
Chiudi
La finale di Wimbledon propone una sfida dai contorni indecifrabili fra due straordinari protagonisti dai comportamenti non sempre ideali
di Vincenzo Martucci | 09 luglio 2022
Come si schiererà il Tempio? Il pubblico di Wimbledon tiferà per l’usurpatore Novak Djokovic o per il cattivo ragazzo Nick Kyrgios? I buonisti si girano dall’altra parte: nessuno dei due finalisti dei Championships del centenario a Church Road è un esempio di comportamento, anzi, esattamente il contrario. Mentre se parliamo di tennis sono i numeri 1 del momento di due categorie all’antitesi: il grande difensore e il grande attaccante.
DJOKOVIC CAMPIONE CONTRO
Alla gente il campione di gomma serbo suona falso nelle sue reazioni troppo evidenti, troppo smaccate, troppo violente: a malapena lo rispetta per i 20 Slam vinti in 31 finali (questa è la numero 32-record) e per i 6 trionfi sulla sacra erba (gli ultimi 3 anni di fila) e comunque non gli perdona di aver fatto piangere re Roger proprio sul Centre Court. Nole è davvero troppo diverso e sfrontato rispetto ai gentlemen Federer e Nadal, che se le sono date di santa ragione nella rivalità più eccitante, senza mai trascendere nei toni. Per molti, Nole è un ribelle “S-UP-ERBO” che se ne infischia delle regole Covid, che sbarca in Australia pretendendo di cambiare le regole solo e soltanto per lui, passando sopra le tragedie dei locali e del mondo intero. Per molti altri Nole non sta veramente male quando soffre in campo ed arranca come se stesse per tirare le cuoia o ritirarsi ed è troppo impressionante nella sua ferocia quando all’improvviso, per misteriosi motivi, si trasforma, reagisce e diventa ingiocabile più ancora degli altri Fab Four; per non parlare delle mille diavolerie - tutte regolarissime, sia chiaro - che ha sempre utilizzato per rendere al meglio, dalla camera iperbarica agli ultimi cocktail che ingurgita in campo come Braccio di Ferro coi suoi famosi spinaci e di cui non ha voluto “ancora” rivelare la formula magica.
KYRGIOS PERICOLO BULLO
Nick, alto, forte, tatuato, con l’espressione di chi non deve chiedere mai, i modi scontrosi, la voce baritonale e le parole smozzicate, ha davvero le caratteristiche psico-somatiche del bullo, come gli ha detto in faccia Stefanos Tsitsipas - faccia d’angelo con tanti peccatucci - e come ha dichiarato in qualche modo anche lui mostrando la sua foto di bambino “che era soprattutto affamato” e raccontando di come abbia dovuto lottare coi boss della zona dov’è cresciuto. Nick non si allena, Nick non gioca più di 4/5 mesi l’anno, Nick quando s’annoia se ne va dal campo, Nick ingiuria tutti, Nick non rispetta nemmeno i gesti bianchi dell’illustre passato del tennis aussie, Nick è stato anche citato in giudizio per violenza domestica da una sua ex, Nick non ama nemmeno il tennis avrebbe preferito giocare a basket coi suoi Celtics, come non manca mai di rimarcare.
DIFESA/ATTACCO
Tennisticamente parlando Djokovic e Kyrgios sono come il giorno e la notte, lontani e diversi come i loro due paesi, la Serbia e l’Australia: sono il grande difensore e il grande attaccante portati all’estremo, con tutti i rischi del caso e anche qualcuno in più. Come dicono le partenze rallentate e le prodigiose rimonte (anche in questo Wimbledon) di Nole e le prepotenti ed irresistibili spallate che Nick ha rifilato a tutti gli avversari nelle ultime due settimane. Così facendo Nick ha battuto due volte su due Nole, anche se nel lontano 2017, e il numero 1 senza corona ATP per prendersi quella No Vax sa benissimo quanto sia pericoloso e imprevedibile il falso numero 40 del mondo sia al servizio che nei primi punti dello scambio. Anche se il fattore davvero nuovo nel bagaglio dell’australiano è la continuità di rendimento, la capacità di zittire i suoi demoni interiori, la capacità di vincere addirittura 5 partite di fila, la resilienza nel reagire ai break e agli avversari mediocri ma tenaci, la voglia e la passione di esserci, di continuare la scalata verso un traguardo che nessuno credeva davvero possibile, ormai a 27 anni dopo le grandi promesse giovanili.
Chi la spunterà fra difesa ed attacco? Sui tre set, sull’erba, superficie sulla quale Nick ha schiacciato anche Rafa, sia per come sta giocando, come equilibrio tecno-tattico-fisico che come fiducia, Kyrgios sarebbe il favorito. Ma i 5 set, come si è visto ancor di più quest’anno e all’ennesima potenza proprio ai Championships, sono davvero tutt’altra storia, e sono il feudo dei Fab Four. Perché trasformano lo sprint in maratona e riaprono la partita all’improvviso, cambiandole completamente faccia. Riuscirà a resistere Nick per 4/5 ore alla super tensione che gli proporrà Djokovic peraltro nel torneo più importante e alla sua prima partita così decisiva?