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Eventi internazionali

Bye bye 2022, luglio - Wimbledon: solo Sinner mette paura a Djokovic, Amburgo incorona Musetti

E’ un Wimbledon ricchissimo ma senza punti. Un’altra tegola per Berrettini, costretto a rinunciare al torneo perché positivo. Per il secondo anno di fila Sonego è al terzo turno dove cede a Nadal. Proprio lo spagnolo è costretto al forfait in semifinale contro Kyrgios, che in finale toglie un set a Nole. Cerundolo “rompe il ghiaccio” a Bastad mentre Newport lancia Cressy. Gstaad è di Ruud mentre Umago è di Sinner (ma anche di Bolelli/Fognini). A Kitbhuel si rivede Bautista Agut, ad Atlanta De Minaur

di | 24 dicembre 2022

Nadal e Berrettini si sono allenati insieme sul Centrale

Nadal e Berrettini si sono allenati insieme sul Centrale

Sestetto tricolore nel tabellone principale di Wimbledon, terzo Slam del 2022, sui prati dell’All England Club di Londra. Il Major British quest’anno non assegna punti validi per le classifiche ATP e WTA (come “ritorsione” per la decisione della Federazione britannica di non ammettere tennisti/e russi/e e bielorussi/e nei tornei in Gran Bretagna) ma offre un montepremi record: 40.350.000 di sterline. Eliminato subito il veterano azzurro Fabio Fognini, n.63 del ranking, che cede 57 75 63 64 all’olandese Griekspoor, n.53 ATP. Per il ligure c’è ben poco da rimproverarsi: ha trovato un avversario che ha giocato meglio di lui i punti importanti. Fuori anche la “matricola” Andrea Vavassori, n.256 del ranking, promosso dalle qualificazioni, battuto 64 64 64, dallo statunitense Tiafoe, n.28 ATP e 23esima testa di serie. Non fortunatissimo nel sorteggio nemmeno Lorenzo Musetti, n.70 del ranking, sconfitto 64 64 63 dall’altro statunitense Fritz, n.14 ATP ed undicesima testa di serie, reduce dal secondo titolo conquistato ad Eastbourne.

CHE SFORTUNA MATTEO!
Il giovedì prima dell’inizio del torneo si sono allenati insieme su mitico “Centre Court”, fatto più unico che raro nella storia del torneo: il sorteggio mette Berrettini e Nadal nella stessa parte di tabellone, quella bassa, per un possibile incrocio in semifinale. Non inizia nemmeno, però, il torneo di Matteo: non fa in tempo a ritrovare il sorriso che subito la sfortuna si rifà viva. Il 26enne romano, che già aveva perso tutta la stagione sul rosso per il problema alla mano destra, deve dare forfait al torneo di Wimbledon, dov’è tra i favoriti per la vittoria, perché positivo. “Con il cuore spezzato devo annunciare di dovermi ritirare da Wimbledon per essere positivo al test del Covid. Avevo dei sintomi influenzali e nei giorni scorsi avevo deciso di stare isolato. Nonostante non sia niente di grave, ho deciso che la cosa più importante era fare un nuovo test questa mattina per proteggere la salute e la sicurezza dei giocatori e di tutte le persone coinvolte nel torneo. Non ho parole per descrivere il mio profondo dispiacere. Il sogno, per quest'anno, è svanito, ma vi prometto che tornerò più forte di prima. Grazie per il supporto", il post su Instagram. 

Nella stessa sessione di Berrettini e Nadal anche Djokovic era sceso in campo con Cilic: sia l’azzurro che il croato danno forfait perché positivi. Un peccato davvero per Matteo imbattuto quest’anno sull’erba: al rientro nel tour dopo 84 giorni di stop per l’infortunio e l’operazione alla mano destra ha infatti messo in bacheca i trofei di Stoccarda e del Queen’s.

Lorenzo Sonego (foto Getty Images)

IL CUORE DI “SONNY”
Cuore, grinta, anima. Ci mette di tutto e anche di più Lorenzo Sonego, n.54 del ranking e 27 del seeding, per superare il primo turno: il 27enne piemontese, non al meglio fisicamente (il polso sinistro è sempre fasciato), batte in cinque set il vento e lo statunitense Kudla, n. 75 ATP, che a Wimbledon, ha raggiunto il suo miglior risultato in uno Slam, gli ottavi nel 2015 (fermato da Cilic). Giocando una partita praticamente perfetta, il piemontese al secondo turno supera in tre set il mancino francese Gaston, n.66 del ranking, alla sua prima esperienza nel main draw di Wimbledon.

