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Day 2: Nadal, Medvedev e Rublev rispondono presente

Nella seconda giornata degli Australian Open c'era attesa per verificare le condizioni fisiche di Rafa dopo il problema alla schiena: battuto in 3 set Djere. Esordio convincente anche per i due russi e per Tsitsipas. Subito fuori Bautista Agut e Goffin

di | 09 febbraio 2021

Laslo Djere e Rafael Nadal

Il saluto a fine partita fra Laslo Djere e Rafael Nadal (foto Getty Images)

Il “professor” Australian Open prosegue nell’appello e a rispondere “presente”, con convinzione, sono nel Day 2 a Melbourne - per quanto riguarda il torneo maschile riservata agli incontri della parte bassa del tabellone – Rafael Nadal, i russi Daniil Medvedev e Andrey Rublev, e nella sessione serale il greco Stefanos Tsitsipas, tutti vittoriosi in tre set al debutto.

Proprio l’ingresso in scena dello spagnolo era il match più atteso della seconda giornata agli Australian Open. E non solo perché il maiorchino, numero 2 del mondo, dopo la finale del 2019 – la quinta per lui a Melbourne Park, dove ha trionfato nel 2009 facendo piangere Roger Federer dopo la sconfitta in cinque set – è sulla carta il principale antagonista di Novak Djokovic, che insegue il nono titolo su questi campi.

(2) Rafael Nadal b. Laslo Djere 63 64 61

Sul mancino di Manacor, a 17 anni dalla sua prima volta Down Under - nell’edizione 2004, allora 17enne, raggiunse il terzo turno, fermato dal beniamino di casa Lleyton Hewitt per 76(2) 76(5) 62 -, erano puntati tanti occhi soprattutto per verificare le sue condizioni fisiche: dopo le due settimane di quarantena ad Adelaide un problema muscolare alla parte bassa della schiena lo ha infatti costretto a fare da spettatore per l’intera ATP Cup e lo stesso Rafa non più tardi di domenica ha detto che continua a sentire qualche fastidio e non riesce a giocare in maniera sciolta, come vorrebbe.

Dall’altra parte della rete, sul palcoscenico della Rod Laver Arena riservato ai campioni, proprio un connazionale del numero 1 del mondo, il serbo Laslo Djere, numero 56 del ranking, mai affrontato prima in carriera. Ha usato tutte le cautele del caso Rafa (non giocava un match ufficiale da quasi tre mesi), che dopo il trionfo numero 13 al Roland Garros condivide con Federer il record di titoli Major in bacheca (20), per gestire senza rischi la situazione in quello che era comunque un check-up importante prima di tutto per lui, abituato a convivere con i malanni fisici ma in cerca di risposte: 63 64 61, in un’ora e 51 minuti, il responso in favore dell’iberico, come si poteva immaginare meno aggressivo del solito (19 vincenti contro i 20 messi a segno dall’avversario), ma comunque in grado da fondo di costringere sulla difensiva il 25enne nato a Senta, alla quarta partecipazione al main draw australiano dove non ha fin qui superato un turno. Nadal ha salvato quattro delle cinque palle-break concesse e, con il passare del tempo, si è sciolto iniziando a liberare un po' di più il suo diritto mancino.

Rafael Nadal stringe il pugno (foto Getty Images)

Rafael Nadal nell'intervista sul campo post match (foto Getty Images)

"Sono felice di essere al secondo turno, penso di aver fatto un buon lavoro oggi e vincere in tre set era proprio quello che mi serviva - le prime parole a caldo del campione spagnolo nella sua intervista sul campo - Sono stati quindici giorni difficili per me, perché ho avuto alcuni problemi alla schiena. Dovevo sopravvivere oggi, ed è quello che ho fatto. Ho solo cercato di essere concentrato tutto il tempo, con l’obiettivo di passare l’ostacolo".

