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“Ash” vince 50 anni dopo il suo idolo Goolagong. Delude Giorgi: sorride Samsonova per i primi ottavi Major. Stupisce Jabeur, prima araba nei quarti ai “The Championships”. Raducanu si presenta: si rivede Kerber mentre Pliskova e Sabalenka danno il massimo ma non basta. Ruse “rompe il ghiaccio” ad Amburgo, Zidansek a Losanna: Praga è di Krejcikova, Putintseva firma Budapest. “Prima volta” per Zanevska a Gdynia: a Palermo successo di Collins. Delusioni olimpiche per Barty e Osaka
di Tiziana Tricarico | 26 dicembre 2021
Semaforo rosso per Jasmine Paolini all’esordio a Wimbledon, terzo Slam stagionale che dopo la cancellazione del 2020 va di nuovo in scena sui campi in erba dell’All England Club di Church Road. La 25enne toscana di Castelnuovo di Garfagnana, n.88 WTA, alla sua prima partecipazione al main draw si arrende all’esperienza della tedesca Petkovic, n.130 del ranking, in campo per la dodicesima volta nello Slam British. Finisce anche l’avventura di Martina Trevisan, n.98 WTA, anche esordiente assoluta, battuta dalla russa Vesnina, n.370 WTA, in gara con il ranking protetto.
Invece Camila Giorgi, n.62 WTA - decima partecipazione per lei ai “The Championships” dove può vantare i quarti nel 2018 stoppata in tre set da Serena (ma anche gli ottavi nel 2012 partendo dalle qualificazioni, fermata da Aga Radwanska) -, liquida facilmente la svizzera Teichmann, n.55 WTA, ma poi cede al secondo turno alla ceca Karolina Muchova, n.22 del ranking e 19 del seeding, pagando a carissimo prezzo i dieci minuti di black-out all’inizio del terzo set.
PETRA SCIVOLA SUL “SUO” PRATO
E’ appena rientrata nella top ten ed ecco che scivola proprio sull’erba del Centre Court. Petra Kvitova, due volte vincitrice dei Champioships (2011 e 2014), dimostra da sempre di essere una grande interprete del tennis sui prati e viene da una bella semifinale a Bad Homburg. La ceca, n.10 del ranking e del seeding, non si aspetta probabilmente di trovarsi di fronte una Sloane Stephens così tirata a lucido, una giocatrice capace di conquistare un trofeo Slam (Us Open 2017), di salire fino al n.3 del mondo e poi gradualmente sprofondare fino n.73. Ed invece la statunitense, che non gioca un match sull’erba da due anni, si impone 63 64 al primo turno.
ESORDIO AMARO ANCHE PER SERENA
Con i suoi sette titoli (l’ultimo datato 2016) è la star indiscussa all’All Englan Club”, seconda solo a Federer. Ed invece il torneo di Serena Williams, n.8 del ranking e 6 del seeding, dura solo poco più di mezz’ora perché l’americana è costretta a ritirarsi a causa di un infortunio rimediato durante la partita d’esordio sul Centre Court contro la bielorussa Aliaksandra Sasnovich, n.100 WTA. Nel quarto gioco Serena, che già sfoggia una vistosa fasciatura alla coscia destra, scivola sull’erba ed è costretta uscire dal campo per essere assistita dallo staff medico: prova a continuare ma sul 3-3 decide di ritirarsi, il pubblico l’applaude a lungo e lei non riesce a trattenere le lacrime.
L’ETA’ NON E’ CHE UN NUMERO
Ha da poco compiuto 41 Venus, ed è scivolata n.111 del ranking, eppure la maggiore delle Williams sisters, al suo Slam numero 90 supera all’esordio la rumena Mihaela Buzarnescu, n.160 WTA cogliendo la sua 90esima vittoria a Wimbledon, un torneo che ha vinto ben 5 volte. Non andrà troppo lontano, però: la tunisina Ons Jabeur, n.24 del ranking e 21 del seeding, la ferma al secondo turno rifilandole anche un “bagel”.