Al terzo turno, però, c’è Nadal. Ed il super campione spagnolo, n.4 del ranking e 2 del seeding, gioca una partita straordinaria contro Lorenzo chiudendo 61 62 64. Il 36enne mancino di Manacor polemizza con il piemontese che accusa di urlare troppo: “Non l’ho fatto apposta, se l’ho disturbato mi dispiace”, dice. Quella contro Sonego è la vittoria n.308 in un torneo dello Slam per Rafa, che approda negli ottavi a Wimbledon per la decima volta in carriera in quindici partecipazioni: 53esimo ottavo in 65 tornei dello Slam disputati. Nonostante la sconfitta “Sonny” ha l’ennesima conferma dell’adattabilità del suo tennis all’erba: proprio su questa superficie, ad Antalya nel 2019, ha vinto il suo primo titolo ATP e nel 2021 ha raggiunto la finale ad Eastbourne e gli ottavi a Wimbledon (stoppato da Federer). 

Jannik Sinner circondato dai fan (foto Getty Images)

JANNIK FA PACE CON L’ERBA
Prima vittoria da professionista sui prati proprio nel torneo più prestigioso del mondo! Bella scelta di tempo Sinner, che aveva perso i primi quattro match sui prati giocati in carriera. Jannik, n.13 del ranking e 10 del seeding, si impone i quattro set sullo svizzero Wawrinka, n.267 ATP, in tabellone grazie ad una wild card, alla sedicesima partecipazione all’unico Slam che non è mai riuscito a vincere (vanta i quarti nel 2014 e nel 2015). Passanti spaziali e discese a rete chiuse con efficaci volée: ma anche pericolosi cali di concentrazione: fa e disfa il 20enne di Sesto Pusteria ma supera in quattro set anche lo svedese Mikael Ymer, n.88 ATP. Tutto cambia al terzo turno quando con una prestazione solida, essenziale, ragionata, rispondendo alla grandissima ad uno dei servizi più potenti del circuito e senza concedere nemmeno una palla-break, l’altoatesino batte in tre set lo statunitense Isner, n.24 del ranking e 20 del seeding, semifinalista nel 2018. A “Long John” - famosissimo a Londra per essere stato il vincitore nel match del secolo, la partita di tennis più lunga della storia vinta per 70 a 68 al quinto set contro il francese Mahut nel primo turno del 2010 - non bastano 24 ace per impensierire l’azzurro.

La stretta di mano tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

Jannik diventa così il settimo azzurro negli ottavi ai “The Championships” nell’Era Open dopo Panatta (1979), Sanguinetti (1998), Pozzi (2000), Seppi (2013), Berrettini (2019, 2021) e Sonego (2021), ed il più giovane. Ma soprattutto è il secondo italiano nella storia a raggiungere almeno gli ottavi in tutti e quattro i tornei dello Slam dopo Berrettini. Ma non gli basta. Dopo una battaglia di oltre tre ore e mezza si impone in quattro set sullo spagnolo Alcaraz, n.7 del ranking e 5 del seeding, grazie ad una prestazione in risposta clamorosa che non lascia mai tranquillo il suo avversario. E diventa il sesto italiano - il quarto nell’Era Open - a raggiungere i quarti a Wimbledon dopo De Morpurgo (1928), Pietrangeli (1955 e 1960), Panatta (1979), Sanguinetti (1998) e Berrettini (2021). 

Lo scatto in avanti di Jannik Sinner (foto Getty Images)

Ci manca poco per toccare il cielo con un dito. Per due ore abbondanti nei quarti Sinner prende a pallate uno che ha 20 Major all’attivo. Purtroppo, però, non basta a Jannik che sul mitico “Centre Court” cede 57 26 63 62 52, in tre ore e 35 minuti di partita, al serbo Djokovic, n.3 del ranking e primo favorito del seeding, già sei volte trionfatore sui prati londinesi e per la 53esima volta tra i migliori otto in uno Slam (per l’altoatesino sono invece i terzi quarti in un Major in carriera dopo Roland Garros 2020 ed Australian Open 2022).

Un recupero in allungo di Novak Djokovic (foto Getty Images)

I COMPLIMENTI DI NOLE
“Per due set lui è stato il migliore in campo - ammette Djokovic -. Poi sono andato in bagno, mi sono rinfrescato, guardato allo specchio e mi sono spronato. Ho cercato di ri-ordinare le idee per offrire al mio avversario il meglio che avevo. L’esperienza mi ha aiutato a gestire la pressione”. Jannik - che per la stagione sui prati ha affiancato a coach Simone Vagnozzi un consulente speciale come l’australiano Darren Cahill - giocava solo per la seconda volta il Major British (lo scorso anno fu sconfitto all’esordio dall’ungherese Fucsovics). Il 20enne di Sesto Pusteria sarà il nuovo numero uno d’Italia a partire nel ranking pubblicato lunedì 11. Ed il prossimo anno tra i favoriti ai “The Championships” ci sarà anche lui.

Casper Ruud (foto Getty Images)

SI “APRE” IL TABELLONE
L’eliminazione del norvegese Ruud, n.6 ATP e rimasto testa di serie numero 3 nel primo anno in cui a Wimbledon non viene modificato l’ordine di classifica in base ai precedenti risultati sui prati, apre il tabellone. Considerato che quello di Casper sullo spagnolo Ramos-Vinolas, n.39 ATP, all’esordio rappresenta il primo successo ai “The Championships” del finalista di Parigi. Fuori anche l’altro spagnolo Davidovich Fokina, n.37 ATP, che all’esordio batte Hurkacaz, n.10 del ranking e 7 del seeding (con il polacco, semifinalista nel 2021, che prende un “penalty-point” sul match-point!), ma poi cede al ceco Vesely, n.68 ATP. Risultato: dal lato di Djokovic c’è di sicuro un semifinalista a sorpresa. Il teorico avversario di Nole per un posto in finale emerge da un gruppo di giocatori che comprende il francese Humbert, il belga Goffin, gli statunitensi Tiafoe, Johnson e Paul, il kazako Bublik, il britannico Norrie ed appunto il ceco Vesely.

Nick Kyrgios e Stefanos Tsitsipas, che scintille! (foto Getty Images)

CORRIDA KYRGIOS, TSITSIPAS FURIOSO
"Mi sentivo favorito. L’avevo battuto poche settimane fa, Tsitsipas invece mi ha sconfitto una volta sola". Parola di Nick Kyrgios, n.40 ATP, che dopo sei anni torna negli ottavi a Wimbledon. L’australiano vince 67(2) 64 63 76(7) la partita del torneo, forse lo show tennistico dell’anno. Rabbia e orgoglio, ragione (spesso poca) e passione (spesso troppa) dettano i tempi di uno spettacolo che va in scena sul campo ma soprattutto fuori, nelle pause, fra proteste, minacce, richieste di squalifica e perfino di sostituzione del giudice di sedia, Damien Dumusois. 

Perso il primo set al tiebreak, nel secondo Kyrgios risale: negli ultimi game si mette a servire a ritmi forsennati senza attendere nemmeno i raccattapalle e pareggia il conto grazie a un autogol di Tsitsipas, n.5 del ranking e 3 del seeding, sul set point, poi si infuria. Pretende la squalifica del greco che ha tirato una pallata verso le tribune. "Non gioco finché non mi chiamano i supervisor. Hanno squalificato Djokovic per una cosa simile", dice riferendosi all’episodio degli US Open del 2020. Nel match contro Carreno Busta, però, Nole colpì alla gola non intenzionalmente una giudice di linea. Tsitsipas non colpisce di fatto nessuno, e alla fine Kyrgios, torna in campo. 

Lo show ai cambi campo diventa il fulcro nel terzo set. "Le persone sono qui per vedere me e non te, sentirai cosa dirò in conferenza stampa", dice l’australiano all’arbitro. Dumusois si fa amare ancora meno a metà del set: nell’ultimo punto del quinto game Kyrgios serve da sotto, Tsitsipas arriva male, stecca e la palla rimbalza contro la balaustra sul lato corto del campo. Per l’arbitro, l’ha colpita con eccessiva frustrazione e lo sanziona con un “penalty-point”. "Non c'è rispetto per il gioco", protesta il greco, che perde la testa e inizia a mirare l'avversario ogni volta che ne ha la possibilità, anche a costo di mandare la palla fuori dal campo. Il quarto set è quello più appassionante: alla fine vince Nick, che porta la partita dalla sua parte, che serve meglio (nessun break concesso) e che si crea più occasioni in risposta. Kyrgios poi prosegue battendo in cinque set negli ottavi lo statunitense Nakashima, n.56 ATP, e in tre set nei quarti il cileno Garin, n.43 ATP. In semifinale l’australiano sfiderà lo spagnolo per la decima volta nel circuito, la terza a Wimbledon: proprio il successo su Nadal negli ottavi del 2014.

Rafael Nadal esulta (foto Getty Images)

RAFA E IL SOGNO SVANITO
E’ infortunato agli addominali, suo padre gli suggerisce perfino di ritirarsi. Ma Nadal resta, rimonta e vince contro un Fritz, n.14 del ranking ed 11 del seeding, che negli ultimi due set gli permette di giocare quasi solo di diritto e da fermo. Lo spagnolo chiude 36 75 36 75 76(4) e diventa il settimo giocatore a centrare otto semifinali a Wimbledon. Ritroverà quel Nick Kyrgios che iniziò la sua scalata proprio battendolo qui ai Championships otto anni fa. "Mi piace molto giocare partite così - dice ringraziando i tifosi per il supporto -. Ho vissuto un pomeriggio duro contro un grande giocatore. Complimenti a Taylor che ha giocato alla grande tutta la stagione. Non è stata una partita semplice per me. Qualcosa non andava bene, dovevo trovare un modo per servire in maniera diversa. In tanti momenti ho pensato che non sarei stato in grado di finire la partita. Contro Nick spero di essere pronto, dovrò essere al 100% per batterlo".

