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Alla “Caja Magica” le sorprese, tunisina a parte, si chiamano anche Alexandrova, Teichman e Pegula. Il Foro Italico è molto poco azzurro ed il trofeo se lo giocano le due tenniste più in forma, anche se a vincere è sempre la polacca. Cicogna in arrivo per Elina e Gael. A Rabat la “prima” di Trevisan: a Strasburgo si rivede Kerber. C’è Giorgi per la prima volta negli ottavi al Roland Garros, ma Trevisan fa meglio, anche del 2020. Però ancora non lo sa
di Tiziana Tricarico | 22 dicembre 2022
Dopo il forfait in extremis della regina del tennis mondiale, la polacca Iga Swiatek, per un problema alla spalla, sono sette le top-ten in gara nel “Mutua Madrid Open” (WTA 1000 - montepremi 6.575.560 euro) sulla terra rossa della Caja Magica di Madrid, in Spagna (combined con un Masters 1000 Atp). Semaforo rosso per Jasmine Paolini: la 26enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.46 WTA, perde in due set con la tunisina Jabeur, n.10 del ranking ed 8 del seeding. Primo set giocato alla pari dall’azzurra contro una che non fa certo della potenza il suo mantra (anche se un paio di diritti incrociati lasciano immobile la tennista toscana) ma che gioca un tennis diverso da tutte le altre. Esce di scena proprio quando sembra avere il match in mano, sul 5-2 del set decisivo, Camila Giorgi: la 30enne di Macerata, n.31 WTA, cede 7-5 al terzo alla statunitense Pegula, n.14 del ranking e 12 del seeding, dopo aver mancato un match-point nel nono game del terzo set.
A VOLTE RITORNANO
Halep, n.21 WTA, sulla terra non ha mai battuto una delle prime due giocatrici nel ranking fino a questa settimana. Al secondo turno a Madrid - dove ha trionfato nel 2016 e nel 2017 - la prima volta è tutta da ricordare: un 63 61 mai in discussione contro la spagnola Badosa, n.2 del ranking e del seeding, che ammette di vedere nella rumena il suo modello di riferimento.
"Allontanarmi dal tennis (dopo il WTA di Indian Wells del 2021; ndr) è stata una delle mie decisioni migliori, sentivo da mesi che non potevo continuare…. Ho scritto musica, preso lezioni di ballo e giocato a basket", racconta Andreescu, che a Madrid torna a giocare un tennis efficacemente vintage. Dopo il successo all’esordio sulla statunitense Riske, n.42 WTA, lascia solo due giochi all’altra americana Collins, n.8 WTA. La canadese, oggi numero 111 del ranking, non batteva una top-ten dalla finale degli US Open 2019 contro Serena Williams. E in assoluto non ne aveva mai battuta una sulla terra. Bianca aveva vinto le prime otto partite giocate contro una delle prime dieci del ranking per poi perdere le successive cinque.
Festeggia anche Kalinina. L’ucraina, n.37 WTA, completa la sua prima vittoria in carriera su una top-ten. Mai in discussione il successo sulla spagnola Muguruza che conquista solo tre game (forse anche per problemi fisici) e continua ad avere un rapporto complesso con il torneo di casa, in cui ha raggiunto il terzo turno solo tre volte in otto partecipazioni. Di giochi ne fa solo uno in più la giapponese Osaka, n.36 WTA, scesa in campo con una vistosa fasciatura alla gamba sinistra, subito sotto il ginocchio, che lascia via libera all’altra spagnola Sorribes Tormo, n.47 WTA.
UNA “SCATOLA” PIENA DI SORPRESE
Alla “Caja Magica” succede di tutto. Nei quarti restano in corsa solo due teste di serie, Jabeur e Pegula. La tunisina Jabeur, n.10 del ranking ed 8 del seeding, che negli ottavi batte per la prima volta in carriera l’elvetica Bencic, n.13 WTA e 11esima testa di serie, stoppa brutalmente Halep che, accompagnata dal nuovo coach Patrick Mouratoglou per la prima volta al suo fianco, si cimenta in un tennis più aggressivo. Per Ons è la prima semifinale stagionale in un WTA 1000.
