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Eventi internazionali

Danielle Collins, la "tenace D" è tornata: Halep ko

La statunitense ha vinto i primi due titoli in carriera a Palermo e San José. Laureata in comunicazione, gira senza coach. Ad aprile ha scoperto di soffrire di endometriosi. L'operazione le ha salvato la carriera,

di | 11 agosto 2021

Danielle Collins non smette più di vincere. Dopo quasi tre ore di partita, ha completato a Montreal la dodicesima vittoria consecutiva, e allungato la sua striscia di successi più lunga in carriera. Ha sconfitto 2-6 6-4 6-4 Simona Halep, uscita dalla Top 10 per la prima volta dal 27 gennaio 2014, al suo primo match dall'infortunio sofferto contro Angelique Kerber agli Internazionali BNL d'Italia.

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All'università la chiamavano "Tenacious D", "la Tenace D". Mai come negli ultimi mesi, però, Collins ha dimostrato di esserselo meritato appieno quel soprannome. La 27enne della Florida si è operata ad aprile perché ha scoperto di soffrire di endometriosi, una sindrome che comporta la formazione di tessuto in eccesso all'interno e intorno all'utero, che nel suo caso si era spostato andando a premere sulla colonna vertebrale.

Le hanno estratto una cisti grande come una palla da tennis, poi è tornata in campo e ha vinto i suoi primi due titoli WTA negli ultimi due tornei giocati, a Palermo e San José.

"Se qualcuno mi avesse detto a inizio anno che avrei vinto due tornei uno dopo l'altro, non ci avrei creduto - ha detto in una lunga e profonda intervista alla WTA -, perché non lo ritenevo immaginabile prima dell'intervento".

Non volevo che la mia vita dipendesse solo dal tennis, volevo essere preparata per il mondo

Figlia di un architetto paesaggista e di un'insegnante, Danielle ha imparato a giocare a tennis con gli anziani nei campi pubblici al parco. "Ho sviluppato il mio gioco da sola - ha aggiunto parlando con Courtney Nguyen, la WTA Insider -, avevo tredici anni, giocavo contro persone molto più grandi di me e perdevo. Questo mi ha reso molto più competitiva". Quando ha vinto il titolo nazionale under 14 contro una ragazza definita la nuova Maria Sharapova, Collins è tornata a casa trionfante. "Sarò io la nuova Maria Sharapova" ha detto ai genitori.

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Diventa la miglior under 18 degli Stati Uniti quando ha ancora sedici anni, ma non va a giocare tornei internazionali: le trasferte costano troppo e i genitori non possono permettersi quelle spese così elevate.

Collins allora decide di iscriversi all'università. "Non volevo che la mia vita dipendesse solo dal tennis, volevo essere preparata per il mondo" ha spiegato.

Frequenta la University of Virginia grazie a una borsa di studio. Si laurea in Media Studies, facoltà che si può paragonare a scienze della comunicazione. E intanto dà spettacolo nei campionati inter-universitari di tennis, dove conquista per due volte il titolo in singolare.

Nel 2014, mentre è ancora iscritta all'università, debutta nel circuito WTA allo US Open e strappa un set a Simona Halep. "In tanti allora mi hanno consigliato di passare al professionismo, visto che gli studenti non possono incassare il montepremi ai tornei e chi perdeva al primo turno guadagnava tanti soldi in quello Slam. Ma il prize money del primo turno non copriva nemmeno un anno di università, perciò non presi i soldi e tornai a studiare" ha raccontato.

La sua vera esplosione dopo la laurea matura nel 2019, al suo primo anno completo nel circuito WTA, superata la fase di transizione degli ITF. All'Australian Open, diventa la prima ex giocatrice di college a raggiungere una semifinale Slam nell'era Open. "Tanti pensano che il successo arrivi dalla sera alla mattina, ma servono anni di allenamento e duri sacrifici" diceva allora alla CNBC. "Andare all'università mi ha reso più matura, mi ha fatto diventare la persona che dovevo essere per avere una carriera di successo dopo il mio viaggio nel tennis".

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Un viaggio a cui iniziava a pensare già allora. Aspirante imprenditrice, infatti, aveva avviato una collaborazione con Ritani per disegnare una linea di gioielli. 

Ha le idee chiare e un temperamento altrettanto deciso, non a caso dopo aver provato diversi allenatori, compreso l'ex Top 10 spagnolo Nico Almagro, adesso gira nei vari tornei da sola, senza coach.

Affronta la vita a muso duro, con lo sguardo dritto e aperto nel futuro, come direbbe Pierangelo Bertoli. E così ha affrontato anche il momento più duro, l'operazione che ha raccontato in dettaglio nell'intervista alla WTA che abbiamo già avuto modo di citare.

"Prima dell'intervento ero un po' nervosa, ma il chirurgo era molto esperto, con oltre trent'anni di esperienza. Sapeva cosa fare, aveva molta fiducia nel fatto che per me le cose sarebbero andate meglio - ha detto -. Senza l'intervento, non avrei potuto continuare a vivere come prima. Il dolore che provavo durante i cicli mestruali e a causa dell'endometriosi era il peggiore che avessi mai provato".

Durante l'Australian Open dello scorso febbraio, racconta, "il dottore è intervenuto di corsa per aiutarmi, avevo contrazioni simili ai crampi agli addominali e nella zona pelvica. Provavo dolore al nervo sciatico, che si prolungava fino al piede. E poi sentivo come delle coltellate nella schiena, ma non sapevo perché"

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Ho imparato a giocare a tennis da sola. A 13 anni, perdevo contro anziani giocatori di club- Così sono diventata molto competitiva

Tanti medici le hanno detto che periodi di dolore sono normali, Collins ha preso sempre più antidolorifici.

"Una persona come me, così determinata che mette la carriera davanti a tutto, finisce per mettere la sua salute in secondo piano. Cercavo di controllare il dolore, di allenarmi e pensare al torneo successivo" ammette. Ma a un certo punto, gli antidolorifici non sono più bastati.

"L'operazione chirurgica era l'unica soluzione. Senza l'intervento non sarebbero riusciti ad arrivare a una diagnosi accurata, perché la crescita dei tessuti spesso non viene evidenziata da una TAC o una risonanza magnetica".

L'intervento, racconta, è decisamente invasivo. "Mi hanno aperto l'addome in quattro punti: vicino agli addominali bassi e vicino all'anca, attraverso l'ombelico e un po' più giù. E di ogni taglio ti rimane la cicatrice - ha spiegato -. Il processo di riabilitazione è stato molto lungo, con noiosi e ripetitivi esercizi per rinforzare i muscoli addominali. Ma dopo un paio di giorni avevo di nuovo dolore, e sono rimasta a letto praticamente per una settimana".

Ma non molla. Collins ringrazia anche un amico, o un'amica, forse la stessa che aveva sofferto di endometriosi prima di lei e le aveva aperto gli occhi sulle possibili cause dei dolori, perché non l'ha mai lasciata sola durante l'intervento e il decorso post-operatorio. 

Durante il Roland Garros, nel corso della sfida contro Serena Williams, la ferita agli addominali si apre di nuovo. E' una lesione di secondo grado, dice. "Ero rientrata troppo presto, e le cicatrici non si erano ancora del tutto rimarginate. Mi sono ritirata, sono tornata a casa e dopo due mesi di riabilitazione sono tornata sull'erba". E sui prati verdi è rinata la speranza, condizione necessaria per il doppio trionfo consecutivo su due superfici diverse. La "tenace D" è di nuovo in pista. E' tornata per recuperare il tempo perso. Perché i treni che passano, alla fine, ritornano.

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