Nick Kyrgios (foto Getty Images)

Ed invece la sfida con Kyrgios salta. La mattina del giorno prima il maiorchino prova ad allenarsi ma lesione ai muscoli addominali, che i media spagnoli riportano essere di sette millimetri suggerisce prudenza. "In questa situazione so che non posso vincere ancora due partite, non posso servire al 100%, non posso fare il movimento normale. Per rispetto di me stesso, non posso scendere in campo così", dice lo spagnolo. “Contro Fritz ho preso la decisione giusta perché ho concluso il match e l'ho vinto. Sono orgoglioso di quello che ho fatto, ma non ho alternative. Non posso rischiare di stare fuori altri 2-3 mesi. E' una scelta difficile, ma devo conviverci". Dopo 19 vittorie consecutive nei Major quest’anno, senza una sconfitta sul campo si chiude dunque il sogno di Nadal di completare il Grande Slam. Nella parte bassa del tabellone è dunque Kyrgios ad approdare in finale, primo australiano a riuscirci dopo Hewitt nel 2002.

Cameron Norrie colpisce di diritto (foto Getty Images)

NOLE BATTE CAMERON
Il serbo perde il primo set ma poi regola senza patemi il britannico Norrie, n.12 del ranking e 9 del seeding: gli basta infilarsi il cappellino per far girare la partita. Nole ha probabilmente altre cose per la testa quando scende sul Centrale per affrontare il ‘local hero’ Cameron, giocatore intelligente, gran lavoratore ma con un peso di palla che non può ancora impensierire i primissimi. Forse per questo Djokovic si distrae un po’ in avvio: poi però perso il primo set si ricorda che la vittoria a Wimbledon per lui, oltre che rappresentare il 21esimo titolo Slam, settimo titolo ai “The Championships”, potrebbe rappresentare una chance quasi unica di qualificarsi per le Nitto ATP Finals, considerato che non può andare negli States a giocare i tornei sul duro e gli Us Open.

Novak Djokovic con il trofeo di Wimbledon 2022 (foto Getty Images)

DJOKOVIC TRIONFA E FA 21
Nole stacca Federer nella classifica dei più titolati negli Slam. Nella finale tra gli opposti, fa valere tenuta fisica mentale e fisica contro Kyrgios e festeggia il ventunesimo Slam in carriera, uno meno di Nadal. Il punteggio - 46 63 64 76(2) - certifica l'ottimo inizio dell’australiano e insieme le sue difficoltà a tenere alla distanza contro un avversario freddo e più a suo agio nella gestione delle energie in una sfida decisiva. Nick alla lunga si spezza, mentre il serbo infila il quarto titolo nelle ultime quattro edizioni di Wimbledon, come nell'Era Open hanno fatto solo Borg, Sampras e Federer. E celebra il settimo trionfo in carriera ai “The Championships”, uno in meno del recordman svizzero. “Questo è il mio regalo per il nostro anniversario di matrimonio” dice commosso rivolto verso la moglie Jelena durante la cerimonia di premiazione. "Non ho più parole per spiegare quanto questo torneo e questo trofeo siano importanti per me. Vedere Sampras vincere qui mi ha dato la motivazione per chiedere a mia madre e a mio padre di comprarmi una racchetta”.

Djokovic, che ha giocato più finali Slam di tutti, inizia in salita contro Kyrgios che ha vinto più match sull'erba di tutti nel 2022. L’australiano, capace di sconfiggere il serbo due volte su due, rompe le tradizioni per alleggerire quella tensione che lo prende prima e durante le partite decisive. Si nasconde, come faceva Agassi, per non mostrare quanto davvero ci tenga al tennis e ai suoi risultati. E ci tiene, visto che non dorme bene la notte dopo l’annuncio del ritiro di Nadal che lo proietta nella sua prima finale Slam. Il risultato è un Kyrgios fin troppo calmo per due set e mezzo, poi frustrato e nervoso, incapace di contenere l'impotenza e incanalare la rabbia. Le scelte di gioco dal secondo set diventano più ordinarie e di conseguenza inefficaci. Cresce invece il serbo e cambia l’equilibrio di una finale capace di scatenare l’entusiasmo dei tifosi. Tuttavia c'è ancora un colpo di scena per Djokovic che non perde dal 2017 in una sfida in cui è avanti due set a uno. Nel quarto set, infatti, Kyrgios torna Kyrgios. Si rivedono il servizio difficile da leggere, volée tutte istinto e coordinazione, lamentele contro l'arbitro. Decide il tie-break ma sul più bello Nick si sgonfia.

Roger Federer

KING ROGER SENZA PUNTI
Dal 22 settembre 1997 all'11 luglio 2022: dentro a questo tempo lunghissimo, quasi 25 anni, Federer inizia e (momentaneamente?) conclude il suo percorso nella classifica ATP. Ci entra per la prima volta a 16 anni, occupando il gradino numero 803, e ne esce oggi dopo che sono scaduti gli ultimi 600 punti rimasti, la metà di quelli conquistati nell’edizione 2019 di Wimbledon, congelati per tre anni grazie alle nuove regole dettate dalla pandemia. L’uscita dal ranking non è sinonimo di ritiro. I fan hanno tutto il diritto di preoccuparsi, visto che il loro idolo va verso i 41 anni ed è ormai alle battute finali della carriera. Ma allo stesso tempo possono essere moderatamente sicuri che avranno ancora delle chance di rivederlo all'opera. Roger conferma la sua presenza (almeno in doppio) alla Laver Cup di Londra, dal 23 al 25 settembre. E soprattutto parteciperà, salute permettendo, anche a Basilea, il torneo di casa dove ha mosso i primi passi da professionista e dove da piccolo ha anche partecipato nel ruolo di ball-boy. In quel caso, l'appuntamento è fissato per martedì 25 che dovrebbe essere la data prefissata per l'esordio di Sua Maestà. Non a caso, i biglietti per il torneo in quella giornata sono introvabili da tempo.

