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Eventi internazionali

Bye bye 2022, agosto - Halep si riprende la top ten (Toronto), Garcia la scena (Cincinnati)

Kasatkina si prende San Jose e la top ten, Samsonova torna al successo a Washington. A Toronto inizia il farewell tour di Serena. E sul cemento canadese Haddad Maia è da record fino alla finale. A “Cincy” si rivede Kvitova, bravissima fino alla sfida per il titolo. Daria fa il bis del mese a Cleveland: Ludmilla a1 Granby. Il tennis gioca per la pace e per l’Ucraina. Cocciaretto conquista un posto in tabellone agli Us Open

di | 25 dicembre 2022

Daria Kasatkina (foto Getty Images)

Ci prova fino all’ultimo nonostante quasi nulla giri per il verso giusto. Ma non basta e Camila Giorgi esce subito di scena nel “Mubadala Silicon Valley Classic” (WTA 500 - montepremi 757.900 dollari) sui campi in cemento di San Jose, in California (Stati Uniti). La 30enne di Macerata, n.29 del ranking, cede 76(2) 46 75 alla russa Kudermetova, n.19 WTA, promossa nona testa di serie a seguito del forfait della spagnola Muguruza, n.8 WTA e quinta favorita del seeding, inizialmente sorteggiata contro l’azzurra. Camila chiude con 53 gratuiti a fronte di 27 vincenti ma nonostante tutto non è così lontana dal portare a casa la partita. Una sconfitta difficile da digerire soprattutto in prospettiva: per Giorgi si avvicina infatti una cambiale pesantissima, la vittoria nel “1000” di Montreal 2021 (quest’anno il Canada Open si gioca a Toronto). 

Daria Kasatkina, n.12 del ranking e 7 del seeding, in questo 2022 semifinalista sia agli Internazionali d’Italia che al Roland Garros, torna nei quarti a San Jose per il secondo anno consecutivo: in prima fila, durante le vittorie contro la campionessa di Wimbledon, la kazaka Rybakina, n.23 WTA, e la statunitense Townsend, n.316 WTA, in gara con il ranking protetto al rientro dopo la pausa per maternità, c’è sempre la sua fidanzata, la pattinatrice di figura Natalia Zabilako. “Mi sento più libera e felice - dice la 25enne di Togliatty - che ha fatto di recente coming out rivelando la sua omosessualità -. Non so come funzionano i filtri dei social media, ma ho avuto solo messaggi belli, non solo dall’Occidente ma anche dalla Russia. E’ importante non solo per me, penso abbia aiutato anche altre persone”.

Amanda Anisimova

Cori Gauff

AMANDA E “COCO”, CHE SPETTACOLO!
Tra le migliori otto ci sono anche le statunitensi Anisimova e Gauff. Amanda, n.22 WTA, che per la prima volta in carriera batte la ceca Karolina Pliskova, n.15 WTA ed ottava testa di serie, rimontando set e break e bissando i quarti del 2019. “Coco”, n.11 del ranking e 3 del seeding, nella sessione serale, la sua preferita, regola in due set (64 64) Naomi Osaka, n.41 WTA: l’americana mette a segno 19 vincenti ma la giapponese nel secondo set prova a risalire da 1-5 ed annulla ben 7 match-point prima di arrendersi.

A stoppare Gauff, che commette due doppi falli negli ultimi due punti del tie-break, è Badosa, n.4 WTA e seconda testa di serie, che raggiunge così (76 62) la quarta semifinale stagionale. La spagnola però va a sbattere contro Kasatkina, che piega in rimonta la bielorussa Sabalenka, n.6 del ranking e 4 del seeding, con tanto di “bagel” finale, e poi liquida in due set anche Paula, centrando per la seconda volta di fila la finale. Nell’altra semifinale di fronte l’altra russa Kudermetova, n.19 del ranking e 9 del seeding, e la statunitense Rogers, n.45 WTA, protagoniste rispettivamente dei successi sulla tunisina Jabeur, n.5 WTA e terza testa di serie, e sulla statunitense Anisimova. E’ incontenibile Shelby questa settimana: elimina Andreescu, n.3 WTA, Sakkari, n.54 WTA e prima testa di serie del torneo, Anisimova e poi anche Kudermetova e raggiunge la prima finale WTA in sei anni senza perdere un set (e senza mai cedere più di quattro game per set).