PRIMI OTTAVI SLAM PER “LUDA”
Liudmila Samsonova, 22enne russa di Olenegork (ma crescita in Italia: da anni gioca la serie A con il Tc Genova), n.65 del ranking, alla vigilia di Wimbledon si aggiudica il “500” sull’erba di Berlino, primo trofeo WTA conquistato in carriera. Poi sui prati di Church Road infila Kanepi, Pegula e Stephens entrando per la prima volta tra le prime 16 ai “The Championships” e in uno Slam.
JABEUR NELLA STORIA
Un paio di settimane prima sui prati di Birmingham Ons Jabeur aveva vinto il suo primo trofeo WTA. Sul Centre Court la tunisina, n.24 del ranking e 21 del seeding, regala emozioni battendo in rimonta la spagnola Garbine Muguruza, n.12 WTA ed undicesima testa di serie, che concede ben 29 palle break ma perde il servizio solo 5 volte. Fallito un primo match-point, la povera Ons si rifugia in un angolo del campo con lo stomaco in subbuglio…. Negli ottavi supera con un’altra rimonta anche la polacca Iga Swiatek, n.9 del ranking e 7 del seeding, ed entra nella storia come prima donna araba nei quarti di finale a Wimbledon.
Al di là della provenienza etnica o geografica e dal valore che può avere il suo exploit per tutto lo sport nordafricano al femminile, la 26enne di Ksar El Hellar gioca divinamente sull’erba. Contro la bielorussa Aryna Sabalenka, n.4 WTA e seconda favorita del torneo, non ne ha più da spendere e l’intelligenza tattica e la varietà di giocate - che solo lei nel tour possiede - non bastano per continuare a sognare.
RADUCANU, CHI ERA COSTEI…
Emma ha solo 18 anni. È n. 338 del ranking ed entra in tabellone con una wild card. Ma subito si prende la ribalta. Nata a Toronto, in Canada, da papà rumeno e mamma cinese, è cresciuta a Londra: occhi e viso intriganti con un taglio orientale, la nuova stellina del tennis “brit”, allenata dal connazionale Nigel Sears (già coach di Ivanovic e Hantuchova), mette in fila la russa Diatchenko (n.150 WTA), la ceca Vondrosova (n.42 WTA) e la rumena Cirstea (n.45 WTA) prima di essere costretta al ritiro negli ottavi contro l’australiana Tomljanovic (n.75 WTA) a metà del secondo set per problemi di stomaco, scatenati dalla forte tensione. Che svanirà tutta d’un colpo un paio di mesi dopo a New York….
LA SEMIFINALE CHE NON TI ASPETTI
Quello della parte alta del tabellone tra Karolina Pliskova, n.13 del ranking ed 8 del seeding, scivolata fuori dall’élite mondiale proprio alla vigilia del torneo, ed Aryna Sabalenka, n.4 del ranking e 2 del seeding, è un penultimo atto a sorpresa.
Non per la classifica di tutto rispetto delle due protagoniste ma perché la ceca, ex regina del tennis mondiale (anche se solo per sette settimane) a Wimbledon non è mai andata oltre gli ottavi, mentre la bielorussa non è mai riuscita a superare due turni. Nei quarti Karolina stoppa la svizzera Golubic (n.66 WTA) mentre Aryna sveglia bruscamente Jabeur. A centrare la finale però è Pliskova che supera in rimonta Sabalenka (57 64 64).
Tutta la gioia di Ashleigh Barty (foto Getty Images)
IL TRIBUTO DI “ASH”
Prima del torneo Baty si mette in contatto con il suo sponsor tecnico, Fila: vuole fare un omaggio ad Evonne Goolagong, la prima australiana indigena a vincere Wimbledon, nel 1971. Siccome sono passati 50 anni il tributo era d’obbligo. Così la regina del tennis mondiale scende in campo sui prati di Church Road sfoggiando un out-fit - con quei fiorellini “intarsiati” (meglio: tagliati a laser) sulla parte bassa dei pantaloncini, all’altezza della coscia sinistra - che richiama quel successo. “Per noi tutte Evonne è stata un’apripista - dice la 24enne di Ipswich - per cui era impossibile non omaggiarla in qualche modo”. A differenza della Goolagong, però, “Ash” non ama scendere in campo con il vestitino intero e sceglie una canotta abbinata ad un gonnellino.
