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Ash corona il suo sogno: “Una sensazione incredibile”

Ashleigh Barty aveva già vinto un torneo del Grande Slam, ma farlo ai Championships ha un sapore ancora più dolce. “Ho sempre sognato di vincere a Wimbledon – ha detto –, perche sento che la storia del tennis sia iniziata proprio qui. Questo torneo mi ha reso più forte”. La sconfitta Pliskova la prende con filosofia: “applausi a lei, bisogna anche saper perdere”.

10 luglio 2021

Campionessa a Wimbledon, 50 anni dopo Evonne Goolagong. Il più grande sogno dell’infanzia di Ashleigh Barty si è coronato sul Centre Court, regalandole una soddisfazione da non credere. E la consapevolezza di meritare un posto fra le grandi del tennis e dello sport australiano.

ASHLEIGH BARTY

“Dopo il successo ho provato le sensazioni più incredibili della mia carriera. Qualcosa che non mi è mai successo su un campo da tennis. Non riuscivo a crederci. Ho lavorato tanto duramente per tutta la mia carriera, col mio team e le persone a me care, per riuscire a coronare i miei sogni. Riuscirci oggi è stato incredibile. Ho sempre sognato di vincere qui, sento che questo è il posto dove il tennis è nato. È un posto iconico, e sono fiera che alcune delle mie soddisfazioni più grandi siano arrivate qui. L’Australia ha una grande storia sportiva, e riuscire ad averne scritta una piccola parte è qualcosa che ho sempre sognato. Così come essere da esempio per le nuove generazioni”.

“Aver vinto qui 50 anni dopo Evonne Goolagong ha reso il tutto ancora più speciale. Lei è una persona speciale nella mia vita. È stata un’icona per me e tante persone come me, per il modo in cui ha inseguito e raggiunto i suoi obiettivi. Poter condividere con lei questa vittoria è qualcosa di magico. Se riuscissi a diventare la metà della persona che è lei, ne sarei davvero fiera”.

“Nei primi game mi veniva tutto facile, ma poi nel corso della partita ho avuto un po’ di alti e bassi. Ci sono state un po’ di opportunità da entrambe le parti e sia io sia la mia avversaria ne abbiamo approfittato. Oggi la sfida più importante era riuscire a tenere il mio servizio nella maniera più comoda possibile. Non sempre ci sono riuscita, ma in generale è andata bene. Ho provato a fare il massimo. Nel secondo set la mia avversaria si è conquistata il suo spazio, da campionessa quale è, e dopo aver ceduto il set è stato molto importante riuscire a riprendermi subito e continuare a giocare ogni punto al cento per cento. Mi sono concentrata su quello, per provare a non lasciare neanche una palla, indipendentemente dal punteggio. Alla fine l’incontro è stato deciso da un paio di punti qua e là”.

“Credo fermamente che nella vita tutto succeda per una ragione. E che da ogni possibilità che abbiamo possiamo trovare qualcosa per migliorarci. Nel corso del torneo sono cresciuta tanto, anche come persona, e ho usato la mia esperienza per venire a capo di situazioni molto delicate. Ho dovuto affrontare tante sfide, e le ho superate tutte migliorando partita dopo partita. Questo mi ha reso più forte”.

Essere riuscita a giocare qui dopo l’infortunio del Roland Garros è stato un vero miracolo. In teoria sarei dovuta rimanere ferma per due mesi. Ho dato enorme fiducia al mio team, e il loro lavoro mi ha permesso di giocare un torneo come questo. Pertanto, in vista dei prossimi grandi impegni (le Olimpiadi, poi lo Us Open, ndr) non ho preoccupazioni dal punto di vista fisico. Gli infortuni capitano, fa parte del gioco. Ma so di avere il miglior team possibile, per essere pronta a dare sempre il massimo”.

“Ho sempre cercato di vivere secondo i valori che i miei genitori mi hanno trasmesso. Credo sia più importante essere un’ottima persona che un’ottima giocatrice di tennis. Quindi la mia priorità è sempre quella di fare in modo di essere gentile ed educata con tutti. Sono stata estremamente fortunata ad avere la possibilità di diventare una giocatrice di tennis, ma l’essere una bella persona viene ancora prima di tutto”.

KAROLINA PLISKOVA

“La mia partenza non è stata ideale: ho perso i primi 14 punti. Ma devo dare dei meriti alla mia avversaria, perché mi ha reso la vita molto difficile. Credo sia stata la sua miglior partita fra quelle giocate contro di me. In passato ho avuto la sensazione che avesse un po’ di alti e bassi, mentre oggi ha sempre giocato alla grande. Sono comunque fiera di come ho saputo trovare un modo per rientrare in partita. Quando non riuscivo a vincere un punto ho ripensato alla finale di Roma, nella quale non ho conquistato nemmeno un game. Mi sono detta ‘no, non ancora’. E ho trovato un modo per giocarmi la partita. Non puoi sempre giocare bene, quindi devi riuscire a trovare un equilibrio anche quando il tuo tennis non funziona come vorresti. Devi sempre credere che le cose possano migliorare. Non sono andata vicina al successo, ma nonostante in campo non mi sentissi al meglio sono comunque riuscita a fare una buona partita”.

“Adesso è un po’ presto per ragionare su ciò che questa partita mi lascia. Il mio sogno rimane quello di vincere un torneo del Grande Slam, che in questo momento è anche il mio grande obiettivo. Ho perso, ma non voglio farne un dramma. Anche perché qui non ho mai giocato benissimo, non mi sono mai sentita particolarmente bene. Entrambe abbiamo dato il massimo per vincere, e una doveva perdere. È capitato a me, e lo devo accettare. Tornerò più forte, e sono certa che avrò tante altre possibilità”.

“A livello di consapevolezza questo torneo è stato molto importante, perché mi fa credere ancora di più di poter vincere un torneo del Grande Slam. Spero che da oggi in poi le cose vadano ancora meglio. Vedremo che succederà allo Us Open: ho già giocato una finale a New York, quindi vincere non è impossibile. Ci proverò”.

Nel corso della propria carriera una giocatrice deve anche imparare a saper perdere. Vale lo stesso per tutti i grandi campioni. Alla fine ogni giorno qualcuno deve perdere. Non mi va di farmi vedere disperata o estremamente triste dopo una sconfitta. Lo puoi essere nella tua stanza d’hotel, ma non davanti al pubblico. È anche importante saper riconoscere che quel determinato giorno la tua avversaria è stata migliore di te, per un motivo o per un altro. Io so farlo”.

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