Daria Kasatkina con il trofeo di San Jose 2022 (foto Getty Images)

KASATKINA FA 200 A SAN JOSE
Rogers, però, non ce la fa a coronare quella che sembrava la sua settimana perfetta: in finale la 29enne di Mount Pleasant deve inchinarsi allo stato di grazia di Kasatkina, che conquista in California il suo quinto titolo in carriera imponendosi 67 (2) 61 62. Con questo successo Daria fa 200 in termini di partite vinte nel tour maggiore, 32 solo in questa stagione: meglio di lei nel 2022 solo la n.1 del mondo Swiatek e la tunisina Jabeur. Ma soprattutto si regala il ritorno nell’élite mondiale con “best Ranking” annesso (n.9 WTA).

AZZURRE A NEW YORK
Pubblicate le entry list degli US Open 2022 per quanto riguarda il singolare femminile. L’ultimo Slam dell’anno vedrà in tabellone quattro giocatrici italiane: Martina Trevisan, n.24 WTA, che proprio un anno fa a Flushing Meadows ha ottenuto battendo all’esordio Coco Vandeweghe la sua prima vittoria sul cemento nel tour maggiore (stoppata poi da Belinda Bencic), Camila Giorgi, n.29 WTA, Jasmine Paolini, n.56 WTA, e Lucia Bronzetti, n.65 WTA. 

Tre invece le italiane nelle qualificazioni: Elisabetta Cocciaretto, n.105 WTA, all’esordio a New York, Sara Errani, n.120 WTA (semifinalista nell’edizione del 2012), e Lucrezia Stefanini, n.192 WTA.

SAMSONOVA FIRMA WASHINGTON
Quando il tabellone si allinea ai quarti c’è già una prima certezza: al “Citi Open” (WTA 250 - montepremi 251.750 dollari) sul cemento di Washington ci sarà una nuova campionessa: la statunitense Pegula, n.7 del ranking e prima testa di serie, trionfatrice nel 2021, esce di scena negli ottavi per mano dell’australiana Gavrilova-Saville, n.88 WTA. Daria, top 20 nel 2017 prima che una serie di infortuni rallentassero la sua carriera, ha saltato quasi tutto il 2021 per le conseguenze di un’operazione al tendine d’Achille.

Emma Raducanu (foto Getty Images)

Una vittoria da record in una giornata dalle condizioni estreme: Raducanu, n.10 del ranking e 2 del seeding, centra i quarti grazie ad un doppio tie-break vinto contro la colombiana Osorio, n.67 WTA, in un match/maratona dove entrambe chiedono medical time out per problemi di vesciche. Emma è entrata nel periodo decisivo della sua stagione visto che agli US Open rimetterà in gioco più della metà del suo bottino di punti in classifica (scadranno infatti i 2000 punti del titolo vinto a Flushing Meadows nel 2021). Poi però nei quarti la teen-ager britannica cede alla russa Samsonova, n.60 WTA, che coglie la seconda vittoria in carriera contro una top ten centrando le semifinali.

Liudmila Samsonova colpisce di diritto (foto Getty Images)

Un sogno per due: sono Samsonova e Kanepi a contendersi il trofeo. La russa, cresciuta in Italia, e l’estone, n.37 WTA, nei quarti in tutti i quattro Slam non perdono tempo: in semifinale Ljudmila lascia solo due giochi alla lucky loser cinese Wang Xiyu, n.95 WTA, Kaia quattro a all’australiana Gavrilova-Saville, n.88 del ranking. Ed è la russa a confermarsi freddissima nelle sfide per il titolo: due finali giocate, due trofei portati a casa. Samsonova si impone 46 63 63 su Kanepi conquistando il suo secondo titolo dopo Berlino 2021. “E' stato un anno di adattamento fino ad ora - dice - prima tante avversarie non mi conoscevano: ora hanno iniziato a studiarmi. Ovvio che devi migliorarti sempre perché quello che facevi prima non ti basta più”.

DOV’E’ PENG SHUAI?
A novembre del 2021, dopo il suo messaggio prima pubblicato e poi sparito dai social cinesi, se lo chiedevano tutti. Aveva accusato un ex vicepresidente del Partito comunista cinese, Zhang Gaoli, di averla costretta a un rapporto sessuale indesiderato. Poi di lei per un po’ non si era saputo più nulla.

