentire su un giocatore ancora in evoluzione su un terreno che in passato gli ha riservato qualche delusione di troppo.

Hanno tutto, ma proprio tutto da guadagnare sia Holger Rune che Andrey Rublev, entrambi teoricamente adatti all'erba, ma fin qui poco a loro agio. E ha tutto da guadagnare pure Jannik Sinner, protagonista a Wimbledon (ma senza punti) e deciso a migliorarsi ulteriormente su una superficie che più di altre potrebbe esaltare le sue qualità di colpitore. In mezzo a questi nomi, spunta un big server come Taylor Fritz, che avrà la cambiale di Eastbourne (250 punti) a pesare, relativamente, sul suo bilancio stagionale.

Chiude il quadro degli attuali top 10 Karen Khachanov, con soli 90 punti da difendere, frutto di un quarto di finale in quel di Halle. Ma è più indietro che ci potrebbero essere movimenti rilevanti. Felix Auger-Aliassime, per esempio, non è certo in un gran momento (per usare un eufemismo), ma sull'erba ha quasi sempre giocato bene, eppure si trova a dover difendere pochissimo. Chissà che per il canadese, che non vince due match di fila da Indian Wells, non sia giunto il momento del riscatto.

L'erba è, da sempre, anche il paradiso dei grandi battitori. Detto di Taylor Fritz, c'è il ritorno del canadese Milos Raonic, apparso in buona condizione al rientro. E c'è quel Maxime Cressy che lo scorso anno fece faville soprattutto a Newport (dove vinse), il torneo americano che chiude – post Wimbledon – la stagione sui prati. Chi ha più da perdere, invece, è Hubert Hurkacz, che difende i 500 punti della vittoria di Halle: non li dovesse difendere, si ritroverebbe per poco dentro ai top 20, anche se poi Wimbledon (dove ha già assaporato la semifinale, nel 2021) potrebbe riconsegnare al polacco i punti necessari per risalire.

La particolarità della stagione su erba, da qualche anno, è la evidente diversa velocità dei vari campi. Ci sono tornei come Queen's, Halle, s'Hertogenbosch e Newport dove le palline volano via appena toccano il terreno. E altri, come Mallorca, ma anche come Wimbledon se parliamo dei campi principali, dove si scambia senza troppi problemi da fondo campo. Ecco perché le sorprese sono sempre dietro l'angolo, persino su una superficie dove fino a qualche anno fa c'erano ancora gli specialisti in grado di fare la differenza. Oggi un servizio incisivo aiuta, ma difficilmente basta per mettersi tutti alle spalle.

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