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Nel mese del primo Slam Barty rientra e firma lo “Yarra Valley Classic” mentre Mertens va a segno nel “Gippsland Trophy”. Agli Aus Open Errani fallisce di un soffio gli ottavi: Serena manca un’altra volta l’aggancio al record Slam della Court. Sabalenka nuova numero uno in doppio. Kasatkina torna a vincere un titolo dopo due anni e mezzo mentre Swiatek chiude in bellezza lo swing Down Under
di Tiziana Tricarico | 21 dicembre 2021
E’ allestito un palcoscenico prestigioso come la ‘Margaret Court Arena’ per l’impegno di secondo turno di Camila Giorgi nello “Yarra Valley Classic”, uno dei tre tornei WTA 500 (montepremi 565.530 dollari) che si svolgono in contemporanea sui campi in cemento di Melbourne Park nel tormentato avvio della stagione 2021 "down under". Purtroppo, però, la partita contro Sofia Kenin, n.4 WTA e seconda testa di serie, nonché campionessa in carica degli Open d’Australia, dura un solo set, il primo, che la statunitense si aggiudica per 7-5. Poi l’azzurra, n.76 del ranking, si infortuna alla coscia sinistra ed è costretta al ritiro. Un vero peccato perché, dopo una partenza difficile (3-0 per l’americana) Camila infila quattro giochi consecutivi ribaltando l’inerzia del set e lottando poi punto a punto, fino all’infortunio.
Secondo turno fatale anche per Elisabetta Cocciaretto: la 20enne di Fermo, n.132 WTA, dopo aver annullato all’esordio un match-point alla cinese Lin Zhu, n.92 del ranking, cede in due set alla ceca Karolina Pliskova, n.6 del ranking e 3 del seeding.
“ASH”, CHE RIENTRO!
Nonostante quasi un anno di stop - dalla semifinale di Doha a febbraio 2020 - la numero uno del mondo non dimentica come si fa a giocare, e a vincere. Così Ashleigh Barty conquista il suo nono titolo WTA: l’australiana batte in finale per 76(3) 64 la spagnola Garbiñe Muguruza, n.15 del ranking e 6 del seeding. ”E' stata una grande finale: lei mi ha spinto a giocare il mio tennis migliore", dice la 24enne di Ipswich che vince il suo secondo trofeo “in casa” dopo il successo ad Adelaide ad inizio 2020. Curiosamente proprio contro la spagnola, “Ash” aveva firmato la sua ultima vittoria, nei quarti a Doha, prima di mettere in pausa la sua carriera nell’anno della pandemia.
MERTENS RITROVA IL SUCCESSO
Finisce al terzo turno (ottavi) l’avventura di Jasmine Paolini nel “Gippsland Trophy”, l’altro WTA 500 (montepremi 565.530 dollari) di scena sui campi in cemento di Melbourne Park. La 25enne di Castenuovo di Garfagnana, n.97 del ranking, cede 6-4 al terzo alla ceca Karolina Muchova, n.28 del ranking ed ottava favorita del seeding. Del resto la 24enne di Olomouc dimostrerà di gradire parecchio i campi in cemento della capitale dello stato di Victoria.
Il trofeo, però, finisce nella bacheca della belga Elise Mertens: in finale la 25enne di Leuven, n.20 del ranking e 7 del seeding, sconfigge 64 61 l’estone Kaia Kanepi, n.94 WTA, che al secondo turno aveva interrotto la striscia vincente della bielorussa Aryna Sabalenka, n.7 WTA e quarta favorita del torneo, che durava da 15 incontri. Mertens torna così a vincere un titolo per la prima volta da Doha 2019.
IL “BLACK THURSDAY” DI MELBOURNE
Annullati tutti i match di giovedì 4 a Melbourne. E’ la decisione presa degli organizzatori dopo la notizia della positività ai test anti-Covid di un dipendente del Grand Hyatt Hotel di Melbourne, la più lussuosa delle tre strutture che ospitano giocatori, accompagnatori e componenti dello staff durante le due settimane di quarantena obbligatoria nella capitale dello stato di Victoria. Si tratta di 500/600 persone, tennisti compresi, considerati come contatti casuali e non stretti che sono messe in isolamento e sottoposte al test per il Covid-19.