La pressione internazionale cresceva, la WTA aveva invocato un’indagine indipendente e prove della sua libertà da condizionamenti, e in assenza di queste rassicurazioni aveva cancellato i tornei in Asia, comprese le WTA Finals previste a Shenzhen per dieci anni per le quali gli organizzatori avevano promesso un montepremi da record (finora l’evento si è tenuto in Cina una volta sola). L'ATP, invece, aveva inizialmente mantenuto la stagione asiatica salvo poi cancellare gli eventi quest’anno, aggiungendone di nuovi con licenza annuale, ma per ragioni sanitarie legate al Covid.

Steve Simon CEO della WTA

Se dopo le uscite pubbliche e le conversazioni con il presidente del CIO Thomas Bach, dopo l’intervista concessa all’Equipe durante le Olimpiadi invernali di Pechino, almeno sulla sua incolumità fisica i dubbi si erano diradati, la domanda resta: dov'è Shuai Peng? Da febbraio, dell’ex numero 14 del mondo in singolare, si sono di nuovo perse le tracce. Secondo il capo dello staff del comitato olimpico cinese, Zezac Wang Can, la giocatrice trascorrerebbe il tempo nella sua casa di Pechino per motivi legati alla pandemia da Covid.

La WTA, al contrario, non ha ancora avuto contatti diretti con la cinese, campionessa in doppio al Roland Garros 2014: “E' stato bello vederla in pubblico durante l’Olimpiade ma questo non ha diminuito la nostra inquietudine… come per tutte le giocatrici in casi simili, abbiamo richiesto un’indagine e la possibilità di incontrare Peng privatamente…. Continuiamo a lavorare perché si possa tornare a giocare in Cina nel 2023, ma non rinunciamo ai nostri principi per questo”.

Victoria Azarenka

IL CANADA “NON VUOLE” VIKA
Azarenka, n.20 del ranking, è regolarmente iscritta al WTA 1000 di Toronto ma, nonostante gli sforzi della Federazione canadese, il visto non viene approvato nei tempi. Questioni legate alla sua nazionalità? Non è chiaro, anche se in tabellone ci sono altre due russe e una bielorussa mentre il visto è negato anche all’egiziana Sherif. Risultato: la bielorussa ex numero uno del mondo deve rinunciare al torneo: “Ciao a tutti. Volevo informarvi che purtroppo sono costretta a ritirarmi dal torneo di Toronto dato che il mio visto non è stato approvato - scrive Vika su Twitter -. E' davvero una delusione. E' triste dover saltare uno dei miei tornei preferiti. Adoro giocare in Canada davanti a un pubblico di veri appassionati e in un luogo dove ho stretto molte amicizie nel corso degli anni. Buona fortuna a tutti quelli che parteciperanno al torneo. Ci vediamo a Cincinnati”.

Il movimento di chiusura del rovescio di Camila Giorgi (foto Getty Images)

QUANTE STORIE A TORONTO
Troppi alti e bassi costano a Martina Trevisan che saluta subito il “National Bank Open” (WTA 1000 - montepremi 2.697.250 dollari) sul cemento di Toronto (ad anni alterni con Montreal), in Canada. La 28enne mancina di Firenze, n.26 WTA, cede 62 al terzo alla brasiliana Haddad Maia, n.24 del ranking (“best” proprio alla vigilia del torneo). Deve esserci qualcosa nell’aria canadese, qualcosa che tira fuori il meglio dal suo tennis e che la rende una specie di incubo per le sue avversarie. Camila Giorgi, n.29 WTA e campionessa in carica, elimina in due set all’esordio la britannica Raducanu, n.10 del ranking e 9 del seeding, regina degli Us Open 2021, non accompagnata però dal suo nuovo coach, Dmitry Tursunov, che tante polemiche ha suscitato in Gran Bretagna. Per la 30enne di Macerata è la 16esima vittoria in carriera contro una top ten. Sorride, si diverte e si gode il tifo dei tanti appassionati, non soltanto italiani, che le fanno sentire tutto il loro affetto: l’azzurra batte anche la belga Mertens, n.37 del ranking. Nota scaramantica: nel 2021 Camila aveva cominciato la sua cavalcata vincente eliminando la nona testa di serie (nell’occasione proprio Mertens), quest’anno ha rispedito a casa Raducanu…n.9 del seeding e poi la belga! Purtroppo per Giorgi il dèjà-vu si ferma qui: è sconfitta in rimonta per 36 60 75 dalla statunitense Pegula, n.7 del ranking e del seeding, dopo aver mancato un match-point nel decimo gioco del set decisivo. Il passo falso le costerà uno scivolone in classifica: scenderà al n. 65.

