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L’azzurro ha messo Djokovic alle corde nonostante una prestazione da grande lottatore ma piena di sbavature. Ancora un po’ condizionata dall’inesperienza e dal carisma dell’avversario. La dimostrazione che ha le qualità per non porsi alcun limite
di Enzo Anderloni | 10 giugno 2021
Adesso Matteo lo sa. Può giocare alla pari anche con il n.1 del mondo. E’ questo il responso della “gran battaglia fino all’ultimo punto”, come l’ha definita Djokovic, talmente schiacciato dalla pressione di un match che sentiva sfuggirgli di mano che alla fine ha cacciato un urlo che manco dopo la finale di Wimbledon 2019 con Federer.
Il gran Matteo Berrettini che poteva benissimo andare al tie-break anche nel quarto set (sul 5-6 era 40-0 con il servizio a disposizione) deve riguardarsi a mente fredda questo incontro: scoprirà che non è stato affatto perfetto, che ha sbagliato tante giocate che normalmente non fallisce, che il trovarsi di fronte quel mostro sacro lo ha condizionato ancora molto.
E nel vedere tutte queste cose, dovrà essere ancora più soddisfatto di questa sua partita coraggiosa (e mai finita) e anche più consapevole della sua forza. Può giocare molto meglio di così. Può battere anche questo Djokovic che era concentratissimo, motivatissimo, disposto a morire sul campo piuttosto che rinunciare all’ennesimo faccia a faccia con Rafael Nadal, la sua undicesima semifinale.
Quello di queste giornate parigine è un Djokovic con i nervi a fior di pelle, che parla poco e si chiude nel bozzolo del suo team. Un Djokovic che, sotto sotto, cova il sogno Grande Slam dopo il record di settimane in testa alla classifica.
La pacata reazione di @DjokerNole dopo la vittoria su Berrettini ??#tennis #RolandGarros pic.twitter.com/OgFjTPnXMI
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) June 9, 2021
Pensate il tripudio: dovesse fare centro a Parigi, poi a Wimbledon e a New York, chiuderebbe il 2021 con un’impresa che nessuno è più riuscito a compiere dai tempi di Rod Laver (il secondo Slam dell’australiano è datato 1969) e supererebbe sia Rafa che Roger in termini di vittorie nei major, raggiungendo la quota record di 21 titoli. Per gli amanti della questione, potrebbe a buon diritto dirsi il più forte di tutti i tempi. Fino a prova contraria, cioè fino a che qualcun altro riuscirà a superarlo a suon di successi.