A complicare la vita degli organizzatori degli Australian Open ci si mette poi anche il meteo che rende difficile portare a termine i sei tornei in corso a Melbourne Park (Atp Cup, 2 Atp 250, 3 Wta 500). Il direttore di Tennis Australia Craig Tiley annuncia lo slittamento di 24 ore del sorteggio dei tabelloni dello Slam ma conferma l’inizio del torneo nella data stabilita. Ottimismo anche sulla conclusione entro il weekend di tutti i tornei in corso: l’impianto comprende infatti tre arene con il tetto richiudibile (Rod Laver Arena, Margaret Court Arena e John Cain Arena) ma è dotato anche di altri sei campi coperti, di solito utilizzati solo per gli allenamenti. Inoltre la WTA stabilisce che fino alla conclusione nei tornei femminili si giocherà un super tie-break al posto del terzo set.
LA FINALE MANCATA
L’unico torneo a farne le spese alla fine è il “Grampians Trophy”, WTA 500 (235.280 dollari di montepremi), già iniziato con un paio di giorni di ritardo sempre sul cemento di Melbourne Park e riservato alle giocatrici costrette alla “quarantena dura” perché hanno viaggiato su voli dove sono stati trovati dei positivi. Si decide di non far disputare la finale tra l’estone Anett Kontaveit, n.23 del ranking e 6 del seeding, e la statunitense Ann Li, n.99 WTA, per la prima volta approdata all’ultimo atto in un torneo del circuito maggiore, che si dividono equamente il montepremi.
YASTREMSKA PERDE IL RICORSO
Arriva la decisione definitiva sul caso Dayana Yastremska, che non potrà prendere parte agli Australian Open. L’ucraina, positiva a un test anti-doping e provvisoriamente sospesa dal tribunale indipendente dell’ITF, è comunque andata a Melbourne ed ha trascorso due settimane di quarantena severa senza uscire dalla camera in quanto sul suo volo c’erano persone positive ai test anti-Covid. “Non riesco ad esprimere la mia delusione pe non poter essere in campo nel primo Slam della stagione - dice la 20enne di Odessa -. "Vorrei sottolineare che la decisione del tribunale indipendente dell'ITF e del TAS riguardano solo la sospensione provvisoria. Ora è il momento di difendermi nel merito dalle accuse". Yastremska si dice innocente e sostiene che la positività del test sia il risultato di una contaminazione.
A MELBOURNE URNA POCO FAVOREVLE ALLE AZZURRE
Urna non troppo benevola soprattutto per due delle cinque azzurre al via nel main draw degli Australian Open, primo Slam del 2021 che inizia con tre settimane di ritardo rispetto alla data originaria per la quarantena. Quest’anno per il tennis tricolore è record di presenze al Major Down Under: sono 14 (9 uomini e 5 donne) una in più rispetto al 2020.
Sul cemento di Melbourne Park Martina Trevisan va subito a sbattere contro la russa Alexandrova, n.29 del seeding, Elisabetta Cocciaretto si fa rimontare dalla tedesca Barthel mentre Jasmine Paolini strappa solo due game a Karolina Pliskova. Secondo turno fatale, invece, per Camila Giorgi, che cede in due set alla polacca Swiatek, 15esima testa di serie. La più brava di tutte è Sara Errani.
SARA, IL CUORE NON BASTA
Ci prova, ci mette gambe e cuore ma non basta. Nel terzo turno degli Australian Open Errani si fa rimontare sul più bello da Su-Wei Hsieh, vedendo sfumare quel posto negli ottavi di uno Slam che le manca dal Roland Garros 2015. La 33enne romagnola, n.134 del ranking, promossa dalle qualificazioni, cede 64 26 75, dopo quasi due ore e tre quarti di lotta, alla cinese di Taipei, n.71 del ranking, che già aveva eliminato in due set la canadese Bianca Andreescu, n.8 del ranking e del seeding, al primo torneo dopo oltre un anno di inattività.
Peccato perché contro la 35enne di Kaohsiung Errani si era imposta molto nettamente in tutti e tre i precedenti confronti diretti, rifilandole ogni volta un 6-0. Ma che stavolta la faccenda sarebbe stata molto più complicata e che di “bagel” neanche a parlarne lo si capisce già dopo i primi scambi, con una Hsieh capace di trovare incroci strettissimi tanto di diritto che di rovescio e di disegnare il campo come poche nel circuito. E pensare che Errani, avanti 5-3 nel set decisivo, sia nel nono game che nel decimo arriva a due punti dalla vittoria. Sara - per la 14esima volta in gara nell'"Happy Slam", l’undicesima nel main draw (dove vanta i quarti nel 2012), la prima dal 2017 - non raggiungeva il terzo turno in uno Slam dagli Us Open del 2015 (nello stesso anno ci era riuscita anche a Melbourne mentre a Parigi era arrivata nei quarti): grazie a questo risultato si riavvicina alla top 100 salendo al n.106.
