-
Eventi internazionali

Djokovic re degli scacchi: nono titolo a Melbourne

Djokovic conquista il nono Australian Open su nove finali giocate. E' il suo 18mo Slam. Sconfitto in tre set Daniil Medvedev-

di | 21 febbraio 2021

"Grazie, Rod Laver Arena". Così Novak Djokovic chiude il discorso dopo il nono Australian Open su nove finali, e altrettante semifinali, giocate a Melbourne. Nove Australian Open su 18 Slam complessivi. Novak Djokovic diventa il secondo campione a vincere così tanti titoli in uno stesso Slam dopo Rafa Nadal a Parigi. Già sicuro di superare le 310 settimane al numero 1 del mondo di Roger Federer, Djokovic batte 75 62 62 Daniil Medvedev, nono giocatore in attività in finale a Melbourne, che incassa la seconda sconfitta su due nel match per il titolo in un major.

"Un tempo passavamo più tempo insieme a Montecarlo, ora non mi chiami più" scherza Djokovic nella cerimonia di premiazione ricambiando le belle parole spese per lui dal russo.

Medvedev non perdeva dallo scorso torneo di Vienna, aveva vinto le ultime 12 partite contro top-10. Ma Djokovic ha fatto tutto quello che serviva per demolire il suo gioco, con scientifica e studiata efficacia, un pezzo alla volta. Gli ha giocato forte contro il dritto, ha servito e risposto meglio con prima e soprattutto seconda. 

Per un set e mezzo, si è vista finale fra due grandi teste da tennis. Due campioni che pensano un tennis cerebrale e complesso, e riescono ad interpretarlo a un livello altissimo facndolo sembrare normale. Poi si è visto un uomo solo al comando.

Per la seconda volta, Djokovic trionfa a Melbourne per tre anni di fila. Per la prima volta nell'era Open, un giocatore riesce a sollevare il trofeo intitolato a Norman Brookes dopo aver compiuto trent'anni.

Djokovic apre la finale con l'ace numero 101 del torneo e vola 3-0, come in tutte le ultime quattro finali a Melbourne. Medvedev ha subito il break mettendo in campo sei prime su sei ma inizia a tessere la tela che lo riporta in partita. Allontana l'orizzonte del gioco dall'angolo destro, dove Djokovic lo ha attaccato sistematicamente nei primi game. 

Più efficiente del serbo in risposta e negli scambi brevi nel torneo prima della finale, come ha dimostrato il coach e analista Craig O'Shannessy, il russo gioca profondo e da molto lontano. Nel primo set, però, Medvedev vince la metà dei punti contro la seconda del serbo e solo 5 dei 15 scambi sopra i nove colpi.

Medvedev rallenta con il back di rovescio, fondamentale con cui non commette gratuiti fino al nono game, e sfida Djokovic dalla parte del dritto. Il numero 1 spinge da destra e quando conta sale ancora di livello. Il break nel game che chiude il primo set è un manifesto. Il russo salva due set point, il secondo con una prima vincente a 214 km/h, ma al terzo sbaglia in lunghezza.

Il russo ha servito il 74% di prime, ha risposto meglio da sinistra (92% in campo da quel lato) ma ha subito due break e perso il set: 75 in 40 minuti.

Nemmeno il break all'inizio del secondo set consente a Medvedev di staccarsi nel punteggio. Il serbo, che ha perso solo una volta nella storia del torneo dopo aver vinto il primo set (9-7 al quinto contro Wawrinka), firma subito il controbreak. Fulminante la risposta sulla prima, morbida, seconda di servizio di Medvedev su una palla break.

E' il primo momento di difficoltà del russo che butta via gli ultimi tre punti del terzo gioco, pur essendo sempre in controllo dello scambio.

Contro un avversario così, come già si era visto nelle ultime due finali vinte a Melbourne su Nadal e Thiem, Djokovic prende costantemente l'iniziativa. Usa il primo colpo dopo il servizio per spostare l'avversario e tagliare il campo in avanti. Come il coccodrillo che portano stampato sulla maglietta, passano dalla placida attesa sotto il pelo dell'acqua all'attacco contro la preda.

Il numero 1 del mondo, bravo a cercare sistematicamente il dritto del russo con la seconda di servizio, azzanna per primo.

Djokovic vince praticamente il doppio dei punti negli scambi da fondo nei primi due set, costringe Medvedev a giocare di fretta. Il russo spacca la racchetta ma non lo aiuta. Perde sei degli ultimi sette game del set e, come nella sua prima finale Slam allo US Open 2019 contro Rafa Nadal, va sotto 0-2.

Nei primi due set, Djokovic ha commesso solo due gratuiti di dritto. Nel terzo, non lascia scampo. Si salva da 15-40 nel game d'apertura e aggira il disperato tentativo di Medvedev di servire forte anche la seconda e buttarsi avanti. Lo schema gli aveva permesso di battere il serbo a Cincinnati, ma stavolta no.

Il russo gioca da troppo lontano per riuscire nelle transizioni dalla difesa al contrattacco, la sfiducia fa il resto. Anche quando prova a tirarsi su, Djokovic risponde con l'equivalente dei conigli estratti dal cilindro del prestigiatore. Ma non c'è casualità, non c'è trucco e non c'è inganno. Chiude con un semi-smash, e dimostra che aveva ragione lui. Non è ancora tempo per il cambio della guardia. 

"E' solo questione di tempo" ha detto Nole a Medvedev dopo la finale, "se non ti dispiace aspettare ancora qualche anno...".

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti