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Capolavoro Tsitsipas: che rimonta su Nadal!

Agli Australian Open, ancora a porte chiuse, il 22enne greco recupera due set allo spagnolo e s’impone 7-5 al 5°: in semifinale troverà il russo Medvedev, che ha dominato il derby con il connazionale e amico Rublev

di | 17 febbraio 2021

Stefanos Tsitsipas

La determinazione di Stefanos Tsitsipas (foto Getty Images)

Si è completato l’allineamento alle semifinali del tabellone maschile, con la disputa dei due quarti della parte bassa – dove sono giunte le teste di serie di riferimento di questa sezione - ancora a porte chiuse (da giovedì tornerà poi il pubblico sugli spalti a Melbourne Park).

Sulla Rod Laver Arena il primo a staccare il pass per il penultimo atto – prima volta per lui – è stato Daniil Medvedev, che nel derby russo fra due dei principali protagonisti del 2021 e dell’inizio del nuovo anno dettando legge nella ATP Cup ha ancora una volta stoppato le ambizioni dell’amico Andrey Rublev, battuto in tre set. Considerando l’exploit di Aslan Karatsev, è la terza volta nell'Era Open che la Russia porta due suoi rappresentanti al penultimo atto in uno Slam: era già accaduto agli US Open 2001 (Kafelnikov e Safin) e US Open 2006 (Davydenko e Youzhny).

Avvincente poi è stato il match che chiudeva il programma di giornata, nel quale Stefanos Tsitsipas ha saputo rimontare due set di svantaggio a Rafa Nadal, imponendosi 7-5 al quinto dopo oltre quattro ore di una battaglia avvincente, così da raggiungere per la seconda volta la semifinale Down Under (dopo il 2019).

(5) Stefanos Tsitsipas b. (2) Rafael Nadal 36 26 76(4) 64 75

Per la terza volta in carriera Rafa Nadal deve inchinarsi dopo esser stato in vantaggio per due set. A compiere l’impresa - dopo Roger Federer nella finale di Miami 2005 e Fabio Fognini al 3° turno degli US Open 2015 - è stato Stefanos Tsitsipas, numero 6 del mondo e quinta testa di serie: 36 26 76(4) 64 75 lo score, in 4 ore e 5 minuti di gioco, con cui il 22enne greco si è imposto in rimonta sullo spagnolo, numero 2 del mondo, cinque volte finalista in questo torneo (l’ultima nel 2019), dove ha trionfato nel 2009 facendo piangere Roger Federer dopo la sconfitta in cinque set, vivendo un’altra grande emozione dopo quella nell’edizione 2019 quando il greco sorprese Roger Federer ottenendo il suo miglior risultato Down Under, ora eguagliato.

Si infrange contro la serata di grazia dell’ellenico il sogno del campione spagnolo del 21esimo titolo Slam che lo farebbe entrare ancora di più nella storia di quanto già non lo sia, rimandato magari al Roland Garros, il suo regno.

La delusione di Rafael Nadal (foto Getty Images)

Il rovescio a una mano di Stefanos Tsitsipas (foto Getty Images)

E’ stato chirurgico il maiorchino, che nell’ottavo gioco con una risposta di rovescio nei piedi dell’avversario si è guadagnato la prima palla break, immediatamente concretizzata grazie al diritto in rete del greco (5-3). Il quale ha tentato una reazione, issandosi 15-30 con due belle risposte, però due prime di servizio solide inframmezzate da un errore di Tsitsipas col diritto, colpo con cui deve rischiare qualcosa in più per uscire dalla morsa dell’iberico, hanno consegnato la prima frazione a Nadal in 37 minuti.

Subito in avvio di secondo set il mancino di Manacor con un game impeccabile ha strappato la battuta al 22enne di Atene, entrato nei quarti senza faticare per via del ritiro di Matteo Berrettini (infortunio agli addominali). L’ellenico, vincitore delle Next Gen ATP Finals 2018 a Milano e poi del Masters l’anno seguente, ha tentato di alzare i giri del motore, senza però scalfire la solidità di Rafa, ai quarti di finale per la 13esima volta in 16 partecipazioni a Melbourne Park. Il quale nella sua maglia color salmone ha bissato il break nel quinto game, volando sul 5-1 e mettendo in cassaforte il parziale (62) in 41 minuti.