Francisco Cerundolo

A BASTAD LA “PRIMA” DI CERUNDOLO
C’è un motivo se un giocatore che ti crea problemi sempre e comunque si definisce “bestia nera”. Uno di quelli che riesce a farti giocare male a prescindere. Figuriamoci se poi non stai attraversando uno dei tuoi momenti migliori. E così Lorenzo Musetti esce subito di scena nel “Nordea Open” (ATP 250 - montepremi 534.555 euro) sui campi in terra rossa di Bastad, in Svezia. Il 20enne di Carrara, n.67 del ranking, in tabellone grazie ad una wild card, cede 63 75 al serbo Djere, n.53 ATP, che si permette il lusso di chiudere il match con una contro-smorzata di rovescio. Esordio amaro pure per Lorenzo Sonego e Fabio Fognini. Il 27enne torinese, n.63 del ranking, è sconfitto in tre set dal russo Karatsev, n.40 ATP: il 35enne di Arma di Taggia, n.64 del ranking, ripescato in tabellone come "lucky loser" al posto del francese Rinderknech, n. 55 ATP, è battuto in due set dall’argentino Baez, n.34 del ranking ed ottavo favorito del seeding.

Francisco Cerundolo, n.39 del ranking, diventa il nono argentino in attività con almeno un titolo all'attivo nel circuito maggiore ATP. Eppure da giovane pochi avrebbero creduto in lui: dopo i conflitti con il padre, celebre coach in Argentina, ha lavorato tanto sulla gestione delle emozioni. A Bastad vince il primo trofeo ATP e festeggia l'ingresso in top 30. All’ultimo atto supera 76(4) 62 Baez nella seconda finale tutta argentina nella storia del torneo. Cerundolo si era iscritto alla facoltà di economia all’università di Buenos Aires che ha frequentato per due anni. Poi è passato alla Universidad de Palermo, ateneo privato di Buenos Aires che gli consente di studiare online.

Fabio Fognini e Simone Bolelli

BOLELLI/FOGNINI, CHE PECCATO
Simone e Fabio si sono fermano a un punto dal titolo nella finale di doppio al “Nordea Open”. Bolelli (n.33 ATP in doppio) e Fognini (n.30 del ranking di specialità), secondi favoriti del seeding, perdono 64 36 1311 contro il brasiliano Rafael Matos (n.38 ATP in doppio) e lo spagnolo David Vega Hernandez (n.39 del ranking di specialità), quarte teste di serie, dopo aver mancato un match point sul 10-9 nel match tie-break. Per i due azzurri - attualmente al nono posto nella "Race to Turin" di doppio - si tratta della terza finale raggiunta quest’anno: hanno vinto il titolo in quella del “500” di Rio de Janeiro, sempre sulla terra, mentre sono stati battuti in quella del “250” sul cemento di Sydney (nell'occasione il 36enne di Budrio ed il 35enne di Arma di Taggia erano tornati a giocare insieme a 16 mesi di distanza dall'ultima volta, Roma 2020). Complessivamente i "Chicchi" hanno raggiunto insieme 11 finali in carriera aggiudicandosi quattro titoli, l'ultimo è il già ricordato trofeo di Rio mentre quello più prestigioso è quello - storico - conquistato sul cemento degli Australian Open del 2015.

Il servizio di Maxime Cressy sull'erba... a volo di gabbiano (Foto Getty Images)

NEWPORT INCORONA CRESSY
Sul Centrale dove è passata la storia dell’aristocratico "lawn tennis", il più vintage dei tennisti moderni festeggia il primo titolo in carriera. L’ultima partita del 2022 sull’erba la vince infatti Maxime Cressy, n.41 ATP, che nella finale dell’”Infosys All of Fame Open” (ATP 250 - montepremi 594.950 dollari) sui prati di Newport batte 26 63 76(3) il kazako Alexander Bublik, n.42 ATP, rimontando da 26 0-3. Game dopo game, il 25enne statunitense di origini francesi (è nato a Parigi) esalta il suo tennis offensivo, nato da una necessità: un problema al gomito di cui inizia a soffrire a 14 anni durante una partita.

"Ho cominciato a fare serve and volley invece di abbandonare il match - ha raccontato al sito dell’ATP -. Mi è piaciuto, mi sono divertito e ho deciso che avrei giocato sempre così". L’abitudine a darsi degli alibi di Bublik emerge anche durante la premiazione. "Hai avuto grande fortuna: punta tutto sul rosso, potresti fare un sacco di soldi", dice. "Mi scuso per essere fortunato", la risposta piccata di Cressy. Una piccola polemica che non adombra il suo giorno di festa.