Serena Williams (foto Getty Images)

Serena Williams ha giocato a Toronto con un 'taping' sul viso, per alleviare i fastidi di una sinusite cronica (Foto Getty Images)

FAREWELL TOUR OF SERENA
A inizio mese sull’ultimo numero di Vogue USA annunciava il ritiro (meglio: l’evoluzione del suo percorso di vita) in una lunga intervista. Ora inizia il suo tour d’addio - Toronto, Cincinnati, New York - per salutare i suoi innumerevoli fan. Erano anni che non correva così tanto per un punto. Per salvare una palla-break sull’1-2 nel secondo set (dopo aver vinto il primo) Serena rincorre la pallina con quel suo carico di muscoli ingombranti per oltre 20 colpi prima di chiudere con un formidabile diritto vincente. E’ così tanta la voglia di dimostrare di essere ancora viva che chissenefrega che è solo un primo turno e contro una Parrizas Diaz qualunque (con tutto il rispetto per la spagnola n. 57 del ranking): Williams decide di dare tutto quello che ha, come un’esordiente.

Esperienza da 23 Slam, umiltà da n.407 WTA, posizione che occupa oggi a 40 anni (ne compirà 41 il 26 settembre). E alla fine vince, 63 64, la sua prima partita da oltre un anno (terzo turno del Roland Garros 2021 con la connazionale Collins prima dello stop contro la kazaka Rybakina). Da allora aveva giocato solo a Wimbledon, quando era scivolata sull’erba ed era stata costretta a ritirarsi sul 3-3 del primo set contro la bielorussa Sasnovich per uno stiramento al tendine di un ginocchio, e di nuovo a Wimbledon quest’anno, quando ha tentato di rientrare da protagonista subito stoppata dalla francese Tan.

E’ una Serena Williams guerriera più che mai, che mette soggezione a partire dall’aspetto, con quel pezzo di “tape”, il nastro di tessuto adesivo che usano i kiniesiologi per i fastidi muscolari, sul volto. Un cerotto, che sembra una pittura di guerra, sullo zigomo, sotto l’occhio destro, che lei utilizza per alleviare i fastidi di una sinusite cronica che le provoca un senso di congestione che le impedisce di allenarsi e competere senza dolore. Al secondo turno contro Bencic, n.12 del ranking e del seeding, però, non basta (62 64 lo score): alla fine lacrime e standing ovation per l’ultima apparizione al torneo canadese.

Simona Halep colpisce di diritto (foto Getty Images)

IL SOGNO DI SIMONA
Le manca solo una vittoria per tornare nella top ten, dalla quale è scivolata fuori esattamente un anno fa. Nel frattempo Halep si è sposata ed ha anche pensato per un attimo di chiuderla con il tennis. Poi ci ha ripensato e piano piano, dopo essere scesa fino al n.27, ha iniziato la risalita. E’ in questa stagione è già a quota 36 vittorie (meglio di lei solo Swiatek, 48, e Jabeur, 37). L’ultimo successo - nei quarti: 64 76(2) alla statunitense Cori “Coco” Gauff, n.11 del ranking e 10 del seeding, superata per la quarta volta in altrettante sfide - proietta la rumena in semifinale. La 30nne di Costanza, n.15 del ranking e 16 del seeding, due volte trionfatrice in Canada (nel 2016 e nel 2018) sempre a Montreal, mette a segno la 183esima vittoria in un “1000” dove per la 28esima volta approda al penultimo atto (entrambi record assoluti in questa categoria di tornei).

Beatriz Haddad Maia (foto Getty Images)

L’EXPLOIT DI “BIA”
Le gerarchie del circuito femminile, che sembravano aver trovato un punto di riferimento in Swiatek, la polacca n.1 del ranking, a Toronto saltano di nuovo. Haddad Maia, n.24 WTA, si impone per 7-5 al terzo e nei quarti arriva solo una delle prime dieci del mondo, tutte presenti in tabellone all’inizio del torneo, quella Pegula, n.7 del ranking e del seeding, che ha eliminato Giorgi.

