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Sogno Davis: il segreto azzurro è che adesso l'Italia ha i numeri

L'Italia che si prepara a Malaga per le Davis Cup by Rakuten Finals è una formazione competitiva, anche se non saranno disponibili il numero 1 Jannik Sinner e il numero 2 Matteo Berrettini. Il capitano Filippo Volandri ha a disposizione un numero 3 e un numero 4 di alto livello, come non avveniva dagli Anni Settanta

di | 21 novembre 2022

Per trovare una situazione tanto favorevole, nel panorama del tennis italiano, bisogna risalire a poco meno di 50 anni fa. Praticamente un'era geologica, se parliamo di sport. L'Italia che va a Malaga per le Finals di Davis senza il suo numero 1 e il suo numero 2 è comunque una squadra molto competitiva, perché questo gruppo straordinario che si è creato nelle ultime stagioni ha il pregio, appunto, di essere un gruppo. Non c'è un campione isolato da cui dipende la sorte di un sistema, ma c'è un sistema che crea ottimi giocatori a getto continuo. Così, in assenza di Jannik Sinner e Matteo Berrettini (rispettivamente 15 e 16 al mondo), in Spagna potremo schierare come numero 1 azzurro il numero 23 Atp Lorenzo Musetti, come numero 2 il 45° giocatore del pianeta, Lorenzo Sonego. 

In altri tempi, nemmeno lontanissimi, una combinazione del genere sarebbe stata la migliore possibile per l'Italia. In certi momenti, sarebbe stata un sogno. Vale la pena dunque ripercorrere a ritroso la storia recente del tennis tricolore, per capire quanto straordinario sia il periodo attuale e per evitare di stare troppo a pensare alle assenze, puntando invece (e forte) su chi a Malaga ci sarà.

ANNO 2017 – Torniamo indietro soltanto di un lustro, un periodo tutto sommato breve per dare vita a una rivoluzione. Eppure, già in quel 2017 (mese di novembre come riferimento) la situazione era in miglioramento sì, ma comunque lontana da quella attuale. Il primo azzurro nel ranking Atp era il ligure Fabio Fognini (27) seguito dal toscano Paolo Lorenzi (43). Lasciando da parte l'età media dei due (vicina ai 33 anni), la somma dei loro ranking restituiva un numero 70 che è già superiore al 68 prodotto dalle attuali graduatorie di Musetti e Sonego. Il numero tre era Thomas Fabbiano (28 anni, 73 Atp), il quattro era Andreas Seppi (33 anni, 86). In sostanza, rispettivamente 'meno 50' e 'meno 41' in confronto alla situazione attuale.

ANNO 2012 – Cinque anni prima, la vicenda non era troppo dissimile, peraltro con tre protagonisti su quattro inalterati. Il primo italiano nel novembre di quell'anno era Andreas Seppi (23), seguito da Fabio Fognini (45). Curiosamente, gli stessi ranking attuali di Musetti e Sonego. A seguire, Paolo Lorenzi (63) e Simone Bolelli (84). Anche in questo caso vale la pena evidenziare l'età media del team tricolore: 27 anni e qualche mese.

ANNO 2007 – Cinque anni più indietro – e siamo al 2007 – l'Italia era decisamente più terra-centrica. Il nostro miglior giocatore era il campano Potito Starace, numero 31 Atp, seguito dall'attuale ct di Davis Filippo Volandri, numero 40. Al terzo e quarto posto Andreas Seppi (50) e Simone Bolelli (67). Già cominciava a intravedersi quel lungo lavoro di ricostruzione avviato da poco, c'erano segnali importanti di quello che sarebbe avvenuto (per esempio, il 20enne Fognini già nei top 100), ma niente che ancora potesse regalarci il sogno concreto di poter vincere la Davis.

ANNO 2002 – È tornando indietro di 20 anni, tuttavia, che la differenza con il movimento attuale si fa clamorosa. Nel novembre 2002 avevamo un solo giocatore fra i top 100, Davide Sanguinetti (numero 46), lo spezzino che proprio quell'anno vinse il torneo di Milano battendo in finale Roger Federer. Davide, ottimo giocatore ma già 30enne, era seguito a debita distanza dall'attuale presidente Atp Andrea Gaudenzi (122), e ancora da Stefano Galvani (127) e Giorgio Galimberti (136).

ANNO 1998 – Deroghiamo alla regola dei cinque anni, tornando indietro soltanto di quattro, perché il 1998 è la stagione dell'ultima finale italiana in Coppa Davis: quella in cui l'Italia perse a Milano dalla Svezia (4-1), quella in cui Andrea Gaudenzi sacrificò la propria spalla tentando l'impossibile contro Magnus Norman. Il faentino in quel momento era numero 44 al mondo, seguito da Davide Sanguinetti (48), Gianluca Pozzi (62) e dall'italo-belga Laurence Tieleman (107). Con Vincenzo Santopadre, oggi coach di Matteo Berrettini, come quinto azzurro a quota 116. Anche in questo caso, fare paragoni con la situazione odierna risulta quasi ingeneroso.

ANNO 1976 – Infine, conviene dare un'occhiata a cosa accadeva nell'anno in cui – per l'ultima volta – abbiamo alzato l'Insalatiera. Nel novembre del 1976, Adriano Panatta era numero 7 al mondo, davanti a Corrado Barazzutti (22), Antonio Zugarelli (32) e Paolo Bertolucci (34). La somma dei quattro moschettieri di allora equivale al numero 95. La somma dei primi quattro di oggi è 99. Con una differenza: adesso l'età media di Sinner e soci è 23 anni e mezzo, allora era 25. Sembra un dettaglio, ma non lo è. Al contrario, è il motivo per cui abbiamo tanto tempo davanti a noi per recitare da favoriti nella competizione a squadre più antica del mondo.

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