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Eventi internazionali

Bye bye 2022, aprile - Tsitsipas si conferma sul trono di Monte-Carlo

Medvedev si opera alla schiena. A Marrakech si rivede Goffin. Per Tsonga arriva il momento di dire basta. Opelka “giganteggia” su Houston. Sinner e Musetti, che spettacolo in Costa Azzurra. E’ Malaga la sede delle Davis Cup Finals. Alcaraz profeta in patria a Barcellona mentre a Belgrado Rublev ferma Djokovic. Svelato il girone di Davis degli azzurri. Rune si “regala” Monaco, Baez vince all’Estoril. Becker finisce dietro le sbarre

di | 21 dicembre 2022

Daniil Medvedev (foto Getty Images)

Medvedev, n.2 del ranking, rischia di saltare una parte significativa della stagione sulla terra. Dopo la sconfitta contro Hurkacz nei quarti a Miami, che gli ha impedito di riprendersi lo scettro mondiale, il russo annuncia di doversi operare alla schiena: “Negli ultimi mesi ho giocato con una piccola ernia - scrive sui social network - e con il mio team abbiamo deciso di ricorrere a un piccolo intervento per risolvere il problema. Starò probabilmente fuori per uno o due mesi e lavorerò duro per tornare presto in campo”. Forse in tempo per il Roland Garros. Nei giorni successivi Daniil posta una foto dalla sua stanza d’ospedale, in cui lo si vede guardare la sfida di Premier League tra Liverpool e Watford sullo schermo del pc poggiato accanto al letto.

IL PUGNO DURO DI GAUDENZI
Dopo le intemperanze di Zverer ad Acapulco e di Kyrgios a Indian Wells e Miami, il presidente dell’ATP annuncia che è stata chiesta agli arbitri più severità e avviata una revisione del Codice di condotta per adeguare le sanzioni e sanzionare più severamente i recidivi. Arbitri, giudici arbitro e supervisor infliggeranno punizioni più severe per la cattiva condotta in campo: l’ATP con una nota interna, divulgata dall’agenzia Reuters, avverte i giocatori mentre l’associazione che gestisce il circuito professionistico sta rivedendo le linee guida per evitare che certi episodi si ripetano. “Con effetto immediato, con l’avvio della stagione sulla terra, il team arbitrale dell’ATP è stata invitato a prendere posizioni più severe nel giudicare le violazioni del Codice di condotta”, afferma nella nota Andrea Gaudenzi. “Inoltre stiamo anche effettuando una revisione del Codice, nonché dei processi disciplinari, per garantire che siano previste sanzioni adeguate e aggiornate per violazioni gravi e in caso di recidività”.

David Goffin

A MARRAKECH SI RIVEDE GOFFIN
Cecchinato e Travaglia subito fuori nel “Grand Prix Hassan II” (ATP 250 - montepremi 534.555 euro) sulla terra rossa di Marrakech, in Marocco. Il 29enne palermitano, n.97 ATP, cede in due set allo spagnolo Carballes Baena, n.79 del ranking: il 30enne di Ascoli Piceno, n.112 ATP in tabellone come “alternate”, raccoglie solo quattro giochi con lo slovacco Molcan, n.65 del ranking. Musetti, invece, si spinge fino ai quarti: il 20enne di Carrara, n.82 ATP, dopo aver eliminato in due set lo spagnolo Ramos Vinolas, n.33 ATP e quarta testa di serie, e battuto 6-3 al terzo l’altro spagnolo Taberner, n.96 ATP, cede 63 62 al serbo Laslo Djere, n.55 del ranking ed ottavo favorito del seeding. Brutta partita giocata dal Next Gen toscano, su un campo pessimo (ma lo era per entrambi), troppo discontinuo per impensierire il solidissimo serbo.

David Goffin aspetta questo momento da oltre un anno: il belga, attuale n.74 del ranking ma n.7 nella sua stagione migliore, il 2017 in cui ha raggiunto l’ultimo atto alle Nitto ATP Finals, torna a vincere un titolo ATP per la prima volta da Montpellier 2021. A Marrakech il 31enne di Rocourt conquista il sesto trofeo in carriera, il secondo sul “rosso” dopo Kitzbuhel 2014: in finale riscatta la sconfitta di Melbourne, nella prima settimana della stagione, contro lo slovacco Alex Molcan, n.65 ATP, anche se per riuscirci deve recuperare un set e un break di svantaggio prima di imporsi 36 63 63 e aggiudicarsi l’edizione 2022 del Grand Prix Hassan II.