In semifinale, Jabeur incontra la russa Alexandrova, n.45 WTA, proveniente dalle qualificazioni, che nei quarti sconfigge in due set la statunitense Anisimova, n.33 WTA e già semifinalista al Roland Garros del 2019. Nell’altra sfida Pegula, n.14 del ranking e 12 del seeding, che grazie al successo su Sorribes Tormo centra la sua seconda semifinale da “1000”, affronta la mancina elvetica Teichmann, n.35 WTA.
Ons diventa la prima tennista araba in finale in un WTA 1000 grazie al 62 63 su Alexandrova, contro la quale aveva perso sei dei sette confronti precedenti. Dall’altra parte della rete c’è Jessica raggiunge la sua prima finale in un torneo di questo livello battendo Teichman. Il trofeo se lo porta a casa Jabeur, prima donna araba a conquistare un titolo “1000”. Il match è ricco di colpi di scena, come dimostra il punteggio con il quale Ons se lo aggiudica: 75 06 62. Per è il secondo trofeo nel circuito maggiore dopo Birmingham 2021 e sale al n.7 del ranking, nuovo primato personale. In questo 2022 è la giocatrice con più partite vinte sulla terra battuta (12).
WILD CARD ROMANE
Alle vincitrici delle pre-qualificazioni sono assegnate le quattro wild card per le qualificazioni femminili: Brancaccio, Alvisi, Rubini e Raggi. Le tre wild card in quota alla FIT per il tabellone principale vanno invece a Paolini, Bronzetti e Cocciaretto.
ROMA AVARA CON LE AZZURRE
Dopo i primi due giorni non ci sono più azzurre in gara agli “Internazionali BNL d’Italia” (WTA 1000 - montepremi 2.527.250 dollari) sulla terra rossa del Foro Italico a Roma. Come sempre non si risparmia Elisabetta Cocciaretto, ma nonostante un’ottima partita, non riesce ad evitare l’eliminazione: la 21enne di Fermo, n.159 del ranking, la più giovane delle azzurre in gara, cede 64 62 all’elvetica Bencic, n.14 WTA e dodicesima favorita del seeding. Fuori all’esordio anche Martina Trevisan, n.82 del ranking, perde in due set con la cinese Zhang, n.42 WTA. Il “lunedì no” delle italiane si chiude con un ritiro: Camila Giorgi, n.30 del ranking, alza bandiera bianca per un sospetto stiramento alla gamba sinistra a metà del secondo set con l’australiana Tomljanovic, n.41 WTA.
Il giorno successivo ci si mette anche la sfortuna - sotto forma di un problema al ginocchio destro - a complicare la vita a Jasmine Paolini, n.55 del ranking, che raccoglie solo cinque giochi con l’elvetica Teichman, n.29 WTA, giocatrice in grande spolvero, reduce dalla semifinale nel “1000” di Madrid. Va male anche a Lucia Bronzetti, n. 79 WTA (ennesimo “best ranking” di questa stagione), in tabellone con una wild card, eliminata dalla colombiana Osorio, n.58 WTA, una che gioca un po’ come l’azzurra ma che sulla terra riesce ad essere un po’ più efficace.
INCROCI CURIOSI
“Esci da qui, hai già avuto il tuo momento”, scherza una Andreescu soddisfatta, alla sua prima partecipazione sui campi del Foro Italico, mentre analizza con i giornalisti la vittoria al secondo turno sulla spagnola Parrizas-Diaz, n.51 WTA. Qualche minuto prima, sulla stessa sedia, è seduta la campionessa in carica Swiatek, reduce dal successo all’esordio sulla rumena Ruse, n.57 WTA. La polacca regina del tennis mondiale attraversa la stanza, ascolta una domanda di troppo e viene scherzosamente inviata ad uscire dalla canadese ex n. 4 WTA. Si sono incrociate così Bianca ed Iga, ancora prima di ritrovarsi sul campo nei quarti. Contro la 20enne di Varsavia, versione “terminator” nelle ultime settimane, le speranze della 21enne di Mississauga si spengono sull’1-1 del tie-break del primo set, dopo una palla contestata: il 76(2) 60 (13° “bagel” rifilato in stagione) ne è la prova concreta. Tenere i ritmi di questa Swiatek è difficilissimo e quando non le si strappa il primo set diventa un’autentica “mission impossible”: adesso le vittorie in stagione sono 33, di cui 26 consecutive (la quinta miglior striscia nel tour femminile negli anni 2000).
