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Muguruza si prende Chicago: Van Uytvanck non delude a Nur-Sultan. Raducanu campionessa da red carpet. Nel deserto californiano si rivede Ostapenko e Jabeur riscrive la storia. Tra i candidati per entrare nella Hall of fame c’è anche Pennetta. Giorgi perde la pazienza a Tenerife mentre Li “rompe il ghiaccio”. Da Mosca a Cluj-Napoca è una Kontaveit da paura: top ten e qualificazione alle Finals. Vekic torna al successo nel nuovissimo torneo di Courmayeur
di Tiziana Tricarico | 29 dicembre 2021
Giornata storta per Jasmine Paolini e Camila Giorgi al “Chicago Falls Tennis Classic”, nuovo torneo WTA 500 (montepremi 565.530 dollari) sui campi in cemento della metropoli dell’Illinois (Stati Uniti). La 25enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.61 WTA (best ranking), si fa sorprendere per 75 63 dalla statunitense Hailey Baptiste, n.174 WTA, in gara grazie ad una wild card. La 29enne di Macerata, n.37 del ranking e 15 del seeding, cede invece 64 62 alla rumena Elena-Gabriela Ruse, n.98 WTA, ma, senza voler togliere meriti alla 23enne di Bucarest, la marchigiana sembra la brutta copia della giocatrice che tanto bene ha fatto tra luglio e agosto.
La prima testa di serie del tabellone è l’ucraina Elina Svitolina: la 27enne di Odessa, n.6 WTA, va a sbattere nei quarti contro Ons Jabeur, n.16 del ranking e 6 del seeding. La tunisina firma la 43ma vittoria del 2021: “E' stato un match molto intenso, conosco Elina da quando eravamo junior e non l’avevo ancora mai battuta nel circuito WTA”. Per Jabeur è il quinto successo su una top 10 in stagione. Dall’altra parte del tabellone la spagnola Garbine Muguruza, n.9 WTA e seconda favorita del seeding marcia spedita verso la finale, beneficiando anche dei ritiri di Azarenka (n.34 del ranking e 14 del seeding) negli ottavi e di Vondrousova (n.41 WTA) in semifinale. Anche Jabeur al penultimo atto non fa troppa fatica visto che la kazaka Elena Rybakina, n.17 WTA e quinta testa di serie, si ritira a metà del secondo set dopo aver perso il primo (ben sei tra ritiri e forfait nel main draw di Chicago).
MUGURUZA, CHE RIMONTA!
Il titolo finisce nella bacheca di Garbine la spagnola anche se la finale non è una passeggiata. Muguruza supera in rimonta 36 63 60 Jabeur e si aggiudica il suo secondo trofeo stagionale, il nono in carriera. Una vittoria molto ma molto importante in chiave qualificazione per le WTA Finals di Guadalajara, ma ne anche le due protagoniste immaginano quanto.
NUR SULTAN: LA LEGGE DI VAN UYTVANCK
Cinque finali, cinque vittorie: non male come record! In pratica se arriva fino in fondo Alison Van Uytvanck non si batte. E’ la 27enne di Vilvoorde a trionfare nella prima edizione dell’”Astana Open” (WTA 250 - montepremi 235.238 dollari) sul veloce indoor di Nur-Sultan, la capitale del Kazakistan.
In finale la belga, n.89 del ranking e seconda testa di serie, supera 16 64 63 Yulia Putintseva, n.47 del ranking e prima favorita del seeding, russa di nascita ma che dal 2012 ha scelto di rappresentare proprio il Kazakistan.
Van Uytvanck non vinceva un torneo WTA dal 2019, quando si impose a Tashkent, ma per via del regime speciale di classifica, introdotto con il lock-down e successivamente modificato, ha perso quei punti solo questa settimana. Ora però entreranno quelli conquistati a Nur-Sultan e supererà in classifica la sua compagna, la collega Greet Minnen, presente in tribuna ad incitarla.
Operata al gomito a febbraio, Alison è rientrata solo a maggio per le qualificazioni di Madrid: grazie al quinto titolo si riavvicina alla top 50, lei che vanta un best ranking, n.37, siglato ad agosto 2018.
Emma Raducanu alla premiere dell'ultimo film di James Bond
MY NAME IS RADUCANU…EMMA RADUCANU!
