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11 maggio: il tennis torna olimpico ma Roger buca il Foro

33 anni fa la decisione di inserire di nuovo la disciplina tra quelle ufficiali, aprendo ai professionisti: si ripartì l’anno dopo a Seul. 17 anni fa la clamorosa sconfitta di Federer in finale a Roma contro lo spagnolo Mantilla n.49 del mondo

di | 11 maggio 2020

 Il podio del doppio alle olimpiadi di Seul 1988

Il podio del doppio alle olimpiadi di Seul 1988

Miloslav Mecir medaglia d'oro alle olimpiadi di Seul 1988

Accadde oggi

L’11 maggio del 1987 il Comitato Olimpico Internazionale, riunito a Istanbul in Turchia decise di riammettere il tennis tra le discipline olimpiche ufficiali consentendo la partecipazione al torneo agli atleti professionisti.

L’ultima volta il tennis aveva assegnato medaglie olimpiche risaliva ai giochi di Parigi del 1924 quando nel torneo maschile si impose lo statunitense Vincent Richards e l’italiano Uberto De Morpurgo conquistò la medaglia di bronzo. Tra le donne si era imposta l’americana Helen Wills.

La decisione di Istanbul fece sì che il tennis fosse inserito tra i tornei previsti nel 1988 a Seul, in Corea del Sud. Protagonisti assoluti di quell’Olimpiade furono il cecoslovacco Miloslav Mecir (Repubblica Ceca e Slovacchia furono un’unica nazione fino al 1992) e la tedesca Steffi Graf che, battendo in finale l’argentina Gabriela sabatini, aggiunse la medaglia d’oro di Seul al Grande Slam realizzato quell’anno, completando così, unica nella storia, un Golden Slam.

Degna di nota anche la prestazione di “Gattone” Mecir che, con il suo tennis intelligente e felpato, battè in semifinale lo svedese Stefan Edberg (prendendosi la rivincita della semifinale di Wimbledon, torneo poi vinto da Edberg su Boris Becker) e in finale lo statunitense Tim Mayotte.

Il doppio maschile fu vinto dagli statunitensi Ken Flach e Robert Seguso e anche quello femminile fu appannaggio degli Usa, grazie a Pam Shriver e Zina Garrison.

L’11 maggio del 2003 Roger Federer sprecò la sua più grande opportunità di conquistare gli Internazionali BNL d’Italia, perdendo in finale contro lo spagnolo Felix Mantilla, n.47 del mondo in tre set: 7-5 6-2 7-6(8). Grande regolarista lo spagnolo, e sicuramente in gran forma se per arrivare alla finale era riuscito a battere, tra gli altri, l’argentino David Nalbandian, il connazionale Albert Costa, il croato Ivan Ljubicic e il russo Evgeny Kafelnikov. 

Felix Mantilla e Roger Federer premiati agli Internazionali BNL d'Italia del 2003

Roger Federer agli Internazionali BNL d'Italia del 2003

Ma Federer, allora 22enne, era n. 5 del mondo e due mesi dopo avrebbe conquistato il suo primo titolo a Wimbledon. Ciononostante non riuscì a venire a capo della capacità dello spagnolo di “rimandargli di là qualunque palla, bella o brutta che fosse, sempre allo stesso modo”.

Federer, che non è mai riuscito a conquistare il titolo a Roma, avrebbe avuto ben due match-points nella finale del 2006 contro Rafael Nadal ma anche se fu a un passo dal successo si può dire che la sua occasione fu ghiotta resta quella del 2003 contro Mantilla, ottimo giocatore ma di una caratura diversa dalla sua

Simon Aspelin a destra e Julian Knowle vincitori degli Us Open nel 2007

Compleanni

Simon Aspelin: 46. Ex giocatore svedese, nato a Saltsjobaden 1974, è stato un grande specialista del doppio. In singolare è arrivato al massimo al n. 436 del mondo ma nel gioco di coppia ha raggiunto il n.7 del mondo (il 3 marzo 2008) dopo aver colto, nel settembre del 2007, il titolo più prestigioso della carriera, quello degli Us Open. Approdato al professionismo attraverso il college tennis statunitense (Pepperdine University), Aspelin si impose a New York insieme all’austriaco Julian Knowle, battendo lungo il percorso coppie di valore assoluto come i fratelli Bob e Mike Bryan e i francese Benneteau e Mahut. Si è ritirato dall’attività agonistica nel 2011 con 12 titoli nel palmares e la medaglia d’argento conquistata nel 2008 alle Olimpiadi di Pechino insieme al connazionale Thomas Johansson. Furono battuti in finale dai francesi Llodra e Clement.

Christina McHale: 28. Statunitense nata a Teaneck, New Jersey, nel 1992 è attualmente n.88 del ranking Wta, ma vanta un best ranking di n. 24 raggiunto il 20 agosto 2012. Proprio il 2012 è stata la miglior stagione per questa giocatrice di padre statunitense e madre cubana: raggiunse i quarti di finale al Wta Premier del Qatar e il terzo turno agli Open d’Australia, Roland Garros e Wimbledon. Sono di quell’anno anche i successi su top 10 come Petra Kvitova e Caroline Wozniacki.

Vanta un solo titolo Wta, quiello conquistato a Tokio nel 2016, ma tra le sue prestazioni più significative c’è da ricordare soprattutto quella degli Internazionali d’Italia 2015 quando raggiunse i quarti di finale partendo dalle qualificazioni.

Sachia Vickery: 25. Nata a Hollywood, Florida nel 1995 è n.158 Wta ma è stata n.73 il 30 luglio del 2018, stagione in cui ha raggiunto le semifinali ai tornei Wta di Auckland e Monterrey

Cristina McHale a destra vincitrice del torneo Wta di Tokyo nel 2016 sulla ceca Siniakova

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