Il cuore da fighter non manca comunque a Tsitsipas – come si è visto nella palpitante partita contro Kokkinakis – che nel terzo set non ha concesso palle break,anche se Nadal è stato un rullo compressore nei suoi turni (26 punti di fila, con il primo perso sul 40-0 del 12esimo game). Inevitabile l’approdo al “gioco decisivo”, dove il campione spagnolo ha pagato a caro prezzo tre errori (due smash, di cui uno a rimbalzo, e una chiusura di diritto su palla a metà campo), che hanno lanciato sul 6 a 3 l’ateniese, bravo a chiudere per 7 punti a 4, strappando il primo set del torneo al 13 volte re del Roland Garros. Nadal ne aveva vinti 35 di fila negli Slam, l’ultimo perso risaliva allo scorso anno contro Thiem sempre in Australia.

Rinfrancato – e incitato dal suo box, dove siede anche Patrick Mouratoglou – Tsitsipas si è procurato una chance di break nel gioco di apertura del quarto parziale, fronteggiata in maniera efficace da Rafa. Il quale, perse un po’ della spinta e delle certezze iniziali, si è trovato 15-40 anche nel quinto game, cavandosela da par suo. E dopo un settimo gioco ancora ai vantaggi (non era mai accaduto nei primi tre set nei suoi turni di battuta) sul 4-4 Nadal, mancate tre opportunità per il 5-4, ha perso per la prima volta il servizio complici più errori del solito (14 solo in questo set contro i 6 dell’ellenico). E Stefanos con autorità ha portato la contesa al quinto dopo tre ore e 10 minuti, facendo salire la preoccupazione nell’angolo dell’iberico, in primis di coach Francisco Roig.

Set decisivo che è stato di alta intensità da parte di entrambi (game perfetto, con 4 ace, per Tsitsipas per ottenere il 3-3), in cui il sostanziale equilibrio si è rotto sul 5-5 quando Nadal ha commesso quattro errori consegnando il break al greco. Il quale, dopo aver mancato due match point, ha cancellato una palla-break con una grande prima di servizio, per completare l’impresa con un rovescio lungo linea sulla terza palla match (concessa da Rafa con uno schiaffo al volo di diritto in rete).

La sua seconda affermazione contro lo spagnolo, dopo quella nel 2019 nelle semifinali del “1000” di Madrid, è una delle vittorie più importanti della sua giovane carriera.

Una difesa in allungo di Stefanos Tsitsipas (foto Getty Images)

"Non ho parole, ho ritrovato il mio tennis come d’incanto… È una sensazione incredibile poter lottare a un tale livello e dare tutto in campo - il primo commento del greco, quasi incredulo nel rispondere alle domande di Jim Courier - All'inizio ero molto nervoso. E non so cosa sia successo dopo il terzo set: stavo volando come un uccellino, tutto funzionava per me... È indescrivibile".

"Tenere i nervi saldi era una delle chiavi, dato che non l'avevo fatto molte volte in passato. Dovevo rimanere concentrato - ha aggiunto Tsitsipas -. Medvedev? E' sicuramente molto in forma, adesso devo pensare a recuperare, perché sarà molto dura in campo. Ma ogni partita è una benedizione e non vedo l'ora di arrivarci".