La campionessa degli Us Open sfila sul red carpet della Royal Albert Hall di Londra per la prima di “No time to die”, l’ultimo film di James Bond. Nessuno può più fare a meno di Emma Raducanu: dopo il trionfo a Flushing Meadows la diciottenne britannica di madre cinese e padre rumeno, considerata perfino il simbolo dell’umanità del futuro, non si perde una passerella. Elegantissima al Met Gala, la notte newyorchese più glam dell’anno, Emma - in abito bianco lungo con spalla scoperta e gioielli Tiffany - si fa immortalare accanto alla Aston Martin dell’agente segreto inventato da Ian Fleming insieme ai protagonisti del film: Daniel Craig, per l’ultima volta nei panni di 007, Judi Dench e Rami Malek. Ospiti d’onore della serata il Principe Williams e la moglie Kate Middleton, con cui la stella nascente del tennis british ha anche giocato a tennis. Ma Raducanu trova anche il tempo per continuare ad allenarsi e a provare il rovescio a una mano: ritorno in campo a Indian Wells, grazie a una wild card.
VIGILIA COMPLICATA PER IL COMBINED CALIFORNIANO
Altro che “Welcome to Tennis Paradise”! Lo slogan che accompagna quest’anno il combined di Indian Wells, suona un po’ stonato già prima che il torneo cominci. Dopo la rinuncia di Novak Djokovic arriva infatti la notizia che Aryna Sabalenka, n.2 del ranking e prima favorita del seeding femminile, è positiva al Covid-19.
Una bella botta per gli organizzatori e altra benzina sul fuoco della discussione in merito all’obbligatorietà del vaccino per i giocatori professionisti. Il torneo infatti proibisce l’ingresso ai ragazzini sotto i 12 anni. Motivo? Non possono essere vaccinati.
OSAKA SALUTA LA TOP TEN
E’ la novità più rilevante del ranking rosa pubblicato lunedì 4. Guida sempre Barty davanti a Sabalenka: molto più staccata sul terzo gradino del podio c’è Pliskova insidiata da Swiatek che conferma il “best ranking”.
La vincitrice di Chicago Muguruza risale al sesto posto e Bencic ritorna in top-ten. Ma a salutare l’élite mondiale, dopo oltre tre anni, è la giapponese Osaka, che ci era entrata il 10 settembre del 2018: Naomi è una delle grandi assenti ad Indian Wells, il torneo che nel 2018 la lanciò nel firmamento mondiale.
RIECCO INDIAN WELLS
Camila Giorgi e Martina Trevisan escono di scena al secondo turno del “BNP Paribas Open”, settimo WTA 1000 stagionale (combined con un Atp Masters 1000 maschile) dotato di un montepremi di 8.761.725 dollari sul cemento californiano dell’Indian Wells Tennis Garden. Il torneo, che tradizionalmente si disputa a inizio marzo, dopo la cancellazione nel 2020 a causa della pandemia, quest’anno trova una nuova collocazione autunnale visto l’annullamento dello swing asiatico.
La 29enne di Macerata, n.38 del ranking e 30esima testa di serie, in quello che era il suo match d’esordio è sconfitta 64 61 dalla statunitense Anisimova, n.81 WTA. La 27enne mancina di Firenze, n.66 WTA (best ranking eguagliato), promossa dalle qualificazioni, paga dazio alla maratona modello psicodramma vinta al primo turno (secondo match più lungo di questo 2021, il settimo di sempre) con la ceca Bouzkova, n.93 WTA, che le vale il suo primo successo in un main draw da ”1000”: per un problema alla gamba sinistra, infatti, Trevisan si ritira sul 63 5-2 in favore dell’estone Anett Kontaveit, n.20 del ranking e 18 del seeding.
L'unica azzurra approdata al terzo turno è Jasmine Paolini, a conferma del gran momento di forma che sta attraversando: la 25enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.63 WTA, ripescata in tabellone come lucky loser, dopo aver sconfitto all’esordio nel main draw la qualificata giapponese Hontama, n.161 WTA, ed essersi ripetuta eliminando la belga Mertens, n.18 del ranking e 14 del seeding, cede 64 61, in appena 58 minuti di partita, alla statunitense Jessica Pegula, n.24 WTA e 19esima testa di serie. Ma si consola con un nuovo record in classifica.