Beatriz compie un’altra piccola impresa superando Bencic: dopo essere diventata la prima tennista brasiliana a battere una n.1 del mondo diventa anche la prima a qualificarsi per le semifinali di un “1000”. La bionda mancina di San Paolo sta confermando, dopo i successi sull’erba a Birmingham e Nottingham di giugno, di avere il tennis per competere ad alto livello. Poi la 26enne di San Paolo fa ancora meglio: elimina in due set la ceca Karolina Pliskova, n.14 del ranking e del seeding, finalista nel 2021 (stoppata da Giorgi), ed approda all’ultimo atto.

Tutta la grinta di Simona Halep (foto "National Bank Open" website)

RITORNO IN TOP TEN E TROFEO
Halep, già n.1 del mondo, ha ritrovato la motivazione ad allenarsi e migliorare sotto la guida di Patrick Mouratoglou: con la vittoria su Pegula in “semi” è già sicura di rientrare nell’élite mondiale. Il gioco, però, non è ancora quello che vorrebbe il suo coach, a partire dal servizio, troppo incerto: e allora “Mou” la manda a provarlo e riprovarlo anche appena finiti i match. In finale Simona batte 63 26 63 Haddad Maia e risale al n.6 del mondo: il gioco però lo fa la brasiliana che sbaglia troppo ma dimostra di poter diventare una top-player (salirà al n.16). Se l’antico adagio del tennis che dice un tennista è forte tanto quanto la sua seconda palla di servizio è vero, in questo momento Beatriz è decisamente più forte di Simona. Però le statistiche dicono anche che le partite si vincono facendo meno errori.

CINCINNATI SOVVERTE LE GERARCHIE
Due battaglie contro due giocatrici promosse dalle qualificazioni e altrettante sconfitte per le due azzurre nel primo turno del “Western & Southern Open” (WTA 1000 - montepremi 1.835.490 dollari) sul cemento di Mason, un sobborgo di Cincinnati, in Ohio (combined con un ATP Masters 1000). Camila Giorgi, n.65 WTA, reduce dagli ottavi di Toronto, cede 6-4 al terzo all’ucraina Kostyuk, n.74 del ranking: Martina Trevisan, n.26 WTA, è battuta 76(2) 75 dalla russa Kalinskaya, n.69 del ranking.

Dalle due finali finale Wimbledon-Us Open perse sia nel 2018 che nel 2019, con possibilità di superare il record di 24 Majors di Margaret Smith Court, ormai di Serena Williams rimangono il nome e l’impareggiabile passato: la pantera del tennis è svanita, non esiste proprio più, almeno nella sua versione più autentica e impressionante. L’ultima conferma arriva nel “Cincy Open” dove la regina di 23 Slam ha trionfato nel 2014 e 2015 e dove avrebbe dovuto mettere qualche match nelle gambe in vista dell’ultima passerella sotto le mille luci di New York. La sua avversaria d’esordio è Emma Raducanu, n.13 del ranking e 10 del seeding: la giovane e frizzante campionessa degli US Open 2019 s’impone 64 60. Galvanizzata la 19enne britannica spazza via anche Azarenka, n.22 WTA, seconda vittoria consecutiva contro una ex n. 1 del mondo, lasciandole appena due game. Poi, però, negli ottavi va a sbattere contro la statunitense Pegula, n.8 del ranking e 7 del seeding, che si impone 75 64.

Il movimento di chiusura del diritto di Iga Swiatek (foto Getty Images)

CRISI SWIATEK?
Alzi la mano chi, non meno di due mesi fa, avrebbe pronosticato che Iga sarebbe stata in grado di perdere tre partite in altrettanti tornei consecutivi. Ed invece la polacca, regina del tennis mondiale, con il ko dalla statunitense Keys, n.24 WTA, al terzo turno, perde il terzo match degli ultimi sette disputati. Una statistica che non sarebbe così negativa se non stessimo parlando di una giocatrice che nella prima parte di stagione ha infranto un numero impressionante di primati. Uno su tutti, quello delle 37 vittorie consecutive come nessuna giocatrice era riuscita a fare nel XXI secolo. Dopo la sconfitta al terzo turno di Wimbledon contro Cornet, qualcosa però si è rotto. L’incredibile fiducia accumulata nei mesi precedenti sembra vacillare come dimostrano anche le sconfitte precedenti quella di Cincinnati: nei quarti nella “sua” Varsavia contro Garcia (poi vincitrice del torneo) e al terzo turno a Toronto contro Haddad Maia.