Stefanos Tsitsipas abbracciato dal padre Apostolos (foto Getty Images)

Il servizio di Daniil Medvedev (foto Getty Images)

Andrey Rublev cerca sollievo al caldo australiano (foto Getty Images)

(4) Daniil Medvedev b. (7) Andrey Rublev 75 63 62

La previsione di Evgeny Donskoy, capitano-giocatore del team russo di ATP Cup, si è puntualmente avverata. Daniil Medvedev e Andrey Rublev sono giunti a contendersi un prezioso posto tra i “best 4” del primo Slam stagionale – per entrambi prima volta nei quarti Down Under – ma il derby ancora una volta ha promosso il 25enne di Mosca (ha compiuto gli anni giovedì scorso), che ha dunque posto fine all’imbattibilità nel 2021 del connazionale. Sono così diventati 19 i successi consecutivi tra la fine della passata stagione – con i trofei nel “1000” di Parigi-Bercy e alle ultime ATP Finals a Londra – e l’inizio di questa per Medvedev, numero 4 della classifica mondiale e del seeding: 75 63 62 il punteggio, in due ore di gioco sotto il caldo sole australiano, che vale la quinta affermazione in altrettanti testa a testa (il primo risale al circuito challenger).

Rublev, numero 8 del ranking e settima testa di serie, deve insomma attendere per sfatare il tabù nei confronti dell’amico (i due si conoscono dai tempi dei tornei giovanili), che si è confermato al momento giocatore più solido e soprattutto completo, con un bagaglio tecnico di soluzioni più ampio rispetto all’altro moscovita, di un anno e otto mesi più giovane. E in campo, anche mentalmente, dimostra questa consapevolezza, con la tranquillità di chi si sente più forte.

Dopo aver recuperato un break e riagganciato il connazionale sul 4-4, il giocatore allenato da Fernando Vicente - l’unico a mettere in bacheca cinque titoli nel 2020 – ha sentito la tensione del momento cedendo la battuta nel dodicesimo game. Nel secondo parziale Medvedev ha fronteggiato due palle break sul 3-3, quindi nel gioco successivo ha strappato lui la battuta all’amico, senza le energie necessarie per cambiare inerzia al match, volando a consolidare il vantaggio con un turno tenuto a zero. 

E sullo slancio un break subito in avvio del terzo, con Rublev ormai spento e sconsolato, ha messo tutto ancora più in discesa per il finalista agli US Open 2019 e semifinalista dell'ultima edizione a Flushing Meadows, che ha chiuso con una combinazione servizio e diritto guadagnando la terza “semi” Slam in carriera, la prima Down Under.

I numeri certificano la superiorità del tennista che ha per coach il francese Gilles Cervara (tra i due c’è stata una lite a distanza nel corso dell’incontro con Krajinovic, il più faticoso per il russo a Melbourne): 14 ace contro gli 8 di Rublev, con il 60% di prime palle in campo (47% l’avversario) e l’80% di resa, 30 vincenti messi a segno a fronte dei 20 del rivale, che ha invece commesso più gratuiti (39 a 33).

"E’ stato uno dei miei migliori match da un po’ di tempo a questa parte, non soltanto qui ma anche dello scorso anno. E’ stata una prestazione incredibile, ho davvero giocato bene, riuscendo ad impormi in tre set, senza dover ricorrere al tie-break", ha sottolineato con soddisfazione Medvedev, che prima dell’intervista sul campo si è fatto massaggiare la coscia sinistra dal fisioterapista.

"Ho sentito un crampo al quadricipite all’ultimo cambio campo, ho preferito non mostrarlo, ma sapevo che se avessi perso il mio turno di battuta tutto si sarebbe complicato – ha spiegato Daniil - Penso di essere uno di quelli che riesce a stancare così tanto Andrey in campo, sono contento di questo… Lo conosco da molto tempo e credo che il mio tennis sia adatto per neutralizzare i grandi colpi di cui lui dispone".

Ora il russo potrà tranquillamente godersi da spettatore – un po’ interessato – l’ultimo quarto di finale, mantenendo vivo il desiderio di giungere in fondo a un torneo in cui l’ultimo trionfo russo porta la firma di Marat Safin nel 2005.

Daniil Medvedev massaggiato alla coscia sinistra dopo la fine dell'incontro (foto Getty Images)

Australian Open, day 9: Karatsev fa paura - Le foto

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