KIM CI CREDE ANCORA
Dopo dieci anni Clijsters torna ad Indian Wells. Sogna ancora la prima vittoria dal rientro nel circuito nel 2020 la belga, n.1.476 del ranking, in gara grazie ad una wild card: ma anche stavolta, contro Katerina Siniakova, n.53 WTA, non va oltre il successo in un set. La ceca gioca meglio i punti importanti e centra la sua prima vittoria nel deserto californiano dal 2018.
Clijsters, che ha trionfato in questo torneo nel 2003 e nel 2005, nel secondo set lascia negli occhi dei tifosi momenti di brillantezza tennistica vintage: non abbastanza per evitare la sconfitta. Per la belga è il quinto match negli ultimi due anni, in cui sta tentando di rientrare nel circuito. L’anno scorso ha perso contro Muguruza, Konta e Alexandrova: in questa stagione ha subìto altre due sconfitte, sempre in tre set, la prima contro Hsieh a Chicago ed ora quella con Siniakova.
QUANTE SORPRESE SOTTO IL SOLE DELLA CALIFORNIA
La n.100 del ranking, Aliaksandra Sasnovich, interrompe la serie di vittorie di fila (10) di Emma Raducanu. La bielorussa concede appena sei game alla britannica, n.22 WTA e 17esima testa di serie, campionessa degli US Open, in serie positiva anche da venti set (tra qualificazioni e main draw a New York)
Ajla Tomljanovic, n.47 WTA, firma la prima vera sorpresa: l’australiana, girl-friend di Matteo Berrettini, festeggia la quarta vittoria in carriera contro una top 10, la prima del 2021, superando in tre set la spagnola Garbiñe Muguruza, n.6 del ranking e 5 del seeding, fresca vincitrice del torneo di Chicago.
A Shelby Rogers piace confrontarsi con le top player: dopo aver eliminato Barty a New York (terzo turno) e Andreescu a Chicago (secondo turno) si ripete contro la finalista degli Us Open Leylah Fernandez, n.28 del ranking e 23 del seeding, negli ottavi ad Indian Wells.
La 29enne di Mount Pleasant, South Carolina, n.44 WTA, e la seconda statunitense tra le migliori otto nel WTA 100 nel deserto della California insieme a Jessica Pegula: al tennis a stelle e strisce non accadeva addirittura dal tris Chanda Rubin-Lindsay Davenport-Jennifer Capriati del 2003.
La ragazza si diverte a collezionare scalpi importanti, da Halep agli Australian Open 2017 a Serena a Lexington 2020. Lei che si è fermata mesi a riflettere prima di ripartire dopo l’operazione al ginocchio del 2018: “La fiducia è una cosa divertente, che va e viene, per quanto mi riguarda è anche questione di come la guardi. Bisogna vivere la situazione e non preoccuparsi se hai fiducia o no di tirare un colpo oppure no. Piuttosto devi dirti: 'Ho bisogno di tirarlo, è quello giusto?', e metterlo giù”. Shelby non è una qualsiasi, ha studiato: ad agosto ha ottenuto un “bachelor” in scienze della psicologia alla Indiana University East.
ONS FA LA STORIA
Con la qualificazione ai quarti, grazie al successo sulla russa Kalynskaya, n.151 WTA, promossa dalle qualificazioni, Ons Jabeur, n.14 WTA e 12esima testa di serie, si garantisce l’ingresso in top ten, traguardo mai raggiunto da un tennista arabo (uomo o donna). Un’impresa che la rende un simbolo in quella parte di mondo in cui spesso per le donne non è facile accedere allo sport professionistico.
Una delle prime a congratularsi con lei è Billie Jean King: la donna che ha voluto e ottenuto con grandi battaglie la parità nel tennis tra montepremi di giocatori e giocatrici festeggia con entusiasmo l’impresa della tunisina. Un’impresa che nel tempo del ritorno dei Talebani in Afghanistan, con la proibizione dello sport alle donne, acquista un significato simbolico ancora più forte.
E’ una grande stagione per la 27enne di Ksar El Hellar che vince il suo primo torneo WTA sull’erba di Birmingham, raggiunge altre due finali, sulla terra verde di Charleston e sul cemento di Chicago. Ma soprattutto centra per la prima volta i quarti a Wimbledon.