Lorenzo Musetti con il primo trofeo ATP della carriera conquistato ad Amburgo 2022 (foto Getty Images)

MUSETTI BATTE ALCARAZ E SI PRENDE AMBURGO
Per la prima volta supera le qualificazioni Luca Nardi ma il 18enne pesarese n.169 del ranking, non è troppo fortunato nel sorteggio ed al primo turno del main draw dell’“Hamburg European Open” (ATP 500 - montepremi 1.770.865 euro) sulla terra rossa del Rothenbaum Tennis Stadium di Amburgo, in Germania (impianto dotato di un Centrale con tetto retrattile - per la prima volta combined con un WTA 250) va a sbattere contro lo spagnolo Carreno Busta, n.23 ATP, campione in carica.

Di mestiere e di grinta. Perché quando il tuo tennis va ad intermittenza tutto viene utile. Con più fatica del previsto Fabio Fognini, n.61 ATP, vincitore di questo torneo nel 2013 battendo l’argentino Delbonis (e finalista nel 2015 stoppato da Nadal), supera al tie-break del set decisivo lo sloveno Bedene, n.285 ATP, in gara con il ranking protetto, e firma la vittoria numero 400 nel circuito ATP: è il quattordicesimo tennista in attività a raggiungere questo traguardo, il primo italiano nell’Era Open. Il 35enne di Arma di Taggia esce però di scena al secondo turno, sconfitto in due set dal russo Khachanov, n.26 del ranking e settimo favorito del seeding.

Centro al primo tentativo. Per giunta in un torneo iniziato annullando due match-point. Roba da fantascienza! Impresa favolosa quella compiuta da Lorenzo Musetti che vince il suo primo titolo ATP e si regala anche un “best ranking” a ridosso dei top trenta: sale infatti al n.31 ATP. In una finale “baby” (39 anni in due), la prima in carriera per lui nel circuito maggiore, il 20enne di Carrara, n.62 ATP, batte 64 67(6) 64 lo spagnolo Carlos Alcaraz, n.6 del ranking e primo favorito del seeding, alla sua prima sconfitta in una sfida per il titolo. Il Nex Gen toscano non si lascia deprimere dall’aver fallito ben cinque set-point nel secondo set (due nel decimo gioco ed altri tre nel tie-break, chiuso pure con un doppio fallo): è bravo a “resettare” in avvio di frazione decisiva e nel decimo gioco un nastro tricolore gli regala il sesto match-point, quello buono finalmente, con il 19enne di El Palmar che spedisce fuori il rovescio.

Spazio alle emozioni: “Sono riuscito a farti piangere di gioia finalmente!”, dice rivolgendosi a coach Tartarini che in tribuna gira video per immortalare il momento di gloria del suo pupillo. Quindi la dedicai: “Grazie ai miei genitori che non sono qui e che probabilmente stanno piangendo davanti al televisore. Dedico questo titolo a mia nonna perché se lo merita: le ho fatto rischiare un attacco di cuore!”. Per arrivare al suo primo trofeo ATP Musetti inizia…annullando due match-point all’esordio al serbo Lajovic, n.75 del ranking, tornando a vincere una partita nel circuito maggiore dopo due mesi e mezzo: poi batte in due set il finlandese Ruusuvuori, n.42 ATP, prima di superare nei quarti sempre in due set lo spagnolo Davidovich-Fokina, n.35 ATP, ed in semifinale l’argentino Cerundolo, n.30, ATP. Nella sfida per il titolo il capolavoro contro Alcaraz, che aveva vinto tutte e cinque le finali disputate.

Un'espresione corrucciata di Matteo Berrettini

Tutta la gioia di Caspoer Ruud (foto Getty Images)

GSTAAD: RUUD RIMONTA BERRETTINI
Giornata storta per Lorenzo Sonego, n.60 ATP, che si fa sorprendere in due set dal peruviano Varillas, proveniente dalle qualificazioni, nel primo turno dello “Swiss Open Gstaad” (ATP 250 -montepremi 534.555 euro) sulla terra rossa della Roy Emerson Arena della città elvetica. Esordio convincente, direttamente al secondo turno, invece, per Matteo Berrettini, n.15 del ranking e 2 del seeding, al rientro dopo lo stop per Covid che gli ha impedito di giocare Wimbledon: il 26enne romano supera in due set l francese Gasquet, n.64 ATP, quindi vince in rimonta sullo spagnolo Martinez, n.52 ATP e quinta testa di serie, dopo essere stato a due punti dalla sconfitta (sotto 1-5 nel tie-break del secondo set) e poi la splendida prestazione contro l’austriaco Thiem, n.274 ATP, in gara con il ranking protetto, tornato a giocare una semifinale ATP a 14 mesi e mezzo di distanza dall’ultima volta (Master 10000 di Madrid 2021, stoppato da Zverev).

