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Arbino: "Sonego è pronto. Ed è più forte di prima"

Lorenzo è sempre stato un giocatore da campionati a squadre. Per questo, ha sofferto tanto la sconfitta di Torino contro la Croazia nel 2021. "Ma non dobbiamo dimenticare - spiega il coach del torinese - che lì eravamo giunti anche grazie a lui. E oggi Lorenzo è ulteriormente migliorato"

di | 23 novembre 2022

Una chiamata inattesa, dopo una vacanza bramata a lungo e arrivata al momento opportuno per ricaricare le batterie. Lorenzo Sonego stavolta non pensava davvero di poter essere coinvolto nelle Finals di Davis. La testa era già al 2023, a una stagione da affrontare fin da subito col piede sull'acceleratore per puntare alla continuità e poi al best ranking. Invece gli infortuni di Jannik Sinner e Matteo Berrettini sono arrivati a rimescolare le carte. C'è un tricolore da onorare e una partita con gli Stati Uniti che, malgrado tutto, si può vincere.

“Lorenzo – spiega il coach del torinese, Gipo Arbino – sta giocando molto bene già da qualche settimana, e anche qui in allenamento con Musetti entrambi hanno espresso un tennis di alto livello, per quel che possono contare le sfide non ufficiali. Mi sono piaciuti perché hanno servito e risposto bene, tenendo un ritmo molto alto. Sono senza dubbio in forma, quindi questo mi lascia tranquillo”.

I forfait di Sinner e Berrettini si sono concretizzati nel giro di pochi giorni, stravolgendo quella che era l'idea originaria dei vari team dei giocatori azzurri. “Non ci aspettavamo i forfait di Jannik e Matteo – continua Arbino – e infatti avevamo organizzato un periodo di allenamento molto intenso proprio in queste settimane. Lorenzo era addirittura andato in vacanza, perché ne aveva estremo bisogno. Così abbiamo dovuto cambiare tutto in poco tempo, nell'arco di pochi giorni abbiamo dovuto rigiocare quando pensavamo di puntare sulla preparazione atletica. Si è velocizzato il processo, all'inizio non è stato facile ma adesso sta andando tutto secondo i piani”.

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Il rapporto di Lorenzo Sonego con i campionati a squadre è sempre stato importante, fin dai campionati nazionali. Mentre l'esordio in Davis dello scorso anno ha portato gioia ma pure amarezza. “Nel 2021 a Torino, per lui era la prima volta in Davis, e non bisogna dimenticare che i primi due giorni aveva vinto con Opelka e con Mejia: anche grazie alle sue vittorie siamo arrivati lì a giocarci la sfida con la Croazia. Dopo la sconfitta con Gojo, si è sentito sulle spalle tutta la responsabilità della squadra, una sensazione amplificata dal fatto di trovarsi a Torino, davanti agli amici e alla famiglia. Sembrava un match senza storia in suo favore, poi qualcosa è cambiato e lui ha avvertito una tensione forte, ma era una situazione particolare ed era agli inizi. Una circostanza che per fortuna è irripetibile".

"Lorenzo peraltro è sempre stato un uomo squadra. Fin dai tornei nazionali i compagni lo adoravano per la sua capacità di lottare, di saper ribaltare le partite. Dopo quella sconfitta con la Croazia, sia Lorenzo Beltrame (il mental coach, ndr) che io gli abbiamo parlato a lungo. Ma per risanare quella ferita ci è voluto del tempo e l'inizio del 2022 un po' titubante è stato figlio anche di quella situazione”.

Ora però c'è questo ritorno, che è un momento di crescita ulteriore e un'opportunità. “È anche una grande soddisfazione – sottolinea Arbino – perché Lorenzo sa di essere il quarto uomo, sa di dover sempre farsi trovare pronto, anche se quest'anno pensavamo proprio che lui non fosse coinvolto. Da questa stagione, abbiamo capito tante cose. In primis, che lui deve essere gestito in maniera particolare, diversa da quanto si può fare con altri giocatori. Anche se sta giocando bene, ci deve essere un momento in cui stacca, non dobbiamo essere ingordi di risultati e non può fare un torneo dopo l'altro, perché ha bisogno di un recupero mentale. Lorenzo non vive di tennis 365 giorni l'anno”.

