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Spetta a Medvedev il ruolo di anti-Djokovic a Melbourne

Nella seconda semifinale degli Australian Open il 25enne russo allunga a 20 la sua serie di partite vinte superando in tre set il greco Tsitsipas: sfiderà domenica per il titolo il numero 1 del mondo, campione in carica e otto volte vincitore Down Under

di | 19 febbraio 2021

Daniil Medvedev

Daniil Medvedev esulta, stringendo il pugno (foto Getty Images)

Prosegue il momento magico di Daniil Medvedev, che si regala la prima finale in carriera agli Australian Open, seconda a livello Slam. Sarà dunque il 25enne russo, numero 4 del ranking mondiale e del tabellone, a sfidare domenica il “defender” Novak Djokovic, otto volte trionfatore a Melbourne Park e dopo l’uscita di scena ai quarti di Rafa Nadal sicuro anche di rimanere numero 1 del mondo almeno fino all’8 marzo, così da superare il record di Roger Federer di 310 settimane complessive sul trono.

Nella seconda semifinale maschile sulla Rod Laver Arena - con il ritorno del pubblico sugli spalti da ieri l’atmosfera è tornata elettrica – il tennista di Mosca ha dominato il greco Stefanos Tsitsipas, numero 6 ATP e quinta testa di serie, imponendosi in tre set (64 62 75 in due ore e 10 minuti) e centrando l’ingresso alla sua 16esima finale in carriera.

Per la quarta volta un giocatore russo approda all’ultimo atto dopo Evgeny Kafelnikov e le due disputate da Marat Safin, l’ultimo rappresentante di quel Paese ad alzare il trofeo nel 2005.

Il servizio di Daniil Medvedev (foto Getty Images)

(4) Daniil Medvedev b. (5) Stefanos Tsitsipas 64 62 75

Valeva la prima volta in finale Down Under il settimo confronto diretto fra due dei più autorevoli candidati a raccogliere l’eredità dei Fab Four, sia per qualità tecniche che per ragioni anagrafiche.

I precedenti erano assai favorevoli al 25enne russo (ha compiuto gli anni giovedì della settimana scorsa), che si era aggiudicato le prime cinque sfide – compresa l’unica a livello Slam al secondo turno degli US Open 2018, in quattro set – salvo poi cedere nell’ultima in ordine di tempo, quella disputata nel round robin delle ATP Finals 2019, che videro trionfare proprio il greco, dodici mesi dopo il successo alle Next Gen ATP Finals di Milano. E anche stavolta ad uscire con il sorriso è stato Medvedev, numero 4 della classifica mondiale e del seeding, che ha allungato così a 20 la striscia di successi consecutivi tra la fine della passata stagione – con i trofei nel “1000” di Parigi-Bercy e alle ultime ATP Finals a Londra – e l’inizio di questa, dove è stato quasi in giocabile alla ATP Cup insieme all’amico Andrey Rublev, dominato due giorni fa nel quarto di finale derby.

Un’affermazione, la 12esima di fila contro un top ten (l’ultima sconfitta risale alle semifinali degli US Open 2020 contro Thiem), che gli è valsa la seconda finale in un Major dopo quella persa di misura agli US Open 2019 contro Rafa Nadal.

Il 22enne di Atene, numero 6 del mondo e quinta testa di serie, dopo la straordinaria rimonta compiuta nei quarti ai danni di Rafa Nadal (appena per la terza volta in carriera costretto a inchinarsi dopo esser stato in vantaggio per due set), non ha invece superato la fatidica prova del nove per regalare alla Grecia la prima storica finale in uno Slam.

Nel quinto gioco, con poche prime di servizio messe in campo, Tsitsipas ha concesso le prime palle-break dell’incontro, sfruttate dall’avversario con un paio di accelerazioni di rovescio per il 3-2.

Un vantaggio che Medvedev ha saputo conservare, faticando solo al momento di chiudere il parziale. Il tennista che ha per coach il francese Gilles Cervara (tra i due c’è stata una lite a distanza nel corso dell’incontro con Krajinovic, il più faticoso per il russo a Melbourne), alla terza “semi” Slam in carriera, la prima Down Under, con il servizio a singhiozzo in questo game ha mancato tre set-point (due annullati dal greco approfittando della seconda di servizio e doppio fallo), però poi con un ace e un servizio vincente ha ottenuto il 64 in 40 minuti di gioco.