Dopo aver lasciato un set, più che altro per distrazione, nel match d’esordio contro la spagnola Suarez-Navarro (n.133 WTA), Barty marcia spedita e in semifinale supera 63 76(3) una “rediviva” Angelique Kerber, n.28 del ranking e 25 del seeding, la tedesca trionfatrice nell’edizione del 2018 ma finalista anche nel 2016, reduce dal successo a Bad Homburg ed in serie positiva da dieci partite.
BARTY, CHE TRIONFO!
Aveva già vinto uno Slam, il Roland Garros nel 2019, ma i “The Championships” sono un’altra cosa: “Ho sempre sognato di vincere a Wimbledon - dice Ashleigh - perché sento che la storia del tennis è iniziata proprio qui. Questo torneo mi ha reso più forte”. Piange e ride Barty, travolta dall’emozione del primo trionfo sull’erba londinese. In finale batte 63 67(4) 63 Karolina Pliskova, mettendo in mostra un tennis completo e una strategia intelligente, appena oscurata dall’emotività nel tie-break del secondo set. La 29enne di Louny prende la sconfitta con filosofia: “Applausi a lei, bisogna anche saper perdere”.
Un successo che arriva proprio nel cinquantesimo anniversario del primo trionfo di Evonne Goolagong, il suo idolo. "Spero sia fiera di me", sussurra commossa durante la cerimonia di premiazione. Vince e - come Pat Cash nel 1987 - scala il Royal Box, anche se con qualche difficoltà: abbraccia Casey Dellacqua, l’amica del cuore che l’ha convinta a riprovarci con il tennis dopo la pausa di riflessione, ed il fidanzato/coach Craig Tyzzer che non ha mai smesso di credere in lei.
AD AMBURGO LA PRIMA DI RUSE E…PAOLINI
Sara Errani esce di scena nei quarti dell’“Hamburg European Open”(WTA 250 - montepremi 235.238 dollari) che dopo 19 anni di assenza riporta il tour femminile sui campi in terra rossa del Rothenbaum Tennis Stadium di Amburgo in Germana. La 34enne di Massa Lombarda, n.105 WTA, elimina la francese Ferro, n.51 del ranking e 5 del seeding, e la croata Konjuh (n.129 WTA) “vendicando” Jasmine Paolini (n.88 WTA), ma cede 76(4) 64 all’ucraina Dayana Yastremska, n.38 Wta e prima testa di serie del torneo, è rientrata nel tour dopo la sospensione per doping.
Il trofeo finisce nelle mani della rumena Elena-Gabriela Ruse, n.198 WTA, partita dalle qualificazioni, che alla sua prima finale in carriera fa centro pieno superando 76(6) 64 la tedesca Andrea Petkovic, ex top ten ma ora n.130 del ranking.
Nel doppio successo di Jasmine Paolini, n.165 del ranking di specialità, e dell’elvetica Jil Teichman, n.108 del ranking, che nella sfida che assegna il titolo si impongono 64 60 sulla coppia formata dall’australiana Astra Sharma, n.127 del ranking, e dall’olandese Rosalie Van Der Hoek, n.98 del ranking. Per Paolini si tratta del primo trofeo di specialità (al primo tentativo): primo centro anche per Teichman, che aveva già raggiunto la finale a Lexington lo scorso anno con Bouzkova.
PENNETTA DI NUOVO IN DOLCE ATTESA
Sta per allargarsi ancora la famiglia Fognini-Pennetta. L’ex tennista azzurra, vincitrice degli Us Open 2015, annuncia infatti su Instagram la nuova maternità: “Qualcuno dice che tre è il numero perfetto. Forse è proprio vero perché con tre parole posso esprimere tutto ciò che provo in questo momento. Io vi amo. Siamo felicissimi e non vediamo l'ora di conoscerti, piccolina/o”, scrive Flavia a corredo di una foto che ritrae il pancione baciato dagli altri due figli della coppia, Federico (nato nel maggio 2017 durante gli Internazionali d’Italia) e Farah (nata a fine 2019).