Un’escalation eccezionale partita da lontano, da quel primo risultato davvero eclatante, i quarti agli Open d‘Australia 2020. Ora può anche provare a inseguire un altro sogno, quello di qualificarsi per la prima volta tra le 8 “elette” delle WTA Finals, in programma a metà novembre a Guadalajara.
TEMPO DI SEMIFINALI
Proprio una stagione da incorniciare quella di Jabeur che batte in due set anche l’estone Kontaveit, n.20 del ranking e 18 del seeding, e si assicura la sua prima semifinale in un “1000”. Sono tante le “prime” per Ons: primo trofeo WTA per una giocatrice araba, conquistato sull’erba di Birmingham, primi quarti raggiunti a Wimbledon, prima volta in top ten (da lunedì 18). Ora non resta che provare a concretizzare un altro sogno: qualificarsi per la prima volta tra le otto protagoniste delle WTA Finals di Guadalajara.
Anche Badosa, n.27 WTA e 21esima testa di serie, ha di che festeggiare, ancor prima di giocarsi la semifinale, la seconda per lei in stagione (e in carriera) in un WTA 1000 dopo quella di Madrid: le vittorie su Gauff, n.19 del ranking e 15 del seeding, sulla regina di Parigi Krejcikova, n.5 WTA e terza testa di serie, e su Kerber, n.15 del ranking e 10 del seeding, la proiettano già verso un nuovo best ranking importante, in top 20. Ons e Paula molto amiche fuori dal campo ma la spagnola non fa sconti a nessuno e con un doppio 63 centra la sua finale più importante.
Nel deserto californiano torna protagonista anche Ostapenko: la lettone, n.29 del ranking e 24 del seeding, dopo aver eliminato negli ottavi Swiatek, n.4 WTA e seconda testa di serie, nei quarti supera anche Rogers rimontando da 1-3 0-40 nel set decisivo. In semifinale - anche per lei la prima in un “1000” - la 24 di Riga cede però alla bielorussa Azarenka, n.32 del ranking e 27 del seeding, già due volte vincitrice a Indian Wells, nel 2012 (superando Sharapova) e 2016 (battendo Serena). Jelena comanda le operazioni fino al 63 2-0: poi si fa rimontare da Vika che s’impone 36 63 75.
Paula Badosa bacia il trofeo del "BNP Paribas" di Indian Wells, primo "1000" vinto in carriera (foto Getty Images)
TRIONFO SPAGNOLO
In finale Badosa e Azarenka danno vita ad una delle partite femminili più belle del 2021. La 23enne spagnola, allenata da Janier Martì, fa valere tutta la sua aggressività, a partire dalla risposta al servizio, una delle sue armi migliori: la 32enne di Minsk sembra proprio quella dei tempi migliori, quando era lei la numero uno del mondo. Vince Paula che si impone 76(5) 26 76(2) su Vika diventando la prima ad aggiudicarsi il trofeo (nel 1992 e nel 1996 Conchita Martinez - attuale coach di Garbine Muguruza - si era sempre fermata sul più bello).
Impressionante la progressione nel ranking in questo 2021 per Badosa, che ha iniziato la stagione da n.70 e che grazie al successo nel deserto californiano - secondo titolo stagionale su altrettante finali disputate - salirà al n.13.
HALL OF FAME: PENNETTA CANDIDATA
Flavia Pennetta, campionessa agli US Open 2015, potrebbe diventare la prima tennista italiana ammessa nella International Tennis Hall of Fame. Figura infatti tra i candidati - annunciati dalla prestigiosa istituzione che ha sede a Newport, negli Stati Uniti - ad ottenere il prestigioso riconoscimento nel 2022. E può anche essere aiutata a battere la concorrenza dal supporto dei suoi sostenitori che possono votare per lei su un sito apposito allestito dalla Hall of Fame.
“E' un grande onore essere candidata a entrare nella Hall of Fame - commenta Flavia -. Adoravo competere e vedere la mia carriera riconosciuta in questo modo tra i più grandi di tutti i tempi in questo sport è incredibile. Sono onorata di essere la prima donna italiana a ricevere questa nomination e grata di tutto il supporto che ho ricevuto dall'Italia durante la mia carriera”.
ANCHE CAMILA S’INC…A!