Jo-Wilfried Tsonga (foto Getty Images)

TSONGA ANNUNCIA IL RITIRO
“Il mio fisico non è più all'altezza e le mie priorità sono cambiate”, confessa a L’Equipe uno dei sei francesi capaci di raggiungere la top 5 della classifica ATP nell’Era Open (gli altri sono Noah, Leconte, Forget, Pioline e Grosjean). Dice basta Tsonga: il campione di Le Mans, che compirà 37 anni il prossimo 17 aprile, decide il palcoscenico del suo addio. Vuole giocare ancora una volta al Roland Garros, poi calerà il sipario su uno dei quattro moschettieri del tennis francese degli anni Duemila (Monfils, Gasquet e Simon gli altri). Attuale n.220 ATP, del mondo oggi, Jo-Wilfried ha bisogno di una wild card per entrare in tabellone a Parigi. Ma dopo questo annuncio, l’invito appare praticamente scontato.

Amatissimo dal pubblico di casa, ha conquistato davanti ai suoi tifosi 10 dei suoi 18 trofei: ha vinto quattro volte a Metz, tre a Marsiglia, una a Lione, Montpellier e Parigi-Bercy, dove centrato il suo primo Masters 1000 in carriera, il più prestigioso dei suoi trionfi (ne seguirà un secondo, a Toronto 2014, torneo memorabile in cui batte Djokovic, Federer e Murray). Amante dei grandi palcoscenici, capace di esaltarsi contro i più forti, Tsonga è uno dei tre giocatori (insieme a Del Potro e Murray) ad aver sconfitto almeno una volta tutti i Fab 3 - Djokovic, Federer e Nadal - quando occupavano la posizione di numero uno nel ranking ATP.

Matteo Berrettini con il gesso

BERRETTINI, SI ALLUNGANO I TEMPI DI RECUPERO
Matteo starà fuori per un altro mese e mezzo: “Il mio team ed io abbiamo deciso di non forzare i tempi di recupero. Sono quindi costretto a ritirarmi dai tornei di Monte-Carlo, Madrid e Roma, concedendomi il tempo necessario per raggiungere la forma migliore”, posta su Instagram. Il numero uno d’Italia sottolinea quanto saltare i tre Masters 1000 sul “rosso”, e soprattutto il torneo di casa a Roma, sia una “decisione estremamente difficile…ma quella giusta per poter tornare ai massimi livelli”. Berrettini perderà così 1.140 punti in classifica: i 600 della finale di Madrid 2021, la sua prima in un “1000”, i 250 della vittoria a Belgrado più altri 190 accumulati nei tornei di Budapest, Monaco e Roma. E questo potrebbe portarlo fuori dalla top ten per la prima volta dal 28 ottobre 2019, la prima settimana del romano fra i primi dieci del mondo.

La stretta di mano tra Reilly Opelka e John Isner

HOUSTON E’ TERRA DI GIGANTI
Reilly Opelka (211 centimetri), vince la finale più “alta” nel circuito ATP, che assegna il trofeo del “Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s ClayCourt Championships” (ATP 250 - 594.950 dollari di montepremi) sulla terra di Houston. Il 24enne di St. Joseph, Michigan, n.18 del ranking e terzo favorito del seeding, batte 63 76(7) John Isner (208 centimetri), n.27 ATP e quarta testa di serie, in un derby tutto a stelle e strisce. “Lo ammiravo da bambino, mi piaceva anche prima che ci incontrassimo - dice Opelka durante la cerimonia di premiazione - e adesso che ci conosciamo mi piace ancora di più. E’ stato un modello per me ma anche per Fritz, Tiafoe e Paul”. Nonostante le 13 palle break complessive nel corso del match, solo un game è andato al giocatore in risposta, l’ottavo del primo set: un momento decisivo nell'indirizzare la finale e a suo modo significativo nella storia di questa particolare rivalità tra “macchine da servizio”, come scherzosamente si definiscono.