NOZZE SVITOLINA-MONFILS
Il 16 luglio arriva il gran giorno per la coppia più bella del mondo del tennis (Matteo Berrettini e Ajla Tomljanovic permettendo…): si sposano Elina Svitolina, 26enne ucraina di Odessa, 15 titoli WTA tra cui le Wta Finals e due volte gli Internazionali d’Italia, già n.3 del ranking (attualmente n.6), 20.566.000 dollari di premi vinti, e Gael Monfils, 34enne francese di Parigi, 10 titoli ATP, n.19 del mondo ma con un passato di già n.6, e 19.636.000 dollari guadagnati in soli montepremi.
La loro love-story era diventata pubblica durante gli Australian Open del 2019: quest’anno a febbraio i due si erano presi una breve pausa di riflessione terminata con la decisione del matrimonio….
LOSANNA: VINCE ZIDANSEK MA LA RIVELAZIONE E’ BRONZETTI
Ce la mette tutta lottando fino all’ultimo “quindici” e dimostrando di valere molto di più della sua classifica attuale, ma non basta. Finisce nei quarti di finale - i primi per lei nel circuito maggiore - la bella favola di Lucia Bronzetti nel “Ladies Open Lausanne 2021” (WTA 250 - montepremi 235.238 dollari) sulla terra rossa di Losanna, in Svizzera.
La 22enne di Villa Verucchio, n.241 WTA (best ranking), promossa dalle qualificazioni, liquida all’esordio la svizzera Sugnaux, n.608 del ranking, in gara grazie ad una wild card, ed elimina la russa Blinkova, n.82 WTA ed ottava favorita del seeding, prima di cedere 64 46 63 alla slovena Zidansek, n.50 WTA e prima favorita del seeding.
Grazie a questo risultato - quelle in elvetica sono le prime vittorie in un main draw WTA firmate dalla riminese che si allena ad Anzio con il team Piccari & Knapp, per giunta alla prima partecipazione - fa un bel salto in classifica, entrando per la prima volta nelle top 200.
Ed il trofeo, il primo in carriera per lei, finisce proprio nelle mani di Tamara Zidansek: nella sfida per il titolo la 23enne slovena di Postumia, n.50 WTA e prima testa di serie del torneo, già semifinalista al Roland Garros, supera in rimonta per 46 76(5) 61 la francese Clara Burel, n.125 del ranking.
A PRAGA KREJCIKOVA CALA IL TRIS
Terzo titolo per Barbora Krejcikova che, dopo Strasburgo e soprattutto Parigi, fa centro pieno anche nel “Livesport Prague Open 2021” (WTA 250 - montepremi 235.238 dollari) sulla terra rossa della capitale della Repubblica Ceca.
A dispetto del passo falso all’esordio della principale favorita del torneo Petra Kvitova (n.12 WTA), eliminata in tre set dalla qualificata slovacca Rebecca Sramkova (n.226 WTA), il pubblico di casa può applaudire comunque il trionfo di una tennista ceca, la 25enne di Brno, n.13 del ranking e 2 del seeding, che nella sfida per il titolo si impone 62 60 sulla connazionale Tereza Martincova (n.78 WTA).
A BUDAPEST PUTINTSEVA FINO IN FONDO
Yulia Putintseva tiene fede al suo ruolo di prima testa di serie dell’“Hungarian Grand Prix” (WTA 250 - montepremi 235.238 dollari) sulla terra rossa di Budapest, in Ungheria.
In finale la 26enne kazaka di origini moscovite, n.42 WTA, supera 64 60 l’ucraina Anhelina Kalinina (n.95 WTA), alla sua prima sfida per il titolo nel circuito maggiore, conquistando il suo secondo trofeo in carriera dopo Norimberga 2019.
GDYNIA: ZANEVSKA, CHE COLPO!
Federica Di Sarra è eliminata del “BNP Paribas Polland Open”, nuovo torneo WTA 250 (montepremi 235.238 dollari) sulla terra rossa dell’Arka Tennis Club di Gdynia, in Polonia. La 31enne di Fondi, n.287 del ranking, promossa dalle qualificazioni e per la prima volta nel main draw di un torneo del circuito maggiore, cede in tre set alla rumena Bara, n.116 WTA e decima testa di serie.