Poi un pensiero anche rivolto a Djere, che vanta un titolo nel “500” di Rio nel 2019: "Gli auguro tutto il meglio per il resto della stagione, Laslo ha una grande storia personale. Gli auguro buona fortuna", l’auspicio di Rafa che al secondo turno se la vedrà con l'americano Michael Mmoh (n. 177 ATP), uscito con il sorriso dalla battaglia fra qualificati con il serbo Viktor Troicki (n. 202 ATP) durata oltre quattro ore. 

(4) Daniil Medvedev b. Vasek Pospisil 62 62 64

Convincente è stato pure l’esordio dell’altro principale osservato speciale di giornata, vale a dire il russo Daniil Medvedev, numero 4 della classifica mondiale e del seeding, opposto sulla Margaret Court Arena al canadese Vasek Pospisil, numero 61 ATP. Il 24enne di Mosca, dopo le affermazioni nel 2019 nel “1000” di Shanghai e lo scorso autunno a Vienna sul 30enne di Vernon che invece lo aveva battuto sempre lo scorso anno a Rotterdam, nel rispetto del pronostico ha colto il terzo successo su quattro incroci imponendosi per 62 62 64 in un’ora e 47 minuti di gioco.

Medvedev – negli ottavi nelle ultime due edizioni di questo torneo – arriva a questo appuntamento in grande fiducia: è stato praticamente ingiocabile in ATP Cup, conducendo insieme ad Andrey Rublev la Russia al trionfo e con il 64 62 rifilato a Matteo Berrettini in finale è arrivato a dieci successi di fila contro Top 10, e oggi ha allungato a 15 la striscia di partite consecutive vinte a cavallo delle due stagioni, comprese quelle che sono valse i trofei nel “1000” di Parigi-Bercy e alle ultime ATP Finals a Londra. Insomma, i tifosi russi possono sperare che un loro portacolori possa giungere in fondo sui campi dove l’ultimo trionfo russo porta la firma di Marat Safin nel 2005. 

Il rovescio di Daniil Medvedev (foto Getty Images)

Andrey Rublev esulta a fine match (foto Getty Images)

(7) Andrey Rublev b. Yannick Hanfmann 63 63 64

In campo per il debutto nello Slam australiano anche l’altra metà del “mostro a due teste” russo, come è stata ribattezzata la corazzata vincitrice della seconda edizione della competizione a squadre, ovvero Andrey Rublev. Il 23enne di Mosca, numero 8 del ranking e settima testa di serie, sulla John Cain Arena non ha avuto problemi di sorta nel regolare 63 63 64, in poco meno di un’ora e tre quarti, il tedesco Yannick Hanfmann, numero 102 ATP, mai incontrato in precedenza.

Il 28enne di Karlsruhe, all’esordio assoluto nel tabellone principale di questo torneo dopo due tentativi nelle qualificazioni (2018 e 2020) finiti entrambi al secondo turno, non poteva rappresentare un esame troppo probante, però è chiaro che il giocatore allenato da Fernando Vicente, l’unico capace di conquistare cinque titoli nel 2020, nel suo percorso di crescita punta a fare meglio degli ottavi di dodici mesi fa, il migliori risultato fin qui in cinque partecipazioni, e  si candida al ruolo di outsider.
Non so se si può dire che sto giocando il miglior tennis della mia vita, ma di sicuro oggi ho giocato bene sapendo mantenere un alto livello di gioco - ha commentato Rublev, visibilmente soddisfatto – Sono riuscito a prendere il controllo della partita quasi subito e a chiuderla in tre set. Per questo sono assai contento".
Qualcosa di più sulle sue ambizioni si potrà capire giovedì, quando dall’altra parte della rete troverà il mancino brasiliano Thiago Monteiro, numero 74 ATP (suo best ranking eguagliato) dopo la semifinale al ‘Great Ocean Road Open’.