MONTE-CARLO E’ TANTO ITALIANA
Governa il vento della Costa Azzurra da provetto marinaio Lorenzo Sonego. E proprio lì, dove nel 2019 ha raggiunto il suo primo quarto di finale in un “1000”, per giunta partendo dalle qualificazioni, il 26enne torinese, n.26 del ranking e 16 del seeding, supera in due set il bielorusso Ivashka, n.44 ATP, nel primo turno del “Rolex Monte-Carlo Masters”, terzo Masters 1000 stagionale dotato di un montepremi di 5.415.410 euro, sulla terra rossa del Country Club di Monte-Carlo, nel Principato di Monaco. Purtroppo al secondo turno “Sonny” va a sbattere contro il serbo Djere, n.62 del ranking, semifinalista a Marrakech. Secondo turno fatale anche Fabio Fognini: il 34enne di Arma di Taggia, n.32 ATP, trionfatore nell’edizione del 2019, dopo aver superato in tre set il francese Rinderknech, n.59 del ranking, raccoglie solo tre game con il campione in carica, il greco Tsitsipas, n.5 del ranking e 3 del seeding.

Dà spettacolo Lorenzo Musetti, muovendosi disinvoltamente tra creatività e follia. Il 20enne di Carrara, n.83 ATP, supera prima il francese Paire, n.61 del ranking, quindi elimina il canadese Auger-Aliasime, n.9 del ranking e 6 del seeding: la sua corsa termina negli ottavi - i secondi in un “1000” per il Next Gen toscano - contro l’argentino Schwartzman, n.16 del ranking e 12 del seeding (26 64 63 lo score), peraltro tenuto in scacco per un’ora abbondante.

Lorenzo Musetti esulta (foto Getty Images)

Un rovescio tagliato di Jannik Sinner (foto Getty Images)

Ancora più bravo Jannik Sinner. Il 20enne di Sesto Pusteria, n.12 ATP e nona testa di serie, si impone all’esordio sul croato Coric, n.198 ATP (in gara con il ranking protetto), rientrato ad Indian Wells dopo un anno di stop per l’infortunio alla spalla, poi batte il finlandese Ruusuvuori, n.81 ATP, promosso dalle qualificazioni: quindi negli ottavi si impone in rimonta sul russo Rublev, n.8 del ranking e 5 del seeding, finalista nel 2021. Dopo i primi due match l’altoatesino sa che deve alzare il livello del suo tennis e ci riesce, nonostante il dolore per la vescica al piede destro che continua a tormentarlo. Nei quarti, però, contro il tedesco “Sascha” Zverev, n.3 del ranking e secondo favorito del seeding, non basta e Sinner esce sconfitto con il punteggio di 57 63 76(5) dopo oltre tre ore di battaglia. Per Jannik resta la soddisfazione di essere stato l’undicesimo azzurro ad aver raggiunto i quarti a Monte-Carlo nell’Era Open dopo Panatta (6 volte), Fognini e Barazzutti (3), Mulligan e Volandri (2), Pietrangeli, Cancellotti, Pistolesi, Gaudenzi e Sonego (1).

QUANTI CAMPIONI IN COSTA AZZURRA
Sono sette i top ten al via: all’appello mancano il russo Medvedev (n.2 ATP), convalescente dopo l’operazione alla schiena, lo spagnolo Nadal (n.4 ATP), recordman con 11 trofei, alle prese con un problema alle costole, e Berrettini (n.6 ATP), convalescente dopo l’operazione alla mano destra. A guidare il seeding è il serbo Djokovic, da poco ritornato sul trono mondiale: il 34enne di Belgrado, a segno nel 2013 e nel 2015 (ed ancora finalista nel 2012 e nel 2009), per la nota questione-vaccini ha giocato solo a Dubai, battuto nei quarti dal ceco Vesely. Nole precede il tedesco Zverev (n.3 ATP), il greco Tsitsipas (n.5 ATP), campione in carica, il norvegese Ruud (n.7 ATP), il russo Rublev (n.8 ATP), il canadese Auger-Aliassime (n.9 ATP), il britannico Norrie (n.10 ATP) e lo spagnolo Alcaraz (n.8 ATP). Tra i “past champion” c’è lo svizzero Wawrinka, n.236 del ranking dopo il lungo stop per l’infortunio al piede sinistro, in tabellone grazie ad una wild card, vincitore nel 2014 (superando Federer in finale).

Djokovic esce subito per mano dello spagnolo Davidovich Fokina, n.46 ATP, lo scorso anno capace di raggiungere i quarti nel Principato: il serbo non perdeva all’esordio in un “1000” da Miami 2018 (contro Paire). Primo match fatale, invece, per l’altro spagnolo, il vincitore di Miami Alcaraz, battuto in tre set dallo statunitense “figlio d’arte” Sebastian Korda, n.42 ATP, più a suo agio con il vento della Costa Azzurra.