Uno psicodramma in tre atti. Un match che sembra aver preso decisamente la strada tricolore e che improvvisamente si trasforma in una battaglia di nervi. E’ un esordio complicatissimo ma vincente quello di Camila Giorgi nel “Tenerife Ladies Open”, nuovo torneo WTA 250 (montepremi 235.238 dollari) sul cemento dell’Abama Tennis Academy di Tenerife (Isole Canarie), in Spagna. La 29enne di Macerata, n.36 WTA e quarta testa di serie, si impone 76(4) 36 64, dopo oltre due ore e tre quarti di battaglia e polemiche, sulla spagnola Aliona Bolsova, n.178 WTA, proveniente dalle qualificazioni.
Una Giorgi particolarmente (ed insolitamente) nervosa, per le chiamate di giudici di linea e giudice di sedia, rimedia “warning”, “penalty point” e “penalty game” in quantità ma è comunque brava a ritrovare la calma per chiudere la partita in suo favore. “Sono contenta di essere riuscita a vincere un match come questo - commenta la numero uno azzurra a fine match con un sorriso anche un filo ironico - entrambe abbiamo giocato piuttosto bene. Io sono stata abbastanza consistente: certo, ho commesso degli errori ma questo fa parte del mio tennis”. A referto ben 16 doppi falli contro 6 ace.
Giorgi supera anche la montenegrina Kovinic, n.74 del ranking, ma stavolta è talmente concentrata da archiviare la pratica con molta velocità. Stesso discorso nei quarti contro l’olandese Rus, n.61 WTA. In semifinale, però, arriva lo stop (64 75) contro la colombiana Maria-Camila Osorio Serrano, n.63 del ranking, sprecando un break di vantaggio sia nel primo che nel secondo set. La 19enne di Cùcuta (che durante il torneo accorcia il proprio nome sul sito ufficiale della WTA nel più semplice Camila Osorio) risponde colpo su colpo alle accelerazioni dell’azzurra, meritando il successo: “Non ho mai corso così tanto in vita mia”, dice.
LI “ROMPE IL GHIACCIO” A TENERIFE
Nell’altra semifinale la statunitense Ann Li, n.60 del ranking, liquida 62 61 la francese Cornet, n.66 WTA. Proprio la 21enne di King of Prussia, Pennsylvania - alla seconda finale raggiunta quest’anno (e in carriera) dopo quella nel Grampians Trophy di Melbourne a febbraio (match per il titolo contro l’estone Kontaveit non disputato) - vince il suo primo titolo WTA superando in finale per 61 64 la colombiana Osorio.
MOSCA: KONTAVEIT INARRESTABILE
Deve sudarselo Anett il terzo titolo in stagione. Nella finale della “VTB Kremlin Cup 2021” (WTA 500 - montepremi 565.530 dollari) sul veloce indoor di Mosca Kontaveit, n.20 del ranking e 9 del seeding, in tabellone grazie ad una wild card, batte 46 64 75 la russa Ekaterina Alexandrova, n.37 WTA, firmando la 40esima vittoria stagionale (la 21esima nelle ultime 23 partite giocate).
La 25enne di Tallinn rimonta dal 46 0-4 con la 27enne di Chelyabinsk che arriva a due punti dal successo. L’estone eguaglia così il numero di tornei vinti nel 2021 dalla campionessa del Roland Garros Krejcikova: solo la regina del tennis mondiale “Ash” Barty ha messo più trofei in bacheca.
Jasmine Paolini e Lucrezia Stefanini (foto Peluso)
Jasmine Paolini e Liudmila Samsonova palleggiano a Punta Heilbronner, a 3.466 metri (foto Peluso/De Matteo)
TENNIS ALPINO A COURMAYEUR
Al “Courmayeur Ladies Open-Cassina Trophy”, nuovo torneo WTA 250 (montepremi 235.238 dollari) sul veloce indoor del Courmayeur Sport Center, Lucrezia Stefanini, n.188 WTA (best ranking eguagliato), in gara con una wild card, coglie la sua prima vittoria in main draw del circuito maggiore battendo 63 36 75 la lussemburghese Mandy Minella, n.201 del ranking, recuperando dal 2-4 nel set decisivo. Semaforo rosso, invece, per Lucia Bronzetti, n.148 WTA, che cede all’ucraina Kozlova, n.132 del ranking, per Jessica Pieri, n.284 WTA, in tabellone grazie ad una wild card, sconfitta dalla cinese Zhang, n.58 del ranking ed ottava testa di serie, e per Martina Trevisan, n.113 WTA, scesa in campo con la coscia destra abbondantemente fasciata, superata dalla russa Kalinskaya, n.114 WTA
Passa un turno anche Giulia Gatto-Monticone: la 33enne torinese, n.193 WTA, passata attraverso le qualificazioni, si aggiudica il derby tricolore contro Martina Caregaro, n.367 WTA, in tabellone grazie ad una wild card, ma si ferma contro la giovane danese Clara Tauson, n.49 WTA e quinta testa di serie.