Prosegue invece il mood positivo di Maryna Zanevska che non dimenticherà mai le ultime due settimane. Dopo aver centrato a Losanna la prima semifinale nel circuito maggiore, eccola festeggiare il primo titolo nel nuovo torneo polacco. In finale la 28enne belga di origini ucraine (è nata a Odessa), n.165 del ranking, supera per 64 76(4) la slovacca Kristina Kucova, n.150 WTA, recuperando due break di svantaggio in entrambi i set. Zanevska diventa così la tredicesima giocatrice a “rompere il ghiaccio” in questo 2021.
COLLINS SI PRENDE PALERMO
Si interrompe nei quarti di finale la corsa di Lucia Bronzetti nel 32esimo "Palermo Ladies Open" (WTA 250 - montepremi 235.238 dollari) sulla terra rossa del Country Time Club.
La 22enne riminese di Villa Verucchio (n.190 WTA, best ranking), in gara con una wild card, reduce dai quarti a Losanna, dopo aver eliminato all’esordio la bulgara Tomova (n.117 WTA), quinta favorita del torneo, ed essersi ripetuta contro la statunitense Min (n.166 WTA), esce sconfitta per 64 75 dalla sfida con la rumena Ruse, n.137 WTA, promossa dalle qualificazioni, recente vincitrice del suo primo titolo WTA sulla terra di Amburgo e in serie positiva da 12 partite. La romagnola si consola con un altro record in classifica.
E’ la principale favorita e non tradisce le attese. Danielle Collins, n.44 del ranking e prima testa di serie, firma il trofeo: la 27enne di St. Petersburg, in Florida, alla sua prima finale nel circuito maggiore, batte 64 62 la rumena Elena-Gabriela Ruse, n.137 WTA, partita dalle qualificazioni, che interrompe a 13 la striscia di match vinti consecutivamente.
OSAKA ACCENDE IL BRACIERE OLIMPICO
Il segreto è ben custodito fino alla fine. Dopo essersi ritirata dal Roland Garros e aver scelto di saltare Wimbledon per “preservare la sua salute emotiva”, a seguito delle polemiche che aveva scatenato prima dello Slam parigino annunciando di non voler tenere alcuna conferenza stampa, Naomi riappare in pubblico durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Tokyo.
La tennista nippo-americana, ex regina del tennis mondiale ed attuale numero due del ranking, è l’ultima tedofora della fiamma olimpica, prima tennista nella storia delle Olimpiadi ad avere questo onore. Con i lunghi capelli colorati di rosso, la 23enne di Osaka, 4 trofei Slam nel palmares, fortemente impegnata nel sociale, mostra un volto concentrato prima di salire i gradini per raggiungere il braciere e lanciare simbolicamente questi Giochi.
Olimpiadi Tokyo 2020: un recupero di rovescio di Camila Giorgi (foto Kopatsch/Sato/Sijordak)
CAMILA SOGNA A CINQUE CERCHI
Nel tabellone femminile dei Giochi di Tokyo 2020, di scena sui campi in cemento dell’Ariake Tennis Park della capitale del Giappone, subito fuori Sara Errani: la veterana della squadra azzurra, n.104 WTA, racimola un game soltanto con la russa Pavlyuchenkova, n.18 del ranking e 13 del seeding, finalista al Roland Garros. Niente da fare anche per Jasmine Paolini, n.92 WTA, anche lei esordiente ai Giochi, che va a sbattere contro la ceca Petra Kvitova, n.13 del ranking e decima testa di serie.