La delusione di Stefanos Tsitsipas (foto Getty Images)

La capacità di difendersi con efficacia sulla pressione dell’ateniese e rimandare dall’altra parte della rete tante palle, per poi contrattaccare al momento giusto, ha consentito al russo uno “strappo” nel terzo game della seconda frazione dopo tre opportunità di 2-1 mancate dal greco, che su questo stesso palcoscenico nell’edizione 2019 sorprese Roger Federer per poi approdare pure in quel caso al penultimo atto, stoppato da Nadal.

Medvedev gioca in modo molto intelligente, bisogna starci molto attenti, sfruttare le occasioni e pressarlo”, le parole di Stefanos alla vigilia, rimaste però tali perché l’avversario, come una piovra dai lunghi tentacoli, ha ribattuto colpo su colpo e con due passanti di rovescio e una risposta vincente di diritto ha piazzato il secondo break (5-2). Sullo slancio, con l’11esimo ace della sua partita, il moscovita ha messo in cassaforte anche il secondo set.

Daniil Medvedev colpisce di diritto (foto Getty Images)

Rapido negli spostamenti a coprire in campo e con traiettorie spesso illeggibili per il rivale, subito in avvio di terza partita come un rullo compressore Medvedev ha tolto di nuovo la battuta all’ellenico che ha anche sangue russo nelle vene visto che la mamma Julia Sergeyevna Salnikova è arrivata fra le top 200 del tennis mondiale e suo padre ha vinto l’oro olimpico con la nazionale di calcio dell’allora Unione Sovietica nel 1956 proprio a Melbourne.

Dopo aver mancato due chance per il 4-1 “pesante” (annullate con coraggio e lucidità dal greco), Daniil ha accusato un passaggio a vuoto, facendosi innervosire dall’avversario non pronto a rispondere e concedendo le prime palle-break dell’incontro e facendosi riagganciare sul 3-3 (diritto in rete), per poi trovarsi sotto nel punteggio per la prima volta con il terzo game di fila vinto da Stefanos, spinto dal pubblico che tifa per un confronto più equilibrato.

Tsitsipas si è anche procurato un’opportunità per il 5-3, cancellata con un ace da Medvedev, in grado di ritrovare freddezza e calma per il 4-4. Il greco si è spinto fino a due punti dal set (5-4 0-30), ma stavolta non è bastato il cuore da fighter mostrato contro Kokkinakis e contro il campione maiorchino, e neppure i consigli di Patrick Mouratoglou, che siede nel box accanto a papà Apostolos.

Il russo nel momento chiave ha piazzato altri due passanti di rovescio e una risposta nei piedi per il break che gli ha consentito di andare a servire per il match. Daniil non ha tremato e di prepotenza ha staccato il pass per la finale, candidandosi fino in fondo al ruolo di anti-Djokovic.

L'amarezza di Stefanos Tsitsipas, con sullo sfondo i trofei (foto Getty Images)

Il saluto fra Daniil Medvedev e Stefanos Tsitsipas a fine match (foto Getty Images)

L'esultanza di Daniel Medvedev (foto Getty Images)

Le statistiche confermano una volta di più che è stata una sfida a senso unico: 17 ace a 3 per Medvedev (68% di prime di servizio, facendo punto nell’88% dei casi), capace di mettere a segno 46 vincenti contro i 19 del greco, che ha invece commesso 30 errori gratuiti a fronte dei 21 del russo.

"Ero in controllo del match, avanti due set e un break nel terzo, ma mi sono un po' spaventato e sono diventato più teso perché è una semifinale dello Slam e per me non è la 50esima come può essere per Novak o Roger! – ha ammesso nel suo commento a caldo Medvedev, già sicuro di salire per la prima volta sul podio mondiale lunedì, addirittura sul secondo gradino in caso di titolo - Non è stato facile, ma sono contento di essermi ripreso, soprattutto in alcuni momenti di tensione sul servizio, e sono davvero molto felice di essere in finale".

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