Hanno un sogno in comune Tsitsipas e Zverev, quello di prendere il posto dei Fab 3 una volta per tutte. Da cinque anni si incontrano almeno una volta per stagione: la loro rivalità, fatta di antipatie dichiarate e palesi incompatibilità caratteriali, si rinnova nella semifinale di Monte-Carlo. La spunta il greco, che non ha bisogno nemmeno di strafare per chiudere 64 62 e firmare la settima vittoria in dieci confronti diretti. L’avversario di Stefanos in finale è quel Davidovich Fokina che non si accontenta dello “scalpo” di Nole ma supera pure Goffin (n.47 ATP), Fritz (n.13 ATP) e Dimitrov (n.29 ATP). Alejando è quello che nel torneo ha ottenuto più break di tutti e grazie ai punti della finale nel “1000” monegasco - la prima in carriera a livello ATP - si garantisce l’ingresso in top 30 per la prima volta in carriera (n.27).

Stefanos Tsitsipas abbraccia il suo secondo trofeo conquistato a Monte-Carlo (foto Getty Images)

STEFANOS SI CONFERMA…PRINCIPE!
Bello, biondo e vincente. Tsitsipas conquista per il secondo anno di fila il trofeo di Monte-Carlo: in finale il greco, n.5 del ranking e 3 del seeding, batte 63 76(3) lo spagnolo Davidovich-Fokina, n.46 ATP. Per Stefanos 21 vincenti contro 11 gratuiti: 21 contro 27 il bilancio di Alejandro. “Sono contento di come ho giocato soprattutto quando lui è rientrato: sono rimasto solido e concentrato contro un avversario che è davvero forte” - commenta a caldo il 23enne di Atene che poi si lascia andare ai ricordi - “forse pochi sanno che questo è il primo torneo al quale ho assistito quando avevo solo 6 anni e mai avrei immaginato di essere qui oggi con il trofeo in mano, e per la seconda volta”.

Per Tsitsipas quello di Monte-Carlo è l’ottavo trofeo vinto in 19 finali disputate, il primo undici mesi dopo quello vinto a Lione a maggio 2021, il secondo in un “1000” dopo quello conquistato sempre nel Principato lo scorso anno. In questa stagione Stefanos aveva già giocato una finale, nel “500” di Rotterdam, perdendo contro il canadese Auger-Aliassime. Il ranking del greco non cambia: resta in quinta posizione, lui che vanta un “best ranking” di n.3 firmato ad agosto 2021.

LE FINALS DI DAVIS A MALAGA
Sarà la città dell’Andalusia ad ospitare la fase finale delle Davis Cup by Rakuten Finals: lo rendono noto l’International Tennis Federation (ITF) e Kosmos Tennis. Quarti, semifinali e finale si giocheranno dal 22 al 27 novembre, sul veloce indoor del Palacio de Deportes José María Martín Carpena. Inizialmente Malaga era stata individuata come sede di uno dei quattro gironi - in programma dal 14 al 18 settembre - insieme a Bologna, Glasgow ed Amburgo che ospiteranno rispettivamente il gruppo dell'Italia, della Gran Bretagna e della Germania. Proprio la città andalusa doveva ospitare il girone della Spagna: si aprono le candidature per la quarta sede dei gironi.

Carlos Alcaraz con il trofeo conquistato a Barcellona (foto Getty Images)

BARCELLONA: ALCARAZ E’ TOP TEN
Sia Lorenzo Musetti che Lorenzo Sonego centrano gli ottavi al “Barcelona Open Banc Sabadell” (ATP 500 - montepremi 2.681.825 euro) sulla terra rossa del Real Club de Tenis Barcelona-1899, il più antico circolo della capitale della Catalogna. Il 20enne di Carrara, n.68 del ranking, supera all’esordio l’argentino Baez, n.60 ATP, elimina il britannico Evans, n.36 ATP e 12esima testa di serie, prima di cedere 64 75 ad un altro argentino, Schwartzman, n.15 del ranking e 6 del seeding, che lo aveva stoppato anche negli ottavi del “1000” di Monte-Carlo (recuperando un set ed un break di svantaggio). Il 26enne di Torino, n.28 del ranking e 11esima testa di serie, dopo l’esordio vincente - al secondo turno -contro lo svedese Elias Ymer, n.135 ATP, proveniente dalle qualificazioni, cede in tre set allo spagnolo Carreno Busta, n.19 del ranking ed 8 del seeding.