 

Finale amara per Matteo: un calo di energie sul più bello costa carissimo, soprattutto contro un avversario che se fisicamente non è Superman poco ci manca. In una sfida per il titolo tutta tra “past champion” Berrettini, vincitore dell’edizione del 2018 (primo trofeo della carriera), cede 46 76(4) 62 al norvegese Casper Ruud, n.5 ATP e prima testa di serie, che conferma così il titolo vinto dodici mesi fa. Per il “figlio d’arte” è il terzo trofeo di questo 2022, il nono in carriera. Per l’azzurro la serie positiva si interrompe a 12 partite (miglior striscia in carriera a livello di circuito maggiore), che gli sono valse i titoli sull’erba tedesca e su quella londinese, ma recupera comunque una posizione del ranking (sarà n.14). Sfuma però il terzo titolo consecutivo del 2022 dopo quelli conquistati a Stoccarda ed al Queen’s.

Novak Djokovic

PARADOSSO DJOKOVIC
Nole può giocare Flushing Meadows ma non può entrare negli Stati Uniti. Il serbo figura nell’entry-list dello Slam a stelle e strisce ma, come spiegano gli organizzatori, ogni tennista con una classifica sufficiente - si considera il ranking di 42 giorni prima dell’inizio del torneo - a entrare direttamente nel main draw viene iscritto automaticamente. Djokovic, scivolato al numero 7 del mondo dopo la perdita dei 2000 punti del successo a Wimbledon 2021, non sostituiti da altri visto che il torneo di quest’anno non ha assegnato punti come sanzione per l’esclusione di russi e bielorussi, è dunque nella lista degli iscritti ma al momento non può entrare a New York, e dunque in pratica non può giocare gli US Open.

Umago: il vincitore Jannik Sinner ed il finalista Carlos Alcaraz

AD UMAGO BRILLA SINNER
Prima vittoria in un main draw del circuito maggiore per Giulio Zeppieri al “Plava Laguna Croatia Open” (ATP 250 - montepremi 534.555 euro) sulla terra rossa del Teniski Centar Stella Maris di Umago, in Croazia. Il 20enne romano, n.168 ATP, promosso dalle qualificazioni, batte 6-4 al terzo l’argentino Cachin, n. 90 del ranking. Poi al secondo turno supera ancora in tre set il colombiano Galan, n.99 del ranking (protagonista all’esordio del ko di Fabio Fognini, n.54 ATP e settima testa di serie, vincitore dell’edizione del 2016 e finalista anche nel 2013), e nei quarti si sbarazza in due partite dello spagnolo Zapata Miralles, n.82 ATP, centrando la sua prima semifinale ATP. Dove gioca alla pari contro un avversario di un livello superiore prima di cedere 75 46 63 allo spagnolo Carlos Alcaraz, n.5 del ranking e primo favorito del seeding.

Nella settimana in cui, per la prima volta dal 1987 (Saint Vincent), tre giocatori italiani sono contemporaneamente in semifinale nel singolare la sfida della parte bassa è tutta tricolore. Ad Umago, infatti, anche l’italoargentino Franco Agamenone, n.136 ATP, anche lui passato attraverso le qualificazioni, firma la prima vittoria in un main draw ATP battendo in tre set il serbo Djere, n.77 ATP. Con contento, il tennista nato a Rio Cuarto ma trapiantato a Lecce si ripete eliminando al secondo turno l’ex connazionale Baez, n.32 del ranking e 4 del seeding: quindi nei quarti impartisce una vera e propria “lezione” a Marco Cecchinato, n.151 ATP, qualificato (che al secondo turno aveva rispedito a casa il principe di Amburgo Lorenzo Musetti, n.31 ATP ed ottava testa di serie).

Jannik Sinner fa capire subito agli spagnoli che questa non sarà la loro settimana. Il 20enne di Sesto Pusteria, n.10 del ranking e due del seeding, batte in due all’esordio (direttamente al secondo turno) Munar, n.59 ATP, poi Carballes Baena, n.86, tornando in una semifinale ATP nove mesi dopo Vienna 2021. La semifinale con Agamenone non ha troppa storia e così la sfida per il titolo ad Umago è proprio quella più attesa: il campione in carica Alcaraz sfida Sinner, rivincita dello spettacolare ottavo di finale di Wimbledon vinto dall’azzurro in quattro set. L’esito non cambia, Jannik batte il terzo spagnolo della settimana e si impone in rimonta per 67(5) 61 61, aggiudicandosi pure la Porsche Taycan elettrica che gli organizzatori hanno messo a disposizione per il vincitore.

L’altoatesino è il terzo azzurro nell’albo d’oro, succedendo proprio al campione in carica Alcaraz. Primatista per partite vinte e per finali giocate quest’anno, lo spagnolo stavolta cala alla distanza lasciando intravedere qualche crepa soprattutto caratteriale nella sua condotta di gara. Ma accoglie la sconfitta con sportività, ed incassa complimenti sinceri e non di circostanza da parte di Jannik. La loro rivalità, che potrebbe caratterizzare i prossimi anni, si avvia su binari di pieno rispetto fra due giocatori che condividono la precoce consapevolezza di essere testimonial presenti e futuri di questo sport. "Sono molto contento, è una stagione dura. Ho lavorato con impegno per arrivare ad essere un giocatore migliore", dice Sinner che non difenderà il titolo a Washington. 

Simone Bolelli e Fabio Fognini

IN CROAZIA SORRIDONO ANCHE SIMONE E FABIO
Bolelli e Fognini ci riprovano. Al “Plava Laguna Croatia Open” gli azzurri conquistano il secondo titolo stagionale in doppio. Nella finale del torneo croato - dove undici anni fa hanno conquistato il primo titolo in coppia - sconfiggono 57 76(6) 10-7 il britannico Lloyd Glasspool ed il finlandese Harri Heliovaara dopo aver annullato otto match-point. "E' stato probabilmente il nostro match più pazzo di sempre - dice Bolelli - quando eravamo sotto 0-6 loro hanno sbagliato qualche palla ma noi siamo rimasti concentrati, abbiamo giocato bene. Sono felice di questa vittoria e del secondo titolo a Umago con Fabio". Anche Fognini sottolinea quanto sia stata incredibile la finale: "Abbiamo salvato sei match point di fila nel tiebreak, è lo sport. Grazie a Simone per avermi fatto godere un altro titolo insieme qui a Umago dopo undici anni". Con questo successo i "Chicchi" salgono all’ottavo posto nella Pepperstone ATP Doubles Team Rankings, la classifica basata sui migliori risultati stagionali delle coppie di doppio che determinerà le otto qualificate alle Nitto ATP Finals di Torino.

Roberto Bautista Agut esulta (foto Getty Images)

A KITZBUHEL SI PARLA…SPAGNOLO!
Quando gli dei del tennis sembra che ce l’abbiano con te nulla va per il verso giusto. Così capita che perdi una partita incredibile dopo essere stato avanti 4-0 nel set decisivo. Dopo aver regalato l’inverosimile al tuo avversario. Dopo quello di Gstaad arriva un altro ko al primo turno per Lorenzo Sonego, che esce subito di scena nel “Generali Open” (ATP 250 - montepremi 534.555 euro) sulla terra rossa di Kitzbuhel, in Austria. Il 27enne torinese, n.58 ATP e diventato nona testa di serie, unico azzurro in gara dopo il forfait di Matteo Berrettini, cede 64 36 76(4) allo spagnolo Andujar, n.98 del ranking.

Roberto Bautista Agut non vinceva un titolo sul rosso da Stoccarda 2014: lo spagnolo, n.20 ATP e terza testa di serie, interrompe il digiuno battendo 62 62 la wild card austriaca Filip Misolic, n.205 del ranking, che prima di Kitzbuhel non aveva mai vinto un match di main draw ATP e che ora salirà al n.135. Da parte sua il 34enne di Castellon de la Plana diventa il decimo tennista del suo Paese ad inscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del torneo.

…MA ANCHE ITALIANO
Sventola anche il tricolore sul “Generali Open” grazie al successo in doppio di Lorenzo Sonego e dello spagnolo Pedro Martinez che in finale superano 57 64 10-8 il tedesco Tim Puetz ed il neozelandese Michael Venus, primi favoriti del seeding e attualmente ottavi nella Pepperstone ATP Doubles Team Rankings, la classifica basata sui migliori risultati stagionali delle coppie di doppio e che decreterà i qualificati alle Nitto ATP Finals di Torino. Per Sonego è il secondo trofeo in doppio dopo quello vinto nel 2021 al ”250” di Cagliari in coppia con l'amico di sempre Andrea Vavassori.

Il "ruggito" di Alex De Minaur

Thanasi Kokkinakis e Nik Kyrgios

ATLANTA E’ AUSTRALIA!
Per la prima volta da Bogotà 2014 un torneo ATP si conclude con un trio di vincitori, tra singolo e doppio, tutto australiano. Allora i protagonisti furono Tomic e Guccione/Groth: ad Atlanta, invece, l’en-plein “aussie” lo firmano De Minaur e Kyrgios/Kokkinakis.

Nella finale dell’”Atlanta Open” (ATP 250 - montepremi 708.530 dollari) sul cemento della città della Georgia Alex De Minaur, n.30 del ranking e 3 del seeding, già vincitore dell’edizione del 2019, supera 63 63 lo statunitense Jenson Brooksby, n.43 ATP, e festeggia il sesto titolo in carriera, il primo 14 mesi dopo Eastbourne 2021.

Il dominio australiano è ancora più evidente nella finale di doppio, un derby tutto “aussie” che Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis, si aggiudicano per 76(4) 75 su Jason Kubler e John Peers. Chiamati a disputare semifinale e finale nella stessa giornata, gli "Special K" avevano già vinto un derby in finale agli Australian Open a gennaio. Slam a parte quella di Atlanta è la prima finale tutta australiana in un torneo ATP dalla vittoria di Woodbridge/Woodforde su Arthurs/Stolle ad Amburgo 2000. 

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