KENIN ESCE TRA LE LACRIME
Passando alle straniere, gli Australian Open perdono già al secondo turno la campionessa in carica, la statunitense Sofia Kenin, n.4 del ranking e del seeding, che non regge la pressione e lascia il campo in lacrime, sconfitta con un punteggio durissimo dall’estone Kaia Kanepi, n.65 WTA, una che contro le top-player non soffre certo di timori reverenziali.
SORPRESE DOWN UNDER
Primo quarto Slam per Jessica Pegula, n.61 WTA, che elimina in tre set Svitolina, n.5 del ranking e quinta favorita del seeding, e sfida in un derby a stelle e strisce l’amica Jennifer Brady, n.24 WTA e 22esima testa di serie, ancora protagonista dopo la semifinale raggiunta agli Us Open del 2020.
E mentre i tifosi aussie devono ingoiare il boccone amaro dell’uscita di scena nei quarti della beniamina di casa Ashleigh Barty, regina del tennis mondiale, buttata fuori dalla ceca Karolina Muchova, n.27 del ranking e 25 del seeding, sembra la volta buona per Serena Williams per poter mettere le mani sul24esimo trofeo Slam: la statunitense, n.10 WTA ed undicesima testa di serie, dopo ave eliminato negli ottavi la bielorussa Aryna Sabalenka, n.7 del ranking e del seeding, liquida in due set Simona Halep, n.2 WTA e seconda testa di serie.
SFUMA DI NUOVO IL RECORD SLAM
La quarantesima semifinale Major di Serena dura 75 minuti, non è mai in discussione e si conclude 64 63 per l’erede designata, Naomi Osaka. Williams abbandona in lacrime la conferenza stampa dopo aver detto: "Se mai dovessi lasciare il tennis, non lo direi a nessuno". Poi un pensiero speciale per i tifosi australiani: "Sono onorata di aver giocato davanti a voi, vi sarò grata per sempre". Chissà se Serena tornerà di nuovo Down Under…
Nell’altra sfida, quella assolutamente non ipotizzabile alla vigilia, l’altra americana Brady, n.24 WTA e 22esima testa di serie, si impone per 6-4 al terzo sulla Muchova centrando la sua prima finale Slam.
LA LEGGE DI NAOMI
A tratti ingiocabile ma per fortuna (delle sue avversarie…) ancora con qualche piccolo black-out. Molto piccolo però. E, a dispetto del ranking, è sicuramente lei la giocatrice più forte del mondo. E lo dimostra tornando regina di Melbourne. Nella finale degli Australian Open la giapponese Osaka, n.3 WTA e terza testa di serie, sconfigge 64 63 la statunitense Jennifer Brady, bissando il titolo vinto nel 2019.
Quarto trofeo in altrettante finali Slam disputate (Us Open 2018, Australian Open 2019 e Us Open 2020 le vittorie precedenti) per Naomi che si riprende la seconda poltrona scavalcando Halep ma lo scettro mondiale, che aveva agguantato per la prima volta due anni fa proprio dopo il primo trionfo australiano, rimane comunque saldamente nelle mani di Barty.
Nel suo percorso verso la vittoria bis la 23enne di Osaka perde in tutto 46 game e un set soltanto, negli ottavi contro la spagnola Garbiñe Muguruza, n.14 del ranking e del seeding, alla quale annulla anche due match-point di fila sotto 5-3 nel set decisivo. E diventa la settima giocatrice nell’Era Open (in 8 occasioni) a conquistare il trofeo dell’Aus Open dopo essere state ad un passo dalla sconfitta: Seles (1991), Capriati (2002), Serena Williams (2003 e 2005), Li Na (2014), Kerber (2016) e Wozniacki (2018). La tennista e l’atleta donna più pagata al mondo - secondo la rivista Forbes - è un personaggio complesso, un esempio fuori dal campo con il suo impegno civile. Tecnicamente può ancora crescere sulla terra rossa e - soprattutto - sull’erba ma dimostra già ampiamente di avere numeri da…regina. Nel resto della stagione, però, si vedrà una Osaka ben diversa....