Il 25 aprile 2005 Nadal è entrato per la prima volta in top ten e non ne è più uscito. Esattamente 17 anni dopo, il 25 aprile 2022, ad Alcaraz si spalancheranno le porte dell’élite mondiale. La certezza matematica gliela dà il successo in tre set nei quarti contro Tsitsipas, il greco n.5 del ranking e primo favorito del seeding catalano, battuto per la terza volta in altrettante sfide.

Carlos Alcaraz festeggia con il tradizionale tuffo in piscina (foto Getty Images)

Carlos ha mille vite e risorse inattese, e soprattutto non si accontenta mai: ribalta una semifinale quasi nella quale annulla un match-point al miglior De Minaur (l’australiano n.25 ATP e decima testa di serie) mai visto su terra battuta e poche ore dopo è di nuovo in campo per giocarsi il titolo (la pioggia la fa da protagonista per tutta la settimana). Sul Centrale intitolato a Rafa Nadal, in una finale tutta spagnola Alcaraz supera 64 62, a suon di vincenti e palle-corte, Carreno Busta, suo regolare compagno di allenamento. Per Carlos è il terzo titolo del 2022, il modo migliore per celebrare il debutto in top ten. “Vincere qui significa tantissimo per me - dice -. Guardavo questo torneo quando ero piccolo, naturalmente sognavo un giorno di poterlo giocare e di vincerlo. Sono davvero felice di unirmi a una lista di grandi campioni spagnoli. Mi hanno insegnato che le finali non si giocano, si vincono…".

Andrey Rublev in azione (foto Getty Images)

A BELGRADO SI PARLA…RUSSO
Settimana da protagonista per Fabio Fognini in quel di Belgrado dove raggiunge le semifinali del “Serbia Open” (ATP 250 - montepremi 534.555) sulla terra rossa del Novak Tennis Center (l’impianto dove si allena regolarmente il numero uno del mondo). Il 34enne di Arma di Taggia, n.62 del ranking e sesta testa di serie, si aggiudica in rimonta il derby tricolore contro Marco Cecchinato, n.108 ATP, lascia cinque giochi allo sloveno Bedene, n.164 ATP, in gara con il ranking protetto, e sempre in due set supera anche il tedesco Otte, n.67 ATP: in semifinale, però, il ligure va a sbattere contro il russo Rublev, n.8 ATP e secondo favorito del seeding (62 62 il punteggio in favore del 24enne di Mosca). Grazie ai punti conquistati nella capitale serba Fabio si garantisce il ritorno nella top 50 del ranking ATP.

Il “padrone di casa” Novak Djokovic, numero uno del mondo, è il principale favorito ma fa una fatica del diavolo ad approdare alla sfida per il titolo: il 34enne di Belgrado lascia un set ai connazionali Djere, n.50 ATP, e Kecmanovic, n.38 ATP e settima testa di serie, ed in semifinale anche al russo Khachanov, n.26 ATP e terzo favorito del tabellone. Resta in campo quasi otto ore Nole, ma dopo oltre cinque mesi (Parigi-Bercy 2021) è di nuovo all’ultimo atto in un ATP, seppure un “250”, in una stagione finora ridotta a tre tornei disputati a causa della sua ferma volontà di non vaccinarsi contro il COVID-19. Ma il trofeo di Belgrado stavolta gli sfugge (aveva trionfato nel 2009 e nel 2011): la fatica sul più bello si fa sentire e Rublev s’impone 62 67(4) 60 sull’idolo di casa, festeggiando il terzo titolo del 2022 dopo Dubai e Marsiglia, l’undicesimo in carriera. Con la ciliegina della prima vittoria contro un numero uno del mondo.

Rafael Nadal (foto Getty Images)

RAFA DA RECORD
La constatazione lascia a bocca aperta anche gli addetti ai lavori più avvezzi a maneggiare i numeri: con il ranking ATP pubblicato lunedì 25 Nadal, attuale n.4 del ranking, è ufficialmente in top ten da 17 anni di fila. Lo sottolinea il guru della “match-analysis” Craig O’Shannessy, aggiungendo un dato statistico: il mancino di Manacor è il giocatore che ha la miglior percentuale di punti vinti durante le 1.258 partite giocate (1048 vittorie, 210 sconfitte), il 54,54% dei “quindici” disputati. Il totale di questi singoli punti supera quota 100.000. Semplicemente incredibile.