L’ARIA DI MONTAGNA FA BENE A JASMINE
Prima dell’inizio del torneo palleggia con Samsonova a Punta Helbronner, a 3.466 metri d’altitudine “soffiando” il record a Roger Federer del palleggio più in alto nella storia del tennis. Poi Paolini, 56 WTA e settima testa di serie, si impone all’esordio nel derby tricolore contro Martina Di Giuseppe, n.288 del ranking, promossa dalle qualificazioni, vince al secondo turno l’altra sfida tutta italiana contro Lucrezia Stefanini e nei quarti batte l’ucraina Yastremska, n.79 del ranking e decima testa di serie.
Il cammino della 25enne di Castenuovo di Garfagnana si interrompe in semifinale: Jasmine cede 62 60 alla croata Donna Vekic, n.97 WTA ma meno di due anni fa arrivata fino alla 19esima poltrona. L’azzurra, che a settembre a Portorose ha conquistato il suo primo titolo WTA si consola salendo al n.51 e ritoccando il best ranking.
Nell’altra semifinale rocambolesca vittoria della giovane danese Clara Tauson, n.49 del ranking e 5 del seeding sulla russa (ma è cresciuta in Italia) Liudmila Samsonova, n.42 WTA e terza testa di serie: 46 76(8) 64 lo score, dopo aver annullato ben cinque match-point
DONNA TORNA AL SUCCESSO
Proprio in chiusura di una stagione quanto mai tribolata - dopo gli ottavi agli Australian Open è stata ferma a lungo per un’operazione al ginocchio destro: dopo il rientro il suo miglior risultato erano stati i quarti a Birmingham - la 25enne di Osijek ritrova il sorriso.
Nella finale di Courmayeur Vekic supera 76(3) 62 Tauson, che paga le dure battaglie contro Li nei quarti e Samsonova in “semi”. La stanchezza fisica della 18enne di Copenhagen emerge nel secondo set, in cui Clara quasi smette di lottare una volta incassato il break: diventata poi una piccola crisi di nervi durante la premiazione, quando scoppia in lacrime, ribadendo di non avere più energie dopo il match del giorno precedente, e guadagna l’applauso del pubblico che comprende il suo stato d’animo.
Donna abbraccia sorridente invece il suo terzo trofeo WTA, il primo dopo quattro anni e mezzo (Nottingham 2017).
ANCHE IN TRANSILVANIA E’ UNA KONTAVEIT DA PAURA
Anett Kontaveit non smette di stupire. A Cluj-Napoca conquista il secondo titolo consecutivo, il quarto del 2021, indubbiamente la stagione migliore della sua carriera.
Nella finale del “Transylvania Open”, nuovo torneo WTA (montepremi 235.238 dollari) sul veloce indoor di Cluj Napoca, in Romania, l’estone, n.14 del ranking e 2 del seeding, domina 62 63 l’ex numero 1 del mondo e idolo di casa Simona Halep, n.18 WTA e prima favorita del tabellone, chiudendo la settimana senza perdere un set.
Grazie a questo risultato la 25enne di Tallinn abbatte il muro delle top ten e diventa la prima giocatrice estone a qualificarsi per le WTA Finals di Guadalajara. Anett è in serie positiva da dieci incontri e si è imposta il 26 delle ultime 28 partite disputate.
Fino all’estate sul cemento americano aveva vinto un solo trofeo WTA nelle prime sette finali giocate, a 's-Hertogenbosch nel 2017. Ma il trionfo a Cleveland, alla vigilia degli US Open, cambia tutto: eccola infatti conquistare anche Ostrava e, back-to-back, Mosca e Cluj-Napoca.