La fiducia è un’arma a doppio taglio. Quando vinci pensi di non poterla mai smarrire, se perdi inizi a convivere con il terrore di non poterla ritrovare più. Forse c’è questo alla base del “ruggito” di Sabalenka, n.8 del ranking e 3 del seeding: dopo due sconfitte in poche settimane (prima a Charleston, poi a Madrid), la 24enne di Minsk riesce finalmente a sfatare il tabù Anisimova, n.32 WTA, strappando il pass per le semifinali.“In tutti i match che perdo - dice la bielorussa - sono sempre io a complicarmi le cose. Ho soltanto bisogno di concentrarmi su me stessa e fare meno errori che vincenti”. Chiude 46 63 62 perché vuole vincere e fa di tutto per riuscirci.
Come Jabeur, n.7 del ranking e 9 del seeding: sotto 61 5-2 in pochi avrebbero pensato ad una rimonta contro Sakkari, n.4 WTA e quarta testa di serie. Invece la greca, che fino a quel momento imposta il match alle sue condizioni e neutralizza le variazioni della tunisina, perde il filo e la tunisina finisce per imporsi 16 75 62. “Sul 2-5 mi sono detta ‘non puoi finire così queste due meravigliose settimane’: e la mia rimonta è cominciata”, dice Ons che in semifinale affronta la russa Kasatkina, n.23 WTA. Daria, in campo a Roma come atleta neutrale, approda al penultimo atto grazie al ritiro dell’elvetica Teichmann, n.29 WTA, reduce dalla semifinale di Madrid, che abbandona a metà del secondo set per un infortunio alla coscia sinistra.
PAGANINI NON SI RIPETE…SWIATEK SI’
A giocarsi il titolo sono Swiatek, che lascia tre game a Sabalenka, e Jabeur, che ferma Kasatkina a suon di palle corte (64 16 75 lo score) e centra la seconda finale consecutiva in un “1000” dopo Madrid. La polacca si conferma regina di Roma, dove è in serie positiva da undici partite, lei che in questo 2022 ha già messo in bacheca cinque trofei, compresi tutti i primi quattro “1000” disputati (le è mancato giusto Madrid, dove non ha giocato per dare un po’ di riposo alla spalla destra). In finale Iga regola Ons 62 62, poi si inginocchia sul Centrale senza riuscire a trattenere le lacrime, prima di regalare al pubblico un sorriso dopo l’altro. Per lei è la 28esima vittoria consecutiva (la quarta striscia positiva più lunga del nuovo millennio), la 35esima di questo 2022 (la 27esima in due set) contro appena 3 sconfitte. La tunisina si consola con il “best ranking”: va ad accomodarsi sulla sesta poltrona, lei che è stata la prima araba nel tennis a sfondare la porta dell’élite mondiale
La 27enne di Ksar El Hellar, reduce dal successo di Madrid (primo “1000” in carriera per lei), è in vantaggio per 2-1 nel bilancio dei precedenti con la 20enne di Varsavia e si è imposta proprio nelle ultime due sfide, al secondo turno del “1000” su cemento di Cincinnati e negli ottavi sull’erba di Wimbledon lo scorso anno, mentre la polacca si è aggiudicata il loro primo confronto, all’esordio sul cemento di Washington nel 2019. Ma Swiatek “2022 edition” è un’altra cosa! Fa sembrare il tennis una roba facile: si rincorre la palla, si colpisce, si fa punto sempre (o quasi). E in effetti per lei lo è, almeno in questa prima parte di stagione condita con numeri da fantascienza. Diventa invece una roba terribilmente complicata per (tutte) le sue avversarie. Domina il circuito e come il suo idolo Nadal adora da matti la competizione. Se ad ottobre 2020 aveva stupito il mondo conquistando il suo primo titolo in assoluto, addirittura uno Slam, al Roland Garros con il suo tennis potente ma fluido, la versione attuale è davvero devastante. Diventata n.1 dopo il ritiro a sorpresa dell’australiana Barty (e la conseguente cancellazione dal ranking), Iga sta dimostrando di meritare appieno lo scettro mondiale, forte di una voglia di vincere che non conosce confini.