Gli Stati Uniti, oggi, fanno paura per la qualità complessiva del team, fatta di un top 10 e semifinalista alle Nitto ATP Finals di Torino come Taylor Fritz, e di un semifinalista agli Us Open come Frances Tiafoe. “Contro gli Usa siamo sfavoriti, c'è poco da dire. Però, visto lo stato di forma dei due Lorenzo, se gli americani entreranno in campo con sufficienza, possono rischiare che la partita giri. La superficie ci piace, ci troviamo bene, è un po' più lenta di Torino e più veloce di Bologna. Il problema di questo incontro è che noi abbiamo un gran doppio ma loro pure non scherzano. Anche se lo devono un po' inventare: immagino giocheranno Sock e Tiafoe, però Fognini e Bolelli hanno già vinto uno Slam e quest'anno a momenti arrivano alle Finals. In generale la mia sensazione è che gli americani non la sentano tanto, questa Davis, ma sono talmente forti che sono comunque pericolosi. E a volte se ci tieni tanto alle cose rischi di patire la tensione, mentre quando ti senti libero puoi dare il massimo perché giochi sciolto”.

Con questa Davis, per Sonego, si conclude una stagione particolare. “Nel 2022 – continua coach Arbino – per la prima volta ha perso classifica, altrimenti era sempre salito, da quando era numero 200 e fino al numero 21. Piccoli passi a volte, ma fino ad arrivare a un ranking molto importante. Per una serie di situazioni, ha perso 500 punti in estate, tra Wimbledon e Eastbourne, dove tra l'altro aveva male al polso e poteva giocare solo il rovescio in slice. Lui ha un carattere forte, in grado di reagire. Inoltre è migliorato nei punti deboli e ha ottimizzato i punti forti. Oggi posso dire che è più forte di prima”.

Il titolo conquistato a Metz è arrivato a riscattare tutte le difficoltà vissute in precedenza. “Il tennis per fortuna ogni settimana ti dà la possibilità di rimediare, di ricominciare daccapo. A Metz ha battuto tanti giocatori forti con cui aveva sempre faticato. Hurkacz, Bublik in finale, ma anche Korda, Simon, Karatsev. Tutti risultati per niente banali contro avversari di qualità altissima. Poi è successo che sono arrivati sorteggi non semplici, per le caratteristiche degli avversari. Ma se giochi bene prima o poi la chance arriva”.

Infine, il capitolo doppio. La coppia Sonego/Vavassori è una possibile coppia del futuro, per l'Italia di Davis? “Ci stiamo lavorando – conferma Arbino – perché insieme si divertono. Per Andrea è la priorità, Lorenzo si diverte, e si compensano a livello caratteriale. Negli schemi di gioco è davvero bravo Davide Vavassori (papà e coach di Andrea, ndr), perché io il doppio non l'ho mai approfondito. Davide stesso pensa che possano arrivare alle Finals di Torino, e anche io ne sono convinto perché hanno già battuto tante coppie forti. Avessero fatto tutti gli Slam, i 500 e qualche 1000, sono sicuro che avrebbero potuto già arrivarci".

"Per Lorenzo, tuttavia, è un po' presto per puntare così forte sul doppio. Ne faremo alcuni, ma in questo momento non possiamo avere lo stesso approccio di Andrea, che nel doppio vede una priorità. Ci abbiamo pensato tanto, ma non è il momento. Adesso Lorenzo può tornare ad avvicinarsi al suo sogno, che è quello di fare le Finals in singolare. E comunque può tornare presto dove era, intorno al numero 20 del mondo. Perché è uno che quando migliora, migliora in maniera repentina. Da lui possiamo aspettarci di tutto”.

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