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Eventi internazionali

Quando il silenzio fa rumore.... Impressioni di settembre al Foro

Il Foro Italico deserto teatro di un’edizione quasi surreale degli Internazionali BNL d’Italia. Anche per gli stessi campioni

di | 19 settembre 2020

Stadio Pietrangeli

Stadio Pietrangeli

Il silenzio non è assenza di suoni ma è suono esso stesso, anche se può apparire inafferrabile. Quando tutto tace il cervello inizia a percepire il rumore del silenzio. Perché anche il silenzio ha un suono, che può diventare assordante: lo hanno raccontato Simon & Garfunkel in “The Sound of Silence”. Ascoltare il silenzio diventa fondamentale per dare un senso ai suoni.

Il Foro Italico di questa edizione degli Internazionali BNL d’Italia è silenzio. Niente fiumi di appassionati che si spostano da un campo all’altro per non perdersi neanche un match dei loro campioni preferiti. Niente folle di fan in spasmodica attesa per un autografo, eccitati dall’occasione di poter vedere live il loro idolo, se pure solo in allenamento (come dimenticare il Centrale gremito per una semplice training session di “King Roger”?).

 

"King Roger" si allena con Ljubicic sul Centrale

E neppure cori, urla di incitamento e “oohhh” di meraviglia per un colpo impossibile, per una magia che dura lo spazio di un attimo. Ma che nella memoria resta indelebile ricordo.

 

Anche le macchine della transportation sfrecciano silenziose.

Novak Djokovic esulta nel Centrale vuoto - foto Sposito

Mette malinconia il silenzio del Foro Italico, oasi irreale a pochi passi da una Roma sempre vivace e rumorosa anche ai tempi del coronavirus. Ed anche a Djokovic (che ringrazia comunque un pubblico immaginario), Nadal o Halep, per non parlare degli azzurri, fa una certa impressione giocare nel Centrale vuoto, con i sediolini tutti ordinatamente chiusi.

Almeno sul “Pietrangeli” ci sono le statue a fare da spettatrici alle sfide….

Il silenzio amplifica i suoni. Quello degli addetti al lavoro per sistemare i campi. Quello degli incordatori che preparano gli attrezzi dei campioni. Quello della rete che viene alzata ogni mattina.

E poi c’è il rumore della fatica di tennisti e tenniste che si riscaldano tra i viali o in palestra. Quello delle scivolate sulla terra. Quello dell’impatto della pallina sulle corde. Quello dei click a ripetizione dei fotografi. Ed anche quello dei soliloqui dei campioni….

Persino quello della moneta lanciata dal giudice di sedia per decidere lato del campo o servizio.

Il silenzio illumina l’anima, sussurra ai cuori e li unisce, ha scritto Khalil Gibran. Anche il tennis domanda silenzio, ma solo quando il giudice di sedia dice: “Quite, please. Play”.

 

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