FEDERER RIENTRERA’ A BASILEA
Roger tornerà a giocare il torneo di casa, lo Swiss Indoors di Basilea. “Si è ufficialmente iscritto e comparirà nell'entry list con il ranking protetto di numero 9 - comunicano gli organizzatori -, e disputerà il suo match d'esordio il 25 ottobre”. Al momento, quindi, il “500” elvetico sarà il primo torneo ATP che vedrà in campo il 20 volte campione Slam dopo la sconfitta contro Hurkacz nei quarti a Wimbledon 2021, preceduto dal suo atteso ritorno in Laver Cup, in settembre a Londra. Nelle ultime settimane Federer sta postando foto e video dei suoi allenamenti dopo la terza operazione al ginocchio in meno di due anni (“King Roger” ha giocato solo cinque tornei ATP da febbraio 2020). Il suo ultimo titolo, il numero 103 di una carriera da leggenda, risale proprio al suo decimo successo a Basilea nel 2019. Considerato che il torneo non si è disputato nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia, Federer si ripresenta quindi da campione in carica. 

DAVIS CUP: SVELATO IL GIRONE DEGLI AZURRI
Sono Croazia, Argentina e Svezia le avversarie dell’Italia, inserita nel Gruppo A delle Davis Cup by Rakuten Finals. Gli azzurri di capitan Volandri saranno impegnati all’Unipol Arena di Bologna (14-18 settembre). Il sorteggio della fase a gironi si è svolto a Malaga, sede della fase finale dell’evento, ad eliminazione diretta, con quarti, semifinali e finale dal 22 al 27 novembre. Le sfide dei quattro gruppi saranno ospitate in quattro città diverse: Valencia, che prende il posto di Malaga (Gruppo B: Spagna, Canada, Serbia, Repubblica Ceca); Amburgo (Gruppo C: Francia, Germania, Belgio, Australia); Glasgow (Gruppo D: Stati Uniti, Gran Bretagna, Kazakhstan, Olanda).

IL TROFEO DI MONACO, CHE REGALO DI COMPLEANNO!
A due giorni dal diciannovesimo compleanno, Holger Rune, n.70 ATP, si regala la prima vittoria in carriera contro un top venti. Fa rumore, anche per il punteggio: un 63 62 a “Sascha” Zverev, primo favorito del seeding, nel secondo turno del “BMW Open” (ATP 250 - montepremi 534.555 euro) sul “rosso” di Monaco di Baviera, ottenuto anche grazie al 47% di punti vinti in risposta contro la prima di servizio del tedesco. “Mi sono divertito - dice il giovane danese -. Zverev è numero 3 del mondo, sta giocando un tennis incredibile. Lo rispetto moltissimo e non credevo di poter vincere con un punteggio simile. Ma il match è stato duro, soprattutto nel primo set quando ci sono stati molti scambi lunghi. Ho cercato di offrire al pubblico una grande partita: sono soddisfatto”. Anche la seconda testa di serie, il norvegese Casper Ruud, n.7 ATP, fa poca strada cedendo nei quarti all’olandese Van de Zandschulp, n.40 del ranking ed 8 del seeding, che lo aveva battuto anche al secondo turno degli Us Open 2021.

Tutta la grinta di Holger Rune (foto Getty Images)

In semifinale il 18enne di Gentofte supera il tedesco Otte, n.82 ATP, altra sorpresa della settimana, mentre il 26enne di Wageningen batte in rimonta il serbo Kecmanovic, n.38 ATP e settima testa di serie, protagonista di un grande inizio di stagione con i quarti a Indian Wells e Miami. Una finale interrotta anzitempo non è il modo migliore per finire un torneo, ma resta pur sempre il tuo primo trofeo ATP in carriera: Rune conquista Monaco di Baviera anche se la sfida per il titolo contro Van de Zandschulp dura appena sette game (3-4 rit.). Nei primi game l’olandese mostra un ottimo tennis, poi però lascia il campo per un trattamento medico: uscendo indica il cuore e questo spiega la durata molto lunga del “medical time out”. Il ragazzone di Wageningen, primo olandese in una finale ATP dal 2016, resta fuori oltre un quarto d’ora e quando rientra il suo “body language” è molto negativo. Prova a giocare un paio di punti, ma non ce la fa.  Così Holger si fa un ulteriore regalo di compleanno e diventa il più giovane campione di Monaco dai tempi dell’argentino Perez Roldan (1988). E si garantisce l’ingresso in top 50 per la prima volta.