KASATKINA RITROVA IL SORRISO
Esordio amaro per Sara Errani ed Elisabetta Cocciaretto nel “Phillip Island Trophy” (WTA 250 - tabellone a 64 post - 235.238 dollari di montepremi) sul cemento di Melbourne Park, in contemporanea con la seconda settimana degli Aus Open. La 33enne di Massa Lombarda, n.134 WTA, cede in due set alla cinese Lin Zhu, n.94 del ranking, mentre la 20enne di Fermo, n. 126 WTA, si fa superare in rimonta dalla qualificata indiana Ankita Raina, n.181 del ranking. E dice male anche a Sofia Kenin, n.4 WTA e prima testa di serie, che incappa in un’altra delusione, perdendo in tre set con l’australiana Olivia Gadecki, n.727 WTA e in tabellone con una wild card.
Il titolo lo vince Daria Kasatkina: in finale la russa, n.75 del ranking, batte in rimonta 46 62 62 la ceca Marie Bouzkova, n.50 WTA, che in semifinale aveva annullato due match-point alla canadese Andrescu, numero 9 del ranking e seconda favorita del torneo. Terzo titolo complessivo per la 23enne di Togliatty non vinceva un torneo da Mosca 2018.
AZZURRE IN TRASFERTA A CLUJ
La sfida play-off della Billie Jean King Cup by BNP Paribas tra Romania e Italia in calendario venerdì 16 e sabato 17 aprile si giocherà a Cluj: lo rende noto la federtennis rumena. Gli spareggi play-off (otto sfide in casa o trasferta) sono parte integrante della Coppa del Mondo a squadre (ex Fed Cup), ribattezzata lo scorso settembre “Billie Jean King Cup”: 16 squadre nazionali scenderanno in campo per assicurarsi la possibilità di giocare i preliminari del World Group 2022.
Intanto ITF ed Agenzia nazionale per lo sport ungherese (NSA) annunciano ufficialmente che, causa pandemia, le finali della Billie Jean King Cup by BNP Paribas (ex Fed Cup), inizialmente in calendario dal 13 al 18 aprile a Budapest, saranno riprogrammate in altra data nel 2021.
ARYNA REGINA DI DOPPIO
Il ranking WTA di specialità di lunedì 22 certifica che Sabalenka è la nuova numero uno di doppio. Superata la taiwanese Su-Wei Hsieh, in vettya da 31 settimane consecutive (2 marzo 2020) Aryna è la 44ma giocatrice a raggiungere questo traguardo da quando esiste il ranking computerizzato, la seconda nata in Bielorussia dopo Natasha Zvereva nel 1991.
"Sono davvero onorata…. Ricorderò questo giorno per tutta la vita", dice la 22enne di Minsk che festeggia questo traguardo dopo il trionfo agli Australian Open in coppia con la belga Elise Mertens, secondo titolo Slam dopo gli US Open 2019. Per quest’anno, però, Aryna ed Elise non giocheranno più gli Slam in doppio: disputeranno solo alcuni tornei, come Dubai e Miami.
AD ADELAIDE SI CHIUDE LO “SWING AUSSIE”
Jasmine Paolini, n.99 WTA, promossa dalle qualificazioni, lotta con tenacia contro la statunitense Cori Gauff, n.52 del ranking, anche lei qualificata, ma esce di scena al debutto nel tabellone principale dell’“Adelaide International” (WTA 500 - 535.530 dollari Montepremi) sui campi in cemento della città sulla costa dell’Australia Meridionale.
Intanto Iga Swiatek, n.18 del ranking e 5 del seeding, non si ferma più: domina 62 62 la svizzera Belinda Bencic, n.12 WTA e seconda testa di serie, e conquista il titolo al WTA di Adelaide. La polacca, campionessa in carica al Roland Garros, chiude il torneo senza perdere un set.
BARTY SI FERMA E DA’ APPUNTAMENTO A MIAMI
Quasi un mese di stop. E’ quello che decide di prendersi Ashleigh dopo la sconfitta al secondo turno - per lei l’esordio - contro la statunitense Collins, n.37 del ranking, ad Adelaide. Una pausa necessaria alla regina del tennis mondiale per guarire dall’infortunio alla coscia sinistra che si porta dietro da diverse settimane. L’australiana - che ha iniziato questo 2021 aggiudicandosi lo “Yarra Valley Classic” battendo in finale la spagnola Muguruza proprio alla vigilia dello Slam di casa - aveva lamentato il problema già durante gli Australian Open, che per lei si sono conclusi nei quarti di finale con il ko a sorpresa contro la ceca Karolina Muchova.
La 24enne di Ipswich ha reso nota la sua decisione con un comunicato nel quale ha annunciato il forfait al WTA 500 di Doha ed al primo WTA 1000 stagionale, di scena a Dubai. "Ash" ha parla di Miami come ipotesi di rientro nel tour.