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Ebden e Purcell, la lunga strada verso il trionfo

Gli australiani hanno sconfitto i campioni Mektic e Pavic al termine di una finale lottatissima, al tiebreak del quinto set. Nel corso del torneo, hanno salvato otto match point

di | 10 luglio 2022

“Nessun bambino prende in mano una racchetta sognando di diventare un doppista” diceva l'australiano Max Purcell, 24 anni, il più giovane nella Top 50 del ranking di specialità. Magari in Australia qualcuno cambierà idea dopo aver visto la sua cavalcata in coppia con Matt Ebden. Il duo Aussie ha sconfitto in finale i croati campioni in carica Nikola Mektic e Mate Pavic, che ha giocato solo con il braccio sinistro per una frattura al polso destro, 7-6(5) 6-7(3) 4-6 6-4 7-6(2). 

Sconfitti in finale all'Australian Open di quest'anno nel derby contro Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis, a Wimbledon Ebden e Purcell hanno vinto cinque partite su sette al quinto set, e due di queste al tiebreak decisivo. Hanno salvato tre match point al primo turno contro Ben McLachlan e Andre Goransson, e altri cinque in semifinale contro Rajeev Ram e Joe Salisbury, i numeri 1 del tabellone. 

Ebden, il più esperto dei due, aveva già vinto uno Slam in carriera. Aveva trionfato in doppio misto all'Australian Open 2013 con Jarmila Gajdosova. "Molti raccontano che fin da bambini hanno sognato di vincere Wimbledon. Io non sono sicuro di averlo mai fatto" ha ammesso l'australiano, ex numero 39 del mondo in singolare, best ranking raggiunto nell'ottobre del 2018. "Volevo essere un tennista professionista, arrivare in Top 10, e solo negli ultimi anni ho cominciato a pensare che avrei potuto vincere gli Slam".

Diversa la storia di Purcell, che ha deviato in maniera più significativa verso il doppio a partire dall'Australian Open 2020. In quell'occasione perse al primo turno in singolare contro Jannik Sinner, che festeggiava la prima vittoria in uno Slam. Ma insieme a Luke Saville, marito di Daria Gavrilova, raggiunse la finale di doppio. Nessuna coppia tutta australiana ne aveva più giocata una in uno Slam dal 2000, dall'ultima apparizione nel match per il titolo a Wimbledon dei leggendari “Woodies” ( Woodbridge/Woodforde).

È scattata così l'ascesa di Purcell in doppio anche se non gli piace essere conosciuto soltanto come un doppista. Ma non sono certo questi i pensieri che gli hanno occupato la mente dopo l'ace di Ebden sul match point, l'ultimo punto della finale. Insieme a Ebden, talmente all'unisono che avrebbero ben figurato anche in una finale di tuffi sincronizzati, si lasciano andare sdraiati sulla schiena sull'erba di Wimbledon.

"Quando guardava le finali in tv, mio padre mi diceva: dopo le vittorie, buttarvi a terra subito non è rispettoso per gli avversari. Andate prima a stringergli la mano'. Detto da uno che non ha mai vinto uno Slam" ha commentato con un sorriso. Quel gesto è ormai una sorta di codice per la vittoria, un'esultanza condivisa. "Ho guardato Matt, che era sull'erba anche lui, è stato come dirci: 'Sì, ce l'abbiamo fatta davvero'. Semplice".

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