La soddisfaziine di Petra Kvitova (foto Getty Images)

SI RIVEDONO MADISON E PETRA
Il cemento, soprattutto quello “di casa”, fa bene a Keys: tre dei suoi sei titoli in carriera sono arrivati sul veloce (l’ultimo a gennaio nel “250” di Adelaide 2), così come il suo miglior risultato a livello Slam, la finale di Flushing Meadows persa nel derby a stelle e strisce contro Stephens nel 2017. A Cincinnati nei quarti liquida in due set la kazaka Rybakina, n.25 WTA, campionessa di Wimbledon, ed in semifinale trova Kvitova, n.28 del ranking. La 32enne di Bilovec, n. 28 WTA, mette infatti in fila Teichman, Cirstea, Jabeur (n.5 del ranking e del seeding) e supera in due set nei quarti l’australiana Tomljanovic, n.63 WTA, promossa dalle qualificazioni. Fare 10 doppi falli e raggiungere la quarantesima finale in carriera è un attimo: la mancina ceca attraversa nel giro di pochi secondi la vertigine di commettere il decimo doppio fallo, rischiando di rovinare tutto, e di risalire da 0-40 in un game decisivo per poi chiudere il match in cinque minuti, centrando la sua seconda finale stagionale.

Caroline Garcia con il titolo vinto a Cincinnati (foto Getty Images)

MA ALLA FINE ARRIVA CAROLINE
Nella quarantesima finale della sua carriera Kvitova trova dall’altra parte della rete Garcia, n.35 WTA, che in “semi” supera in tre set la bielorussa Sabalenka, n.7 del ranking e 6 del seeding. La francese è la giocatrice che ha vinto più match (25) dal mese di giugno in poi nel circuito: la 28enne di Saint-Germain-en-Laye sta vivendo un autentico stato di grazia che si traduce in 11 successi negli ultimi 12 match disputati. Caroline non sembra risentire della fatica, anzi mostra un vigore atletico invidiabile: merito probabilmente di coach Bertrand Perret, che le ha dato fiducia e serenità dopo i difficili ultimi anni in cui ha ottenuto pochi risultati e vissuto parecchi problemi fisici. Nella sua prima finale da “1000”, conquistata per giunta partendo dalle qualificazioni, Garcia s’impone 62 64 e alza le braccia al cielo tra le lacrime di chi sa che il titolo appena vinto è forse il più bello dei 10 conquistati a livello WTA. Dopo essere rientrata a maggio dopo un infortunio al piede destro, Caroline non si è più fermata conquistando tre tornei in due mesi, uno per ogni superficie.

L'esterno dell'Arthur Ashe Stadium (foto Getty Images)

US OPEN DA RECORD
Per la prima volta nella storia gli US Open metteranno in palio oltre 60 milioni di dollari di montepremi, superando il record di 57,5 milioni di dollari del 2021. Paradossalmente non è però questa la notizia più significativa: la ripartizione di questo “prize money” rappresenta davvero una svolta, con un incremento molto significativo dei premi riservati ai giocatori sconfitti nei primi turni. Restano principeschi gli assegni per il vincitore e la vincitrice: 2.600.000 dollari, che però è nettamente inferiore ai 3.000.000 dollari del 2020 e ai 3.850.000 dollari del 2019. Ma colpisce ancor di più il fatto che ai 64 giocatori e 64 giocatrici sconfitti al primo turno andranno 80.000 dollari ciascuno (+85% rispetto al 2016). E per i 32 che perderanno al secondo turno sono previsti 121.000 dollari (+57%).

Daria Kasatkina

DARIA SI PRENDE ANCHE GRANBY
Paolini esce al secondo turno del “Championnats Banque Nationale de Granby” (WTA 250 - montepremi 251.750 dollari) sul cemento del Quebec, in Canada. La 26enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.57 del ranking e 3 del seeding, batte la lucky loser giapponese Sakatsume, n.359 WTA, ma poi cede alla canadese Marino, n.112 del ranking.