Sebastian Baez colpisce di rovescio

ESTORIL: BAEZ, WHY NOT?
Per tutta la settimana Sebastian Baez scrive sull’obiettivo della telecamera, match dopo match, “Perché non io”. Al “Millennium Estoril Open” (ATP 250 - montepremi 534.555 euro) sulla terra rossa portoghese, il 21enne di Buenos Aires, n.59 del ranking, mette in fila il “padrone di casa” Sousa, n.83 ATP (wild card), vincitore nel 2018, il croato Cilic, n.23 del ranking e 3 del seeding, il francese Gasquet, n.80 ATP, a segno nel 2015, e lo spagnolo Ramos-Vinolas, n.31 ATP e sesta testa di serie nonché campione in carica. In finale, la seconda per lui in carriera a livello ATP, Baez si impone 63 62 sullo statunitense Frances Tiafoe, n.29 del ranking e quinto favorito del seeding, per la seconda volta battuto in terra portoghese ad un soffio dal trofeo (gli era già accaduto nel 2018). Sebastian mostra una maturità decisamente maggiore rispetto a quanto visto a Santiago, nella sua prima finale ATP persa contro lo spagnolo Martinez. Grazie a questo risultato entra per la prima volta in top 40: è il terzo miglior argentino in classifica dietro Schwartzman (n.15) e Delbonis (n.37). Baez è il sesto giocatore a festeggiare il primo titolo ATP nel 2022 dopo Kokkinakis, Bublik, Auger-Aliassime, Martinez e Rune. 

Boris Becker

BECKER DIETRO LE SBARRE
Come si fa a finire sul lastrico dopo aver guadagnato almeno 130 milioni dollari? Come si può essere condannati a due anni e mezzo di prigione per bancarotta dopo essere stati un’icona dello sport tedesco? Boris Becker riesce anche in quest’impresa, dopo aver stupito il mondo aggiudicandosi Wimbledon a 17 anni (1985) - tuttora il più giovane di sempre -, arrivando a gennaio 1991 al numero uno del mondo e collezionando 49 titoli, compresi 6 Slam. Solo perché è un fenomeno dall’illustre passato e - secondo il suo legale - completamente sul lastrico, senza più possibilità di garantirsi altri introiti in futuro vista la sua reputazione distrutta, riesce con un altro dei suoi acrobatici tuffi ad ottenere una riduzione della pena di cinque anni, dai 7 originari.

Riconosciuto colpevole (l’8 aprile) a “Bum Bum” vengono comminati 30 mesi di reclusione dal giudice di Southwark, vicino a London Bridge. Probabilmente si ridurranno della metà ma non potrà scontarli ai domiciliari bensì in prigione. Becker è condannato per 4 dei 24 capi d’imputazione per cui era finito sotto processo. Il 54enne campione avrebbe trasferito enormi quantità di denaro dal suo conto aziendale, non dichiarando una villa di proprietà in Germania e nascondendo 900mila euro di debiti e azioni di una società. Il debito complessivo ufficiale di Becker è di circa 3 milioni di euro ma già nel 2017 si era dichiarato insolvente a fronte di 50milioni di debiti dei creditori ed aveva annunciato la vendita dei suoi trofei più importanti (è stato anche accusato dal tribunale di averli nascosti ai creditori).

INCOGNITA PARIGI PER MATTEO
Berrettini non scioglie la riserva sulla sua presenza al Roland Garros: “Non ho ancora deciso, ma al momento è più no che sì”, dice durante un evento nella sede milanese della RedBull. Il numero uno azzurro deve già rinunciare ai tre Masters 1000 sul rosso - Monte-Carlo, Madrid e gli Internazionali BNL d'Italia, il torneo di casa sua - dopo l’intervento alla mano a cui si è sottoposto a fine marzo. “La riabilitazione - spiega Matteo - procede secondo i programmi”, ma il romano non vuole rischiare rientrando prima del tempo. Probabilmente lo si vedrà di nuovo in campo per la stagione sull’erba, e l’obiettivo è già puntato dritto su Wimbledon: “L’anno scorso ho preso il palo perdendo in finale, la prossima volta spero di segnare”.

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