“Come mi sento? Fiera di me stessa, davvero”, esordisce in conferenza stampa la due volte regina di Roma. “Ad inizio torneo non sapevo se sarei riuscita a mantenere l’imbattibilità. Sono molto felice di esserci riuscita, passo dopo passo, e di essermi concentrata solo sulle cose giuste da fare. Sicuramente è stato un lungo percorso, ma sono davvero orgoglioso di me stessa e del mio team. Sono abbastanza contenta del mio gioco solido: sono stata in grado anche di migliorare durante il torneo. Anche stavolta, come l’anno scorso, è stato un po’ complicato abituarsi alla superficie”.
SVITOLINA MAMMA, MONFILS PAPA’
Gael Monfils annuncia che salterà l’ATP 250 di Lione ed il Roland Garros a causa di una protuberanza ossea al tallone destro: "Ho problemi dal torneo di Monte-Carlo, non riesco a muovermi liberamente in campo - scrive sui social -, per questo ho deciso di sottopormi a una piccola operazione questa settimana per risolvere il problema prima di tornare a giocare". Fuori dal campo rimane comunque un momento positivo per il francese: a ottobre infatti diventerà papà per la prima volta. Sua moglie, l’ucraina Elina Svitolina, n.27 del ranking con un passato da n.3, annuncia infatti di aspettare un bambino. I due, oggi la coppia di tennisti più glamour del circuito, si sono sposati lo scorso luglio. Svitolina, due volte semifinalista Slam, non gioca dal torneo di Miami dove ha perso al secondo turno contro la britannica Heather Watson.
A RABAT SI PARLA…ITALIANO!
Finisce subito l’avventura di Cristiana Ferrando nel tabellone principale del “Gran Prix Sar la Princesse Lalla Meryem” (WTA 250 - montepremi 251.750 dollari) tornato torna dopo due anni d’assenza a disputarsi sulla terra rossa di Rabat, in Marocco. La 26enne di Santa Margherita Ligure, n.261 WTA (“best ranking”), promossa dalle qualificazioni, cede 7-5 al terzo all’ungherese Bondar, n.67 WTA e quinta favorita del seeding. Ma la settimana sarà assolutamente da ricordare per le altre due azzurre in tabellone.
Non riesce a trattenere le lacrime Lucia Bronzetti quando stacca il pass per le semifinali, le prime in carriera. La 23enne di Villa Verucchio, n.83 del ranking, dopo aver eliminato la russa Kalinskaya, n.82 WTA ed ottava testa di seri, ed aver concesso appena cinque giochi alla francese Burel, n.95 del ranking, nei quarti si impone al tie-break del set decisivo sulla spagnola Parrizas Diaz, n.48 del ranking e terza favorita del seeding.
Sempre nella parte alta del tabellone marcia come un treno Martina Trevisan. La 28enne mancina di Firenze, n.85 del ranking, lascia quattro giochi alla cinese Yu, n.295 WTA, proveniente dalle qualificazioni, poi batte in rimonta per 26 64 61, al termine di una battaglia di quasi due ore e un quarto, la spagnola Muguruza, n.10 del ranking e prima favorita del seeding, che aveva chiesto ed ottenuto una wild card per mettere nelle gambe qualche match in più in prospettiva Roland Garros. Sotto 62 3-1 Martina vince 11 degli ultimi 13 giochi firmando il secondo successo in carriera contro una top ten dopo la vittoria contro l’olandese Bertens negli ottavi a Parigi 2020. Quindi nei quarti supera l’olandese Rus, n.75 del ranking e settima favorita del seeding, e non esulta nemmeno più di tanto per la sua prima semifinale nel tour maggiore. Ha in mente ben altro…..