Una Camila Giorgi de luxe avanza invece spedita. La numero uno azzurra, n.58 WTA, esordiente alle Olimpiadi, batte in due set la statunitense Brady, n.15 del ranking e 11esima testa di serie, la russa (in gara sotto le insegne del comitato olimpico del suo Paese) Vesnina, attualmente n.303 WTA, e la ceca Karolina Pliskova, n.7 del ranking e 5 del seeding, e diventa la terza italiana tra le migliori otto alle Olimpiadi dopo Raffaella Reggi (Seul 1988) e Francesca Schiavone (Atene 2004). Il suo sogno si interrompe nei quarti per mano dell’ucraina Elina Svitolina, n.6 del ranking e 4 del seeding: 64 64 il punteggio che impedisce alla 29enne marchigiana di diventare la prima tennista italiana in semifinale ai Giochi.
DELUSIONI…OLIMPICHE!
Prima grande sorpresa all’Ariake Tennis Park di Tokyo con Ashleigh Barty, numero uno del mondo, che esce al primo turno. L’australiana, campionessa di Wimbledon, nel 2021 ha vinto più partite di tutte nel circuito ma conclude subito il torneo olimpico con una sconfitta netta (64 63) contro la spagnola Sara Sorribes Tormo, n.48 del ranking, che sta vivendo la stagione migliore della sua carriera.
Finisce negli ottavi la corsa di Naomi Osaka, n.2 del ranking e del seeding, stoppata (61 64) dalla ceca Vondrousova, n.42 WTA. del mondo. L’uscita della giapponese va ad aggiungersi a quelle di Barty e Sabalenka: da quando il tennis è tornato ufficialmente nel programma dei Giochi, non era mai successo che le prime tre teste di serie venissero tutte eliminate prima dei quarti di finale. “Perlomeno sono contenta di non aver perso al primo turno - dice Naomi con la solita simpatia un po’ disincantata -. Giocare nel mio Paese? Dovrei essere abituata ormai, a gestire queste situazioni, ma probabilmente tutto si è ingigantito per via della pausa che mi sono presa dal tour”.
MISTO IN SALSA RUSSA
Diventa una questione tutta russa la sfida che assegna il titolo in questa specialità, ormai praticamente sparita nel circuito fatta eccezione per gli Slam. A vincere l’oro del doppio misto sono Anastasia Pavlyuchenkova e Andrey Rublev che si impongono per 63 67(5) 13-11 su Elena Vesnina e Aslan Karatsev dall’altra.
Un epilogo che mette in crisi il cerimoniale visto che per le sanzioni nei confronti della Russia è previsto che gli atleti gareggino senza bandiera e inno nazionale…. Bronzo assegnato alla formazione australiana Ashleigh Barty/John Peers per il ritiro della coppa serba Nina Stojanovic/Novak Djokovic, a causa della rinuncia proprio del re del tennis mondiale.
L’ORO DI BELINDA
Bencic non ha mai raggiunto una finale Slam, ma vince la sfida per il titolo più importante della sua carriera: la 24enne di Flawil si laurea campionessa olimpica nel singolare a Tokyo 2020. In finale l’elvetica, n.12 del ranking e 9 del seeding, batte 75 26 63 la ceca Marketa Vondrousova, n.42 WTA, finalista al Roland Garros due anni fa. Commossa e felice, Belinda è la prima tennista a vincere un oro per la Svizzera ai Giochi: finora, infatti, questo traguardo era stato raggiunto solo da Marc Rosset nel singolare a Barcellona 1992 e dal doppio Federer/Wawrinka a Pechino 2008 (a livello femminile il miglior risultato era l’argento di Timea Bacsinszky/Martina Hingis a Rio 2016).
Bronzo a Elina Svitolina: l’ucraina, n.6 WTA e quarta testa di serie, si impone in rimonta per 16 76(5) 64 sulla kazaka Elena Rybakina, n.20 del ranking e 15 del seeding.
DOPPIO: CECHIA SUL GRADINO PIU’ ALTO
L’oro di coppia finisce nelle mani di Barbora Krejcikova e Katerina Siniakova, rispettivamente seconda e terza nel ranking di specialità: le due ceche superano in finale per 75 61 la formazione elvetica composta da Belinda Bencic e Viktorija Golubic.
Bronzo alle brasiliane Laura Pigossi e Luisa Stefani che nella sfida per il gradino più basso del podio superano 46 64 11-9 le russe Veronika Kudermetova ed Elena Vesnina.