La finale è molto più combattuta di quanto dica il punteggio: vince Daria Kasatkina, n.10 del ranking e prima favorita del seeing, che batte 64 64 l’australiana Daria Gavrilova Saville, n.73 WTA. La russa è una delle giocatrici con più risultati positivi quest’anno ed ha acquisito ancora più fiducia dopo per aver fatto coming out e criticato il regime del suo Paese per le politiche nei confronti della comunità Lgtb: nell’estate nordamericana sta girando il circuito con l’allenatore Carlos Martinez e la compagna, la pattinatrice su ghiaccio Natalia Zabiiako. Sono stati loro i primi che la 25enne di Togliatty va ad abbracciare dopo la battaglia contro la tostissima Saville (supportata a bordo campo dal marito Luke, n.92 del mondo in doppio) che le ha ribattuto colpo su colpo, non vergognandosi mai di alzare fastidiosi pallonetti liftati quando la bordata da fondocampo dell’avversaria era troppo potente e profonda. Alla fine il sesto titolo della carriera, il secondo di questo mese dopo San Jose, arriva. 

Liudmila Samsonova colpisce di rovescio (foto Getty Images)

CLEVELAND E’ DI SAMSONOVA
Debutto vincente per Trevisan nel “Tennis in the Land” (WTA 250 - montepremi 251.750 dollari) sul cemento di Cleveland, in Ohio. La 28enne di Firenze, n.27 del ranking e seconda favorita del seeding, supera all’esordio per 6-4 al terzo l’egiziana Sherif, n.61 WTA. Al secondo turno, però, la mancina toscana a causa di un infortunio alla coscia destra (che le creerà problemi per quasi un mese e mezzo) non scende nemmeno in campo contro la cinese Zhang, n.35 WTA.

Ljudmila Samsonova è inarrestabile sul cemento nordamericano: la 23enne russa, n.45 WTA, che vive fin da piccola in Italia e si allena con il fidanzato Alessandro Dumitrache sotto la guida di coach Danilo Pizzorno, si aggiudica il titolo sconfiggendo 63 63 la bielorussa Aliaksandra Sasnovich, n.36 WTA e settima testa di serie. Una finale dominata che le regala il secondo titolo WTA nel giro di un mese (il terzo in carriera) dopo la cavalcata vincente a Washington, con una striscia vincente di dieci match ed un impressionante crescendo di condizione e qualità nel gioco. 

Angelique Kerber (foto Getty Images)

NIENTE NEW YORK PER “MAMMA ANGIE”
Kerber annuncia che non prenderà parte ai prossimi US Open. La 34enne mancina tedesca che ha conquistato tre titoli Slam in carriera (Australian Open e Us Open 2016, Wimbledon 2018) ed è arrivata in vetta al ranking, non gioca dall’ultima edizione dei “The Championships”, stoppata al terzo turno dalla belga Mertens. Attualmente n.52 WTA, Angelique ha festeggiato quest’anno, alla vigilia del Roland Garros, il suo quattordicesimo titolo WTA a Strasburgo, in Francia. “Volevo davvero giocare lo US Open ma alla fine ho deciso che due contro uno non sarebbe stata una competizione corretta - scrive “Angie”, annunciando così essere incinta -. Per i prossimi mesi mi prenderò una pausa. Non girerò il mondo come una tennista ma penso che sia per la miglior ragione possibile. Mi mancherete".

TENNIS PLAYS FOR PEACE
Mercoledì 24 il tennis scende in campo per l’Ucraina. Nel giorno che commemora la dichiarazione di indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991, a New York va in scena “Tennis Plays for Peace”, un’esibizione di lusso per raccogliere fondi per le popolazioni ucraine colpite dall’invasione russa. Sul Louis Armstrong Stadium, uno dei campi principali di Flushing Meadows dove stanno per cominciare gli US Open, sfilano campioni come Nadal e Berrettini, Gauff e Swiatek. Uniti per mandare un messaggio chiaro, racchiuso nel nome della manifestazione: “il tennis gioca per la pace”.

Elisabetta Cocciaretto

QUALIFICAZIONI US OPEN
Sono tre le azzurre - Elisabetta Cocciaretto, Sara Errani e Lucrezia Stefanini - in gara nelle qualificazioni femminili dei 142esimi US Open, quarto e ultimo Slam dell’anno che si disputa sui campi in cemento dell’USTA Billie Jean King National Tennis Center di Flushing Meadows, a New York, quest’anno dotato di un montepremi record da 60.000.000 di dollari. “Cocci” non solo è l’unica a superare un turno ma poi completa l’opera centrando la qualificazione: per lei sarà la prima volta nel main draw della Grande Mela.

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