SEMIFINALE TRICOLORE
Trevisan diventa infatti la 26esima italiana della storia a raggiungere l’ultimo atto in un torneo del circuito maggiore. In semifinale si aggiudica per 63 63 il derby tricolore con la riminese, apparsa meno brillante e forse un po’ affaticata rispetto a quella vista nel corso della settimana (la romagnola si consola comunque con il “best ranking”: salirà al n.73).
IL PRIMO TROFEO DI MARTINA
In finale Trevisan trova dall’altra parte della rete la statunitense Claire Liu, 21enne californiana di Thousand Oaks, n.92 WTA, mai così avanti in un torneo del circuito maggiore, che ha beneficiato del forfait per infortunio (problema alla spalla destra) dell’ungherese Anna Bondar, n.67 WTA. L’azzurra vince 62 61, in un’ora e 32 minuti, con una prestazione notevole per qualità tecnica, intensità e grinta: impone il suo tennis vario ma solido, passando da difesa ad attacco e forzando la rivale a commettere troppi errori. Il sorriso che illumina il volto di Martina dopo aver trasformato il match-point è la foto più bella per siglare una settimana da favola.
Il titolo vinto a Rabat regala alla tennista toscana anche un nuovo record in classifica WTA: salirà al n.59, siglando il “best ranking”. Trevisan riporta la bandiera tricolore nell’albo d’oro nel torneo dopo la vittoria di Francesca Schiavone targata 2013. È il 76esimo successo di una tennista italiana.
A STRASBURGO SI RIVEDE “ANGIE”
Dopo sei anni Kerber torna a vincere un torneo sulla terra battuta: dopo il trionfo a Stoccarda nel 2016, sul “rosso” l’ex numero uno del mondo non era più arrivata nemmeno in finale. Nella sfida per il titolo della 36esima edizione degli “Internationaux de Srasbourg” (WTA 250 - montepremi 251.70 dollari) sulla terra rossa francese la 34enne di Brema, n.22 del ranking e seconda favorita del seeding, si impone 76(5) 67(0) 76(5), dopo oltre tre ore e un quarto di partita, sulla slovena Kaja Juvan, numero 81 del ranking, mai arrivata prima all’ultimo atto di un appuntamento del circuito maggiore. Per la tre volte campionessa Slam si tratta del 14esimo titolo della carriera.
“QUALI” PARIGI, MALE LE ITALIANE
Sono quattro le azzurre che tentano la strada della qualificazione: Elisabetta Cocciaretto, Lucrezia Stefanini, Federica Di Sarra e Sara Errani. Al secondo turno restano in corsa Cocciaretto ed Errani che però non vanno oltre.
ROLAND GARROS, PREMIER SEMAINE
L’inizio del “Roland Garros”, secondo Slam stagionale (montepremi 21.256.800 euro) di scena sulla terra parigina, per la parte bassa del draw assomiglia molto ad una rivoluzione: subito fuori Krejcikova, seconda testa di serie e campionessa in carica, Kontaveit (n.5), Jabeur (n.6), Muguruza (n.10) ed Osaka, ma almeno la giapponese, n.38 del ranking, esce per mano della statunitense Anisimova, n.28 WTA e 27esima testa di serie, già semifinalista all’ombra della Tour Eiffel nel 2019.
DELUSIONI E SORRISI IN CASA ITALIA
Nulla da fare per Lucia Bronzetti: la 23enne riminese di Villa Verucchio, n. 73 WTA, “best ranking” dopo la semifinale a Rabat (stoppata da Trevisan), non troppo fortunata nel sorteggio, raccoglie solo 5 game con la lettone Ostapenko, n.13 del ranking e del seeding, regina del Roland Garros nel 2017, capace di mettere a segno la bellezza di 38 vincenti. Fuori anche Jasmine Paolini, n.55 WTA, che ha cede al super tie-break alla rumena Begu, n.63 del ranking.