La determinazione di Stefanos Tsitsipas (foto Getty Images)

(6) Stefanos Tsitsipas b. Gilles Simon 61 62 61

Ancora più veloce a sbrigare la pratica è stato però Stefanos Tsitsipas nel match che chiudeva il programma del Day 2 sulla ‘Rod Laver Arena’. Il 22enne greco, numero 6 del mondo e quinta testa di serie, che ha vissuto alcuni dei momenti più emozionanti della sua giovane carriera proprio ??a Melbourne Park, dove ad esempio nel 2019 ha sorpreso Federer per poi giungere sino alle semifinali, ha aperto la sua campagna nello Slam Down Under travolgendo sotto i riflettori per 61 62 61, in appena un’ora e mezza di partita, il 36enne francese Gilles Simon, numero 64 ATP, alla 15esima presenza nel main draw australiano, dove vanta i quarti nel 2009 (fermato proprio da Nadal, poi vincitore).

Il vincitore delle Next Gen ATP Finals 2018 e poi del Masters l’anno seguente giovedì sarà opposto a Thanasi Kokkinakis, 24enne talento di Adelaide che però è stato condizionato dai tanti infortuni (numero 267 del ranking e wild card), sicuramente una sfida intrigante per gli appassionati australiani.

Subito fuori Bautista Agut, Goffin e Hurkacz

Chi invece sotto il sole di Melbourne non risponde presente all’appello sono Roberto Bautista Agut e David Goffin. Lo spagnolo, numero 13 della classifica mondiale e 12esimo favorito del seeding, nel 2019 in grado di spingersi fino ai quarti qui, cade sotto i colpi del moldavo Radu Albot, numero 85 ATP: 67(1) 60 64 76(5) il punteggio dopo tre ore e un quarto di partita.

Dal canto suo il belga, numero 15 del ranking ATP e 13esima testa di serie, nel 2017 capace di trovare posto fra i “best 8” di questo torneo, dopo la repentina uscita di scena la settimana scorsa nel “250” in cui era il principale favorito, saluta subito anche gli Australian Open, sconfitto in cinque set dalla wild card locale Alexei Popyrin, numero 113 ATP, capace di annullare due match point nel tie-break del 4° set: 36 64 67(4) 76(6) 63 il punteggio in favore del 21enne di Sydney, che fra due giorni si troverà di fronte il sudafricano Lloyd Harris, numero 91 della classifica.

L’altra sorpresa è l’eliminazione del polacco Hubert Hurkacz, numero 30 ATP e 26esima testa di serie, che aveva cominciato la stagione con il titolo a Delray Beach, a cui è stato fatale il quinto set con lo svedese Mikael Ymer, numero 95 ATP: 36 63 36 75 63 il punteggio in tre ore e 44 minuti.

Proprio il 22enne scandinavo si giocherà un posto nel terzo turno con il 17enne spagnolo Carlos Alcaraz, che dopo aver superato le qualificazioni a Doha ha bagnato l’esordio assoluto in uno Slam dominando (61 64 64) il qualificato olandese Botic Van de Zandschulp, pure lui debuttante in un Major.

Tutta la gioia di Alexei Popyrin (foto Getty Images)

Novak Djokovic spettatore nel match dell'amico Filip Krajinovic (foto Getty Images)

Djokovic fa il tifoso in tribuna

Staccano il pass per il secondo turno invece altri giocatori presenti nel seeding, a cominciare dall’australiano Alex De Minaur, 21esima testa di serie, che dispone agevolmente dello statunitense Tennys Sandgren (75 61 61), n.51 ATP, nei quarti lo scorso anno e nel 2018.

Il croato Borna Coric, 22esima testa di serie, si è imposto in tre set, per 63 76(5) 75, sull’argentino Guido Pella, mentre quattro ne sono occorsi al serbo Filip Krajinovic, numero 28 del tabellone, per domare 76(4) 63 46 62 il lucky loser olandese Robin Haase, sotto gli occhi di un tifoso speciale come il suo amico Novak Djokovic, numero 1 del mondo e a caccia del nono trofeo in Australia.

Australian Open, day 1: i big non tradiscono - Le foto

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