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Matteo, campione azzurro nella storia: batte anche chi gli urla contro

Berrettini è il primo italiano in semifinale all'Australian Open da quando esiste il torneo. E' il primo azzurro così avanti in tre Slam diversi. Come a New York nel 2019, ha sconfitto Monfils al quinto set e sfiderà Nadal

di | 25 gennaio 2022

"Non vi sento!". Un urlo per la storia, quello di Matteo Berrettini che ribalta da campione una partita che sembrava vinta dopo due set e irrimediabilmente persa dopo quattro. L'ha urlato contro il cielo, verso il suo angolo, verso coach Vincenzo Santopadre che partecipa ad ogni punto come se in ogni punto ci fosse anche lui.

L'ha urlato a quel pubblico caldo e ostile, sfacciato e a volte maleducato che ha voluto lo show e preso le parti di Gael Monfils. "Qui fra voi ci sono persone che evidentemente non amano il tennis" ha tenuto a puntualizzare nell'intervista a caldo con Sam Groth. Ovvero uno dei pochi che quando giocava serviva più veloce di Matteo.

Come a New York nel 2019, Berrettini emerge da un ingarbugliato quarto di finale Slam contro Monfils al quinto set. Come a New York, il prossimo ostacolo si chiama Rafa Nadal.

Hanno vinto due partite diverse per stili, simili per andamento e punteggio. Berrettini ha chiuso 6-4, 6-4, 3-6, 3-6, 6-2, Nadal ha sfiancato uno Shapovalov troppo frenato nelle fantasie di una vittoria possibile 6-3 6-4 4-6 3-6 6-3. Entrambi hanno dato una spallata decisiva con un break di forza all'inizio del quinto set, quando in tanti avrebbero dato il loro rivale come favorito per la vittoria.

Quando il gioco si fa duro, Matteo dura di più. E' il primo italiano in semifinale all'Australian Open in tutta la storia del torneo, anche prima dunque che fosse Open, quando si parlava solo di Campionati Australiani. E' anche il primo azzurro in semifinale in tre Slam diversi. E il meglio deve ancora venire

La partita ha vissuto su tre atti differenti, secondo uno schema teatrale. Berrettini ha mostrato un servizio forte e schioccante come uno sparo già dai primi game. E a teatro, se mostri una simile arma al primo atto, poi al terzo l'arma dovrà sparare. E così è stato anche nell'arena di Melbourne.

Matteo Berrettini colpisce di diritto (foto Getty Images)

Dopo un primo set in controllo, ha difeso il secondo difeso contro un Monfils più vicino al campo in risposta e in grado così di impostare un match più di resistenza che di forza esplosiva. Le tre palle break salvate da Matteo in un game durato venti minuti nel secondo set sono un indizio. Gli scambi si allungano, la partita cambia. Il primo doppio fallo nel match dell'azzurro offre a Monfils il break del 4-2 nel terzo.

Inizia il secondo atto, in cui Berrettini con l'anima in riserva e le gambe che non si piegano più per generare potenza nei colpi subisce un Monfils più aggressivo. Il francese guadagna energia a ogni game, lo spettacolo diverte i tifosi che a questo punto ne vogliono ancora. Urlano, bevono, distraggono Matteo tra la prima e la seconda. Disturbano ancora nel quinto set, uno di loro verrà anche cacciato dallo stadio in un momento non proprio irrilevante, con il romano a un punto dal doppio break.

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La sostanza di cui sono fatti i campioni la vedi quando il destino sembra avverso, quando le energie latitano, quando c'è da mettere il cuore davanti ai muscoli e alla stanchezza. E la differenza al quinto set si è vista tutta. Se Berrettini ne ha vinti sei su sette, di quinti set, e Monfils meno della metà di quelli giocati (18 vinti, 19 persi il suo record) ci sarà un perché. A Melbourne, stasera, l'hanno scoperto tutti.

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