Per la prima volta dagli Us Open del 2015 (Pennetta e Vinci) ci sono due azzurre negli ottavi di un Major: Camila Giorgi e Martina Trevisan. Dopo quattro mesi riassapora infatti il gusto della vittoria Camila: la 30enne di Macerata, n.30 del ranking e 28 del seeding, batte in rimonta la cinese Zhang, n.41 WTA, poi supera in due set la kazaka Putintseva, n.37 del ranking (prestazione semplicemente formidabile contro un’avversaria difficile da affrontare perché non molla un punto e soprattutto non brilla in quanto a simpatia nell’atteggiamento in campo). Quindi al terzo turno il capolavoro: ancora una rimonta vittoriosa - 46 61 60 lo score - sulla bielorussa Sabalenka, n.7 WTA e settima favorita del seeding, 14esimo successo contro una top-ten in carriera, il primo dalla finale di Montreal 2021 (Pliskova). La corsa della marchigiana si interrompe negli ottavi - i primi per lei al Roland Garros - stoppata 62 62 dalla russa Kasatkina, n.20 WTA e ventesima testa di serie, che eguaglia così il suo miglior risultato, i quarti di finale, già raggiunti nel 2018.
OUI, JE SUIS MARTINA…
Un “body language” che non lascia dubbi: Trevisan è in fiducia, e c’è poco da aggiungere. La 28enne mancina di Firenze, n.59 WTA, “best ranking” dopo il primo trofeo WTA conquistato a Rabat, lascia due giochi all’esordio alla britannica Dart, n.111 WTA, cinque al secondo turno alla polacca Linette, n.52 WTA, sette al terzo all’australiana Gavrilova Saville, n.127 WTA, in tabellone grazie ad una wild card. Poi negli ottavi s’impone 76(10) 75 sulla bielorussa Sasnovich, n.47 WTA, centrando per la seconda volta in carriera i quarti a Parigi dopo l'impresa targata 2020, quando sorprese il mondo della racchetta con una cavalcata indimenticabile partendo dalle qualificazioni e fermandosi solo di fronte alla futura vincitrice del torneo, la polacca Swiatek.
E’ pronta a scrivere una nuova, meravigliosa favola in francese. Stavolta frutto di fiducia, consapevolezza e convinzione che nelle ultime due settimane le permettono di passare come un rullo compressore su qualsiasi avversaria. Nei quarti Trevisan affronta la 19enne canadese Leylah Fernandez, n.18 WTA e 17esima testa di serie, che nel turno precedente ha stoppato la statunitense Anisimova, n.28 del ranking e 27 del seeding, ed elimina in tre set anche la finalista degli Us Open 2021. Centrando la sua prima semifinale Slam (contro un’altra giovanissima, la statunitense “Coco” Gauff, n.23 WTA e 18esima testa di serie) Martina trasforma il sogno in realtà, regalandosi un risultato che gli anni di sacrifici rincorrendo una pallina e superando anche qualche demone interiore, meritavano. E’ un sorriso che non conosce confini il suo: nove anni dopo Sara Errani c’è di nuovo un’azzurra al penultimo atto a Parigi. Trevisan è la quinta italiana in semifinale al Roland Garros proprio dopo Errani (2012-2013), Schiavone (2010 quando trionfò e 2011), Ullstein Bossi (1949) e Lazzarino (1954): è l’ottava azzurra di sempre al penultimo atto di un Major (la quinta nell’Era Open dopo Schiavone, Errani Pennetta e Vinci). Per lei in arrivo un “best ranking” da favola, numero 27.
GLI ALTRI QUARTI
Normale amministrazione per Swiatek, lanciatissima verso il bis, il match contro Pegula, n.11 del ranking e del seeding. Finisce in due set, seppure lottati, anche il derby russo tra Kasatkina, n.20 del ranking e del seeding, e Kudermetova, n.29 WTA, così come quello a stelle e strisce tra Gauff, n.23 del ranking e 18 del seeding, e Stehpens, n.64 WTA. Maggio finisce, ma il Roland Garros prosegue….